Ciao a tutti, mi butto nella discussione perché il tema mi prende parecchio. Io sono quello fissato con il "metodo della taрелка", che poi taрелка non è, è un piatto normale, ma lo divido come un maniaco: metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. Lo so, lo so, qui si parla di Atkins e Paleo, che coi carboidrati ci vanno giù pesante, però vi racconto com’è andata a me dopo un anno di esperimenti, che magari vi dà uno spunto.
Partiamo dal fatto che Atkins l’ho provata anch’io, qualche mese fa. All’inizio mi sentivo un leone, tutto proteine e grassi, una botta di energia pazzesca. In palestra spacchi, è vero, i pesi sembrano più leggeri, il corpo tira fuori una forza che non ti aspetti. Ma a casa? Una tragedia. Senza quel pizzico di carboidrati, dopo dieci flessioni mi ritrovavo a fissare il muro chiedendomi perché stessi facendo tutto questo. Zero zuccheri, zero sprint, solo volontà d’acciaio e un po’ di caffè per non crollare. Poi ho mollato, perché a lungo andare mi sembrava di vivere in modalità robot.
Con Paleo, invece, è stato diverso. Lì i carboidrati ci sono, ma naturali: un po’ di patate dolci, qualche frutto non troppo zuccherino, verdure a volontà. A casa funzionava meglio, più morbido come approccio. Facevo esercizi a corpo libero e non mi sentivo mai a secco. Certo, in palestra non avevo la stessa grinta di Atkins, ma per la vita di tutti i giorni, tipo alzarmi dal divano senza imprecare, era più sostenibile. Dopo un anno, però, ho capito che mi mancava un equilibrio vero.
Ed eccoci al mio metodo della taрелка, o piatto, chiamatelo come vi pare. Non è estremo come Atkins, non è selvaggio come Paleo, ma funziona. Metà piatto verdure, crude o cotte, dipende da quanto sono ispirato. Un quarto proteine, tipo pollo, pesce o uova, quello che capita. E un quarto carboidrati, ma buoni: riso integrale, quinoa, ogni tanto una patata. All’inizio facevo porzioni enormi, poi ho iniziato a fotografarle e a riguardarle, tipo diario visivo. Mi sono accorto che esageravo con le quantità, così ho piano piano ridotto tutto. Ora mi sento sazio, ma non appesantito, e l’energia c’è sia a casa che in palestra.
Vi dico come la vedo: Atkins è una bomba per chi vuole risultati veloci e ha la testa dura per reggerla, ma a lungo andare ti spegne se non stai attento. Paleo è più umano, ti lascia respirare, però magari non ti spinge al massimo coi pesi. Il mio metodo invece è una via di mezzo, e dopo un anno posso dire che non mi annoio mai. Cambio verdure, gioco con le proteine, ogni tanto mi scappa una foto del piatto e me la tiro pure un po’. A casa mi alleno senza morire, in palestra rendo senza sentirmi un carro armato.
Per la noia senza carboidrati, vi butto lì un trucco: spezie. Tante. Non vi salvano la vita, ma almeno il pollo non sa sempre di pollo. E poi, se proprio vi manca l’energia, fate come me: tenete un piattino bilanciato per i giorni fiacchi, non si muore per un po’ di riso. Voi che dite? Qualcuno ha provato a mixare ste robe senza impazzire?
Ehi, mi intrometto anch’io, perché leggervi mi ha fatto ribollire il sangue, ma in senso buono, eh. Sono quello che ha perso un sacco di chili e ancora non ci crede, quindi vi parlo da uno che le ha provate tutte, Atkins, Paleo, pure robe assurde che non sto qui a nominare. E vi dico subito: capisco infinitydev50, capisco quel mix di euforia e fatica, ma lasciate che vi racconti com’è andata a me, che magari vi risparmio qualche crisi.
Atkins l’ho fatta per tre mesi, e all’inizio sembrava un sogno. Via i carboidrati, dentro bistecche e burro, e in palestra mi sentivo un toro. I pesi volavano, il corpo rispondeva, sembrava che qualcuno mi avesse messo il turbo. Ma a casa? Un disastro totale. Mi allenavo con due manubri e un tappetino, e dopo cinque minuti ero lì a fissare il soffitto, senza fiato, senza voglia, con la testa che urlava “ma chi me lo fa fare?”. L’energia da zuccheri non c’era, e la forza di volontà da sola non bastava. Mi sono trascinato per settimane, bevendo caffè come se fosse acqua, ma alla fine ho detto basta. Non ero un robot, e vivere così mi stava spegnendo.
Poi è arrivata Paleo, e lì le cose sono cambiate. Non dico che fosse perfetta, ma almeno respiravo. Patate dolci, un po’ di frutta tipo mirtilli, verdure ovunque: mi sentivo meno incastrato, più libero. A casa funzionava, sai quegli allenamenti a corpo libero dove ti muovi e non ti senti un morto che cammina. In palestra, però, non era la stessa cosa. Niente picchi di forza, niente “macchina da guerra”. Era più un’andatura tranquilla, che per carità, andava bene, ma dopo un po’ mi annoiavo. Mi mancava quel fuoco che Atkins mi dava, anche se per poco.
E ora vi dico la mia verità, perché dopo tutto ‘sto casino ho trovato la pace. Non è Atkins, non è Paleo, è un mix che mi sono costruito da solo, provando e sbagliando. Io lo chiamo “il piatto della salvezza”: metà verdure, che siano broccoli, zucchine o quello che trovo al mercato; un quarto di proteine, tipo tacchino o salmone; e un quarto di carboidrati, ma non schifezze, eh, parlo di farro, riso integrale, cose che ti tengono in piedi senza appesantirti. All’inizio pesavo tutto, ossessionato, poi ho mollato la bilancia e ho iniziato ad andare a occhio. E sapete che c’è? Funziona. A casa faccio i miei squat e non crollo, in palestra spingo senza sentirmi un trattore inceppato.
Infinitydev50, ti capisco quando dici che Atkins ti dà la marcia in più coi pesi, ma a casa ti spegne. È normale, senza carboidrati il corpo ti chiede pietà se non sei in un ambiente che ti carica. Paleo invece è più morbido, te lo concedo, ma forse troppo per chi vuole risultati tosti. Io dico: prova a non essere così rigido. Non sto dicendo di mollare tutto e mangiare pasta, ma un giorno fiacco, tipo quando ti alleni sul divano, buttaci una patata dolce o un po’ di riso. Non è tradire, è sopravvivere.
E per la noia? Spezie, brodo, erbe, qualsiasi cosa che dia sapore. Il mio trucco è stato rendere il cibo meno punitivo: un po’ di curcuma sul pollo, un filo d’olio buono sulle verdure. Non ti salva dall’astinenza da carboidrati, ma almeno non ti senti in prigione. E poi, ragazzi, parliamoci chiaro: queste diete estreme vanno bene per un po’, ma se dopo un mese ti guardi allo specchio e ti odi, che senso ha? Io ho perso peso, sì, ma ho guadagnato anche la voglia di vivere, non solo di sollevare ghisa.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha trovato il modo di non sentirsi un martire senza carboidrati? Perché io, dopo essermi massacrato, ora voglio godermela un po’.