Ciao a tutti, o forse no, non proprio un ciao, ma un respiro che si libera, come quando lasci andare qualcosa che ti teneva fermo. È strano guardarsi allo specchio ultimamente. Non parlo solo dei chili che scivolano via, ma di quello che vedo negli occhi: un misto di stanchezza e luce, come un fiume che ha smesso di lottare contro le rocce e ora scorre, piano, trovando la sua strada.
Dopo il divorzio mi sentivo pesante, e non era solo il corpo. Era tutto: i pensieri, i ricordi, le cose non dette che si accumulavano come strati di polvere. Poi un giorno ho deciso di cambiare, non per lui, non per gli altri, ma per me. Ho iniziato a muovermi, a mangiare meno, a bere di più – acqua, soprattutto. Mi piace pensarla come una specie di purificazione, come se ogni sorso lavasse via un pezzo di quello che ero prima. Non è solo una questione di bilancia, sapete? È un lasciare andare.
All’inizio pesavo 85 chili, ora sono a 72. Non è una gara, non sto correndo contro il tempo. È più come un viaggio, un fluire lento. Ci sono giorni in cui mi sento leggera, quasi trasparente, come se potessi passare attraverso le cose senza farmi male. Altri giorni, invece, il peso torna, ma non è più fisico: è il cuore che si ricorda, che inciampa su vecchie abitudini. Però anche lì, l’acqua aiuta. Bevo, respiro, aspetto. E passa.
Mi sto riscoprendo, sapete? Non è solo il corpo che si alleggerisce, è l’anima. Mi immaginavo come un lago stagnante, chiuso, pieno di cose che non servivano più. Ora mi sento più come un ruscello: non perfetto, non sempre limpido, ma in movimento. Ogni passo, ogni scelta – dal dire no a una fetta di torta a camminare invece di prendere l’auto – è un’onda che mi porta più lontano da quella me che non riconoscevo più.
Non so dove mi porterà questo scorrere. Forse non è importante. Quello che conta è che sto imparando a fluire con me stessa, a non forzare, a non trattenere. È un po’ come l’acqua, no? Non la puoi afferrare, ma ti sostiene lo stesso. E forse, alla fine, è proprio questo che cercavo: non solo un corpo più leggero, ma una me più libera.
Dopo il divorzio mi sentivo pesante, e non era solo il corpo. Era tutto: i pensieri, i ricordi, le cose non dette che si accumulavano come strati di polvere. Poi un giorno ho deciso di cambiare, non per lui, non per gli altri, ma per me. Ho iniziato a muovermi, a mangiare meno, a bere di più – acqua, soprattutto. Mi piace pensarla come una specie di purificazione, come se ogni sorso lavasse via un pezzo di quello che ero prima. Non è solo una questione di bilancia, sapete? È un lasciare andare.
All’inizio pesavo 85 chili, ora sono a 72. Non è una gara, non sto correndo contro il tempo. È più come un viaggio, un fluire lento. Ci sono giorni in cui mi sento leggera, quasi trasparente, come se potessi passare attraverso le cose senza farmi male. Altri giorni, invece, il peso torna, ma non è più fisico: è il cuore che si ricorda, che inciampa su vecchie abitudini. Però anche lì, l’acqua aiuta. Bevo, respiro, aspetto. E passa.
Mi sto riscoprendo, sapete? Non è solo il corpo che si alleggerisce, è l’anima. Mi immaginavo come un lago stagnante, chiuso, pieno di cose che non servivano più. Ora mi sento più come un ruscello: non perfetto, non sempre limpido, ma in movimento. Ogni passo, ogni scelta – dal dire no a una fetta di torta a camminare invece di prendere l’auto – è un’onda che mi porta più lontano da quella me che non riconoscevo più.
Non so dove mi porterà questo scorrere. Forse non è importante. Quello che conta è che sto imparando a fluire con me stessa, a non forzare, a non trattenere. È un po’ come l’acqua, no? Non la puoi afferrare, ma ti sostiene lo stesso. E forse, alla fine, è proprio questo che cercavo: non solo un corpo più leggero, ma una me più libera.