Ciao a tutti, o forse no, non lo so, oggi mi sento un po’ persa nei miei pensieri. Fuori piove, e mentre guardo le gocce scivolare sul vetro, mi ritrovo a pensare a come tutto è cambiato da quando ho iniziato questo viaggio. Non è stato facile, sapete? C’erano giorni in cui il peso sul cuore era più pesante di quello sul mio corpo. Ma poi ho trovato la yoga, o forse è stata lei a trovare me.
All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: “Come può starmene lì a respirare e fare qualche posizione strana aiutarmi a perdere chili?”. Eppure, è successo. Non è stata una di quelle trasformazioni lampo da concorso, no, niente di così eclatante. È stato lento, quasi silenzioso. Mangiavo meno, ma non perché mi forzavo. Semplicemente, pianificando i pasti con più calma, ho iniziato a sentire cosa mi serviva davvero. Una tisana al posto di uno snack, un’insalata con un po’ di semi invece di buttarmi su qualcosa di pesante. La yoga mi ha insegnato ad ascoltare, a fermarmi.
La mia routine non è niente di speciale, ve lo dico subito. Mi sveglio presto, quando la casa è ancora avvolta nel silenzio, e stendo il tappetino. Qualche saluto al sole, un po’ di torsioni, e poi mi siedo a meditare. Non sempre riesco a svuotare la mente, eh, spesso i pensieri si accavallano come onde, ma va bene così. Dopo, mi metto a preparare la giornata: una colazione leggera, magari con dello yogurt e qualche frutto, un pranzo che posso portare con me, semplice ma nutriente. La sera, qualcosa di caldo, una zuppa, un tè. Non è fame, è equilibrio.
A volte mi manca il caos di prima, sapete? Quei giorni in cui mangiavo senza pensarci, senza pesare ogni scelta. Ma poi guardo indietro e vedo quanto mi sentivo intrappolata. La yoga non mi ha solo fatto perdere peso – credo siano una decina di chili ormai, non tengo il conto preciso – mi ha dato una specie di pace malinconica. Non è felicità a tutto volume, è più un respiro profondo, un “ok, sto bene così”.
Se avete voglia, provate. Non serve essere perfetti. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e magari una playlist che vi tenga compagnia. Pianificate i pasti come un piccolo rituale, non come un dovere. E se vi sentite giù, lasciate che la malinconia passi, come una nuvola. Magari ci vediamo in qualche posizione, chissà.
All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: “Come può starmene lì a respirare e fare qualche posizione strana aiutarmi a perdere chili?”. Eppure, è successo. Non è stata una di quelle trasformazioni lampo da concorso, no, niente di così eclatante. È stato lento, quasi silenzioso. Mangiavo meno, ma non perché mi forzavo. Semplicemente, pianificando i pasti con più calma, ho iniziato a sentire cosa mi serviva davvero. Una tisana al posto di uno snack, un’insalata con un po’ di semi invece di buttarmi su qualcosa di pesante. La yoga mi ha insegnato ad ascoltare, a fermarmi.
La mia routine non è niente di speciale, ve lo dico subito. Mi sveglio presto, quando la casa è ancora avvolta nel silenzio, e stendo il tappetino. Qualche saluto al sole, un po’ di torsioni, e poi mi siedo a meditare. Non sempre riesco a svuotare la mente, eh, spesso i pensieri si accavallano come onde, ma va bene così. Dopo, mi metto a preparare la giornata: una colazione leggera, magari con dello yogurt e qualche frutto, un pranzo che posso portare con me, semplice ma nutriente. La sera, qualcosa di caldo, una zuppa, un tè. Non è fame, è equilibrio.
A volte mi manca il caos di prima, sapete? Quei giorni in cui mangiavo senza pensarci, senza pesare ogni scelta. Ma poi guardo indietro e vedo quanto mi sentivo intrappolata. La yoga non mi ha solo fatto perdere peso – credo siano una decina di chili ormai, non tengo il conto preciso – mi ha dato una specie di pace malinconica. Non è felicità a tutto volume, è più un respiro profondo, un “ok, sto bene così”.
Se avete voglia, provate. Non serve essere perfetti. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e magari una playlist che vi tenga compagnia. Pianificate i pasti come un piccolo rituale, non come un dovere. E se vi sentite giù, lasciate che la malinconia passi, come una nuvola. Magari ci vediamo in qualche posizione, chissà.