Pedalare verso un nuovo me: riflessioni su colazione, bici e vita leggera

rolf32

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, magari è più un "buongiorno" sussurrato al vento mentre pedalo. La colazione per me è diventata un rituale lento: un caffè nero, una fetta di pane integrale, il silenzio prima di salire in sella. Non è solo cibo, è il carburante per un corpo che si è alleggerito, non solo di chili, ma di pensieri. La bici mi ha insegnato che ogni salita è una scelta, e mangiar fuori, beh, è lo stesso: un’insalata invece di un fritto, un sorso d’acqua invece di una bibita. Piccoli giri di pedale verso un me più libero.
 
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Ehi, buongiorno o forse solo un grido sott’acqua mentre nuoto, chi lo sa! La tua colazione lenta mi piace, sai? Quel caffè nero e il pane integrale… sembra quasi un riscaldamento prima di buttarsi in piscina! Io, invece, sono uno che ha trovato la libertà non sui pedali, ma tra le bracciate. La piscina è diventata la mia strada, il mio modo di alleggerire corpo e testa, proprio come dici tu con la bici. 😊

Sai com’è cominciata? Ero stanco di sentirmi pesante, non solo fuori, ma dentro. Poi ho provato a nuotare, e bam, tutto è cambiato! All’inizio facevo 20 minuti, arrancando come un pesce fuor d’acqua, ma poi ho preso il ritmo: stile libero per sciogliere le spalle, rana per le gambe, dorso per rilassarmi un po’. Ora faccio 40-50 minuti, 3-4 volte a settimana, e ti giuro, i chili sono scivolati via come l’acqua sulla pelle. Non è solo questione di peso, è che i miei ginocchi, che prima urlavano a ogni passo, ora cantano di gioia! 💦

La tecnica conta, eh. Non è che ti butti e via. Io ho imparato a respirare bene, a non combattere l’acqua ma a farmela amica. Tipo, inspirare ogni tre bracciate, spingere con le gambe senza esagerare, e sentire il corpo che scivola. È un po’ come la tua salita in bici: una scelta, un ritmo. E poi, vuoi mettere la leggerezza? Niente stress sulle articolazioni, solo il suono dell’acqua che ti culla. Altro che fritti o bibite, io dopo nuoto mi sparo un’insalata di tonno o un frullato, e sto a posto.

La bici sarà pure fantastica, ma il nuoto… il nuoto è un abbraccio che ti cambia la vita. Prova a tuffarti un giorno, magari ti vedo in corsia a fare bollicine! 😉 Forza, continua a pedalare verso il tuo “te più libero”, io intanto nuoto verso il mio! 🌊
 
Ciao a tutti, o forse no, magari è più un "buongiorno" sussurrato al vento mentre pedalo. La colazione per me è diventata un rituale lento: un caffè nero, una fetta di pane integrale, il silenzio prima di salire in sella. Non è solo cibo, è il carburante per un corpo che si è alleggerito, non solo di chili, ma di pensieri. La bici mi ha insegnato che ogni salita è una scelta, e mangiar fuori, beh, è lo stesso: un’insalata invece di un fritto, un sorso d’acqua invece di una bibita. Piccoli giri di pedale verso un me più libero.
Ehilà, o forse dovrei dire "pronti, via!" come quando parte un mazzo di ciclisti all’alba. La tua colazione lenta mi ha fatto ripensare ai miei rituali prima di un malfamato misto di sudore e soddisfazione, tipo quelli dei fitness-marafoni online a cui mi sono buttato negli ultimi anni. Io sono quel tipo che si alza, si infila una tuta e controlla l’app del challenge del giorno mentre il caffè gorgoglia. Non è solo una questione di riempirsi lo stomaco, hai ragione, è il momento in cui ti prepari a spingere, a sentirti vivo.

La bici per te è una maestra di salite e scelte, e ti capisco benissimo. Nei miei mrafoni, ogni giorno è una piccola gara: contro me stesso, contro la voglia di mollare, contro quel divano che mi chiama dopo una giornata pesante. Pedalare, o anche solo fare quei workout assurdi che ti propongono, mi ha insegnato a guardare il cibo con occhi diversi. Prima era "mangio quello che capita", ora è "cosa mi dà energia per arrivare al traguardo?". Un’insalata croccante al posto di una pizza unta, un frutto invece di uno snack zuccheroso. Non è privazione, è strategia.

Il tuo "me più libero" mi ha colpito. Anche io, tra un plank e una corsa virtuale con altri matti come me sparsi per il mondo, ho sentito i chili scivolare via, ma non solo quelli. È come se ogni goccia di sudore portasse via un pensiero nero, un dubbio, una scusa. I mrafoni mi tengono sul pezzo: c’è sempre un gruppo che ti incita, una classifica che ti stuzzica, un obiettivo che ti fa dire "ok, oggi ce la faccio". E quando finisci, stanco ma con quel sorriso da ebete, capisci che non è solo il corpo a cambiare. È la testa, la voglia di alzarti e pedalare – o nel mio caso, sudare – verso qualcosa di meglio.

La tua riflessione sul vento e il silenzio mi ha fatto venir voglia di provare la bici in un mrafono, chissà. Per ora continuo con i miei circuiti e le dirette Zoom dove ci urliamo "dai, ancora uno!" a vicenda. Ma il succo è lo stesso: passo dopo passo, pedale dopo pedale, si va verso una vita più leggera. Grazie per avermelo ricordato con le tue parole, mi hai dato una spinta in più per la sfida di domani!
 
Ehilà, o forse dovrei dire "pronti, via!" come quando parte un mazzo di ciclisti all’alba. La tua colazione lenta mi ha fatto ripensare ai miei rituali prima di un malfamato misto di sudore e soddisfazione, tipo quelli dei fitness-marafoni online a cui mi sono buttato negli ultimi anni. Io sono quel tipo che si alza, si infila una tuta e controlla l’app del challenge del giorno mentre il caffè gorgoglia. Non è solo una questione di riempirsi lo stomaco, hai ragione, è il momento in cui ti prepari a spingere, a sentirti vivo.

La bici per te è una maestra di salite e scelte, e ti capisco benissimo. Nei miei mrafoni, ogni giorno è una piccola gara: contro me stesso, contro la voglia di mollare, contro quel divano che mi chiama dopo una giornata pesante. Pedalare, o anche solo fare quei workout assurdi che ti propongono, mi ha insegnato a guardare il cibo con occhi diversi. Prima era "mangio quello che capita", ora è "cosa mi dà energia per arrivare al traguardo?". Un’insalata croccante al posto di una pizza unta, un frutto invece di uno snack zuccheroso. Non è privazione, è strategia.

Il tuo "me più libero" mi ha colpito. Anche io, tra un plank e una corsa virtuale con altri matti come me sparsi per il mondo, ho sentito i chili scivolare via, ma non solo quelli. È come se ogni goccia di sudore portasse via un pensiero nero, un dubbio, una scusa. I mrafoni mi tengono sul pezzo: c’è sempre un gruppo che ti incita, una classifica che ti stuzzica, un obiettivo che ti fa dire "ok, oggi ce la faccio". E quando finisci, stanco ma con quel sorriso da ebete, capisci che non è solo il corpo a cambiare. È la testa, la voglia di alzarti e pedalare – o nel mio caso, sudare – verso qualcosa di meglio.

La tua riflessione sul vento e il silenzio mi ha fatto venir voglia di provare la bici in un mrafono, chissà. Per ora continuo con i miei circuiti e le dirette Zoom dove ci urliamo "dai, ancora uno!" a vicenda. Ma il succo è lo stesso: passo dopo passo, pedale dopo pedale, si va verso una vita più leggera. Grazie per avermelo ricordato con le tue parole, mi hai dato una spinta in più per la sfida di domani!
Fratelli e sorelle del pedale, buongiorno con il cuore pieno di gratitudine! Le vostre parole, rolf32, risuonano come un canto che si leva al mattino, quando il mondo è ancora avvolto nel silenzio e la luce del sole sembra un dono divino. La tua colazione lenta, quel caffè nero e quella fetta di pane integrale, mi ha fatto pensare a come il cibo possa diventare un atto sacro, un momento per preparare non solo il corpo, ma l’anima, a un viaggio più alto. E la bici, oh, la bici! È come una preghiera in movimento, ogni pedale un passo verso la liberazione.

Io sono un figlio della terra, un devoto del crudismo, e come te ho trovato nella semplicità una strada per alleggerire il mio essere. Anni fa, il mio corpo era un tempio appesantito, non solo da chili di troppo, ma da pensieri confusi, da una vita che sembrava scivolare senza scopo. Poi, per grazia, ho scoperto la via del cibo vivo: frutta succosa, verdure croccanti, semi che portano in sé la promessa della vita. Non è solo nutrimento, è un ritorno alla purezza, un modo per onorare il creato. Ogni mela che sbuccio, ogni foglia di spinacio che lavo, è un gesto di ringraziamento, una piccola offerta al divino che ci ha donato tutto questo.

La tua immagine del vento e delle salite mi ha toccato profondamente. Anche nel mio cammino di crudista, ci sono state salite ripide. All’inizio, rinunciare ai cibi cotti, alle tentazioni di una tavola imbandita di sapori artificiali, era come scalare un monte senza sapere se avrei trovato la cima. Ma, come dici tu, ogni scelta è un giro di pedale. Ho imparato a preparare piatti che cantano la gloria della natura: insalate di rucola e mango, con un pizzico di semi di chia benedetti dal sole; frullati di fragole e spinaci che sembrano un inno alla vita; zucchine spiralizzate condite con un pesto di basilico fresco, che profuma di estate e di speranza. Questi non sono solo pasti, sono meditazioni, momenti in cui mi connetto con la terra e con me stesso.

E sai, rolf32, anche il tuo “me più libero” mi parla di uno stato dell’anima. Nel crudismo ho trovato una leggerezza che va oltre la bilancia. È come se, mangiando cibi vivi, il mio spirito si fosse liberato da catene invisibili. I pensieri sono più chiari, il cuore più aperto. Quando pedali, dici, senti il vento che ti spinge; io, quando preparo un piatto crudo, sento la vita che mi scorre dentro, come un fiume che torna al mare. Non è solo il corpo a cambiare, è l’intera esistenza che si trasforma in qualcosa di più puro, più vicino al disegno originale.

A chi legge, vorrei condividere un piccolo rito, un’offerta per la vostra giornata. Provate una colazione cruda: una ciotola di frutta fresca – magari mele, banane e qualche bacca – con una manciata di mandorle e un filo di succo di limone. Non è solo cibo, è un modo per iniziare la giornata con gratitudine, per dire al mondo: “Sono qui, pronto a pedalare verso un me migliore”. E se la salita sembra dura, ricordate che ogni boccone, ogni scelta, è un atto di fede. La bici, il crudismo, i vostri mrafoni: sono tutti sentieri che ci portano allo stesso luogo, un’esistenza più leggera, più vicina al divino.

Grazie, rolf32, per avermi ricordato che siamo tutti in viaggio, ognuno con il suo ritmo, ma tutti verso la stessa luce. Che il tuo pedale sia sempre benedetto, e che il vento ti porti lontano!