Dall'algoritmo di Instagram alla bilancia: come ho perso 20 kg senza filtri!

ariskop

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, vi scrivo mentre sorseggio un tè verde, che ormai è il mio migliore amico dopo aver detto addio a 20 kg. Vi giuro, se me l’avessero detto qualche anno fa, avrei riso forte, probabilmente con un cornetto in mano. La domanda che mi fanno tutti è: “Ma come hai fatto?”. Beh, ve lo racconto, ma preparatevi, perché c’entra pure Instagram, ma non nel modo che pensate.
Tutto è iniziato quando ho capito che i filtri di Instagram potevano snellirmi solo sullo schermo, ma non nella vita reale. Scorri, scorri, e vedevo queste influencer con frullati verdi e vite perfette. All’inizio ci sono cascato: ho comprato un “piano detox” da una tipa con 100k follower. Risultato? Due giorni di fame e un frullatore che mi guardava male. Ho capito che i social possono ispirare, ma anche confonderti. Così ho deciso di spegnere il telefono e accendere il cervello.
La prima cosa che ho fatto è stata informarmi. Non parlo di diete lampo o di “mangia solo ananas per una settimana”. Ho letto, chiesto a nutrizionisti, e scoperto che il segreto non è un segreto: mangia meno di quello che bruci, ma fallo con criterio. Ho iniziato a contare le calorie, non come un ossesso, ma per capire cosa mettevo in bocca. Scoperta shock: un cappuccino e brioche ogni mattina erano tipo metà del mio fabbisogno giornaliero. Chi l’avrebbe mai detto?
Le difficoltà? Tante. La fame emotiva era la mia nemesi. Stress? Divoravo patatine. Tristezza? Cioccolata. Gioia? Pizza. Ho dovuto imparare a gestire le emozioni senza aprire il frigo. E poi c’era la pressione sociale: “Ma dai, un pezzetto di torta non ti uccide!”. No, ma 20 pezzetti sì. Ho imparato a dire di no, con un sorriso, e a portare le mie alternative sane alle cene. Zucchine al forno al posto delle lasagne? Non proprio, ma ci siamo capiti.
Cosa mi ha aiutato? Prima di tutto, trovare un equilibrio. Non ho eliminato nulla, nemmeno la pizza (santa margherita, ti amo). Ho solo ridotto le porzioni e aggiunto verdure ovunque. Poi, ho smesso di vedere il cibo come nemico. Mangiare bene è un regalo che fai al tuo corpo, non una punizione. E, sorpresa, fare movimento è stato fondamentale. Non palestra da bodybuilder, ma camminate, scale invece dell’ascensore, qualche video di workout su YouTube. Instagram mi è tornato utile qui: ci sono account che condividono esercizi fattibili, non solo pose da yoga impossibili.
Il vero cambio di mentalità è stato smettere di cercare la perfezione. I social ci fanno credere che devi essere magro, scolpito e felice 24/7. Ma la vita vera è un’altra cosa. Ci sono giorni in cui mangi troppo, e va bene. L’importante è rialzarsi e continuare. Quei 20 kg non sono spariti in un mese, ma in un anno e mezzo, con pazienza e qualche scivolone.
Ora, quando apro Instagram, non mi lascio fregare dai filtri o dalle vite perfette. Uso i social per ispirarmi, non per confrontarmi. E la bilancia? Beh, ora è solo un numero, non il mio valore. Se avete domande o volete consigli, scrivetemi pure. E ricordate: il vostro corpo non ha bisogno di un filtro, ma di cura e un po’ di ironia.
 
Ragazzi, vi scrivo mentre sorseggio un tè verde, che ormai è il mio migliore amico dopo aver detto addio a 20 kg. Vi giuro, se me l’avessero detto qualche anno fa, avrei riso forte, probabilmente con un cornetto in mano. La domanda che mi fanno tutti è: “Ma come hai fatto?”. Beh, ve lo racconto, ma preparatevi, perché c’entra pure Instagram, ma non nel modo che pensate.
Tutto è iniziato quando ho capito che i filtri di Instagram potevano snellirmi solo sullo schermo, ma non nella vita reale. Scorri, scorri, e vedevo queste influencer con frullati verdi e vite perfette. All’inizio ci sono cascato: ho comprato un “piano detox” da una tipa con 100k follower. Risultato? Due giorni di fame e un frullatore che mi guardava male. Ho capito che i social possono ispirare, ma anche confonderti. Così ho deciso di spegnere il telefono e accendere il cervello.
La prima cosa che ho fatto è stata informarmi. Non parlo di diete lampo o di “mangia solo ananas per una settimana”. Ho letto, chiesto a nutrizionisti, e scoperto che il segreto non è un segreto: mangia meno di quello che bruci, ma fallo con criterio. Ho iniziato a contare le calorie, non come un ossesso, ma per capire cosa mettevo in bocca. Scoperta shock: un cappuccino e brioche ogni mattina erano tipo metà del mio fabbisogno giornaliero. Chi l’avrebbe mai detto?
Le difficoltà? Tante. La fame emotiva era la mia nemesi. Stress? Divoravo patatine. Tristezza? Cioccolata. Gioia? Pizza. Ho dovuto imparare a gestire le emozioni senza aprire il frigo. E poi c’era la pressione sociale: “Ma dai, un pezzetto di torta non ti uccide!”. No, ma 20 pezzetti sì. Ho imparato a dire di no, con un sorriso, e a portare le mie alternative sane alle cene. Zucchine al forno al posto delle lasagne? Non proprio, ma ci siamo capiti.
Cosa mi ha aiutato? Prima di tutto, trovare un equilibrio. Non ho eliminato nulla, nemmeno la pizza (santa margherita, ti amo). Ho solo ridotto le porzioni e aggiunto verdure ovunque. Poi, ho smesso di vedere il cibo come nemico. Mangiare bene è un regalo che fai al tuo corpo, non una punizione. E, sorpresa, fare movimento è stato fondamentale. Non palestra da bodybuilder, ma camminate, scale invece dell’ascensore, qualche video di workout su YouTube. Instagram mi è tornato utile qui: ci sono account che condividono esercizi fattibili, non solo pose da yoga impossibili.
Il vero cambio di mentalità è stato smettere di cercare la perfezione. I social ci fanno credere che devi essere magro, scolpito e felice 24/7. Ma la vita vera è un’altra cosa. Ci sono giorni in cui mangi troppo, e va bene. L’importante è rialzarsi e continuare. Quei 20 kg non sono spariti in un mese, ma in un anno e mezzo, con pazienza e qualche scivolone.
Ora, quando apro Instagram, non mi lascio fregare dai filtri o dalle vite perfette. Uso i social per ispirarmi, non per confrontarmi. E la bilancia? Beh, ora è solo un numero, non il mio valore. Se avete domande o volete consigli, scrivetemi pure. E ricordate: il vostro corpo non ha bisogno di un filtro, ma di cura e un po’ di ironia.
Ehi, che storia ispirante! Mentre leggevo, mi sono rivisto in tanti momenti del tuo racconto, soprattutto quella parte sui filtri di Instagram che snelliscono solo lo schermo. Io sono in fase "preparazione fotosesia" e il tuo post mi ha dato una bella carica.

Sto cercando di perdere peso per fissare il mio progresso con degli scatti, e devo dire che il tuo approccio equilibrato mi parla un sacco. Anch’io ho iniziato a contare le calorie, scoprendo che certi snack che pensavo "innocui" erano delle bombe caloriche. Tipo, chi avrebbe mai pensato che un cucchiaio di olio in più potesse fare così tanta differenza? Ora sto più attento ai grassi, non li demonizzo, ma cerco di sceglierli bene: un po’ di avocado o noci invece di patatine.

La parte sulle emozioni è verissima. Anche per me lo stress è il nemico numero uno, ma sto imparando a sfogarmi con una passeggiata invece di un pacco di biscotti. E le fotosesie mi aiutano tantissimo: vedere i cambiamenti, anche piccoli, mi ricorda perché sto facendo tutto questo.

Grazie per aver condiviso, mi hai fatto riflettere su quanto sia importante non cercare la perfezione, ma la costanza. Se hai qualche trucco per gestire i grassi senza impazzire con le porzioni, sono tutto orecchi!
 
Ragazzi, vi scrivo mentre sorseggio un tè verde, che ormai è il mio migliore amico dopo aver detto addio a 20 kg. Vi giuro, se me l’avessero detto qualche anno fa, avrei riso forte, probabilmente con un cornetto in mano. La domanda che mi fanno tutti è: “Ma come hai fatto?”. Beh, ve lo racconto, ma preparatevi, perché c’entra pure Instagram, ma non nel modo che pensate.
Tutto è iniziato quando ho capito che i filtri di Instagram potevano snellirmi solo sullo schermo, ma non nella vita reale. Scorri, scorri, e vedevo queste influencer con frullati verdi e vite perfette. All’inizio ci sono cascato: ho comprato un “piano detox” da una tipa con 100k follower. Risultato? Due giorni di fame e un frullatore che mi guardava male. Ho capito che i social possono ispirare, ma anche confonderti. Così ho deciso di spegnere il telefono e accendere il cervello.
La prima cosa che ho fatto è stata informarmi. Non parlo di diete lampo o di “mangia solo ananas per una settimana”. Ho letto, chiesto a nutrizionisti, e scoperto che il segreto non è un segreto: mangia meno di quello che bruci, ma fallo con criterio. Ho iniziato a contare le calorie, non come un ossesso, ma per capire cosa mettevo in bocca. Scoperta shock: un cappuccino e brioche ogni mattina erano tipo metà del mio fabbisogno giornaliero. Chi l’avrebbe mai detto?
Le difficoltà? Tante. La fame emotiva era la mia nemesi. Stress? Divoravo patatine. Tristezza? Cioccolata. Gioia? Pizza. Ho dovuto imparare a gestire le emozioni senza aprire il frigo. E poi c’era la pressione sociale: “Ma dai, un pezzetto di torta non ti uccide!”. No, ma 20 pezzetti sì. Ho imparato a dire di no, con un sorriso, e a portare le mie alternative sane alle cene. Zucchine al forno al posto delle lasagne? Non proprio, ma ci siamo capiti.
Cosa mi ha aiutato? Prima di tutto, trovare un equilibrio. Non ho eliminato nulla, nemmeno la pizza (santa margherita, ti amo). Ho solo ridotto le porzioni e aggiunto verdure ovunque. Poi, ho smesso di vedere il cibo come nemico. Mangiare bene è un regalo che fai al tuo corpo, non una punizione. E, sorpresa, fare movimento è stato fondamentale. Non palestra da bodybuilder, ma camminate, scale invece dell’ascensore, qualche video di workout su YouTube. Instagram mi è tornato utile qui: ci sono account che condividono esercizi fattibili, non solo pose da yoga impossibili.
Il vero cambio di mentalità è stato smettere di cercare la perfezione. I social ci fanno credere che devi essere magro, scolpito e felice 24/7. Ma la vita vera è un’altra cosa. Ci sono giorni in cui mangi troppo, e va bene. L’importante è rialzarsi e continuare. Quei 20 kg non sono spariti in un mese, ma in un anno e mezzo, con pazienza e qualche scivolone.
Ora, quando apro Instagram, non mi lascio fregare dai filtri o dalle vite perfette. Uso i social per ispirarmi, non per confrontarmi. E la bilancia? Beh, ora è solo un numero, non il mio valore. Se avete domande o volete consigli, scrivetemi pure. E ricordate: il vostro corpo non ha bisogno di un filtro, ma di cura e un po’ di ironia.
Ehi, che bella storia la tua! Leggerti mentre sorseggio la mia tisana serale mi ha fatto proprio sorridere. Anch’io sto cercando di cambiare le mie abitudini, ma il mio tallone d’Achille è la notte. Dopo cena, quando la casa è silenziosa, mi parte la fame nervosa e finisco per saccheggiare la dispensa. Patatine, biscotti, a volte persino un panino con la mortadella! So che non è il massimo, ma è come se il frigo mi chiamasse.

Sto provando a ispirarmi a storie come la tua, e devo dire che il tuo approccio mi piace un sacco: niente estremismi, solo buon senso e pazienza. Ho iniziato a fare qualche piccolo cambiamento, tipo sostituire gli snack notturni con una tazza di tè caldo o una manciata di mandorle. Non sempre funziona, ma quando resisto mi sento una piccola vittoria. Ho anche scaricato un’app per tracciare quello che mangio, e wow, scoprire quante calorie ha un pacco di cracker mi ha aperto gli occhi!

La cosa più difficile per me è gestire lo stress senza buttarmi sul cibo. Tu come hai fatto a domare la fame emotiva? Qualche trucco per non cedere quando la voglia di uno spuntino notturno ti assale? E poi, curiosità: usi ancora Instagram per cercare ispirazione? Io seguo un paio di account che condividono ricette sane, e sto pensando di provare a fare qualche frullato verde, ma senza esagerare come quella tua esperienza col piano detox!

Grazie per aver condiviso, mi hai dato una bella spinta a continuare. Magari tra un po’ ti scrivo con qualche progresso, sperando di non avere un cornetto in mano mentre lo faccio.
 
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Ragazzi, vi scrivo mentre sorseggio un tè verde, che ormai è il mio migliore amico dopo aver detto addio a 20 kg. Vi giuro, se me l’avessero detto qualche anno fa, avrei riso forte, probabilmente con un cornetto in mano. La domanda che mi fanno tutti è: “Ma come hai fatto?”. Beh, ve lo racconto, ma preparatevi, perché c’entra pure Instagram, ma non nel modo che pensate.
Tutto è iniziato quando ho capito che i filtri di Instagram potevano snellirmi solo sullo schermo, ma non nella vita reale. Scorri, scorri, e vedevo queste influencer con frullati verdi e vite perfette. All’inizio ci sono cascato: ho comprato un “piano detox” da una tipa con 100k follower. Risultato? Due giorni di fame e un frullatore che mi guardava male. Ho capito che i social possono ispirare, ma anche confonderti. Così ho deciso di spegnere il telefono e accendere il cervello.
La prima cosa che ho fatto è stata informarmi. Non parlo di diete lampo o di “mangia solo ananas per una settimana”. Ho letto, chiesto a nutrizionisti, e scoperto che il segreto non è un segreto: mangia meno di quello che bruci, ma fallo con criterio. Ho iniziato a contare le calorie, non come un ossesso, ma per capire cosa mettevo in bocca. Scoperta shock: un cappuccino e brioche ogni mattina erano tipo metà del mio fabbisogno giornaliero. Chi l’avrebbe mai detto?
Le difficoltà? Tante. La fame emotiva era la mia nemesi. Stress? Divoravo patatine. Tristezza? Cioccolata. Gioia? Pizza. Ho dovuto imparare a gestire le emozioni senza aprire il frigo. E poi c’era la pressione sociale: “Ma dai, un pezzetto di torta non ti uccide!”. No, ma 20 pezzetti sì. Ho imparato a dire di no, con un sorriso, e a portare le mie alternative sane alle cene. Zucchine al forno al posto delle lasagne? Non proprio, ma ci siamo capiti.
Cosa mi ha aiutato? Prima di tutto, trovare un equilibrio. Non ho eliminato nulla, nemmeno la pizza (santa margherita, ti amo). Ho solo ridotto le porzioni e aggiunto verdure ovunque. Poi, ho smesso di vedere il cibo come nemico. Mangiare bene è un regalo che fai al tuo corpo, non una punizione. E, sorpresa, fare movimento è stato fondamentale. Non palestra da bodybuilder, ma camminate, scale invece dell’ascensore, qualche video di workout su YouTube. Instagram mi è tornato utile qui: ci sono account che condividono esercizi fattibili, non solo pose da yoga impossibili.
Il vero cambio di mentalità è stato smettere di cercare la perfezione. I social ci fanno credere che devi essere magro, scolpito e felice 24/7. Ma la vita vera è un’altra cosa. Ci sono giorni in cui mangi troppo, e va bene. L’importante è rialzarsi e continuare. Quei 20 kg non sono spariti in un mese, ma in un anno e mezzo, con pazienza e qualche scivolone.
Ora, quando apro Instagram, non mi lascio fregare dai filtri o dalle vite perfette. Uso i social per ispirarmi, non per confrontarmi. E la bilancia? Beh, ora è solo un numero, non il mio valore. Se avete domande o volete consigli, scrivetemi pure. E ricordate: il vostro corpo non ha bisogno di un filtro, ma di cura e un po’ di ironia.
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