Yoga in viaggio: come restare flessibili e in forma lontano da casa

Vampir Toza

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti,
vi scrivo da un treno diretto in montagna, con il solito zaino pieno di idee per non perdere la forma. Quando viaggio, lo yoga è il mio alleato: non serve tanto spazio, basta un tappetino o anche solo il pavimento della stanza d’albergo. Una cosa che ho notato? Dopo ore seduto in aereo o in macchina, una sequenza semplice come il cane a testa in giù o la posizione del gatto-mucca mi rimette in sesto, scioglie la schiena e mi fa sentire meno "bloccato".
Per l’energia, punto su snack sani che porto sempre con me: mandorle o noci, per esempio, che sono facili da trasportare e ti danno quel boost senza appesantirti. In hotel, se non c’è palestra, provo a usare quello che trovo: una sedia per qualche piegamento o una bottiglia d’acqua come peso leggero. E se sono in natura, una camminata veloce seguita da qualche posizione in piedi tipo l’albero o il guerriero mi fa sentire connesso e in equilibrio.
Non è questione di strafare, ma di mantenere una routine flessibile che si adatti al viaggio. Voi cosa fate per non perdere il ritmo quando siete fuori casa?
 
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Ehi, ti capisco, sai? Io sono quello che di notte si alza e finisce per svuotare il frigo, soprattutto quando sono in viaggio e tutto sembra più... caotico. Il tuo post mi ha fatto pensare: magari potrei provare a portare con me qualcosa di leggero tipo le mandorle che dici tu, per tenere le mani occupate senza esagerare. Oggi, dopo una giornata ferma sul treno, ho fatto due posizioni yoga in camera – niente di che, giusto per muovermi – e mi sono sentita un po’ meno in colpa. Voi come fate a non cedere alla tentazione di notte, specie fuori casa?
 
Ciao a tutti,
vi scrivo da un treno diretto in montagna, con il solito zaino pieno di idee per non perdere la forma. Quando viaggio, lo yoga è il mio alleato: non serve tanto spazio, basta un tappetino o anche solo il pavimento della stanza d’albergo. Una cosa che ho notato? Dopo ore seduto in aereo o in macchina, una sequenza semplice come il cane a testa in giù o la posizione del gatto-mucca mi rimette in sesto, scioglie la schiena e mi fa sentire meno "bloccato".
Per l’energia, punto su snack sani che porto sempre con me: mandorle o noci, per esempio, che sono facili da trasportare e ti danno quel boost senza appesantirti. In hotel, se non c’è palestra, provo a usare quello che trovo: una sedia per qualche piegamento o una bottiglia d’acqua come peso leggero. E se sono in natura, una camminata veloce seguita da qualche posizione in piedi tipo l’albero o il guerriero mi fa sentire connesso e in equilibrio.
Non è questione di strafare, ma di mantenere una routine flessibile che si adatti al viaggio. Voi cosa fate per non perdere il ritmo quando siete fuori casa?
Ciao, ti leggo dal treno e già mi immagino a provare il cane a testa in giù in una carrozza traballante… non so se funzionerebbe! Lo yoga in viaggio è una bella idea, ma sinceramente, non sono così convinta che basti un tappetino per risolvere tutto. Io sono una che segue il principio del mangiare separato, e per me la chiave per stare in forma, anche fuori casa, sta più in quello che metto nello stomaco che nelle posizioni che faccio.

Tipo, tu parli di mandorle e noci come snack sani, e ok, ci sta, sono grassi buoni, ma io le mangio da sole, mai mischiate con altro. Se le abbini a un frutto o a un pezzo di pane, come capita spesso quando sei in giro, secondo me il corpo fa fatica a digerire tutto insieme. Io mi porto dietro le mie "scatoline magiche": una con proteine, tipo qualche fettina di tacchino o un uovo sodo, un’altra con carboidrati, magari riso integrale freddo, e poi i grassi come le tue noci. Divido i pasti così, e ti giuro che dopo ore di viaggio non mi sento gonfia o appesantita come succedeva prima.

Quando sono in hotel o in montagna, non mi fido di improvvisare con sedie o bottiglie d’acqua – non so, mi sembra un po’ un azzardo per la schiena. Piuttosto, cerco di camminarci sopra, al viaggio: una bella salita con lo zaino in spalla, e poi mangio seguendo le mie regole. Tipo, colazione con solo carboidrati (un po’ di avena o una fetta di pane integrale), poi a pranzo proteine con verdure, e la sera magari qualcosa di più leggero, sempre separando. Non è complicato come sembra, basta organizzarsi un minimo.

Tu dici che non vuoi strafare, e ti capisco, ma per me lo yoga da solo non tiene il ritmo a lungo. Se il mese è intenso e voglio vedere risultati, punto tutto sul cibo separato: mi dà energia senza quel senso di pesantezza che ti blocca dopo un giorno in giro. Voi che ne pensate? Qualcuno ha mai provato a dividere i nutrienti così, magari in viaggio, o sono l’unica fissata?
 
Ehi, ti scrivo con un caffè in mano, immaginandoti sul tuo treno con lo zaino e il tappetino… devo dire che mi fai quasi invidia! Io sono in viaggio spesso con mio marito, e pure noi cerchiamo di non mollare la forma, ma ti confesso che lo yoga non è proprio la mia salvezza. Non fraintendermi, capisco il tuo entusiasmo per il cane a testa in giù o il gatto-mucca, e magari per te funziona, ma io dopo ore seduta – che sia treno, aereo o macchina – sento che mi serve qualcosa di più per sbloccarmi davvero.

Noi siamo una coppia che si sprona a vicenda, e questo mi salva la vita. Tipo, lui è fissato con tenere il passo, e io mi sono buttata sul mangiare separato da un po’. Non so se conosci, ma è tipo dividere proteine, carboidrati e grassi in momenti diversi. In viaggio è la mia ancora: mi porto dietro contenitori con petto di pollo grigliato per le proteine, oppure un po’ di quinoa fredda per i carboidrati, e poi mandorle o avocado per i grassi. Niente mischiato, tutto separato. Ti giuro, è una svolta. Quando scendo da un volo lungo, non mi sento quel macigno sullo stomaco che mi capitava prima con i panini o gli snack presi al volo.

Sullo yoga, boh, io e mio marito ci abbiamo provato insieme, ma finisce sempre che lui ride perché non riesco a stare ferma nella posizione dell’albero più di dieci secondi! Però ci diamo una mano diversamente: lui mi trascina a fare camminate veloci ovunque siamo – che sia montagna o città – e io lo tengo d’occhio sul cibo. Tipo, in hotel ci inventiamo i nostri piatti con quello che troviamo: una volta abbiamo chiesto in cucina di cuocerci del pollo senza niente sopra, e poi abbiamo aggiunto verdure crude che avevamo nello zaino. Sembra strano, ma ci fa sentire leggeri e pronti a muoverci.

Tu parli di flessibilità, e ti capisco, ma per me lo yoga da solo non basta a tenermi in riga. Se voglio sentirmi bene e non perdere i risultati, il mangiare separato è quello che mi dà la carica senza appesantirmi. Mio marito invece dice che gli piace il boost delle tue noci, ma le mangia solo se non ha altro sotto mano, altrimenti si lamenta che gli resta tutto sullo stomaco. Magari sono io quella fissata, ma quando viaggio e vedo che non mi gonfio e tengo l’energia, penso che ne valga la pena. Voi altri come vi regolate col cibo fuori casa? Qualcuno ha mai provato questa cosa del separato o sono solo io e il mio socio a farci questi film?
 
Ciao, ti leggo con il tuo caffè in mano e mi immagino anch’io in viaggio, magari con un tè caldo e il tappetino nello zaino. Il tuo entusiasmo per i tuoi rituali mi piace, si sente che hai trovato un equilibrio che funziona per te e tuo marito. La storia dello yoga che non ti salva del tutto mi ha fatto sorridere, perché capisco bene quella sensazione di aver bisogno di altro dopo ore seduta. Io sono una di quelle che, appena può, si butta su un buon mix di movimento e organizzazione, soprattutto quando sono lontana da casa.

La tua idea del mangiare separato mi incuriosisce un sacco. Non l’ho mai provato in modo così strutturato, ma mi sembra una strategia interessante, soprattutto in viaggio, quando è facile cedere a panini pesanti o roba che ti lascia KO. Mi piace come vi arrangiate con i contenitori e le verdure crude, è una bella immagine di coppia che si sostiene e si inventa soluzioni. Io, devo dirtelo, sono più da “pianifico ma improvviso”. Tipo, mi porto dietro qualcosa di leggero – spesso del tacchino affumicato o una manciata di noci – e poi cerco di adattarmi a quello che trovo, ma ammetto che a volte finisco per mangiare un po’ a casaccio e me ne pento dopo.

Sullo yoga in viaggio, io sono una fanatica, ma capisco che non sia per tutti. Mi dà quella sensazione di sciogliermi dopo un treno o un volo, però hai ragione: da solo non basta sempre. Quello che mi salva, più che le posizioni, è buttarmi in camminate lunghe appena arrivo da qualche parte. Non importa se è una città o un posto sperduto, metto le scarpe e via. È un po’ come il tuo marito con il suo passo veloce: ti tiene attiva senza bisogno di troppa attrezzatura. Magari non perdo chili così, ma mi sento meno bloccata e più leggera, soprattutto se ho esagerato con il cibo il giorno prima.

Per il mangiare fuori casa, io punto spesso su robe semplici: una mela, qualche fettina di bresaola, o anche un pezzo di parmigiano se so che non troverò niente di decente. Non sono ancora al livello del separato come te, ma mi hai fatto venire voglia di provare, almeno per vedere se mi dà quella carica che dici. Tra i matti del nostro gruppo, c’è qualcun altro che si porta dietro contenitori o che ha tricks per non sgarrare in viaggio? Io a volte invidio chi riesce a essere super rigoroso, ma poi mi dico che l’importante è muoversi e non sentirsi un macigno, no?

Tuo marito che ride per la posizione dell’albero mi ha fatto pensare a quanto è bello avere un compagno di avventure che ti sprona. Anche nel nostro gruppo dei challenge, cerchiamo di fare così: ci motiviamo a vicenda. Se ti va, potremmo provare a lanciare un mini-maratona a tema viaggio: tipo, tot chilometri camminati o un mix di yoga e cibo leggero, ognuno con le sue strategie. Che ne pensi? Magari ci scappa pure qualche idea nuova per non mollare la forma, ovunque siamo.