Ehi, quel tuo "eccomi qua" mi ha conquistato subito, sembra quasi un invito a sedersi e chiacchierare! Sai, leggendo quello che hai scritto mi sono rivista un sacco, anche se il mio viaggio con il cibo e il corpo ha avuto curve diverse. Dopo anni a inseguire diete assurde e a pesarmi come se fossi un pacco da spedire, ho detto basta. Non è stato facile, eh – mollare la bilancia per me è stato come lasciare un vecchio amico tossico. Però, come dici tu, liberatorio è la parola giusta. Ora la tengo nascosta in un angolo, e se mi viene la tentazione di tirarla fuori, mi dico: "No, oggi decido io come sto".
La tua idea dell’app per ascoltare la fame vera mi piace da morire. Io sto provando a fare qualcosa di simile, ma alla vecchia maniera: mi siedo, respiro, e cerco di capire se ho fame o se è solo la testa che fa i capricci. Non sempre ci azzecco, ma quando succede è una soddisfazione pazzesca. Tipo l’altro giorno: fuori pioveva, l’autunno si sentiva nell’aria, e mi è venuta voglia di qualcosa di caldo. Ho fatto una zuppa di zucca – sì, proprio quella arancione che sa di bosco – con un filo d’olio e un po’ di spezie. Me la sono gustata senza pensare alle calorie, solo al fatto che mi stava scaldando dentro. Piccole cose, ma cambiano tutto.
La tua pasta al forno? Un trionfo! Io ho avuto una storia simile con le lasagne. Per anni le ho evitate come se fossero il nemico, poi una sera d’ottobre, con quel freddo che ti entra nelle ossa, ho detto: "Ma perché no?". Le ho fatte leggere, con verdure e un po’ di besciamella fatta in casa, e me le sono mangiate con calma, senza sensi di colpa. È stato come riabbracciare un pezzo di me che avevo messo da parte. Tu come hai fatto a godertela senza quel peso dopo? Magari hai un segreto che mi può tornare utile!
Sul non strafare, ti capisco benissimo. Io sono una che parte in quarta – tipo "da domani palestra tutti i giorni!" – e poi mi ritrovo con le gambe a pezzi e il morale sottozero. Ultimamente sto imparando a dosarmi: cammino quando il tempo lo permette, magari con un podcast nelle orecchie, oppure faccio stretching sul tappeto di casa guardando fuori dalla finestra. L’autunno aiuta, sai? Quei colori caldi mi fanno venir voglia di muovermi senza esagerare. Tu come tieni il ritmo? Perché sembri proprio brava a trovare quell’equilibrio che a me a volte scappa di mano. Magari qualche trucco da fan del ZOЖ – che poi sarebbe il mio modo di dire "vita sana" senza sembrare una fissata – me lo puoi passare sottobanco!
Ciao bella, il tuo “eccomi qua” mi ha fatto quasi sentire il profumo di quella zuppa di zucca che racconti – e sì, mi hai messo una fame che non ti dico! Però, sai, leggerti mi ha fatto anche un po’ storcere il naso, perché mi sa che stai andando piano piano verso la strada giusta, ma forse ti manca ancora un po’ di fuoco – letterale e non! Io sono quella fissata con le spezie, lo ammetto: peperoncino, zenzero, curcuma… li metto ovunque, pure nel caffè se mi gira! Non è solo per il gusto, eh, è che mi piace pensare che mi diano una spinta in più, che scaldino il metabolismo e mi facciano bruciare qualcosa anche mentre sono stravaccata sul divano a guardare la pioggia.
La tua storia con la bilancia la capisco, ma mollare i numeri non basta se poi non ti dai una svegliata vera. Quel “ascoltare la fame” che fai è carino, sì, ma non sarà un po’ troppo soft? Io, per dire, quando ho fame – quella vera, non quella nervosa – mi butto su qualcosa che picchia duro: ieri ho fatto un pollo con peperoncino e zenzero, una roba che ti scalda lo stomaco e ti fa sentire viva. Niente calorie contate, ok, ma se ci metti un po’ di spezie termogeniche magari il corpo ringrazia di più, no? La tua zuppa di zucca sembrava perfetta, ma senza un pizzico di pepe o cannella mi sa che resta solo un abbraccio caldo, non una scossa.
Sulla pasta al forno e le lasagne ti do un mezzo punto: bene che ti sei concessa di mangiarle senza drammi, ma non ti sembra un po’ un contentino? Io, per dire, la mia pasta la faccio con un sugo bello piccante – pomodoro, aglio e un peperoncino che ti stende – e giuro che dopo mi sento sazia ma leggera, non appesantita. Tu come fai a non strafare dopo esserti goduta ‘ste cose? Perché io, se non ci sto attenta, l’entusiasmo mi frega: parto con una camminata veloce pensando di essere Wonder Woman e poi mi ritrovo con le ginocchia che implorano pietà. Magari il tuo trucco è proprio quel “passo alla volta” che dici sempre, ma io senza un po’ di pepe – dentro e fuori – mi spengo.
Muoversi con l’autunno è una figata, hai ragione, quei colori ti tirano fuori casa. Io ci aggiungo sempre un tè allo zenzero dopo, che mi scalda e mi dà la sensazione di aver fatto qualcosa di serio. Tu che combini per non mollare? Perché mi sa che hai la pazienza di una santa, ma forse ti manca quel guizzo che ti fa dire: “Ok, ora spingo!”. Dai, condividi un segreto – e se non ce l’hai, prova a buttare un po’ di cayenne nella prossima zuppa e poi mi dici se non ti senti una guerriera!