Dolci e genetica: come trovare un equilibrio per dimagrire?

mlodyy1985

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di viaggio nella lotta contro i chili di troppo"! Oggi vorrei condividere qualche pensiero su un argomento che mi frulla in testa da un po’: il nostro rapporto con i dolci e quanto la genetica possa metterci i bastoni tra le ruote quando cerchiamo di dimagrire. Non so voi, ma io sono una di quelle persone che non riescono proprio a immaginare una giornata senza un pezzetto di cioccolato o una fetta di torta. È una sfida costante, ma sto cercando di trovare un equilibrio che mi permetta di godermi queste piccole gioie senza deragliare dai miei obiettivi.
Partiamo da un punto: non siamo tutti uguali. Ho notato che alcune amiche riescono a rinunciare ai dolci senza battere ciglio, mentre io, dopo due giorni senza zucchero, mi ritrovo a sognare pasticcini anche di notte. Mi sono chiesta se magari c’entra qualcosa il modo in cui il mio corpo è “programmato”. Ho letto da qualche parte che la genetica influisce su come metabolizziamo zuccheri e grassi, e persino sulla nostra predisposizione a desiderare certi sapori. Insomma, potrebbe essere che per qualcuno di noi dire “no” a un tiramisù sia una battaglia più dura non per mancanza di forza di volontà, ma per un’eredità biologica!
Detto questo, non voglio usarlo come scusa per arrendermi. Sto provando a trasformare questa “debolezza” in qualcosa di costruttivo. Ad esempio, ho sperimentato una ricetta che mi sta dando soddisfazione: un budino al cacao fatto con latte scremato, cacao amaro e un po’ di dolcificante naturale. È semplice, veloce e mi dà quel gusto intenso che cerco senza farmi sentire in colpa. Un’altra cosa che mi aiuta è spezzettare il cioccolato fondente (almeno 85%) in piccoli quadratini e mangiarne uno solo quando la voglia diventa insopportabile: mi appaga senza esagerare con le calorie.
Però ammetto che non è sempre facile. Quando sono stressata, la tentazione di buttarmi su una vaschetta di gelato è fortissima. In quei momenti cerco di distrarmi preparando una tisana aromatizzata o masticando una gomma senza zucchero, ma non sempre funziona. Mi piacerebbe sapere come affrontate voi queste situazioni: avete qualche trucco per ingannare la mente (o i geni!) e tenere a bada la voglia di dolce? E soprattutto, credete che la genetica possa davvero essere un ostacolo così grande o è solo una questione di abitudine?
Insomma, sto cercando di fare pace con me stessa e con il mio amore per i dessert, trovando alternative che mi facciano stare bene senza rinunciare del tutto. Non sarà il percorso più veloce per dimagrire, ma almeno è uno che sento di poter sostenere nel tempo. Aspetto i vostri consigli, magari qualche ricetta o semplicemente un po’ di solidarietà da chi capisce cosa significa lottare con un cucchiaino in una mano e la bilancia nell’altra!
 
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Reazioni: Pascual Paraíso
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di viaggio nella lotta contro i chili di troppo"! Oggi vorrei condividere qualche pensiero su un argomento che mi frulla in testa da un po’: il nostro rapporto con i dolci e quanto la genetica possa metterci i bastoni tra le ruote quando cerchiamo di dimagrire. Non so voi, ma io sono una di quelle persone che non riescono proprio a immaginare una giornata senza un pezzetto di cioccolato o una fetta di torta. È una sfida costante, ma sto cercando di trovare un equilibrio che mi permetta di godermi queste piccole gioie senza deragliare dai miei obiettivi.
Partiamo da un punto: non siamo tutti uguali. Ho notato che alcune amiche riescono a rinunciare ai dolci senza battere ciglio, mentre io, dopo due giorni senza zucchero, mi ritrovo a sognare pasticcini anche di notte. Mi sono chiesta se magari c’entra qualcosa il modo in cui il mio corpo è “programmato”. Ho letto da qualche parte che la genetica influisce su come metabolizziamo zuccheri e grassi, e persino sulla nostra predisposizione a desiderare certi sapori. Insomma, potrebbe essere che per qualcuno di noi dire “no” a un tiramisù sia una battaglia più dura non per mancanza di forza di volontà, ma per un’eredità biologica!
Detto questo, non voglio usarlo come scusa per arrendermi. Sto provando a trasformare questa “debolezza” in qualcosa di costruttivo. Ad esempio, ho sperimentato una ricetta che mi sta dando soddisfazione: un budino al cacao fatto con latte scremato, cacao amaro e un po’ di dolcificante naturale. È semplice, veloce e mi dà quel gusto intenso che cerco senza farmi sentire in colpa. Un’altra cosa che mi aiuta è spezzettare il cioccolato fondente (almeno 85%) in piccoli quadratini e mangiarne uno solo quando la voglia diventa insopportabile: mi appaga senza esagerare con le calorie.
Però ammetto che non è sempre facile. Quando sono stressata, la tentazione di buttarmi su una vaschetta di gelato è fortissima. In quei momenti cerco di distrarmi preparando una tisana aromatizzata o masticando una gomma senza zucchero, ma non sempre funziona. Mi piacerebbe sapere come affrontate voi queste situazioni: avete qualche trucco per ingannare la mente (o i geni!) e tenere a bada la voglia di dolce? E soprattutto, credete che la genetica possa davvero essere un ostacolo così grande o è solo una questione di abitudine?
Insomma, sto cercando di fare pace con me stessa e con il mio amore per i dessert, trovando alternative che mi facciano stare bene senza rinunciare del tutto. Non sarà il percorso più veloce per dimagrire, ma almeno è uno che sento di poter sostenere nel tempo. Aspetto i vostri consigli, magari qualche ricetta o semplicemente un po’ di solidarietà da chi capisce cosa significa lottare con un cucchiaino in una mano e la bilancia nell’altra!
Ehi, dolce guerriera della bilancia, mi ci ritrovo proprio nel tuo racconto! Il richiamo di un cioccolatino o di una fetta di torta è come una sirena che canta solo per me, e la genetica? Beh, a volte penso che i miei antenati fossero pasticceri che mi hanno lasciato in eredità questo amore sfrenato per lo zucchero. Però, come te, non voglio mollare, e visto che parli di equilibrio, ti porto nel mio mondo: il detox come alleato, anche contro i dolci!

Partiamo da un’idea: il nostro corpo spesso chiede zuccheri perché è “confuso” da quello che gli diamo. La genetica può darci una spinta verso certi sapori, sì, ma possiamo rieducarlo con qualche trucco furbo. Io sono fissata coi succhi e gli smoothie detox, e ti assicuro che possono essere una mano santa per placare la voglia di dolce senza crollare nella vaschetta di gelato. Una ricetta che mi salva? Prova un succo con mela verde, un pizzico di zenzero, qualche foglia di spinacino e un goccio di limone. È fresco, leggermente dolce e ti dà quella botta di energia che ti fa dire “ok, forse non ho bisogno di quel tiramisù subito”. Lo zenzero, poi, accelera il metabolismo, che non guasta mai.

Quando la voglia di cioccolato mi assale (e sì, capita anche a me di sognare pasticcini di notte!), punto su qualcosa di più strong: un frullato con cacao crudo, banana congelata e latte di mandorla non zuccherato. Sembra un dessert, ma è un pieno di fibre e roba buona che tiene a bada i sensi di colpa. Attenta però: il detox non è magia, esagerare con i succhi può sballarti lo stomaco o farti mancare energie, quindi alterna con pasti veri, magari leggeri ma nutrienti.

Per lo stress, capisco eccome! La tisana è un classico, ma se non basta, io mi butto su un infuso detox con finocchio e menta: calma la pancia e la testa. La genetica può essere una scusa comoda, ma credo che tanto dipenda da come “alleniamo” il nostro corpo. Io sto cercando di fare pace coi dolci così: meno sensi di colpa, più alternative furbe. Tu che ne pensi, hai mai provato a “disintossicarti” un po’ dalle voglie zuccherine? Raccontami i tuoi trucchi, che qui siamo tutti sulla stessa barca (o bilancia)!
 
Ehi, regina dei dessert sotto stress, ti capisco fin troppo bene! La genetica sarà anche una rompiscatole, ma il vero nemico è quella vocina che urla "gelato!" quando il mondo ti crolla addosso. Io? Quando lo stress bussa, altro che tisana: mi lancio in una playlist da paura e ballo come se fossi posseduta, roba che i chili scappano da soli. Altro che budino, prova a sfogarti così e vedi se il cucchiaino ti serve ancora! La voglia di dolce si placa, i geni si zittiscono e la bilancia ringrazia. Tu che fai, ti arrendi o ti muovi?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di viaggio nella lotta contro i chili di troppo"! Oggi vorrei condividere qualche pensiero su un argomento che mi frulla in testa da un po’: il nostro rapporto con i dolci e quanto la genetica possa metterci i bastoni tra le ruote quando cerchiamo di dimagrire. Non so voi, ma io sono una di quelle persone che non riescono proprio a immaginare una giornata senza un pezzetto di cioccolato o una fetta di torta. È una sfida costante, ma sto cercando di trovare un equilibrio che mi permetta di godermi queste piccole gioie senza deragliare dai miei obiettivi.
Partiamo da un punto: non siamo tutti uguali. Ho notato che alcune amiche riescono a rinunciare ai dolci senza battere ciglio, mentre io, dopo due giorni senza zucchero, mi ritrovo a sognare pasticcini anche di notte. Mi sono chiesta se magari c’entra qualcosa il modo in cui il mio corpo è “programmato”. Ho letto da qualche parte che la genetica influisce su come metabolizziamo zuccheri e grassi, e persino sulla nostra predisposizione a desiderare certi sapori. Insomma, potrebbe essere che per qualcuno di noi dire “no” a un tiramisù sia una battaglia più dura non per mancanza di forza di volontà, ma per un’eredità biologica!
Detto questo, non voglio usarlo come scusa per arrendermi. Sto provando a trasformare questa “debolezza” in qualcosa di costruttivo. Ad esempio, ho sperimentato una ricetta che mi sta dando soddisfazione: un budino al cacao fatto con latte scremato, cacao amaro e un po’ di dolcificante naturale. È semplice, veloce e mi dà quel gusto intenso che cerco senza farmi sentire in colpa. Un’altra cosa che mi aiuta è spezzettare il cioccolato fondente (almeno 85%) in piccoli quadratini e mangiarne uno solo quando la voglia diventa insopportabile: mi appaga senza esagerare con le calorie.
Però ammetto che non è sempre facile. Quando sono stressata, la tentazione di buttarmi su una vaschetta di gelato è fortissima. In quei momenti cerco di distrarmi preparando una tisana aromatizzata o masticando una gomma senza zucchero, ma non sempre funziona. Mi piacerebbe sapere come affrontate voi queste situazioni: avete qualche trucco per ingannare la mente (o i geni!) e tenere a bada la voglia di dolce? E soprattutto, credete che la genetica possa davvero essere un ostacolo così grande o è solo una questione di abitudine?
Insomma, sto cercando di fare pace con me stessa e con il mio amore per i dessert, trovando alternative che mi facciano stare bene senza rinunciare del tutto. Non sarà il percorso più veloce per dimagrire, ma almeno è uno che sento di poter sostenere nel tempo. Aspetto i vostri consigli, magari qualche ricetta o semplicemente un po’ di solidarietà da chi capisce cosa significa lottare con un cucchiaino in una mano e la bilancia nell’altra!
Ehi, salve a voi, eroi della bilancia e nemici giurati delle calorie! La tua riflessione sui dolci e la genetica mi ha fatto quasi cadere dalla sedia, ma solo perché stavo cercando di non allungare la mano verso quel biscotto che mi fissa dal tavolo. Ti capisco fin troppo bene: anch’io sono di quelli che vedono un quadretto di cioccolato come un’opera d’arte da venerare, non da ignorare. E pure io mi sono chiesta se i miei antenati non abbiano fatto un patto col diavolo dello zucchero, lasciandomi in eredità questa passione che mi fa litigare con la zip dei jeans.

Da quando mi sono trasferita in questo posto dove l’umidità sembra un abbraccio appiccicoso e il caldo ti scioglie pure i pensieri, la faccenda si è complicata. Prima, nel mio vecchio clima fresco e asciutto, riuscivo a controllarmi con una passeggiata veloce e un’insalata. Qui? Qui sudo pure stando ferma, e la voglia di un gelato per “rinfrescarmi” è diventata il mio tormento quotidiano. La genetica, dici? Può darsi. Mia madre viveva di torte e mio padre non diceva mai no a un cannolo, quindi forse sono fregata dalla nascita. Ma non mi arrendo, o almeno ci provo.

Ho dovuto adattarmi, perché il caldo mi toglie la forza di allenarmi come prima. Le corse all’alba sono diventate un miraggio: ora cammino quando il sole non picchia come un martello, e cerco di fare qualche esercizio in casa con l’aria condizionata a manetta. La dieta? Un disastro all’inizio. La frutta fresca qui è una tentazione costante, ma ho imparato a pesarla e a non esagerare con mango e ananas che sembrano innocenti ma pesano come mattoni sullo stomaco e sulla coscienza. Per i dolci, mi sono inventata un trucco: congelo dello yogurt magro con un cucchiaino di cacao amaro e qualche goccia di dolcificante. Non sarà una coppa del nonno, ma mi salva quando il cervello urla “zucchero o morte”.

Il tuo budino al cacao mi ispira, lo proverò di sicuro, anche se dubito che placherà del tutto la mia anima golosa. E il cioccolato fondente spezzettato? Ci ho provato, ma dopo il primo quadratino mi ritrovo a fissare il resto della tavoletta come un lupo guarda un agnello. La forza di volontà è un muscolo che sto ancora allenando, e il clima non aiuta: quando sei sudata e stanca, dire di no a una fetta di torta è come scalare l’Everest in ciabatte. La tisana? Funziona per cinque minuti, poi torno a sognare creme e glasse. La gomma senza zucchero invece mi fa solo masticare la mia frustrazione.

Credo che la genetica ci metta lo zampino, sì, ma non è una condanna a morte. È più una scusa che ci raccontiamo quando cediamo. Il vero nemico è l’abitudine, e questo posto infernale me l’ha dimostrato: se non mi organizzo, finisco col mangiare schifezze solo perché sono a portata di mano. Il mio consiglio, se posso dartene uno da questa giungla umida, è di tenere i dolci fuori casa e preparare porzioni minuscole di alternative “sane” da avere pronte. Tipo, io faccio dei mini muffin con farina d’avena e banana: brutti da vedere, ma mi tengono buona per un po’.

Insomma, tra il caldo che mi scioglie e i geni che mi sabotano, sto cercando di non mollare. Non sarà una discesa rapida verso il peso dei miei sogni, ma almeno non è una resa totale. Tu continua a combattere col cucchiaino, e magari scrivimi se quel budino funziona davvero. Qui serve tutta la solidarietà possibile, altro che diete lampo!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di viaggio nella lotta contro i chili di troppo"! Oggi vorrei condividere qualche pensiero su un argomento che mi frulla in testa da un po’: il nostro rapporto con i dolci e quanto la genetica possa metterci i bastoni tra le ruote quando cerchiamo di dimagrire. Non so voi, ma io sono una di quelle persone che non riescono proprio a immaginare una giornata senza un pezzetto di cioccolato o una fetta di torta. È una sfida costante, ma sto cercando di trovare un equilibrio che mi permetta di godermi queste piccole gioie senza deragliare dai miei obiettivi.
Partiamo da un punto: non siamo tutti uguali. Ho notato che alcune amiche riescono a rinunciare ai dolci senza battere ciglio, mentre io, dopo due giorni senza zucchero, mi ritrovo a sognare pasticcini anche di notte. Mi sono chiesta se magari c’entra qualcosa il modo in cui il mio corpo è “programmato”. Ho letto da qualche parte che la genetica influisce su come metabolizziamo zuccheri e grassi, e persino sulla nostra predisposizione a desiderare certi sapori. Insomma, potrebbe essere che per qualcuno di noi dire “no” a un tiramisù sia una battaglia più dura non per mancanza di forza di volontà, ma per un’eredità biologica!
Detto questo, non voglio usarlo come scusa per arrendermi. Sto provando a trasformare questa “debolezza” in qualcosa di costruttivo. Ad esempio, ho sperimentato una ricetta che mi sta dando soddisfazione: un budino al cacao fatto con latte scremato, cacao amaro e un po’ di dolcificante naturale. È semplice, veloce e mi dà quel gusto intenso che cerco senza farmi sentire in colpa. Un’altra cosa che mi aiuta è spezzettare il cioccolato fondente (almeno 85%) in piccoli quadratini e mangiarne uno solo quando la voglia diventa insopportabile: mi appaga senza esagerare con le calorie.
Però ammetto che non è sempre facile. Quando sono stressata, la tentazione di buttarmi su una vaschetta di gelato è fortissima. In quei momenti cerco di distrarmi preparando una tisana aromatizzata o masticando una gomma senza zucchero, ma non sempre funziona. Mi piacerebbe sapere come affrontate voi queste situazioni: avete qualche trucco per ingannare la mente (o i geni!) e tenere a bada la voglia di dolce? E soprattutto, credete che la genetica possa davvero essere un ostacolo così grande o è solo una questione di abitudine?
Insomma, sto cercando di fare pace con me stessa e con il mio amore per i dessert, trovando alternative che mi facciano stare bene senza rinunciare del tutto. Non sarà il percorso più veloce per dimagrire, ma almeno è uno che sento di poter sostenere nel tempo. Aspetto i vostri consigli, magari qualche ricetta o semplicemente un po’ di solidarietà da chi capisce cosa significa lottare con un cucchiaino in una mano e la bilancia nell’altra!
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