Un passo alla volta: ritrovare l’equilibrio con il cibo e con me stessa

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "eccomi qua", perché non sono proprio brava con i saluti formali. Scrivo oggi perché sento che sto finalmente iniziando a vedere una luce in fondo a questo tunnel che è stato il mio rapporto con il cibo per anni. Non è un segreto, almeno non qui, che ho lottato con la bulimia, e a volte mi sembra ancora di camminare su un filo sospeso, cercando di non cadere di nuovo nei vecchi schemi.
Ultimamente sto provando a cambiare prospettiva. Non si tratta più solo di "perdere peso" o di controllare ogni singola caloria – anche se, lo ammetto, quel pensiero mi passa ancora per la testa. Sto cercando di fare pace con il mio corpo e con quello che metto nel piatto. Un passo alla volta, come dice il titolo di questo thread. Ad esempio, ho smesso di pesarmi ogni giorno. Sembra una cosa da niente, ma per me è stato liberatorio. La bilancia non decide più come mi sento quando mi guardo allo specchio.
Ho scaricato anche un’app per tenere traccia di quello che mangio, ma non per contare ossessivamente i numeri. La uso per ricordarmi di ascoltare la fame vera, quella che arriva dallo stomaco e non dalla testa. A volte funziona, a volte no, ma almeno ci provo. Qualche giorno fa ho persino cucinato una pasta al forno, che era uno dei miei "cibi proibiti", e l’ho mangiata senza sentirmi in colpa dopo. È stato strano, ma bello.
Non sono ancora arrivata dove vorrei
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "eccomi qua", perché non sono proprio brava con i saluti formali. Scrivo oggi perché sento che sto finalmente iniziando a vedere una luce in fondo a questo tunnel che è stato il mio rapporto con il cibo per anni. Non è un segreto, almeno non qui, che ho lottato con la bulimia, e a volte mi sembra ancora di camminare su un filo sospeso, cercando di non cadere di nuovo nei vecchi schemi.
Ultimamente sto provando a cambiare prospettiva. Non si tratta più solo di "perdere peso" o di controllare ogni singola caloria – anche se, lo ammetto, quel pensiero mi passa ancora per la testa. Sto cercando di fare pace con il mio corpo e con quello che metto nel piatto. Un passo alla volta, come dice il titolo di questo thread. Ad esempio, ho smesso di pesarmi ogni giorno. Sembra una cosa da niente, ma per me è stato liberatorio. La bilancia non decide più come mi sento quando mi guardo allo specchio.
Ho scaricato anche un’app per tenere traccia di quello che mangio, ma non per contare ossessivamente i numeri. La uso per ricordarmi di ascoltare la fame vera, quella che arriva dallo stomaco e non dalla testa. A volte funziona, a volte no, ma almeno ci provo. Qualche giorno fa ho persino cucinato una pasta al forno, che era uno dei miei "cibi proibiti", e l’ho mangiata senza sentirmi in colpa dopo. È stato strano, ma bello.
Non sono ancora arrivata dove vorrei
Ehi, "eccomi qua" mi piace, sembra un modo perfetto per buttarsi nella mischia senza troppi giri di parole! Leggerti mi ha fatto venire un sorriso, sai? Quel tunnel di cui parli lo conosco fin troppo bene, anche se il mio percorso è un po’ diverso. Dopo la malattia, il mio corpo è diventato un’estranea: chili presi tra letti d’ospedale, medicine e zero movimento. All’inizio mi guardavo e pensavo "chi sei tu?", poi ho capito che dovevo smettere di litigarci e provare a fare pace, un po’ come stai facendo tu.

Quel passo della bilancia che hai mollato? Altro che "cosa da niente", è un colpo da maestro! Io ci sto ancora lavorando, confesso che qualche volta la tentazione di salirci mi prende, ma poi mi dico: "Aspetta, non è lei che comanda". Mi piace l’idea dell’app che usi per ascoltare la fame vera – quella dello stomaco, non quella che ti urla nella testa. Io sto provando a fare qualcosa di simile, ma senza tecnologia: mi fermo un attimo prima di mangiare e mi chiedo "lo voglio davvero?". Non sempre funziona, ma quando succede mi sento tipo un supereroe.

La tua pasta al forno mi ha fatto venire l’acquolina, e soprattutto mi ha fatto pensare. Anche io avevo i miei "cibi proibiti" – per me era la pizza, che adoravo ma che durante il ricovero mi sembrava un sogno lontano. Dopo, quando ho ricominciato a muovermi un po’, mi sono concessa una margherita semplice semplice. L’ho mangiata piano, senza fretta, e per una volta non mi sono sentita un disastro. È strano, no? Come queste piccole vittorie valgano più di mille numeri sulla bilancia.

Un passo alla volta, dici bene. Io sto tornando a muovermi con calma – niente maratone, per carità, ma una passeggiata ogni tanto, qualche esercizio leggero che non mi faccia sentire uno straccio dopo. È un equilibrio fragile, ma ci sto provando. Tu come fai a non strafare? Perché a volte mi parte l’entusiasmo e poi mi ritrovo a pezzi! Magari hai qualche trucco da condividere, visto che sembri avere una marcia in più con questa cosa del "fare pace".
 
Ehi, "eccomi qua" mi piace, sembra un modo perfetto per buttarsi nella mischia senza troppi giri di parole! Leggerti mi ha fatto venire un sorriso, sai? Quel tunnel di cui parli lo conosco fin troppo bene, anche se il mio percorso è un po’ diverso. Dopo la malattia, il mio corpo è diventato un’estranea: chili presi tra letti d’ospedale, medicine e zero movimento. All’inizio mi guardavo e pensavo "chi sei tu?", poi ho capito che dovevo smettere di litigarci e provare a fare pace, un po’ come stai facendo tu.

Quel passo della bilancia che hai mollato? Altro che "cosa da niente", è un colpo da maestro! Io ci sto ancora lavorando, confesso che qualche volta la tentazione di salirci mi prende, ma poi mi dico: "Aspetta, non è lei che comanda". Mi piace l’idea dell’app che usi per ascoltare la fame vera – quella dello stomaco, non quella che ti urla nella testa. Io sto provando a fare qualcosa di simile, ma senza tecnologia: mi fermo un attimo prima di mangiare e mi chiedo "lo voglio davvero?". Non sempre funziona, ma quando succede mi sento tipo un supereroe.

La tua pasta al forno mi ha fatto venire l’acquolina, e soprattutto mi ha fatto pensare. Anche io avevo i miei "cibi proibiti" – per me era la pizza, che adoravo ma che durante il ricovero mi sembrava un sogno lontano. Dopo, quando ho ricominciato a muovermi un po’, mi sono concessa una margherita semplice semplice. L’ho mangiata piano, senza fretta, e per una volta non mi sono sentita un disastro. È strano, no? Come queste piccole vittorie valgano più di mille numeri sulla bilancia.

Un passo alla volta, dici bene. Io sto tornando a muovermi con calma – niente maratone, per carità, ma una passeggiata ogni tanto, qualche esercizio leggero che non mi faccia sentire uno straccio dopo. È un equilibrio fragile, ma ci sto provando. Tu come fai a non strafare? Perché a volte mi parte l’entusiasmo e poi mi ritrovo a pezzi! Magari hai qualche trucco da condividere, visto che sembri avere una marcia in più con questa cosa del "fare pace".
Ehi, quel tuo "eccomi qua" mi ha conquistato subito, sembra quasi un invito a sedersi e chiacchierare! Sai, leggendo quello che hai scritto mi sono rivista un sacco, anche se il mio viaggio con il cibo e il corpo ha avuto curve diverse. Dopo anni a inseguire diete assurde e a pesarmi come se fossi un pacco da spedire, ho detto basta. Non è stato facile, eh – mollare la bilancia per me è stato come lasciare un vecchio amico tossico. Però, come dici tu, liberatorio è la parola giusta. Ora la tengo nascosta in un angolo, e se mi viene la tentazione di tirarla fuori, mi dico: "No, oggi decido io come sto".

La tua idea dell’app per ascoltare la fame vera mi piace da morire. Io sto provando a fare qualcosa di simile, ma alla vecchia maniera: mi siedo, respiro, e cerco di capire se ho fame o se è solo la testa che fa i capricci. Non sempre ci azzecco, ma quando succede è una soddisfazione pazzesca. Tipo l’altro giorno: fuori pioveva, l’autunno si sentiva nell’aria, e mi è venuta voglia di qualcosa di caldo. Ho fatto una zuppa di zucca – sì, proprio quella arancione che sa di bosco – con un filo d’olio e un po’ di spezie. Me la sono gustata senza pensare alle calorie, solo al fatto che mi stava scaldando dentro. Piccole cose, ma cambiano tutto.

La tua pasta al forno? Un trionfo! Io ho avuto una storia simile con le lasagne. Per anni le ho evitate come se fossero il nemico, poi una sera d’ottobre, con quel freddo che ti entra nelle ossa, ho detto: "Ma perché no?". Le ho fatte leggere, con verdure e un po’ di besciamella fatta in casa, e me le sono mangiate con calma, senza sensi di colpa. È stato come riabbracciare un pezzo di me che avevo messo da parte. Tu come hai fatto a godertela senza quel peso dopo? Magari hai un segreto che mi può tornare utile!

Sul non strafare, ti capisco benissimo. Io sono una che parte in quarta – tipo "da domani palestra tutti i giorni!" – e poi mi ritrovo con le gambe a pezzi e il morale sottozero. Ultimamente sto imparando a dosarmi: cammino quando il tempo lo permette, magari con un podcast nelle orecchie, oppure faccio stretching sul tappeto di casa guardando fuori dalla finestra. L’autunno aiuta, sai? Quei colori caldi mi fanno venir voglia di muovermi senza esagerare. Tu come tieni il ritmo? Perché sembri proprio brava a trovare quell’equilibrio che a me a volte scappa di mano. Magari qualche trucco da fan del ZOЖ – che poi sarebbe il mio modo di dire "vita sana" senza sembrare una fissata – me lo puoi passare sottobanco!
 
Ehi, quel tuo "eccomi qua" mi ha conquistato subito, sembra quasi un invito a sedersi e chiacchierare! Sai, leggendo quello che hai scritto mi sono rivista un sacco, anche se il mio viaggio con il cibo e il corpo ha avuto curve diverse. Dopo anni a inseguire diete assurde e a pesarmi come se fossi un pacco da spedire, ho detto basta. Non è stato facile, eh – mollare la bilancia per me è stato come lasciare un vecchio amico tossico. Però, come dici tu, liberatorio è la parola giusta. Ora la tengo nascosta in un angolo, e se mi viene la tentazione di tirarla fuori, mi dico: "No, oggi decido io come sto".

La tua idea dell’app per ascoltare la fame vera mi piace da morire. Io sto provando a fare qualcosa di simile, ma alla vecchia maniera: mi siedo, respiro, e cerco di capire se ho fame o se è solo la testa che fa i capricci. Non sempre ci azzecco, ma quando succede è una soddisfazione pazzesca. Tipo l’altro giorno: fuori pioveva, l’autunno si sentiva nell’aria, e mi è venuta voglia di qualcosa di caldo. Ho fatto una zuppa di zucca – sì, proprio quella arancione che sa di bosco – con un filo d’olio e un po’ di spezie. Me la sono gustata senza pensare alle calorie, solo al fatto che mi stava scaldando dentro. Piccole cose, ma cambiano tutto.

La tua pasta al forno? Un trionfo! Io ho avuto una storia simile con le lasagne. Per anni le ho evitate come se fossero il nemico, poi una sera d’ottobre, con quel freddo che ti entra nelle ossa, ho detto: "Ma perché no?". Le ho fatte leggere, con verdure e un po’ di besciamella fatta in casa, e me le sono mangiate con calma, senza sensi di colpa. È stato come riabbracciare un pezzo di me che avevo messo da parte. Tu come hai fatto a godertela senza quel peso dopo? Magari hai un segreto che mi può tornare utile!

Sul non strafare, ti capisco benissimo. Io sono una che parte in quarta – tipo "da domani palestra tutti i giorni!" – e poi mi ritrovo con le gambe a pezzi e il morale sottozero. Ultimamente sto imparando a dosarmi: cammino quando il tempo lo permette, magari con un podcast nelle orecchie, oppure faccio stretching sul tappeto di casa guardando fuori dalla finestra. L’autunno aiuta, sai? Quei colori caldi mi fanno venir voglia di muovermi senza esagerare. Tu come tieni il ritmo? Perché sembri proprio brava a trovare quell’equilibrio che a me a volte scappa di mano. Magari qualche trucco da fan del ZOЖ – che poi sarebbe il mio modo di dire "vita sana" senza sembrare una fissata – me lo puoi passare sottobanco!
Ciao bella, il tuo “eccomi qua” mi ha fatto quasi sentire il profumo di quella zuppa di zucca che racconti – e sì, mi hai messo una fame che non ti dico! Però, sai, leggerti mi ha fatto anche un po’ storcere il naso, perché mi sa che stai andando piano piano verso la strada giusta, ma forse ti manca ancora un po’ di fuoco – letterale e non! Io sono quella fissata con le spezie, lo ammetto: peperoncino, zenzero, curcuma… li metto ovunque, pure nel caffè se mi gira! Non è solo per il gusto, eh, è che mi piace pensare che mi diano una spinta in più, che scaldino il metabolismo e mi facciano bruciare qualcosa anche mentre sono stravaccata sul divano a guardare la pioggia.

La tua storia con la bilancia la capisco, ma mollare i numeri non basta se poi non ti dai una svegliata vera. Quel “ascoltare la fame” che fai è carino, sì, ma non sarà un po’ troppo soft? Io, per dire, quando ho fame – quella vera, non quella nervosa – mi butto su qualcosa che picchia duro: ieri ho fatto un pollo con peperoncino e zenzero, una roba che ti scalda lo stomaco e ti fa sentire viva. Niente calorie contate, ok, ma se ci metti un po’ di spezie termogeniche magari il corpo ringrazia di più, no? La tua zuppa di zucca sembrava perfetta, ma senza un pizzico di pepe o cannella mi sa che resta solo un abbraccio caldo, non una scossa.

Sulla pasta al forno e le lasagne ti do un mezzo punto: bene che ti sei concessa di mangiarle senza drammi, ma non ti sembra un po’ un contentino? Io, per dire, la mia pasta la faccio con un sugo bello piccante – pomodoro, aglio e un peperoncino che ti stende – e giuro che dopo mi sento sazia ma leggera, non appesantita. Tu come fai a non strafare dopo esserti goduta ‘ste cose? Perché io, se non ci sto attenta, l’entusiasmo mi frega: parto con una camminata veloce pensando di essere Wonder Woman e poi mi ritrovo con le ginocchia che implorano pietà. Magari il tuo trucco è proprio quel “passo alla volta” che dici sempre, ma io senza un po’ di pepe – dentro e fuori – mi spengo.

Muoversi con l’autunno è una figata, hai ragione, quei colori ti tirano fuori casa. Io ci aggiungo sempre un tè allo zenzero dopo, che mi scalda e mi dà la sensazione di aver fatto qualcosa di serio. Tu che combini per non mollare? Perché mi sa che hai la pazienza di una santa, ma forse ti manca quel guizzo che ti fa dire: “Ok, ora spingo!”. Dai, condividi un segreto – e se non ce l’hai, prova a buttare un po’ di cayenne nella prossima zuppa e poi mi dici se non ti senti una guerriera!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "eccomi qua", perché non sono proprio brava con i saluti formali. Scrivo oggi perché sento che sto finalmente iniziando a vedere una luce in fondo a questo tunnel che è stato il mio rapporto con il cibo per anni. Non è un segreto, almeno non qui, che ho lottato con la bulimia, e a volte mi sembra ancora di camminare su un filo sospeso, cercando di non cadere di nuovo nei vecchi schemi.
Ultimamente sto provando a cambiare prospettiva. Non si tratta più solo di "perdere peso" o di controllare ogni singola caloria – anche se, lo ammetto, quel pensiero mi passa ancora per la testa. Sto cercando di fare pace con il mio corpo e con quello che metto nel piatto. Un passo alla volta, come dice il titolo di questo thread. Ad esempio, ho smesso di pesarmi ogni giorno. Sembra una cosa da niente, ma per me è stato liberatorio. La bilancia non decide più come mi sento quando mi guardo allo specchio.
Ho scaricato anche un’app per tenere traccia di quello che mangio, ma non per contare ossessivamente i numeri. La uso per ricordarmi di ascoltare la fame vera, quella che arriva dallo stomaco e non dalla testa. A volte funziona, a volte no, ma almeno ci provo. Qualche giorno fa ho persino cucinato una pasta al forno, che era uno dei miei "cibi proibiti", e l’ho mangiata senza sentirmi in colpa dopo. È stato strano, ma bello.
Non sono ancora arrivata dove vorrei
Ehi, "eccomi qua" anche io, che i saluti li salto proprio volentieri! Guarda, ti leggo e sembra quasi di guardarmi allo specchio, ma con qualche differenza – io sono ancora quel tipo che corre dietro al sogno di perdere peso senza un euro in tasca e con il tempo che mi sfugge tra lezioni e coinquilini rumorosi. La tua storia mi colpisce, sai? Quel filo sospeso di cui parli lo sento anch’io, solo che il mio è fatto di noodles istantanei e sensi di colpa quando cedo a una pizzetta al bar del campus.

La tua svolta con la bilancia? Chapeau, davvero. Io ci sto provando, ma confesso che ogni tanto la guardo con la coda dell’occhio, tipo "oggi mi perdoni?". Però hai ragione, liberarsi da quel numerino è un bel passo. Io invece sto tentando di fare pace con il mio portafoglio: mangiare sano senza spendere una fortuna è un’arte, e sto diventando il Picasso dei piatti low-cost. Tipo, ieri ho buttato insieme riso integrale (quello che trovi a un euro al discount), un po’ di ceci in scatola e spezie rubate dalla cucina comune del dormitorio – non sarà gourmet, ma mi ha riempito lo stomaco senza urlarmi "sei un disastro".

L’app per la fame vera è una genialata, me la segno. Io di solito mi dimentico pure di mangiare, poi finisco a strafogarmi di cracker perché "eh, tanto sono leggeri". Spoiler: non funziona. La tua pasta al forno, però, mi ha fatto venir voglia di provarci anch’io. Magari con due zucchine grigliate e un po’ di formaggio spalmabile light, che costa poco e sembra quasi una lasagna per studenti squattrinati. Sul workout, ti dico la mia: scale del dormitorio su e giù con lo zaino pieno di libri – gratis, veloce e fa sudare. Altro che palestra!

Non so te, ma io mi sento sempre a metà strada: voglio arrivare a guardarmi e dire "ok, ci sto bene così", ma tra budget da fame e tempo zero, ogni passo sembra una conquista. Tu come fai a non mollare?
 
Ciao, o forse meglio un "rieccomi" buttato lì, che tanto i convenevoli non mi vengono mai naturali! Ti leggo e mi ci ritrovo un sacco, anche se la mia storia ha un altro sapore – io sono qui che provo a rimettermi in carreggiata insieme al mio compagno, e ti giuro, avere qualcuno al mio fianco sta facendo la differenza. Quel filo sospeso di cui parli lo capisco bene: pure io a volte mi sento come se bastasse un niente per ricascare nei vecchi casini col cibo, ma sapere che non sono da sola mi dà una spinta in più.

La tua scelta di mollare la bilancia ogni giorno mi ha colpita. Io e il mio compagno abbiamo fatto una cosa simile: l’abbiamo proprio nascosta in fondo all’armadio, tipo esilio forzato! All’inizio mi mancava quel controllo, ma ora è un sollievo. Non è più quel numeretto a dirmi se la giornata è andata bene o male. Stiamo provando a concentrarci su altro: tipo mangiare cose che ci fanno stare bene senza impazzire con le calorie. L’altro giorno abbiamo cucinato insieme un risotto con zucca e un filo d’olio – roba semplice, ma buona, e per una volta non ho passato la cena a fare i conti in testa.

L’app che usi per la fame vera mi sembra un’idea furba, quasi quasi la provo. Io di solito mi perdo tra "ho fame?" e "no, è solo stress", e finisce che sgranocchio qualcosa davanti alla tv. Però avere il mio compagno che mi dice "ehi, aspetta, hai davvero voglia di quello?" mi sta aiutando a capirci di più. Tipo ieri: stavo per aprire un pacco di biscotti, ma lui mi ha trascinata a fare due passi e alla fine mi è passata. Non è perfetto, ma è un passo avanti.

La tua pasta al forno mi ha fatto sorridere – io e lui abbiamo i nostri "cibi proibiti" da riconquistare, e stiamo andando per gradi. L’ultima volta abbiamo fatto delle polpette al forno con carne magra e un po’ di verdure dentro, e ce le siamo godute senza drammi. È bello, no? Sentirsi normali mentre mangi, senza quella vocina che ti giudica. Sul movimento, noi ci siamo dati una regola: niente palestra costosa, ma passeggiate dopo cena. Non sarà chissà che, ma con la musica nelle cuffie e lui che mi racconta la sua giornata, diventa un momento nostro – e intanto bruciamo qualcosa!

Non mollare? Io ti dico come faccio: il mio compagno è il mio "perché". Quando mi vedo nello specchio e penso "non ce la farò mai", lui mi ricorda perché abbiamo iniziato. E poi ci siamo messi dei mini obiettivi insieme: tipo bere più acqua o provare una ricetta nuova ogni settimana. Non è una gara, è più un "facciamolo per noi". Tu invece? Cosa ti tiene su quando ti sembra di non arrivare mai alla fine? Magari hai qualche trucco che posso rubarti – o meglio, che possiamo rubarci a vicenda!
 
Ehi, un "rieccoti" sparato a caso, che tanto i saluti li ho sempre improvvisati! Leggerti è stato come guardarmi allo specchio, ma con un filtro un po’ diverso – il tuo compagno che ti accompagna in questo viaggio mi ha fatto quasi invidia, sai? Io invece sono qui, la lupa solitaria dei giorni di scarico, a combattere con kili di zucchine e litri di kefir! Però ti capisco eccome, quel filo sospeso che dici tu lo sento pure io: basta un attimo, un profumo di pizza nell’aria, e zac, rischio di buttarmi su un divano con una teglia intera. Ma avere qualcuno accanto deve essere proprio una marcia in più, quasi un ancora che ti tiene ferma quando la corrente tira troppo.

La bilancia esiliata nell’armadio? Mitici! Io invece la mia l’ho lasciata lì, ma la guardo tipo una vecchia zia rompiscatole: "Ciao, stai zitta, non ti ascolto oggi". Mollare quel controllo quotidiano è stato strano pure per me, all’inizio mi sentivo persa, ma ora? Libera. E i miei giorni di scarico aiutano un sacco in questo: uno o due giorni a settimana – kefir come se piovesse, o verdure che nemmeno un coniglio saprebbe finire, o magari mele e basta – e il resto del tempo provo a mangiare normale, senza fissarmi. Non è che spariscono i chili in un lampo, ma mi sento più leggera dentro, come se stessi dando un reset al caos che ho in testa col cibo.

Il tuo risotto mi ha fatto venire l’acquolina, e le polpette… che idea geniale! Io nei giorni "normali" sto cercando di fare pace coi miei piatti "nemici" – tipo la pasta, che per me è sempre stata un "o tutto o niente". L’ultima volta ho provato una pasta integrale con un sughetto di pomodoro fresco e basilico, porzione umana, niente drammi. E sai che c’è? Non mi sono sentita una criminale dopo! I giorni di scarico mi aiutano a non esagerare quando poi mi lascio andare un po’, è come se mi dessero un confine morbido, una specie di "ok, puoi godertela, ma poi si riparte leggeri".

Sull’app per la fame vera, provala! Io invece nei giorni di scarico ho il mio trucco: quando mi parte il "ho fame" mentale, mi metto a bere acqua come se fossi un cammello nel deserto, oppure mi distraggo con una passeggiata – niente palestra, eh, che pure io sono del team "muoversi senza abbonamenti"! Tipo ieri, dopo un giorno a kefir, stavo per cedere a un pezzo di pane che mi guardava storto dalla cucina, ma ho preso e sono uscita a fare due giri dell’isolato. Tornata a casa, fame sparita, e mi sono sentita una guerriera.

I
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "eccomi qua", perché non sono proprio brava con i saluti formali. Scrivo oggi perché sento che sto finalmente iniziando a vedere una luce in fondo a questo tunnel che è stato il mio rapporto con il cibo per anni. Non è un segreto, almeno non qui, che ho lottato con la bulimia, e a volte mi sembra ancora di camminare su un filo sospeso, cercando di non cadere di nuovo nei vecchi schemi.
Ultimamente sto provando a cambiare prospettiva. Non si tratta più solo di "perdere peso" o di controllare ogni singola caloria – anche se, lo ammetto, quel pensiero mi passa ancora per la testa. Sto cercando di fare pace con il mio corpo e con quello che metto nel piatto. Un passo alla volta, come dice il titolo di questo thread. Ad esempio, ho smesso di pesarmi ogni giorno. Sembra una cosa da niente, ma per me è stato liberatorio. La bilancia non decide più come mi sento quando mi guardo allo specchio.
Ho scaricato anche un’app per tenere traccia di quello che mangio, ma non per contare ossessivamente i numeri. La uso per ricordarmi di ascoltare la fame vera, quella che arriva dallo stomaco e non dalla testa. A volte funziona, a volte no, ma almeno ci provo. Qualche giorno fa ho persino cucinato una pasta al forno, che era uno dei miei "cibi proibiti", e l’ho mangiata senza sentirmi in colpa dopo. È stato strano, ma bello.
Non sono ancora arrivata dove vorrei
Eccomi qua, con un bel respiro profondo prima di scriverti! Sai, leggendo il tuo post mi sono rivista in quel filo sospeso di cui parli, e capisco benissimo quella sensazione di voler trovare un equilibrio senza ricadere nei vecchi schemi. Mi ha colpito tantissimo quello che hai scritto sulla bilancia: smettere di pesarti ogni giorno è un passo gigante, altro che "cosa da niente"! È come togliersi un peso dal cuore, non solo dal corpo.

Io sono quella fissata con il metodo Wim Hof, te l’ho mai raccontato? Ultimamente sto provando a portare un po’ di questa filosofia anche nel mio percorso con il cibo e il corpo. Non parlo solo di buttarmi sotto una doccia fredda (anche se ti giuro, dopo ti senti viva!), ma di come respirare a fondo e affrontare il freddo mi stia aiutando a gestire lo stress. Sai quante volte lo stress mi ha spinto a mangiare senza nemmeno accorgermene? Ora, quando sento quella fame "di testa" che dici tu, provo a fermarmi, faccio qualche respiro profondo alla Wim Hof – tipo inspirare forte e lasciare andare – e mi chiedo: "Ho davvero bisogno di questo?". Non è magico, a volte cedo lo stesso, ma sto imparando ad ascoltarmi meglio.

La tua pasta al forno mi ha fatto sorridere, mi immagino il profumo e quel momento di pace mentre la mangiavi. È una conquista, altroché! Io ho riscoperto il piacere di cucinare con calma, tipo un rituale, e magari dopo una sessione di respirazione mi sento meno in lotta con il piatto. Il freddo e il respiro mi tengono il metabolismo sveglio, o almeno così mi piace pensare, e questo mi dà una spinta a non ossessionarmi con le calorie.

Un passo alla volta, hai ragione. Non siamo ancora arrivate, ma guarda quanta strada stiamo facendo! Tu che ne pensi, ti va di provare un respiro profondo con me la prossima volta che senti il filo tremare? Magari ci aiuta a restare in piedi.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "eccomi qua", perché non sono proprio brava con i saluti formali. Scrivo oggi perché sento che sto finalmente iniziando a vedere una luce in fondo a questo tunnel che è stato il mio rapporto con il cibo per anni. Non è un segreto, almeno non qui, che ho lottato con la bulimia, e a volte mi sembra ancora di camminare su un filo sospeso, cercando di non cadere di nuovo nei vecchi schemi.
Ultimamente sto provando a cambiare prospettiva. Non si tratta più solo di "perdere peso" o di controllare ogni singola caloria – anche se, lo ammetto, quel pensiero mi passa ancora per la testa. Sto cercando di fare pace con il mio corpo e con quello che metto nel piatto. Un passo alla volta, come dice il titolo di questo thread. Ad esempio, ho smesso di pesarmi ogni giorno. Sembra una cosa da niente, ma per me è stato liberatorio. La bilancia non decide più come mi sento quando mi guardo allo specchio.
Ho scaricato anche un’app per tenere traccia di quello che mangio, ma non per contare ossessivamente i numeri. La uso per ricordarmi di ascoltare la fame vera, quella che arriva dallo stomaco e non dalla testa. A volte funziona, a volte no, ma almeno ci provo. Qualche giorno fa ho persino cucinato una pasta al forno, che era uno dei miei "cibi proibiti", e l’ho mangiata senza sentirmi in colpa dopo. È stato strano, ma bello.
Non sono ancora arrivata dove vorrei
Ehi, "eccomi qua" pure io, che i saluti non sono mai stati il mio forte! Che bello leggerti, mi hai fatto sorridere con questa tua luce in fondo al tunnel. Sai, anch’io sto provando a cambiare passo con l’aiuto del mio coach online. Non è sempre facile, tipo quando mi manda quei menù pieni di verdure e io sogno una carbonara, ma le consulenze mi tengono in riga. Il lato positivo? Posso scrivergli pure alle 2 di notte se ho un dubbio! Il negativo? A volte mi manca un "dai, ce la fai" detto di persona. Comunque, la tua pasta al forno senza sensi di colpa? Un goal pazzesco, brava! Io ieri ho azzardato un pollo al curry e… beh, non proprio da chef, ma me lo sono goduto lo stesso!
 
Ciao, o forse più un “ops, eccomi” perché non sono mai stata brava a presentarmi come si deve. Leggerti mi ha fatto davvero bene, sai? Quel tuo “luce in fondo al tunnel” mi ha colpita, perché anch’io sto cercando di trovarla, a modo mio. Non ho mai avuto il coraggio di dirlo qui, ma pure io ho i miei alti e bassi con il cibo, anche se non proprio come te. Il mio problema è che sono vegana da anni, e a volte mi perdo tra il voler dimagrire e il non voler cedere su quello in cui credo. Tipo, non è facile trovare un equilibrio quando hai il diabete che ti guarda storto ogni volta che sbagli una porzione!

Ultimamente sto provando a fare pace anch’io, un po’ come dici tu. Non con la bilancia – quella l’ho bandita da un pezzo perché mi faceva solo arrabbiare – ma con le mie scelte a tavola. Ho scaricato un’app pure io, ma finisce che la uso più per segnarmi idee di ricette che per altro. Non sono una che conta calorie, però mi piace sapere che quello che mangio mi fa bene senza farmi sentire… come dire, punita. Tipo ieri: ho fatto un curry di ceci con latte di cocco light e un po’ di riso integrale. Niente di che, ma era saporito e non mi sono sentita “a dieta”. Certo, magari non era da foto su Instagram, ma per me è stato un piccolo trionfo.

La tua pasta al forno mi ha ispirata, lo ammetto. Io ho sempre avuto paura dei “piatti pesanti”, anche se vegani, perché mi sembrava di esagerare. Però leggerti mi ha fatto venir voglia di provare qualcosa di simile, magari una lasagna con besciamella di soia e tante verdure. Non sarà leggera come un’insalata, ma se tu hai mangiato senza sensi di colpa, forse posso farcela anch’io. È strano, no? Come certe cose che ci spaventano alla fine diventano una specie di vittoria.

Scusa se mi sono dilungata, non volevo rubarti troppo tempo! È che mi rivedo un po’ in quel tuo “un passo alla volta”. Io sto cercando di non correre, di non pretendere tutto subito, anche se a volte mi scappa di sognare un corpo diverso. Ma va bene così, no? Intanto, se hai qualche trucco per non cedere alla tentazione di controllarti troppo, fammi sapere. Io, per dire, ho scoperto che tenere in frigo un hummus fatto in casa mi salva da quegli attacchi di fame nervosa. Magari non è la soluzione a tutto, ma almeno è vegano, sano e non mi fa pentire dopo!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "eccomi qua", perché non sono proprio brava con i saluti formali. Scrivo oggi perché sento che sto finalmente iniziando a vedere una luce in fondo a questo tunnel che è stato il mio rapporto con il cibo per anni. Non è un segreto, almeno non qui, che ho lottato con la bulimia, e a volte mi sembra ancora di camminare su un filo sospeso, cercando di non cadere di nuovo nei vecchi schemi.
Ultimamente sto provando a cambiare prospettiva. Non si tratta più solo di "perdere peso" o di controllare ogni singola caloria – anche se, lo ammetto, quel pensiero mi passa ancora per la testa. Sto cercando di fare pace con il mio corpo e con quello che metto nel piatto. Un passo alla volta, come dice il titolo di questo thread. Ad esempio, ho smesso di pesarmi ogni giorno. Sembra una cosa da niente, ma per me è stato liberatorio. La bilancia non decide più come mi sento quando mi guardo allo specchio.
Ho scaricato anche un’app per tenere traccia di quello che mangio, ma non per contare ossessivamente i numeri. La uso per ricordarmi di ascoltare la fame vera, quella che arriva dallo stomaco e non dalla testa. A volte funziona, a volte no, ma almeno ci provo. Qualche giorno fa ho persino cucinato una pasta al forno, che era uno dei miei "cibi proibiti", e l’ho mangiata senza sentirmi in colpa dopo. È stato strano, ma bello.
Non sono ancora arrivata dove vorrei
Eccomi, un saluto veloce perché anch’io non sono tipo da formalità! Ti capisco benissimo, quel filo sospeso di cui parli lo conosco fin troppo bene. Dopo il mio divorzio, ho iniziato questo percorso per sentirmi meglio con me stessa, e anche per me non è solo questione di peso. Liberarmi dalla bilancia è stato un gran passo, come dici tu, e mi ha fatto respirare di nuovo. La pasta al forno senza sensi di colpa? Un sogno che sto inseguendo anch’io! Ultimamente provo a muovermi di più, niente di pesante, magari qualche posizione rilassante per calmare la mente. Un passo alla volta, no? Brava, continua così!