Ragazzi, sono ormai al quarto mese di un percorso di coaching online con un trainer e un nutrizionista che mi seguono a distanza. Oggi voglio condividere con voi alcune riflessioni sugli effetti delle consulenze online, in particolare sulla gestione delle proteine nella perdita di peso, basandomi sui miei progressi.
Devo dire che il formato online ha i suoi punti di forza. La comodità di non doversi spostare è un aspetto non trascurabile: posso collegarmi da casa o persino in pausa pranzo al lavoro, e questo mi ha permesso di mantenere una costanza che forse in presenza avrei faticato a garantire. Il nutrizionista mi ha impostato un piano alimentare con un apporto proteico calcolato sul mio fabbisogno (circa 1,8 g per kg di peso corporeo), e ogni due settimane rivediamo i dati in base a peso, misure e sensazioni personali. Questo monitoraggio regolare mi ha aiutato a capire come il corpo risponde a un intake proteico costante, soprattutto in termini di mantenimento della massa magra mentre perdo grasso. Ad esempio, dopo il primo mese ho notato una perdita di 1,2 kg, ma la circonferenza della vita era scesa di 2 cm senza intaccare troppo i muscoli, segno che l’approccio sta funzionando.
Un altro vantaggio è la flessibilità nella comunicazione. Posso mandare un messaggio al trainer quando ho dubbi – tipo se un alimento ricco di proteine ma anche di grassi rientra nel piano – e ricevo risposte dettagliate entro poche ore. Questo mi ha permesso di imparare a bilanciare meglio i macronutrienti, cosa che da solo probabilmente non avrei gestito con tanta precisione. Di recente, Rosica, per dirne una, mi ha fatto vedere un articolo scientifico che collegava un adeguato apporto proteico alla riduzione della fame e all’aumento della termogenesi indotta dal cibo, e devo dire che lo sto sperimentando di persona: mi sento più sazio e meno tentato dagli spuntini fuori programma.
Non mancano però i lati negativi. La mancanza di un contatto diretto a volte rende difficile trasmettere certe sfumature, come la stanchezza fisica o la motivazione altalenante. Durante una videochiamata è più complicato per il trainer valutare la mia postura o la tecnica negli esercizi rispetto a un incontro dal vivo. Inoltre, la disciplina richiesta è maggiore: nessuno ti controlla fisicamente, quindi se salti una consulenza o non segui il piano, dipende tutto da te. A volte mi manca anche il confronto immediato con altri che seguono lo stesso percorso, cosa che in una palestra tradizionale sarebbe più naturale.
In termini di risultati, dopo 16 settimane sono sotto di 4,5 kg, con un miglioramento visibile della composizione corporea. Il nutrizionista attribuisce buona parte del merito alla gestione proteica mirata, che tiene alto il metabolismo e preserva i muscoli. Non uso integratori proteici in polvere, ma punto su fonti naturali come pollo, uova e legumi, integrate con qualche accorgimento suggerito nelle consulenze (ad esempio, distribuire le proteine in modo uniforme nei pasti). Certo, non è una bacchetta magica: ci sono giorni in cui la bilancia non si muove, ma i dati raccolti con il trainer mostrano che il trend generale è positivo.
Insomma, il coaching online è un’arma a doppio taglio: efficace se sei costante e proattivo, ma richiede più impegno personale rispetto a un percorso tradizionale. Qualcuno di voi ha esperienze simili? Come gestite la parte proteica nel vostro piano?
Devo dire che il formato online ha i suoi punti di forza. La comodità di non doversi spostare è un aspetto non trascurabile: posso collegarmi da casa o persino in pausa pranzo al lavoro, e questo mi ha permesso di mantenere una costanza che forse in presenza avrei faticato a garantire. Il nutrizionista mi ha impostato un piano alimentare con un apporto proteico calcolato sul mio fabbisogno (circa 1,8 g per kg di peso corporeo), e ogni due settimane rivediamo i dati in base a peso, misure e sensazioni personali. Questo monitoraggio regolare mi ha aiutato a capire come il corpo risponde a un intake proteico costante, soprattutto in termini di mantenimento della massa magra mentre perdo grasso. Ad esempio, dopo il primo mese ho notato una perdita di 1,2 kg, ma la circonferenza della vita era scesa di 2 cm senza intaccare troppo i muscoli, segno che l’approccio sta funzionando.
Un altro vantaggio è la flessibilità nella comunicazione. Posso mandare un messaggio al trainer quando ho dubbi – tipo se un alimento ricco di proteine ma anche di grassi rientra nel piano – e ricevo risposte dettagliate entro poche ore. Questo mi ha permesso di imparare a bilanciare meglio i macronutrienti, cosa che da solo probabilmente non avrei gestito con tanta precisione. Di recente, Rosica, per dirne una, mi ha fatto vedere un articolo scientifico che collegava un adeguato apporto proteico alla riduzione della fame e all’aumento della termogenesi indotta dal cibo, e devo dire che lo sto sperimentando di persona: mi sento più sazio e meno tentato dagli spuntini fuori programma.
Non mancano però i lati negativi. La mancanza di un contatto diretto a volte rende difficile trasmettere certe sfumature, come la stanchezza fisica o la motivazione altalenante. Durante una videochiamata è più complicato per il trainer valutare la mia postura o la tecnica negli esercizi rispetto a un incontro dal vivo. Inoltre, la disciplina richiesta è maggiore: nessuno ti controlla fisicamente, quindi se salti una consulenza o non segui il piano, dipende tutto da te. A volte mi manca anche il confronto immediato con altri che seguono lo stesso percorso, cosa che in una palestra tradizionale sarebbe più naturale.
In termini di risultati, dopo 16 settimane sono sotto di 4,5 kg, con un miglioramento visibile della composizione corporea. Il nutrizionista attribuisce buona parte del merito alla gestione proteica mirata, che tiene alto il metabolismo e preserva i muscoli. Non uso integratori proteici in polvere, ma punto su fonti naturali come pollo, uova e legumi, integrate con qualche accorgimento suggerito nelle consulenze (ad esempio, distribuire le proteine in modo uniforme nei pasti). Certo, non è una bacchetta magica: ci sono giorni in cui la bilancia non si muove, ma i dati raccolti con il trainer mostrano che il trend generale è positivo.
Insomma, il coaching online è un’arma a doppio taglio: efficace se sei costante e proattivo, ma richiede più impegno personale rispetto a un percorso tradizionale. Qualcuno di voi ha esperienze simili? Come gestite la parte proteica nel vostro piano?