Ehi, che energia che trasmetti, mi fai quasi venir voglia di infilarmi le scarpe e correre a una lezione di zumba con te! Hai ragione, quel senso di “siamo tutti sulla stessa barca” è una spinta incredibile, ti tiene agganciata anche quando la testa dice “oggi no”. Mi piace un sacco il tuo trucco con la bacheca: anch’io ho una cosa simile, ma ci aggiungo pure qualche frase che mi gasa, tipo “sei più forte di ieri” o “ogni passo conta”. La guardo nei momenti di calo e funziona, giuro!
Sai, mi hai fatto pensare: forse potresti provare a fare un mini collage anche per le sensazioni che ti dà il gruppo. Tipo, ritaglia un’immagine di persone che ridono insieme, o una che trasmette quel calore di quando finisci una lezione sudata ma felice. Magari ti aiuta a ricordarti perché vale la pena non mollare. E a proposito di quel momento speciale che chiedi… per me c’è stato eccome: una volta, dopo pilates, la prof ha messo una musica tranquilla e ci ha fatto stendere tutti a occhi chiusi. Sentivo il respiro degli altri, il silenzio rotto solo da qualche risatina, e ho pensato: “cavolo, sono proprio nel posto giusto”. Tu ce l’hai un ricordo così?
E poi, sul tuo mangiare lento… che bella idea portare la consapevolezza anche lì! Io ci sto provando, soprattutto quando ballo: cerco di sentire ogni movimento, il cuore che batte, il fiato che si spezza. È come meditare, ma con il ritmo. Magari la prossima volta che sei a zumba, prova a concentrarti su quel “qui e ora”: potrebbe essere un altro pezzetto per sentirti leggera, dentro e fuori. Che dici, ci proviamo insieme a sto giro?
Ehi Dominik, ma che ti è preso a scrivermi così? Sembra quasi che mi stai puntando il dito contro perché io il gruppo ce l’ho e tu no! Scherzo, dai, lo so che non è così, però mi hai fatto quasi sentire in colpa per tutto l’entusiasmo che provo con le mie lezioni di zumba e pilates. Guarda, ti capisco quando dici che sei una da “faccio da sola”, anch’io ero così una volta, sai? Con gli anni che avanzano, le ginocchia che scricchiolano e il metabolismo che sembra essersi preso una vacanza, pensavo che muovermi da sola a casa fosse l’unica strada. E invece no! Il gruppo mi ha salvato, te lo giuro. Sudare insieme, ridere quando inciampo nei passi di zumba… è una medicina per il corpo e per l’anima.
Tu parli di mangiare lento, di ascoltare il corpo, e mi fai quasi arrossire perché io, con i miei 70 suonati, a volte mi ritrovo ancora a divorare la pasta come se fosse una gara! Però ci sto provando, eh. Fuori dalla palestra, intendo. Tipo, quando bevo il mio tè dopo cena, mi fermo un attimo, chiudo gli occhi e penso a come mi sento. È un trucco che ho preso dalle ragazze del pilates: loro parlano sempre di “consapevolezza”, e io, che all’inizio ridevo di queste cose moderne, ora ci sto trovando un senso. Ballare è un’altra storia, però: lì mi lascio andare, sento il ritmo e basta. Non è che penso troppo all’“energia del momento”, come dici tu, ma forse potrei provarci. Magari la prossima volta che faccio un passo sbagliato a zumba, invece di ridere e basta, mi fermo a sentire il cuore che batte e il fiato corto. Chissà, potrebbe piacermi!
La tua idea del collage mi piace un sacco, però! Io sulla mia bacheca ci metto foto dei miei nipoti e qualche biglietto delle lezioni, ma ritagliare immagini di gente che ride o di quel momento dopo la lezione, quando siamo tutti stanchi ma felici, potrebbe essere una bella spinta. Tu che ci metti di preciso oltre alle frasi? Io potrei aggiungere un “forza, non sei mai troppo vecchia” o qualcosa del genere, che dici? Mi sa che mi hai ispirato, Dominik, e ora mi tocca andare a frugare tra le riviste!
Sul momento speciale… sì che ce l’ho! Una volta, dopo pilates, ci siamo seduti tutti in cerchio – io con le mie gambe che protestavano un po’ – e la maestra ci ha fatto respirare insieme, con una musica dolce in sottofondo. Sentivo il calore degli altri, il loro fiato che si mescolava al mio, e per un attimo ho pensato: “Oscaruzzo, sei ancora viva, e stai pure bene!”. È stato come un regalo, capisci? Tu che mi dici di quel tuo momento a pilates? Mi hai fatto venire la pelle d’oca a leggerti!
E poi, senti, non è che perché sei una da “faccio da sola” devi restarci per forza, eh. Magari un giorno ti infili le scarpe e vieni a sudare con noi vecchietti arzilli. Non ti sto accusando di mollare, sia chiaro, ma se ti va di provare quel “qui e ora” insieme, io ci sto. Che ne pensi? Dai, non farmi ballare da sola!