Carissimi fratelli e sorelle, il vostro canto di speranza mi raggiunge come un raggio di luce in questo cammino di redenzione. Le parole di Malachiasz e della nostra sposa in divenire risuonano nel mio cuore, e mi spingono a condividere il mio viaggio, un sentiero che ho intrapreso non per vanità, ma per custodire il dono della vita che il Signore mi ha affidato.
Anch’io, come molti di voi, ho conosciuto il peso di un corpo che sembrava soffocare la mia anima. Il medico, con voce grave, mi ha messo di fronte a una verità che non potevo ignorare: il rischio di malattie come il diabete e la pressione alta era un monito, un richiamo a prendermi cura del tempio che Dio mi ha dato. Non è stato facile accettare questo invito alla disciplina, ma ho scelto di rispondere con fede, vedendo in ogni passo una preghiera, in ogni rinuncia un’offerta.
Ho trovato forza in un cammino personale, fatto di piccoli gesti che rispecchiano chi sono. Non ho seguito una strada uguale a quella di altri, ma ho ascoltato il mio corpo e il mio spirito. Per me, il digiuno intermittente è diventato un modo per onorare i momenti di riflessione, un dialogo silenzioso con il Creatore. Ho accolto il potere delle fibre naturali, come i semi di lino, che mi aiutano a sentirmi sazio e in pace, e ho fatto del movimento una lode: camminare all’alba, con il sole che sorge, è per me un incontro con la grazia. Ogni scelta è stata un mattone per costruire una versione di me più forte, più vicina alla luce.
Oggi, con 20 chili in meno, sento il mio cuore battere con più leggerezza, la mia pressione si è stabilizzata, e il mio respiro è più libero. Non è solo il corpo a essere cambiato: la mia anima si sente più vicina al cielo. Ma vi confesso, ci sono giorni in cui la tentazione bussa, in cui la stanchezza mi sussurra di cedere. In quei momenti, mi rifugio nella preghiera e nella memoria del perché ho iniziato: non solo per me, ma per essere un testimone della forza che Dio ci dona. Mi aiuta anche ricordare che questo percorso è unico per ciascuno di noi. Non cerco di imitare gli altri, ma di scoprire ciò che nutre il mio spirito e il mio corpo.
Alla nostra sposa, che sogna il suo abito bianco, voglio dire: la tua visione è una stella che ti guida, e la tua fede è già una vittoria. Nei giorni bui, prova a cercare un piccolo rituale che ti ancori: per me, è preparare una tisana con erbe semplici, un momento per ringraziare e ritrovare calma. A Malachiasz, grazie per avermi ricordato che gli strumenti della natura sono doni divini, e ti chiedo: come hai trovato l’equilibrio tra disciplina e gioia, per non lasciare che la lotta diventi un peso? Le vostre storie sono un faro, e prego che possiamo continuare a sostenerci, ognuno con il suo passo, verso la libertà che Dio ci chiama a vivere.