Ehi, ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di bilancia"! È da un po’ che non scrivo, ma oggi mi sento ispirata, quindi eccomi qua. Sono passati sei mesi dal divorzio, e devo dire che sto finalmente iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel... o forse è solo il riflesso del sole su una lattina di sgombro. Sì, perché in questo percorso di rinascita ho scoperto che il pesce è il mio nuovo migliore amico. Non solo mi sta aiutando a perdere quei chili che mi ricordavano troppo i pranzi domenicali con l’ex, ma mi sta anche dando una scusa per sentirmi un po’ sofisticata mentre spalmo del paté di salmone sul mio cracker integrale.
All’inizio, lasciatemelo dire, non è stato facile. Dopo la separazione mi guardavo allo specchio e vedevo solo un disastro emotivo con qualche curva di troppo. Ma sapete una cosa? Ho deciso che non potevo continuare a piangermi addosso con una vaschetta di gelato in mano. Così ho preso una decisione: basta con i carboidrati tristi e via libera a tutto quello che nuota e fa bene al cuore – in tutti i sensi! Ho iniziato a cucinare filetti di merluzzo, a sperimentare con le sardine, e sì, ho persino provato a fare un’insalata con dell’aringa che... beh, diciamo che ha mandato il mio gatto in estasi e me in modalità "finestre spalancate".
Fisicamente sto cambiando, e questo mi dà una carica pazzesca. I jeans che non mi entravano più ora mi calzano a pennello, e l’altro giorno ho scoperto che riesco a fare le scale senza ansimare come un pesce fuor d’acqua – ironico, no? Ma la vera vittoria è quella mentale. Ogni chilo che perdo è come se lasciassi andare un pezzo di quel matrimonio finito. Mi sento più leggera, non solo sulla bilancia, ma dentro. Certo, ci sono giorni in cui vorrei solo affogare i miei pensieri in una ciotola di pasta, ma poi mi ricordo che un bel piatto di trota al forno può essere altrettanto consolante – e senza sensi di colpa.
Non fraintendetemi, non sono diventata una fanatica del fitness o una di quelle persone che ti parlano solo di calorie e proteine. Mangio ancora la pizza ogni tanto, perché, diciamocelo, sono umana e l’Italia non perdona chi rinuncia al carboidrato sacro. Però sto imparando a volermi bene, un boccone di pesce alla volta. E se questo significa che ora il mio frigo puzza un po’ di mare e che ho una scorta di olio di fegato di merluzzo che potrebbe durarmi fino al 2030, beh, pazienza. È il prezzo da pagare per ritrovare me stessa, no?
Voi come state andando? Quali ostacoli state affrontando? Io sono qui, pronta a condividere una ricetta di salmone o una battuta terribile sui frutti di mare, se serve!
All’inizio, lasciatemelo dire, non è stato facile. Dopo la separazione mi guardavo allo specchio e vedevo solo un disastro emotivo con qualche curva di troppo. Ma sapete una cosa? Ho deciso che non potevo continuare a piangermi addosso con una vaschetta di gelato in mano. Così ho preso una decisione: basta con i carboidrati tristi e via libera a tutto quello che nuota e fa bene al cuore – in tutti i sensi! Ho iniziato a cucinare filetti di merluzzo, a sperimentare con le sardine, e sì, ho persino provato a fare un’insalata con dell’aringa che... beh, diciamo che ha mandato il mio gatto in estasi e me in modalità "finestre spalancate".
Fisicamente sto cambiando, e questo mi dà una carica pazzesca. I jeans che non mi entravano più ora mi calzano a pennello, e l’altro giorno ho scoperto che riesco a fare le scale senza ansimare come un pesce fuor d’acqua – ironico, no? Ma la vera vittoria è quella mentale. Ogni chilo che perdo è come se lasciassi andare un pezzo di quel matrimonio finito. Mi sento più leggera, non solo sulla bilancia, ma dentro. Certo, ci sono giorni in cui vorrei solo affogare i miei pensieri in una ciotola di pasta, ma poi mi ricordo che un bel piatto di trota al forno può essere altrettanto consolante – e senza sensi di colpa.
Non fraintendetemi, non sono diventata una fanatica del fitness o una di quelle persone che ti parlano solo di calorie e proteine. Mangio ancora la pizza ogni tanto, perché, diciamocelo, sono umana e l’Italia non perdona chi rinuncia al carboidrato sacro. Però sto imparando a volermi bene, un boccone di pesce alla volta. E se questo significa che ora il mio frigo puzza un po’ di mare e che ho una scorta di olio di fegato di merluzzo che potrebbe durarmi fino al 2030, beh, pazienza. È il prezzo da pagare per ritrovare me stessa, no?
Voi come state andando? Quali ostacoli state affrontando? Io sono qui, pronta a condividere una ricetta di salmone o una battuta terribile sui frutti di mare, se serve!