Il mio viaggio: successi, cadute e il potere di mangiare con consapevolezza

07sierzant

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, oggi voglio raccontarvi un po’ del mio percorso, perché questo thread mi sembra il posto perfetto per condividere ciò che ho vissuto. Sono stati anni di alti e bassi, ma alla fine ho perso 25 chili e, soprattutto, ho trovato un equilibrio che non credevo possibile.
All’inizio, confesso, ero ossessionato dalle diete. Ho provato di tutto: conteggio calorie, digiuni, beveroni proteici. Ogni volta sembrava funzionare per un po’, ma poi tornavo al punto di partenza, con qualche chilo in più e tanta frustrazione. La svolta è arrivata quando ho iniziato a guardare il cibo non come un nemico, ma come un alleato. Ho smesso di correre dietro a soluzioni veloci e mi sono concentrato su cosa mettevo nel piatto e come lo combinavo. Non parlo di regole ferree, ma di un approccio più consapevole: capire cosa mi faceva sentire bene e cosa invece mi appesantiva.
Per me, la chiave è stata imparare ad ascoltare il mio corpo. Ho notato, per esempio, che mischiare troppi tipi di cibo in un solo pasto mi lasciava stanco e gonfio. Così ho iniziato a semplificare: un po’ di verdura fresca con una proteina, oppure cereali con qualcosa di leggero. Non seguo dogmi, ma cerco di rispettare il modo in cui il mio corpo risponde. Questo mi ha aiutato non solo a perdere peso, ma a sentirmi più energico, più presente.
Non fraintendetemi, non è stato un cammino lineare. Ci sono stati momenti in cui cedevo a una pizza intera o a un barattolo di gelato davanti alla tv. All’inizio mi sentivo in colpa, ma col tempo ho capito che quelle “cadute” non definivano il mio percorso. Ogni giorno è una nuova opportunità per fare una scelta migliore. Ho imparato a non punirmi, ma a chiedermi: “Cosa posso fare ora per sentirmi bene?”.
Una cosa che mi ha aiutato tanto è stata pianificare i pasti. Non in modo ossessivo, ma giusto per non ritrovarmi affamato e senza idee, perché in quei momenti finivo sempre per mangiare la prima cosa che trovavo. Preparare un’insalata colorata o un piatto semplice ma gustoso è diventato il mio modo di prendermi cura di me stesso. E poi, camminare. Non palestra o allenamenti estremi, ma lunghe passeggiate che mi schiarivano la testa e mi facevano sentire vivo.
Oggi non sono perfetto, e non voglio esserlo. Ci sono giorni in cui mangio più del dovuto o scelgo cibi che non sono il massimo, ma non mi sento più in guerra con me stesso. Ho trovato un modo di mangiare che mi fa stare bene, che non mi priva del piacere del cibo, ma mi dà energia e leggerezza. Questo, per me, è il vero successo.
Se c’è qualcuno che sta lottando, voglio solo dirvi: siate gentili con voi stessi. Non si tratta di essere perfetti, ma di fare piccoli passi verso ciò che vi fa sentire meglio. E se vi va, condividete qui cosa vi sta aiutando o cosa vi blocca. Leggere le vostre storie mi ricorda sempre che non siamo soli in questo viaggio.
 
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Ehi, ciao a tutti,

leggo il tuo post e ti faccio i complimenti per il percorso, davvero. Hai trovato un equilibrio che sembra funzionare e, cavolo, 25 chili non sono uno scherzo. Però, devo dirtelo, leggendo della tua storia mi sono un po’ innervosito, non con te, ma con tutta questa faccenda del “mangiare consapevole” che sembra sempre la risposta a tutto. Non fraintendermi, capisco il concetto, ma per me sta diventando una lotta quotidiana, e non sempre riesco a essere così zen come te.

Io sono uno che in cucina ci passa le ore. Preparo piatti che fanno felici tutti a casa, ma quando si tratta di me stesso, è come se perdessi il controllo. Amo cucinare, ma il problema è che amo anche mangiare quello che preparo, e non sempre riesco a rendere tutto “leggero” come vorrei. Ho provato a seguire il tuo consiglio di semplificare i pasti, ma alla fine mi ritrovo a fare porzioni enormi o a cedere a ingredienti che so che non dovrei toccare. E qui entra in gioco la mia frustrazione con le famose “aggiunte” al cibo, tipo integratori o robe che dovrebbero aiutarti a stare meglio.

Ho letto un sacco di cose su vitamine, minerali, omega-3, probiotici… tutte queste cose che dovrebbero darti energia, migliorare la digestione, farti sentire meno gonfio. Ho speso una fortuna in pillole e polverine, pensando che magari mi avrebbero dato una mano a bilanciare quello che mangio. Tipo, se preparo un piatto di pasta con un sugo bello ricco, magari una capsula di qualcosa mi aiuta a non sentirmi un pallone dopo. Ma la verità? Non funziona così. O almeno, non per me. Dopo un mese di integratori mi sento uguale, forse anche più incavolato perché ho buttato soldi.

E poi c’è la questione delle etichette. Mi metto lì, in cucina, a leggere cosa c’è dentro quello che compro, cercando di scegliere cibi “sani” o con più nutrienti. Ma è un casino! Uno yogurt dice “ricco di calcio”, ma poi ha più zucchero di una bibita. Una barretta proteica sembra perfetta, ma ci sono dentro un sacco di additivi che non capisco neanche. Alla fine mi chiedo: ma sto davvero mangiando meglio o mi sto solo illudendo?

Il tuo approccio di ascoltare il corpo mi piace, ma io non ci riesco sempre. A volte il mio corpo mi dice “mangia un’insalata”, ma la mia testa urla “fatti un piatto di lasagne”. E indovina chi vince? Non voglio arrendermi, però. Sto cercando di imparare a fare sostituzioni in cucina, tipo usare lo yogurt greco al posto della panna o mettere più verdure nei piatti per riempirmi senza esagerare con le calorie. Ma è dura, e ogni volta che “sgarro” mi sento come se stessi buttando via tutto il lavoro fatto.

Leggendo il tuo post mi sono chiesto: ma tu come fai con i nutrienti? Cioè, ti preoccupi di prendere abbastanza vitamine o robe così, o vai proprio a istinto? Perché io mi sto incartando con questa cosa, e magari un consiglio pratico mi aiuterebbe. Non voglio diventare uno che vive di insalate scondite, ma nemmeno continuare a sentirmi così appesantito dopo ogni pasto.

Scusate il tono un po’ negativo, non è un bel periodo. Però leggere le vostre storie mi dà un po’ di speranza, quindi grazie per condividere. Se qualcuno ha idee su come rendere i piatti gustosi ma più leggeri senza impazzire con integratori o robe complicate, sono tutto orecchie.
 
Ehi, ciao a tutti,

leggo il tuo post e ti faccio i complimenti per il percorso, davvero. Hai trovato un equilibrio che sembra funzionare e, cavolo, 25 chili non sono uno scherzo. Però, devo dirtelo, leggendo della tua storia mi sono un po’ innervosito, non con te, ma con tutta questa faccenda del “mangiare consapevole” che sembra sempre la risposta a tutto. Non fraintendermi, capisco il concetto, ma per me sta diventando una lotta quotidiana, e non sempre riesco a essere così zen come te.

Io sono uno che in cucina ci passa le ore. Preparo piatti che fanno felici tutti a casa, ma quando si tratta di me stesso, è come se perdessi il controllo. Amo cucinare, ma il problema è che amo anche mangiare quello che preparo, e non sempre riesco a rendere tutto “leggero” come vorrei. Ho provato a seguire il tuo consiglio di semplificare i pasti, ma alla fine mi ritrovo a fare porzioni enormi o a cedere a ingredienti che so che non dovrei toccare. E qui entra in gioco la mia frustrazione con le famose “aggiunte” al cibo, tipo integratori o robe che dovrebbero aiutarti a stare meglio.

Ho letto un sacco di cose su vitamine, minerali, omega-3, probiotici… tutte queste cose che dovrebbero darti energia, migliorare la digestione, farti sentire meno gonfio. Ho speso una fortuna in pillole e polverine, pensando che magari mi avrebbero dato una mano a bilanciare quello che mangio. Tipo, se preparo un piatto di pasta con un sugo bello ricco, magari una capsula di qualcosa mi aiuta a non sentirmi un pallone dopo. Ma la verità? Non funziona così. O almeno, non per me. Dopo un mese di integratori mi sento uguale, forse anche più incavolato perché ho buttato soldi.

E poi c’è la questione delle etichette. Mi metto lì, in cucina, a leggere cosa c’è dentro quello che compro, cercando di scegliere cibi “sani” o con più nutrienti. Ma è un casino! Uno yogurt dice “ricco di calcio”, ma poi ha più zucchero di una bibita. Una barretta proteica sembra perfetta, ma ci sono dentro un sacco di additivi che non capisco neanche. Alla fine mi chiedo: ma sto davvero mangiando meglio o mi sto solo illudendo?

Il tuo approccio di ascoltare il corpo mi piace, ma io non ci riesco sempre. A volte il mio corpo mi dice “mangia un’insalata”, ma la mia testa urla “fatti un piatto di lasagne”. E indovina chi vince? Non voglio arrendermi, però. Sto cercando di imparare a fare sostituzioni in cucina, tipo usare lo yogurt greco al posto della panna o mettere più verdure nei piatti per riempirmi senza esagerare con le calorie. Ma è dura, e ogni volta che “sgarro” mi sento come se stessi buttando via tutto il lavoro fatto.

Leggendo il tuo post mi sono chiesto: ma tu come fai con i nutrienti? Cioè, ti preoccupi di prendere abbastanza vitamine o robe così, o vai proprio a istinto? Perché io mi sto incartando con questa cosa, e magari un consiglio pratico mi aiuterebbe. Non voglio diventare uno che vive di insalate scondite, ma nemmeno continuare a sentirmi così appesantito dopo ogni pasto.

Scusate il tono un po’ negativo, non è un bel periodo. Però leggere le vostre storie mi dà un po’ di speranza, quindi grazie per condividere. Se qualcuno ha idee su come rendere i piatti gustosi ma più leggeri senza impazzire con integratori o robe complicate, sono tutto orecchie.
 
Ehi Balsen,

capisco benissimo la tua frustrazione, davvero. Leggendo il tuo post mi sembra di rivedere un po’ me stesso qualche tempo fa, quando cercavo risposte in ogni angolo, dalle etichette dei cibi agli integratori, sperando che qualcosa facesse “clic” e rendesse tutto più facile. Ti butto lì qualche riflessione basata su quello che ho imparato leggendo studi e provando sulla mia pelle, sperando che ti sia utile.

Partiamo dagli integratori, visto che ne parli. La scienza è abbastanza chiara: se mangi in modo abbastanza vario, la maggior parte delle vitamine e dei minerali te li prendi già dal cibo, a meno che non ci siano carenze specifiche (tipo ferro o vitamina D, ma lì serve un medico, non una polverina magica). Uno studio del 2019 su The Lancet ha mostrato che gli integratori, tipo omega-3 o multivitaminici, non hanno un impatto significativo sul peso o sulla salute generale in persone senza diagnosi precise. Insomma, quei soldi che hai speso, come dici tu, probabilmente sono stati più un investimento nella speranza che in un risultato concreto. Io ho smesso di comprarli quando ho capito che un piatto di verdure crude o un pesce grasso come lo sgombro mi dava più nutrienti di una capsula, senza svuotarmi il portafoglio.

Sul “mangiare consapevole”, ti do ragione: sembra una frase fatta, e all’inizio anche a me faceva storcere il naso. Però, leggendo un po’ di ricerche, ho capito che non si tratta di diventare un monaco zen, ma di allenarti a capire cosa ti fa stare bene e cosa no. Per esempio, uno studio su Appetite del 2020 ha mostrato che le persone che si concentrano sui segnali di fame e sazietà (tipo smettere di mangiare quando sei soddisfatto, non quando il piatto è vuoto) tendono a mantenere il peso più facilmente rispetto a chi segue diete rigide. Il problema è che ci vuole tempo per “sentire” davvero il corpo, soprattutto se, come dici, la tua testa urla “lasagne” mentre il corpo chiede altro. Io ci sto ancora lavorando, e non sempre ci azzecco.

Sulle etichette, ti capisco, è un caos. Le aziende fanno di tutto per confonderci, con scritte tipo “senza zuccheri aggiunti” che nascondono dolcificanti o “ricco di fibre” che non significa niente se il resto è robaccia. Un trucco che ho trovato utile è ignorare le promesse sul davanti della confezione e andare dritto alla lista degli ingredienti: meno sono, meglio è. Se uno yogurt ha più di latte e fermenti, lo scarto. Le barrette proteiche? Spesso sono dessert mascherati. Piuttosto, mi faccio uno spuntino con mandorle e un frutto: più economico e non mi sento fregato.

Per i tuoi piatti, visto che ami cucinare, ti butto lì un paio di idee pratiche che ho preso da studi e che uso in cucina. Primo, le verdure non sono solo contorno: uno studio su Nutrients del 2021 ha confermato che aumentare la quantità di verdure nei piatti principali (tipo zucchine grattugiate nel sugo o cavolfiore frullato nelle creme) non solo taglia calorie, ma ti fa sentire pieno più a lungo grazie alle fibre. Io, per esempio, metto spinaci o carote tritate nei ragù, e il sapore resta top. Secondo, i grassi: non demonizzarli, ma scegli quelli giusti. L’olio d’oliva, le noci o l’avocado danno gusto e saziano, mentre i sughi super ricchi di panna o burro tendono a farti sentire pesante. Hai provato a fare una besciamella con latte scremato e un pizzico di noce moscata? È leggera ma sa di casa.

Sul controllo delle porzioni, un trucco che ho letto in uno studio su Journal of Nutrition è usare piatti più piccoli: sembra stupido, ma il cervello si “inganna” e ti sembra di mangiare tanto anche con meno cibo. E poi, visto che cucini tanto, prova a preparare porzioni già pronte: io congelo i sughi in monoporzioni, così non rischio di versarmene mezzo litro sulla pasta solo perché è lì.

Per i nutrienti, non mi fisso troppo. Mangio colorato (frutta, verdura, legumi di tutti i tipi) e cerco di variare le proteine (pesce, uova, pollo, tofu). Se ti senti appesantito dopo i pasti, potrebbe essere utile guardare la velocità con cui mangi: uno studio su BMJ Open ha mostrato che mangiare lentamente riduce il gonfiore e aiuta a digerire meglio. Io mi impongo di posare la forchetta ogni tanto, anche se all’inizio mi sembrava una scemenza.

Non sei solo in questa lotta, e il fatto che stai ancora qui a provare, nonostante i momenti no, è già una vittoria. Non devi vivere di insalate scondite per stare bene, ma magari inizia con una piccola cosa, tipo aggiungere una verdura nuova a un piatto che ami o cucinare una porzione un po’ più piccola del solito. E quando “sgarri”, non buttarti giù: uno studio su Obesity dice che i sensi di colpa dopo un pasto pesante spesso portano a mangiare ancora di più, mentre accettarlo e ripartire con calma funziona meglio.

Se hai voglia, condividi qualche tuo piatto forte, magari ti butto lì idee per renderlo più leggero senza snaturarlo. Forza, Balsen, un passo alla volta!