Diete, digiuni e allenamenti: cosa ho scoperto sul ruolo dei minerali per superare i miei limiti

avinashss

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a condividere un altro capitolo delle mie avventure"? Sono qui di nuovo, dopo aver messo alla prova corpo e mente con un mix di diete, digiuni e allenamenti. Stavolta voglio parlarvi di qualcosa che ho notato solo di recente, un dettaglio che potrebbe sembrare piccolo ma che per me ha fatto la differenza: l’equilibrio di certe sostanze che il nostro corpo chiede a gran voce quando lo spingiamo oltre i limiti.
Ho iniziato qualche mese fa con una dieta chetogenica, sapete, quella con pochi carboidrati e tanti grassi. All’inizio mi sentivo una macchina: energia stabile, niente fame improvvisa, e i chili scendevano. Ma dopo un paio di settimane, ho cominciato ad avere crampi alle gambe, una stanchezza che non spiegavo e un mal di testa che non passava. Pensavo fosse solo il corpo che si adattava, ma poi ho fatto qualche ricerca e ho capito che forse stavo trascurando qualcosa di fondamentale. Ho aggiunto più verdure ricche di potassio e magnesio, tipo spinaci e avocado, e ho provato a integrare con un po’ di sale nell’acqua – strano, lo so, ma pare che aiuti. I crampi sono spariti quasi subito, e l’energia è tornata più costante.
Poi ho deciso di provare il digiuno intermittente, 16:8 per la precisione. Qui il discorso è cambiato: non mangiavo per 16 ore e avevo una finestra di 8 ore per i pasti. Mi piaceva la semplicità, e devo dire che mi ha aiutato a controllare meglio le porzioni. Però, di nuovo, dopo un po’ mi sentivo fiacco, soprattutto durante gli allenamenti. Ho notato che se facevo un digiuno più lungo, tipo 24 ore, le cose peggioravano: mi tremavano le mani e avevo zero forza. Ho scoperto che il sodio e il magnesio erano ancora più cruciali in quei momenti, perché senza cibo il corpo li perde più facilmente. Una volta che ho iniziato a bere acqua con un pizzico di sale e a mangiare noci o semi quando rompevo il digiuno, è andata molto meglio.
E gli allenamenti? Ho provato di tutto: pesi, corsa, HIIT. Con i pesi mi sentivo forte, ma se non stavo attenta a bilanciare quello che mangiavo dopo, mi ritrovavo con i muscoli rigidi per giorni. La corsa invece mi svuotava, soprattutto se ero a digiuno. L’HIIT è stato il più divertente, ma anche il più spietato: senza un buon recupero, crollavo. Ho imparato che non basta buttarsi nell’esercizio, serve ascoltare il corpo. Per esempio, dopo una sessione intensa, una banana o un po’ di cioccolato fondente mi rimettevano in sesto – il potassio e il magnesio lì dentro sono oro.
Insomma, quello che ho capito da questi esperimenti è che non importa quanto sia perfetta una dieta o un allenamento sulla carta: se trascuri certi dettagli, il corpo te lo fa pagare. Non parlo solo di calorie o macronutrienti, ma di quelle cose meno evidenti che tengono tutto insieme. Non sono una nutrizionista, sia chiaro, e magari ognuno ha bisogni diversi, però per me fare pace con questi “piccoli aiutanti” è stato un passo avanti per superare i miei ostacoli. Voi che ne pensate? Avete mai notato qualcosa di simile?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a condividere un altro capitolo delle mie avventure"? Sono qui di nuovo, dopo aver messo alla prova corpo e mente con un mix di diete, digiuni e allenamenti. Stavolta voglio parlarvi di qualcosa che ho notato solo di recente, un dettaglio che potrebbe sembrare piccolo ma che per me ha fatto la differenza: l’equilibrio di certe sostanze che il nostro corpo chiede a gran voce quando lo spingiamo oltre i limiti.
Ho iniziato qualche mese fa con una dieta chetogenica, sapete, quella con pochi carboidrati e tanti grassi. All’inizio mi sentivo una macchina: energia stabile, niente fame improvvisa, e i chili scendevano. Ma dopo un paio di settimane, ho cominciato ad avere crampi alle gambe, una stanchezza che non spiegavo e un mal di testa che non passava. Pensavo fosse solo il corpo che si adattava, ma poi ho fatto qualche ricerca e ho capito che forse stavo trascurando qualcosa di fondamentale. Ho aggiunto più verdure ricche di potassio e magnesio, tipo spinaci e avocado, e ho provato a integrare con un po’ di sale nell’acqua – strano, lo so, ma pare che aiuti. I crampi sono spariti quasi subito, e l’energia è tornata più costante.
Poi ho deciso di provare il digiuno intermittente, 16:8 per la precisione. Qui il discorso è cambiato: non mangiavo per 16 ore e avevo una finestra di 8 ore per i pasti. Mi piaceva la semplicità, e devo dire che mi ha aiutato a controllare meglio le porzioni. Però, di nuovo, dopo un po’ mi sentivo fiacco, soprattutto durante gli allenamenti. Ho notato che se facevo un digiuno più lungo, tipo 24 ore, le cose peggioravano: mi tremavano le mani e avevo zero forza. Ho scoperto che il sodio e il magnesio erano ancora più cruciali in quei momenti, perché senza cibo il corpo li perde più facilmente. Una volta che ho iniziato a bere acqua con un pizzico di sale e a mangiare noci o semi quando rompevo il digiuno, è andata molto meglio.
E gli allenamenti? Ho provato di tutto: pesi, corsa, HIIT. Con i pesi mi sentivo forte, ma se non stavo attenta a bilanciare quello che mangiavo dopo, mi ritrovavo con i muscoli rigidi per giorni. La corsa invece mi svuotava, soprattutto se ero a digiuno. L’HIIT è stato il più divertente, ma anche il più spietato: senza un buon recupero, crollavo. Ho imparato che non basta buttarsi nell’esercizio, serve ascoltare il corpo. Per esempio, dopo una sessione intensa, una banana o un po’ di cioccolato fondente mi rimettevano in sesto – il potassio e il magnesio lì dentro sono oro.
Insomma, quello che ho capito da questi esperimenti è che non importa quanto sia perfetta una dieta o un allenamento sulla carta: se trascuri certi dettagli, il corpo te lo fa pagare. Non parlo solo di calorie o macronutrienti, ma di quelle cose meno evidenti che tengono tutto insieme. Non sono una nutrizionista, sia chiaro, e magari ognuno ha bisogni diversi, però per me fare pace con questi “piccoli aiutanti” è stato un passo avanti per superare i miei ostacoli. Voi che ne pensate? Avete mai notato qualcosa di simile?
Ehilà, compagni di viaggio nella giungla delle diete! Anche io ho qualcosa da raccontare, visto che il tuo post mi ha fatto riflettere su quanto il corpo parli chiaro quando gli dai retta. Io sono una fan dei giorni di scarico, lo ammetto: uno o due a settimana, a seconda di come mi sento, li passo con kefir, verdure crude o frutta. Non è proprio un digiuno totale, ma una pausa leggera che mi aiuta a resettare tutto, soprattutto quando la tiro lunga con i carboidrati o sento che il metabolismo rallenta.

Devo dire che all’inizio non è stato facile. I primi giorni sul kefir mi sentivo uno straccio: fame, giramenti di testa, e una stanchezza che mi faceva pentire di averci provato. Poi ho capito che non era solo questione di volontà, ma di come gestivo quei momenti. Tipo, se bevo solo kefir e basta, dopo qualche ora mi tremano le gambe, soprattutto se ho la tiroide che già fa i capricci e mi rallenta tutto. Ho iniziato ad aggiungere un pizzico di sale al kefir o a dell’acqua, e a volte una manciata di mandorle per il magnesio. Risultato? Niente più crolli, e mi sento persino più leggera dopo.

Con le verdure va meglio, ma ci vuole strategia. Se faccio un giorno solo con zucchine o cetrioli, che sono pieni d’acqua, mi ritrovo gonfia e con zero energia. Invece, se metto dentro spinaci o broccoli, che hanno più sostanza, e magari un filo d’olio per non perdere i grassi buoni, la giornata fila liscia. La frutta è un altro discorso: mele o kiwi mi tengono su senza appesantirmi, ma se esagero con qualcosa di troppo zuccherino tipo banane, mi parte un picco e poi crollo. È un equilibrio, no?

I risultati li vedo eccome. Non parlo solo di chili – che comunque scendono piano piano – ma di come mi sento: meno gonfiore, più energia, e una specie di “pulizia” generale. Certo, non è una passeggiata, soprattutto se il giorno dopo torno a mangiare normale e non sto attenta a non strafare. Però mi piace questa sensazione di controllo, e credo che per chi ha un metabolismo un po’ pigro come il mio sia una manna. Tu che hai provato digiuni e allenamenti tosti, hai mai testato qualcosa di simile? Magari un giorno leggero per bilanciare i minerali di cui parli? Io sono curiosa di sapere se anche per te queste pause cambiano qualcosa!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a condividere un altro capitolo delle mie avventure"? Sono qui di nuovo, dopo aver messo alla prova corpo e mente con un mix di diete, digiuni e allenamenti. Stavolta voglio parlarvi di qualcosa che ho notato solo di recente, un dettaglio che potrebbe sembrare piccolo ma che per me ha fatto la differenza: l’equilibrio di certe sostanze che il nostro corpo chiede a gran voce quando lo spingiamo oltre i limiti.
Ho iniziato qualche mese fa con una dieta chetogenica, sapete, quella con pochi carboidrati e tanti grassi. All’inizio mi sentivo una macchina: energia stabile, niente fame improvvisa, e i chili scendevano. Ma dopo un paio di settimane, ho cominciato ad avere crampi alle gambe, una stanchezza che non spiegavo e un mal di testa che non passava. Pensavo fosse solo il corpo che si adattava, ma poi ho fatto qualche ricerca e ho capito che forse stavo trascurando qualcosa di fondamentale. Ho aggiunto più verdure ricche di potassio e magnesio, tipo spinaci e avocado, e ho provato a integrare con un po’ di sale nell’acqua – strano, lo so, ma pare che aiuti. I crampi sono spariti quasi subito, e l’energia è tornata più costante.
Poi ho deciso di provare il digiuno intermittente, 16:8 per la precisione. Qui il discorso è cambiato: non mangiavo per 16 ore e avevo una finestra di 8 ore per i pasti. Mi piaceva la semplicità, e devo dire che mi ha aiutato a controllare meglio le porzioni. Però, di nuovo, dopo un po’ mi sentivo fiacco, soprattutto durante gli allenamenti. Ho notato che se facevo un digiuno più lungo, tipo 24 ore, le cose peggioravano: mi tremavano le mani e avevo zero forza. Ho scoperto che il sodio e il magnesio erano ancora più cruciali in quei momenti, perché senza cibo il corpo li perde più facilmente. Una volta che ho iniziato a bere acqua con un pizzico di sale e a mangiare noci o semi quando rompevo il digiuno, è andata molto meglio.
E gli allenamenti? Ho provato di tutto: pesi, corsa, HIIT. Con i pesi mi sentivo forte, ma se non stavo attenta a bilanciare quello che mangiavo dopo, mi ritrovavo con i muscoli rigidi per giorni. La corsa invece mi svuotava, soprattutto se ero a digiuno. L’HIIT è stato il più divertente, ma anche il più spietato: senza un buon recupero, crollavo. Ho imparato che non basta buttarsi nell’esercizio, serve ascoltare il corpo. Per esempio, dopo una sessione intensa, una banana o un po’ di cioccolato fondente mi rimettevano in sesto – il potassio e il magnesio lì dentro sono oro.
Insomma, quello che ho capito da questi esperimenti è che non importa quanto sia perfetta una dieta o un allenamento sulla carta: se trascuri certi dettagli, il corpo te lo fa pagare. Non parlo solo di calorie o macronutrienti, ma di quelle cose meno evidenti che tengono tutto insieme. Non sono una nutrizionista, sia chiaro, e magari ognuno ha bisogni diversi, però per me fare pace con questi “piccoli aiutanti” è stato un passo avanti per superare i miei ostacoli. Voi che ne pensate? Avete mai notato qualcosa di simile?
Ehi, che bel racconto delle tue avventure, quasi un diario di bordo di una spedizione nel mondo del corpo e della mente! Mi ci ritrovo un sacco, sai, perché anche io sto sperimentando da un po’ e ho scoperto qualcosa che magari potrebbe aggiungersi al tuo puzzle. Visto che parli di minerali e di come il corpo reagisce quando lo spingiamo al limite, voglio condividere quello che sto imparando con il metodo Wim Hof. Non so se lo conosci: è un mix di respirazione profonda e esposizione al freddo, tipo docce gelate o bagni in acqua ghiacciata. All’inizio sembra una follia, ma ti giuro che sta cambiando il modo in cui sento il mio corpo, soprattutto quando si parla di energia, recupero e persino fame.

Parto dal tuo punto sui minerali, perché hai ragione da vendere: magnesio, potassio, sodio sono come i mattoni invisibili che tengono su tutto. Con il Wim Hof ho notato che il freddo e la respirazione intensa spingono il corpo a consumare queste risorse ancora più velocemente. Le sessioni di respirazione, che sono una specie di iperventilazione controllata, fanno pompare il sangue e ossigenano i muscoli in un modo pazzesco, ma dopo mi sento come se avessi corso una maratona. Se non sto attenta a reintegrare, mi ritrovo con quella stanchezza che descrivi tu, o peggio, con un po’ di tremore. Ho iniziato a bere acqua con un pizzico di sale rosa e a mangiare una manciata di mandorle o una banana subito dopo, e la differenza è netta. Il magnesio, in particolare, sembra calmare i muscoli e la testa, soprattutto dopo una doccia fredda.

Sul digiuno, ti capisco alla grande. Io faccio il 16:8 come te, e il Wim Hof mi aiuta un sacco a gestire la fame. Le respirazioni profonde fanno quasi “spegnere” quella sensazione di vuoto nello stomaco, come se il corpo si concentrasse su altro. Però, come dici tu, se esagero con il digiuno o se non bilancio bene i minerali, crollo. Il freddo, poi, è un altro livello: quando fai una doccia gelata, il corpo va in modalità sopravvivenza e brucia energia come un forno. Questo accelera il metabolismo, ma ti prosciuga se non stai attenta. Ho letto che il freddo aumenta la produzione di calore corporeo, il che può aiutare a bruciare grassi, ma senza sodio e magnesio rischi di sentirti uno straccio.

Per gli allenamenti, il metodo Wim Hof è stato una scoperta. Prima di una sessione di HIIT o di pesi, faccio 10-15 minuti di respirazione: inspiro forte, espiro piano, per una trentina di cicli. Mi sento carica come una molla, con una concentrazione che non avevo prima. E il freddo? Dopo l’allenamento, una doccia fredda mi aiuta a recuperare più in fretta. Sembra strano, ma riduce l’infiammazione e i muscoli fanno meno male il giorno dopo. Però, ripeto, senza un occhio ai minerali non funziona: se non mangio qualcosa di ricco di potassio o magnesio dopo, il corpo si lamenta.

Un altro aspetto che mi sta piacendo è come tutto questo mi aiuta con lo stress. Tu parli di superare i limiti, e per me lo stress era un muro gigante. La respirazione di Wim Hof calma la mente in un modo che non so spiegare: è come se il cervello smettesse di correre per un po’. E il freddo, beh, ti costringe a essere presente, non puoi pensare ad altro quando sei sotto l’acqua gelata! Questo mi ha aiutato a non mangiare per nervosismo, una cosa che prima mi sabotava qualsiasi dieta.

Insomma, quello che sto capendo è che il corpo è una macchina complessa, e come dici tu, i dettagli fanno la differenza. Minerali, certo, ma anche come usiamo il respiro e il freddo per “sintonizzare” tutto. Non sono una scienziata, ma per me questo mix di Wim Hof, digiuno e attenzione a quello che metto nel piatto sta funzionando. Magari prova una doccia fredda (inizi con 30 secondi, giuro che non muori!) o qualche ciclo di respirazione e vedi come ti senti. Tu che dici, ti va di sperimentare qualcosa di nuovo? E voi altri, qualcuno ha provato roba simile o sono l’unica matta che si butta nell’acqua ghiacciata?