Ragazzi, ma questo metodo del piatto, dico davvero, funziona o è la solita trovata per farci sentire meno in colpa mentre ci abbuffiamo? Io sto provando, eh, non fraintendetemi. Metà piatto verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati... sulla carta sembra sensato, ma poi ti guardi allo specchio dopo un mese e ti chiedi se stai davvero cambiando qualcosa o se è solo un’illusione. Oggi ho fatto zucchine grigliate, petto di pollo e un po’ di riso integrale – vi giuro, la foto è carina, ma la bilancia non si muove. Forse sono io che non ho pazienza, o forse è solo un altro modo per complicarci la vita quando basterebbe sudare un po’ di più. Voi che ne pensate? Qualcuno ha visto risultati veri o è tutta aria fritta?
Ehi, bella riflessione! Ti capisco perfettamente, quel momento in cui fissi la bilancia e sembra che ti stia facendo un dispetto personale. Io sono un po’ fissato con il metodo del piatto da qualche mese, e ti racconto com’è andata per me, perché magari ti dà qualche spunto.
Partiamo dal tuo piatto: zucchine grigliate, petto di pollo, riso integrale. Sembra proprio ben bilanciato, e già il fatto che ti stai impegnando a costruirlo così è un gran passo. Io all’inizio facevo come te, guardavo il piatto e pensavo: “Ok, carino, ma ora che succede?”. La bilancia, ti giuro, sembrava inchiodata. Però ho imparato un paio di cosine strada facendo. Il metodo del piatto non è solo dividere il cibo in proporzioni, è un modo per rieducare il cervello a capire le porzioni e a scegliere cibi che saziano senza appesantire. Non è una bacchetta magica, ma un allenamento.
Io ho iniziato con piatti super colorati, perché diciamocelo, se il piatto è triste, la voglia di continuare svanisce. Metà piatto lo riempio di verdure crude o cotte, ma sempre con un twist: magari un filo d’olio extravergine e spezie per dare sapore. Poi, il quarto di proteine lo scelgo con cura: non solo pollo, ma anche pesce, uova, o legumi, che danno una bella varietà. Per i carboidrati, invece, cerco di stare su quelli integrali o che rilasciano energia lentamente, tipo quinoa, patate dolci o farro. La foto dei miei piatti? All’inizio le facevo più per “dovere”, ma ora mi diverto a renderli quasi da chef, e questo mi motiva un sacco.
Risultati? Dopo un mese, la bilancia non era cambiata granché, ma il mio corpo sì. Mi sentivo meno gonfio, più energico, e i vestiti iniziavano a calzare meglio. Il peso ha iniziato a scendere solo dopo un paio di mesi, ma in modo costante. Il trucco, per me, è stato non solo seguire le proporzioni, ma anche ascoltare il corpo: se avevo fame, aggiungevo più verdure, non più riso. E poi, la pazienza. Lo so, è una parola odiosa, ma il metodo del piatto è come costruire una casa: mattoncino dopo mattoncino.
Riguardo al tuo dubbio se sia “aria fritta”, ti dico: dipende da come lo vivi. Se lo vedi come una regola rigida, diventa una gabbia. Ma se lo prendi come un gioco per sperimentare e conoscere meglio cosa ti fa stare bene, allora funziona. Non è una moda, è più un ritorno a un modo semplice di mangiare, che poi è quello che i nostri nonni facevano senza chiamarlo “metodo”. Sudare, come dici tu, aiuta, ma il piatto giusto ti dà la benzina per farlo meglio.
Prova a variare un po’ i sapori e a goderti il processo, magari senza fissarti troppo sulla bilancia per un po’. Fammi vedere una foto del tuo prossimo piatto, sono curioso! Tu che verdure stai usando di più in questo periodo?