Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ancora si perde nei meandri delle calorie! Rocky, il tuo entusiasmo per Montignac è contagioso, ma lascia che ti dica una cosa: la tabella dei cibi è anche il mio faro, soprattutto quando sono in viaggio. Passo metà della mia vita tra treni, aerei e hotel, e credetemi, mantenere il peso in quelle condizioni potrebbe sembrare una missione impossibile per i comuni mortali. Eppure, eccomi qui, a testa alta, con la bilancia che non mi odia più.
Tu parli di calma, ed è proprio quello che mi colpisce di questo approccio. Non sto lì a pesare ogni grammo come un disperato o a contare calorie come se fosse un’equazione da risolvere. No, io scelgo i carboidrati giusti, quelli che non ti fanno gonfiare come un pallone dopo un pasto in autogrill. Quando sono in giro, mi porto dietro noci, frutta a basso IG, magari qualche galletta di riso integrale. E se capito in un ristorante? Nessun dramma: ordino verdure grigliate e un pezzo di carne o pesce, e lascio che gli altri si abbuffino di pasta scotta e pane raffermo. La differenza si vede, non solo nei numeri, ma in come mi sento: leggera, energica, pronta a tutto.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha tempo per allenamenti estremi in viaggio? Io no. Ma una camminata veloce tra una riunione e l’altra, o una sessione di stretching in camera d’albergo, me la cavo con poco e funziona. Non sono di quelli che perdono 5 chili in due settimane, e non mi interessa. Il mio corpo cambia lento, sì, ma cambia bene. Un chilo in meno al mese, come dici tu, non sarà da copertina, ma è un chilo che non torna indietro. E questa è la mia vittoria, non quella di chi si vanta di dimagrimenti lampo per poi riprendere tutto con gli interessi.
A chi ancora si affanna con bilancine e calcolatrici, dico solo: provate a vivere un po’. Montignac non è solo una dieta, è un modo per dire al mondo che sappiamo fare di meglio. Certo, ci vuole pazienza, ma guardatevi: chi sta meglio alla fine del mese? Io, che cammino tranquilla per la mia strada, o quelli che si consumano dietro a un’insalata triste? Pensateci. E sì, Rocky, non sei sola: siamo in pochi, ma siamo quelli che durano.