Buonasera a tutti, o forse è più un "buon momento" per chi, come me, si trova a riflettere su corpo e mente mentre il giorno si spegne. Ultimamente ho sperimentato un po’ con il mangiare la sera, cercando di capire come questo influisca non solo sul mio peso, ma anche sul mio stato d’animo. Vi racconto com’è andata, con i miei soliti alti e bassi.
Ho provato tre approcci diversi nelle ultime settimane. Il primo è stato evitare del tutto di mangiare dopo le 18. All’inizio mi sembrava una liberazione: niente pensieri su cosa preparare, solo acqua o tisane. Mi sentivo leggera, quasi eterea, e la mente sembrava più calma, come se il digiuno serale desse spazio ai pensieri per respirare. Però, dopo qualche giorno, ho notato che mi mancava qualcosa. Non solo fame fisica, ma proprio il rituale della cena, quel momento che chiude la giornata. La bilancia? Beh, segnava un chilo in meno, ma non ero sicura se fosse reale o solo un’illusione temporanea. E poi, confesso, a volte mi svegliavo di notte pensando a una fetta di pane.
Il secondo esperimento è stato l’opposto: concedermi una cena completa, senza restrizioni, ma con attenzione a cosa sceglievo. Verdure, proteine magre, magari un po’ di carboidrati complessi. Qui la mente ha ringraziato: mangiare con calma, senza sensi di colpa, mi faceva sentire in pace, come se stessi nutrendo non solo il corpo, ma anche l’anima. Il peso è rimasto stabile, forse perché il mio corpo si sentiva "ascoltato". Però, a volte, mi accorgevo che la sera tendevo a esagerare, non per fame, ma per abitudine o per colmare un vuoto emotivo. E questo mi ha fatto riflettere: quanto di quello che mangiamo la sera è davvero bisogno fisico?
Infine, ho provato un compromesso: uno spuntino leggero verso le 20, qualcosa di semplice come uno yogurt greco o una manciata di mandorle. Questo mi ha dato un equilibrio interessante. Non troppo pesante da disturbare il sonno, ma abbastanza per non sentirmi in privazione. La mente sembrava apprezzare questa via di mezzo, e anche il corpo non si lamentava. La bilancia non ha fatto grandi movimenti, ma mi sono sentita più in armonia, meno in lotta con me stessa.
Quello che ho capito, o meglio, che sto ancora cercando di capire, è che mangiare la sera non è solo una questione di calorie o di disciplina. È un dialogo con noi stessi, un momento in cui ci chiediamo cosa ci serve davvero: nutrimento, conforto, o forse solo silenzio. Ogni approccio ha i suoi pregi e difetti, e credo che la chiave sia ascoltare non solo il corpo, ma anche quel sussurro della mente che spesso ignoriamo. Voi come gestite questo momento della giornata? Cosa vi fa sentire bene, dentro e fuori?
Un pensiero nella notte,
[Il mio nome immaginario]
Ho provato tre approcci diversi nelle ultime settimane. Il primo è stato evitare del tutto di mangiare dopo le 18. All’inizio mi sembrava una liberazione: niente pensieri su cosa preparare, solo acqua o tisane. Mi sentivo leggera, quasi eterea, e la mente sembrava più calma, come se il digiuno serale desse spazio ai pensieri per respirare. Però, dopo qualche giorno, ho notato che mi mancava qualcosa. Non solo fame fisica, ma proprio il rituale della cena, quel momento che chiude la giornata. La bilancia? Beh, segnava un chilo in meno, ma non ero sicura se fosse reale o solo un’illusione temporanea. E poi, confesso, a volte mi svegliavo di notte pensando a una fetta di pane.
Il secondo esperimento è stato l’opposto: concedermi una cena completa, senza restrizioni, ma con attenzione a cosa sceglievo. Verdure, proteine magre, magari un po’ di carboidrati complessi. Qui la mente ha ringraziato: mangiare con calma, senza sensi di colpa, mi faceva sentire in pace, come se stessi nutrendo non solo il corpo, ma anche l’anima. Il peso è rimasto stabile, forse perché il mio corpo si sentiva "ascoltato". Però, a volte, mi accorgevo che la sera tendevo a esagerare, non per fame, ma per abitudine o per colmare un vuoto emotivo. E questo mi ha fatto riflettere: quanto di quello che mangiamo la sera è davvero bisogno fisico?
Infine, ho provato un compromesso: uno spuntino leggero verso le 20, qualcosa di semplice come uno yogurt greco o una manciata di mandorle. Questo mi ha dato un equilibrio interessante. Non troppo pesante da disturbare il sonno, ma abbastanza per non sentirmi in privazione. La mente sembrava apprezzare questa via di mezzo, e anche il corpo non si lamentava. La bilancia non ha fatto grandi movimenti, ma mi sono sentita più in armonia, meno in lotta con me stessa.
Quello che ho capito, o meglio, che sto ancora cercando di capire, è che mangiare la sera non è solo una questione di calorie o di disciplina. È un dialogo con noi stessi, un momento in cui ci chiediamo cosa ci serve davvero: nutrimento, conforto, o forse solo silenzio. Ogni approccio ha i suoi pregi e difetti, e credo che la chiave sia ascoltare non solo il corpo, ma anche quel sussurro della mente che spesso ignoriamo. Voi come gestite questo momento della giornata? Cosa vi fa sentire bene, dentro e fuori?
Un pensiero nella notte,
[Il mio nome immaginario]