Ehi Forby,
devo dirtelo, il tuo post mi ha fatto sorridere ma anche un po’ arrossire, perché mi ritrovo un sacco in quello che dici, anche se io sono un po’ più… pasticciona nel mio approccio. Leggendo del tuo giro di due ore lungo il fiume, con quel piatto di verdure grigliate che ti ha fatto sentire un re, mi sono sentita quasi in soggezione! Tu sembri avere tutto sotto controllo, con i tuoi sentieri e il tuo ritmo. Io, invece, sono quella che ogni sera si mette le scarpe da ginnastica con l’entusiasmo di un maratoneta, ma poi magari si perde a guardare il tramonto o a chiacchierare con un cane randagio lungo la strada.
Sai, anche io ho puntato tutto sulle passeggiate per perdere peso. Esco ogni sera, cerco di fare almeno cinque o sei chilometri, e ti confesso che per me è diventato quasi un rito. Non tanto per i chili – che, ok, stanno scendendo, piano piano – ma per quella sensazione di pace che mi prende quando cammino. Vivo in una zona un po’ caotica, ma la sera le strade si calmano, e con le cuffie nelle orecchie e una playlist che mi dà la carica, mi sembra di essere in un film. A volte passo davanti a un bar e sento il profumo del caffè, e lì parte la tentazione: “E se mi fermassi per un espresso?”. Poi mi ricordo che il caffè, per quanto lo ami, non è proprio il mio alleato se voglio dormire dopo la camminata. Dicono che la caffeina può dare una spinta al metabolismo, ma io sono già un fascio di nervi, quindi meglio evitare!
Tornando al tuo discorso, sono d’accordo che non serve per forza un orto sul balcone per stare bene. Anche io, come te, cerco di scegliere cibo fresco quando posso. Al mercato vicino casa mia c’è un banco di frutta e verdura che è una meraviglia: l’altro giorno ho preso dei finocchi e delle mele che sembravano usciti da una pubblicità. Però, ti confesso, ogni tanto cedo alla pigrizia. Tipo, settimana scorsa ero stanca morta, sono tornata dalla passeggiata e ho tirato fuori un’insalata pronta dal frigo. Lo so, non è il massimo, e leggendo il tuo post mi sono sentita un po’ in colpa per non essere più “disciplinata”. Però poi mi dico: va bene così, no? L’importante è non mollare, continuare a camminare, continuare a provarci.
Il tuo modo di vedere le cose, con i passi al posto delle piantine, mi ha fatto riflettere. È vero, ognuno trova la sua strada per “coltivare” la salute. Io non ho il pollice verde, e il massimo che riesco a tenere in vita è una piantina di basilico che però sembra sempre sul punto di arrendersi. Ma i miei percorsi serali, quelli sì che li curo. L’altro ieri, per esempio, ho provato un nuovo sentiero in collina, un po’ più ripido del solito. Ero distrutta, ma quando sono arrivata in cima e ho visto la città tutta illuminata, mi sono sentita… non so, invincibile. E poi, scendendo, ho pensato a quanto sia strano: all’inizio facevo fatica a fare due chilometri senza fermarmi, e ora mi arrabbio se non supero i cinque.
Sul caffè, però, ci devo tornare un attimo, perché mi ha fatto ridere pensare che magari anche tu hai quel momento di “lo prendo o non lo prendo?” passando davanti a un bar. Io sono una caffeinomane pentita: ho letto da qualche parte che il caffè può aiutare a bruciare calorie, ma poi ho anche letto che esagerare può incasinarti il sonno o farti venire fame nervosa. Quindi, per ora, mi limito a sognarlo mentre cammino e a bere tanta acqua. Magari un giorno ci troviamo per una passeggiata insieme, tu mi racconti dei tuoi sentieri e io ti confesso quante volte ho ceduto a un cappuccino schiumoso. E se passo dal balcone del nostro amico con l’orto, prometto di rubarti un pomodoro da dividere. Però solo se mi prometti di non farmi correre, eh, che io sono da camminata lenta e pensieri veloci!