Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve" visto che sono un po’ timido a scrivere qui… Non sono mai stato bravo con le presentazioni, ma ci provo. Mi chiamo Marco, e da un paio d’anni il ciclismo è diventato la mia ancora di salvezza. Non esagero se dico che mi ha cambiato la vita, e non solo per i chili in meno.
All’inizio non ero proprio il tipo da sport. Pesavo troppo, mi sentivo goffo, e ogni volta che provavo a fare qualcosa di fisico finivo per arrendermi dopo due giorni. Poi, quasi per caso, un amico mi ha convinto a provare una pedalata tranquilla, di quelle su una stradina in campagna. Non avevo grandi aspettative, ma quella prima uscita… non so, mi ha fatto sentire libero. Non era come correre o andare in palestra, dove mi sentivo sempre giudicato. Sulla bici ero solo io, il vento e la strada.
Da lì ho iniziato piano. Comprarmi una bici decente è stato un investimento che all’inizio mi spaventava: non ero sicuro di essere "all’altezza" di usarla. Ho preso una gravel usata, niente di sofisticato, ma perfetta per me. Pedalavo un’oretta, magari due, lungo i sentieri vicino casa. Non avevo chissà che obiettivi, solo muovermi un po’. Però dopo qualche mese mi sono accorto che i pantaloni non tiravano più e che salire le scale non mi lasciava senza fiato. Pesarmi è stata una sorpresa: meno 8 chili quasi senza accorgermene.
Non fraintendetemi, non è stato tutto rose e fiori. Ci sono stati giorni in cui la pioggia o il freddo mi tenevano in casa, e la tentazione di mollare era forte. Ma poi mi dicevo: "Dai, Marco, esci solo per mezz’ora". E quella mezz’ora diventava un’ora, poi due. Ho imparato a conoscere il mio ritmo, a non forzarmi troppo. Il ciclismo per me è stato come un dialogo con me stesso: a volte litigo con la salita, a volte mi godo la discesa.
Per il resto, non ho mai seguito diete assurde o robe complicate. Pedalare mi faceva sudare un sacco, e questo mi aiutava a sentirmi più leggero, dentro e fuori. Certo, dopo una bella uscita mi concedevo una pizza senza troppi sensi di colpa – tanto i chilometri li avevo fatti! Ho anche iniziato a scegliere meglio l’attrezzatura: un casco comodo, una borraccia che non perdesse, pantaloncini con il fondello (credete a me, fanno la differenza). Piccole cose, ma che mi hanno fatto sentire più sicuro.
Ora sto cercando di integrare la bici nella vita di tutti i giorni. Vivo in una cittadina non proprio enorme, quindi a volte la uso per andare al lavoro o fare la spesa. È strano, ma mi piace questa sensazione di non dipendere sempre dalla macchina. Certo, non sono un atleta, e a volte mi imbarazzo ancora a mettermi la maglia aderente, però sto imparando a non pensarci troppo.
Scusate se mi sono dilungato, non sono abituato a scrivere così tanto! Spero che la mia storia possa essere utile a qualcuno. Se avete consigli su come affrontare l
All’inizio non ero proprio il tipo da sport. Pesavo troppo, mi sentivo goffo, e ogni volta che provavo a fare qualcosa di fisico finivo per arrendermi dopo due giorni. Poi, quasi per caso, un amico mi ha convinto a provare una pedalata tranquilla, di quelle su una stradina in campagna. Non avevo grandi aspettative, ma quella prima uscita… non so, mi ha fatto sentire libero. Non era come correre o andare in palestra, dove mi sentivo sempre giudicato. Sulla bici ero solo io, il vento e la strada.
Da lì ho iniziato piano. Comprarmi una bici decente è stato un investimento che all’inizio mi spaventava: non ero sicuro di essere "all’altezza" di usarla. Ho preso una gravel usata, niente di sofisticato, ma perfetta per me. Pedalavo un’oretta, magari due, lungo i sentieri vicino casa. Non avevo chissà che obiettivi, solo muovermi un po’. Però dopo qualche mese mi sono accorto che i pantaloni non tiravano più e che salire le scale non mi lasciava senza fiato. Pesarmi è stata una sorpresa: meno 8 chili quasi senza accorgermene.
Non fraintendetemi, non è stato tutto rose e fiori. Ci sono stati giorni in cui la pioggia o il freddo mi tenevano in casa, e la tentazione di mollare era forte. Ma poi mi dicevo: "Dai, Marco, esci solo per mezz’ora". E quella mezz’ora diventava un’ora, poi due. Ho imparato a conoscere il mio ritmo, a non forzarmi troppo. Il ciclismo per me è stato come un dialogo con me stesso: a volte litigo con la salita, a volte mi godo la discesa.
Per il resto, non ho mai seguito diete assurde o robe complicate. Pedalare mi faceva sudare un sacco, e questo mi aiutava a sentirmi più leggero, dentro e fuori. Certo, dopo una bella uscita mi concedevo una pizza senza troppi sensi di colpa – tanto i chilometri li avevo fatti! Ho anche iniziato a scegliere meglio l’attrezzatura: un casco comodo, una borraccia che non perdesse, pantaloncini con il fondello (credete a me, fanno la differenza). Piccole cose, ma che mi hanno fatto sentire più sicuro.
Ora sto cercando di integrare la bici nella vita di tutti i giorni. Vivo in una cittadina non proprio enorme, quindi a volte la uso per andare al lavoro o fare la spesa. È strano, ma mi piace questa sensazione di non dipendere sempre dalla macchina. Certo, non sono un atleta, e a volte mi imbarazzo ancora a mettermi la maglia aderente, però sto imparando a non pensarci troppo.
Scusate se mi sono dilungato, non sono abituato a scrivere così tanto! Spero che la mia storia possa essere utile a qualcuno. Se avete consigli su come affrontare l