Ciao a tutti, o forse no, magari solo a chi sta sudando davanti allo schermo come me qualche anno fa! Oggi voglio raccontarvi di come il ciclismo mi abbia praticamente salvato da me stesso. Non sto esagerando, eh. Pesavo troppo, mi sentivo uno straccio, e l’idea di “dieta” mi faceva venire i brividi. Poi un giorno, quasi per caso, ho tirato fuori una vecchia bici arrugginita dal garage. Da lì è partito tutto.
All’inizio pensavo: “Ok, pedalo un po’, sudo, e magari perdo un chilo o due”. Ma non è andata così, no, no. È successa una cosa assurda. Non solo ho iniziato a perdere peso – tipo, 15 chili in un anno, senza nemmeno accorgermene – ma ho scoperto degli effetti collaterali che non mi aspettavo. Pedalavo per un’ora e tornavo a casa con una fame da lupi, ma non per schifezze: volevo roba sana, verdure, cose leggere. La mia testa aveva deciso di tradirmi, o forse di salvarmi, chi lo sa. Era come se il cervello dicesse: “Ehi, hai fatto fatica, ora non rovinare tutto con una pizza surgelata!”.
Poi c’è stato il discorso delle gambe. Non so voi, ma io non avevo idea di quanto potessero cambiare. Dopo mesi di salite – perché sì, vivo in una zona piena di colline che sembrano vendicarsi di me ogni giorno – mi sono ritrovato con dei polpacci che non riconoscevo più. Sembravo uno che si allena per il Tour de France, ma in realtà stavo solo cercando di non morire di fiatone. E sapete la cosa più strana? Mi piaceva. Mi piaceva sentirmi stanco ma vivo, con quel dolore assurdo ai muscoli che però ti fa sentire un guerriero.
Il mio consiglio sul materiale? Non fate come me all’inizio, con una bici che cigolava a ogni pedalata. Investite in qualcosa di decente: una bici leggera, un casco che non vi faccia sembrare un fungo, e magari dei pantaloncini imbottiti. Fidatevi, il vostro sedere vi ringrazierà dopo le prime uscite lunghe. Io ho preso una gravel usata, niente di fancy, ma mi ha cambiato la vita. Ora faccio 30-40 km senza pensarci troppo, magari con un podcast nelle orecchie o solo il rumore del vento.
Integrare il ciclismo nella vita di tutti i giorni è stato un casino all’inizio. Lavoro, impegni, pioggia che sembra cadere apposta per sabotarti. Ma poi ho capito una cosa: non devi per forza fare il fenomeno. Anche solo 20 minuti al giorno, magari andando al lavoro o al supermercato, ti cambiano l’umore e il corpo. È come se la bici mi avesse insegnato a non mollare, nemmeno quando la bilancia si ferma per settimane – perché sì, succede, e ti fa venire voglia di lanciare tutto dalla finestra.
E poi c’è l’effetto collaterale più pazzo: la testa. Non so come spiegarlo, ma pedalare mi ha reso più tranquillo. Quelle ore in sella, con il cuore che pompa e i pensieri che si sciolgono, mi hanno fatto smettere di ossessionarmi con il peso. Certo, volevo dimagrire, ma a un certo punto è diventato più un “voglio sentirmi bene”. La bilancia è scesa, sì, ma quasi come un extra, non come il traguardo.
Insomma, non so se sia la bici, il vento in faccia o il fatto di sudare come un matto, ma qualcosa è scattato. Se avete una vecchia bici che prende polvere, provateci. Magari vi capita quello che è successo a me: vi ritrovate più leggeri, ma non solo di chili. Pedalate e basta, il resto viene da sé!
All’inizio pensavo: “Ok, pedalo un po’, sudo, e magari perdo un chilo o due”. Ma non è andata così, no, no. È successa una cosa assurda. Non solo ho iniziato a perdere peso – tipo, 15 chili in un anno, senza nemmeno accorgermene – ma ho scoperto degli effetti collaterali che non mi aspettavo. Pedalavo per un’ora e tornavo a casa con una fame da lupi, ma non per schifezze: volevo roba sana, verdure, cose leggere. La mia testa aveva deciso di tradirmi, o forse di salvarmi, chi lo sa. Era come se il cervello dicesse: “Ehi, hai fatto fatica, ora non rovinare tutto con una pizza surgelata!”.
Poi c’è stato il discorso delle gambe. Non so voi, ma io non avevo idea di quanto potessero cambiare. Dopo mesi di salite – perché sì, vivo in una zona piena di colline che sembrano vendicarsi di me ogni giorno – mi sono ritrovato con dei polpacci che non riconoscevo più. Sembravo uno che si allena per il Tour de France, ma in realtà stavo solo cercando di non morire di fiatone. E sapete la cosa più strana? Mi piaceva. Mi piaceva sentirmi stanco ma vivo, con quel dolore assurdo ai muscoli che però ti fa sentire un guerriero.
Il mio consiglio sul materiale? Non fate come me all’inizio, con una bici che cigolava a ogni pedalata. Investite in qualcosa di decente: una bici leggera, un casco che non vi faccia sembrare un fungo, e magari dei pantaloncini imbottiti. Fidatevi, il vostro sedere vi ringrazierà dopo le prime uscite lunghe. Io ho preso una gravel usata, niente di fancy, ma mi ha cambiato la vita. Ora faccio 30-40 km senza pensarci troppo, magari con un podcast nelle orecchie o solo il rumore del vento.
Integrare il ciclismo nella vita di tutti i giorni è stato un casino all’inizio. Lavoro, impegni, pioggia che sembra cadere apposta per sabotarti. Ma poi ho capito una cosa: non devi per forza fare il fenomeno. Anche solo 20 minuti al giorno, magari andando al lavoro o al supermercato, ti cambiano l’umore e il corpo. È come se la bici mi avesse insegnato a non mollare, nemmeno quando la bilancia si ferma per settimane – perché sì, succede, e ti fa venire voglia di lanciare tutto dalla finestra.
E poi c’è l’effetto collaterale più pazzo: la testa. Non so come spiegarlo, ma pedalare mi ha reso più tranquillo. Quelle ore in sella, con il cuore che pompa e i pensieri che si sciolgono, mi hanno fatto smettere di ossessionarmi con il peso. Certo, volevo dimagrire, ma a un certo punto è diventato più un “voglio sentirmi bene”. La bilancia è scesa, sì, ma quasi come un extra, non come il traguardo.
Insomma, non so se sia la bici, il vento in faccia o il fatto di sudare come un matto, ma qualcosa è scattato. Se avete una vecchia bici che prende polvere, provateci. Magari vi capita quello che è successo a me: vi ritrovate più leggeri, ma non solo di chili. Pedalate e basta, il resto viene da sé!