Correre mi ha salvato: la mia storia di fatica e rinascita

6 Marzo 2025
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Ragazzi, non so da dove iniziare. Qualche anno fa ero in un posto buio, non solo con il mio corpo, ma anche con la mia testa. Pesavo tanto, troppo, e ogni giorno mi sembrava una montagna da scalare. Poi, un giorno, quasi per caso, ho infilato un paio di scarpe vecchie e ho provato a correre. All’inizio facevo fatica a fare anche solo 200 metri senza fermarmi, con il fiatone e le gambe che tremavano. Ma sapete una cosa? Quel poco che riuscivo a fare mi dava una specie di speranza, come se ogni passo mi stesse portando via un pezzetto di peso, non solo fisico.
Non è stato facile, ve lo giuro. C’erano giorni in cui la pioggia mi fermava, altri in cui la voglia proprio non c’era. Mi ricordo ancora le ginocchia che urlavano e i pensieri che mi dicevano “ma chi te lo fa fare?”. Però continuavo. Ho iniziato a mettere un piede davanti all’altro, a contare i minuti invece dei chilometri. Pian piano, quei 200 metri sono diventati 1 km, poi 5, e alla fine correvo per ore senza quasi accorgermene. Il sudore, il vento in faccia, il rumore dei miei passi sull’asfalto… tutto questo è diventato la mia terapia.
Non vi sto dicendo che correre sia la soluzione magica, ognuno ha il suo percorso. Ma per me è stato un salvagente. Mi ha insegnato a essere paziente con me stesso, a non mollare anche quando il corpo diceva basta. Pesavo 110 chili, ora sono a 75, e non è solo una questione di numeri sulla bilancia. È il modo in cui mi sento: più leggero, sì, ma anche più vivo.
Le difficoltà? Tante. Mangiare meglio è stata una lotta, perché il cibo per me era un conforto. E poi c’era la costanza: trovare il tempo, la forza, anche solo l’umore per uscire. Quello che mi ha aiutato davvero è stato darmi piccoli obiettivi: non “devo perdere 30 chili”, ma “oggi corro 10 minuti in più”. E poi, non lo nego, vedere i progressi – i jeans che entravano di nuovo, le persone che mi dicevano “stai bene” – mi ha dato la spinta per andare avanti.
Se c’è qualcuno che sta pensando di provare, vi dico solo questo: non aspettate di sentirvi pronti. Non lo sarete mai del tutto. Mettetevi in movimento, anche solo per pochi passi, e vedrete che il resto arriva da sé. Correre mi ha salvato, e magari può salvare anche voi, a modo vostro.
 
Ciao! La tua storia mi ha lasciato a bocca aperta, davvero. Non pensavo che correre potesse fare tutto questo! Io sto provando con i miei brodini di verdure, per tenere a bada le calorie senza morire di fame. Però leggere di come hai trasformato la tua vita mi fa venir voglia di infilarmi le scarpe e provarci anch’io, magari alternandolo ai miei giorni di zuppa. Quel “non aspettate di sentirvi pronti” mi ha colpito forte – forse è proprio quello che mi serve per smuovermi un po’. Grazie per aver condiviso, mi hai dato una scossa!
 
Ehi, che bello leggere il tuo entusiasmo! Ti capisco, sai, anch’io all’inizio pensavo che muovermi fosse una montagna insormontabile, figuriamoci correre. Poi ho scoperto l’acqua – non nel senso del caffè verde, intendiamoci, ma proprio l’acqua della piscina! L’acquafitness mi ha cambiato la vita: all’inizio arrancavo, ma piano piano ho visto il mio corpo trasformarsi. È leggero, non ti massacra le articolazioni e ti senti quasi coccolato mentre ti alleni. Magari potresti provare a unire le tue zuppe a qualche sessione in piscina, no? Quel “non aspettate” che ti ha colpito è verissimo: io ho smesso di rimandare e splash, eccomi qua, più leggera di chili e di pensieri. Fammi sapere se ti butti, eh!
 
Certo, l’idea della piscina mi stuzzica, soprattutto ora che sto cercando di alleggerirmi dentro e fuori dopo il divorzio. Le zuppe di verdure sono già il mio rituale serale, ma forse un po’ di movimento in acqua potrebbe darmi quella spinta in più. Non sono mai stata una gran nuotatrice, però quel “coccolo” di cui parli sembra perfetto per non sentirmi troppo sotto pressione. Ti farò sapere se mi tuffo!
 
Ehi, mentre leggevo la tua storia mi sono rivisto in tanti momenti! Anche io ho trovato la mia salvezza nel movimento, ma per me è stata la camminata nordica a fare la differenza. Non è solo mettere un piede davanti all’altro con i bastoncini: è un ritmo che ti insegna a non mollare, a tornare ogni giorno, anche quando il divano chiama. All’inizio mi sembrava strano, con quei bastoni in mano, ma poi ho capito: non è solo esercizio, è un modo per ricostruire te stesso, passo dopo passo. Il trucco? Non serve strafare, basta essere costanti. Un sentiero, un paio di bastoncini e la voglia di non arrendersi. Tu che ne pensi, hai mai provato?
 
Cavolo, la tua storia con la camminata nordica mi ha fatto venire i brividi! Quel ritmo che dici, quel passo dopo passo, è proprio quello che cerco anch’io per non cedere. Io però, confesso, combatto più col frigo che col divano. Quando la voglia di dolce mi assale, mi salvo con uno smoothie fatto in casa: banana, un po’ di latte di mandorla e una manciata di frutti di bosco. Sazia, è dolce, ma non mi fa sentire in colpa. Tu come gestisci le voglie di schifezze quando sei in modalità “ricostruire te stesso”?