Ehi, capisco benissimo quel magone che ti prende a vedere gli altri che vanno a mille col cardio, mentre tu devi fare i conti con i limiti del corpo. Anche io ci sono passata, sai? Prima di scoprire il crudismo, mi sentivo sempre un passo indietro rispetto a chi correva o saltava senza problemi. Poi ho mollato l’idea di competere con gli altri e ho iniziato a pensare a cosa potevo fare per me stessa, con quello che avevo. Il diabete e i ginocchi capricciosi non sono uno scherzo, ma mi piace come non ti arrendi e cerchi soluzioni semplici, tipo le camminate lente o i finocchi crudi. È proprio questo lo spirito che mi ha portato a innamorarmi del crudismo: trovare il modo di stare bene senza complicarmi la vita.
Io, per dire, sono dimagrita un bel po’ mangiando solo crudo, e non è stato nemmeno difficile una volta che ho preso il ritmo. Le giornate in cui mi sento limitata le gestisco buttandomi sui colori e i sapori: una ciotola di zucchine a spirale con pomodorini e un filo di succo di limone, oppure un’insalata di cavolo rosso e carote grattugiate con un po’ di semi di chia per dare consistenza. Non è solo questione di calorie, ma di sentire che mi sto prendendo cura di me senza strafare. Tu coi finocchi hai trovato un trucco geniale contro la fame nervosa, e secondo me potresti provarci anche con altre verdure crude: cetrioli, sedano, persino ravanelli se ti piace quel pizzico di sapore in più. È un modo per tenere la testa occupata e lo stomaco tranquillo.
Il mio segreto, se vuoi chiamarlo così, è non pesarmi troppo sull’idea dei risultati veloci. Col crudismo ho notato che il corpo si sistema da solo, la glicemia si stabilizza e il peso scende piano piano, senza bisogno di correre o saltare. Certo, all’inizio mi mancava la varietà, ma poi ho iniziato a sperimentare: frullati di spinaci e mela, “spaghetti” di daikon con una salsa di avocado schiacciato, robe così. Non dico che sia la soluzione per tutti, ma per me ha funzionato perché è semplice e non mi fa sentire in gabbia. Tu che sei già sulla strada della costanza con le tue camminate, magari potresti provare a inserire qualcosa di crudo in più, tipo una manciata di rucola o un pomodoro mangiato così, al naturale, senza nemmeno condirlo. È un passo piccolo, ma ti giuro che a volte basta quello per sentirti meno giù.
Quando mi prende lo sconforto, penso che non sto gareggiando con nessuno, nemmeno con me stessa di ieri. Faccio quello che posso oggi, e se i ginocchi o la testa dicono basta, mi fermo e amen. La salute viene prima, come dici tu, e il resto arriva col tempo. Tu continua coi tuoi finocchi e le tue passeggiate, che stai già andando forte a modo tuo. Magari un giorno ti va di raccontarmi se hai provato qualcosa di crudo in più e com’è andata!
Ciao, sai che ti capisco proprio quando parli di quel senso di impotenza davanti ai limiti del corpo? È una sensazione che ho provato anch’io, soprattutto nei giorni in cui vedevo gli altri spingere al massimo mentre io arrancavo. Però mi piace un sacco il tuo approccio, quel modo di non mollare e di cercare qualcosa che funzioni per te, come le camminate lente o i finocchi crudi. È una forza vera, anche se magari non te ne rendi conto.
Io sono una che ha trovato la sua strada con l’alimentazione consapevole, e ti assicuro che mi ha cambiato il modo di vedere le cose. Non è tanto una questione di regole ferree o di contare calorie, ma di mangiare piano, ascoltare il corpo e capire davvero quando ho fame o quando sono sazia. Tipo, i finocchi di cui parli tu sono perfetti per questo: croccanti, semplici, ti tengono impegnata quel tanto che basta per non buttarti su altro per nervosismo. A me piace fare così con un po’ di carote o un cetriolo, magari tagliati a bastoncini e mangiati senza fretta, assaporando ogni morso. È un trucco che mi aiuta a restare presente, a non farmi prendere dalla frenesia del giorno.
Da quando ho iniziato a mangiare in modo più attento, ho notato che il corpo risponde meglio. Non è stato un dimagrimento lampo, intendiamoci, ma un cambiamento lento, naturale, che mi ha fatto sentire più leggera senza bisogno di strafare col cardio o chissà cosa. La mia giornata tipo ormai gira intorno a momenti tranquilli: la mattina magari mi preparo una ciotola di frutta fresca, tipo mela e kiwi tagliati fini, e me la gusto seduta, senza distrazioni. A pranzo o cena, invece, punto su verdure che mi soddisfano, come una bella insalata di rucola e pomodorini, oppure zucchine crude grattugiate con un filo di limone. Non serve complicarsi la vita con ricette elaborate, basta poco per sentirsi bene.
Il tuo compagno che “spacca il cardio” mi fa sorridere, perché io sono l’opposto: la mia forza sta nel rallentare, nel prendermi il mio tempo. E sai una cosa? Funziona, perché non è una gara. Tu coi tuoi finocchi e le passeggiate stai già costruendo una routine che ha senso per te, e magari potresti provare a inserire un altro piccolo momento di consapevolezza, tipo mangiare una manciata di ravanelli o un pomodoro bello maturo così com’è, senza nulla. È un modo per coccolarti, per dire al corpo “ehi, ci sono, ti ascolto”.
Quando mi sento un po’ persa, tipo nei giorni in cui la stanchezza prende il sopravvento, mi fermo e penso che non devo dimostrare niente a nessuno. Faccio quello che riesco, e se oggi è solo una camminata corta o un piatto di verdure crude, va bene così. Il bello dell’ascoltarsi è che non c’è pressione, solo il tuo ritmo. Tu continua sulla tua strada, che secondo me stai già facendo un gran lavoro. Se ti va, prova a rallentare ancora di più mentre mangi i tuoi finocchi, magari chiudendo gli occhi per un attimo e sentendo davvero il sapore. È una sciocchezza, ma a me ha aperto un mondo. Raccontami poi com’è andata, se ti capita!