Pasti, yoga e un po' di malinconia: come ho trovato equilibrio perdendo peso

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non lo so, oggi mi sento un po’ persa nei miei pensieri. Fuori piove, e mentre guardo le gocce scivolare sul vetro, mi ritrovo a pensare a come tutto è cambiato da quando ho iniziato questo viaggio. Non è stato facile, sapete? C’erano giorni in cui il peso sul cuore era più pesante di quello sul mio corpo. Ma poi ho trovato la yoga, o forse è stata lei a trovare me.
All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: “Come può starmene lì a respirare e fare qualche posizione strana aiutarmi a perdere chili?”. Eppure, è successo. Non è stata una di quelle trasformazioni lampo da concorso, no, niente di così eclatante. È stato lento, quasi silenzioso. Mangiavo meno, ma non perché mi forzavo. Semplicemente, pianificando i pasti con più calma, ho iniziato a sentire cosa mi serviva davvero. Una tisana al posto di uno snack, un’insalata con un po’ di semi invece di buttarmi su qualcosa di pesante. La yoga mi ha insegnato ad ascoltare, a fermarmi.
La mia routine non è niente di speciale, ve lo dico subito. Mi sveglio presto, quando la casa è ancora avvolta nel silenzio, e stendo il tappetino. Qualche saluto al sole, un po’ di torsioni, e poi mi siedo a meditare. Non sempre riesco a svuotare la mente, eh, spesso i pensieri si accavallano come onde, ma va bene così. Dopo, mi metto a preparare la giornata: una colazione leggera, magari con dello yogurt e qualche frutto, un pranzo che posso portare con me, semplice ma nutriente. La sera, qualcosa di caldo, una zuppa, un tè. Non è fame, è equilibrio.
A volte mi manca il caos di prima, sapete? Quei giorni in cui mangiavo senza pensarci, senza pesare ogni scelta. Ma poi guardo indietro e vedo quanto mi sentivo intrappolata. La yoga non mi ha solo fatto perdere peso – credo siano una decina di chili ormai, non tengo il conto preciso – mi ha dato una specie di pace malinconica. Non è felicità a tutto volume, è più un respiro profondo, un “ok, sto bene così”.
Se avete voglia, provate. Non serve essere perfetti. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e magari una playlist che vi tenga compagnia. Pianificate i pasti come un piccolo rituale, non come un dovere. E se vi sentite giù, lasciate che la malinconia passi, come una nuvola. Magari ci vediamo in qualche posizione, chissà.
 
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Ciao a tutti, o forse no, non lo so, oggi mi sento un po’ persa nei miei pensieri. Fuori piove, e mentre guardo le gocce scivolare sul vetro, mi ritrovo a pensare a come tutto è cambiato da quando ho iniziato questo viaggio. Non è stato facile, sapete? C’erano giorni in cui il peso sul cuore era più pesante di quello sul mio corpo. Ma poi ho trovato la yoga, o forse è stata lei a trovare me.
All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: “Come può starmene lì a respirare e fare qualche posizione strana aiutarmi a perdere chili?”. Eppure, è successo. Non è stata una di quelle trasformazioni lampo da concorso, no, niente di così eclatante. È stato lento, quasi silenzioso. Mangiavo meno, ma non perché mi forzavo. Semplicemente, pianificando i pasti con più calma, ho iniziato a sentire cosa mi serviva davvero. Una tisana al posto di uno snack, un’insalata con un po’ di semi invece di buttarmi su qualcosa di pesante. La yoga mi ha insegnato ad ascoltare, a fermarmi.
La mia routine non è niente di speciale, ve lo dico subito. Mi sveglio presto, quando la casa è ancora avvolta nel silenzio, e stendo il tappetino. Qualche saluto al sole, un po’ di torsioni, e poi mi siedo a meditare. Non sempre riesco a svuotare la mente, eh, spesso i pensieri si accavallano come onde, ma va bene così. Dopo, mi metto a preparare la giornata: una colazione leggera, magari con dello yogurt e qualche frutto, un pranzo che posso portare con me, semplice ma nutriente. La sera, qualcosa di caldo, una zuppa, un tè. Non è fame, è equilibrio.
A volte mi manca il caos di prima, sapete? Quei giorni in cui mangiavo senza pensarci, senza pesare ogni scelta. Ma poi guardo indietro e vedo quanto mi sentivo intrappolata. La yoga non mi ha solo fatto perdere peso – credo siano una decina di chili ormai, non tengo il conto preciso – mi ha dato una specie di pace malinconica. Non è felicità a tutto volume, è più un respiro profondo, un “ok, sto bene così”.
Se avete voglia, provate. Non serve essere perfetti. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e magari una playlist che vi tenga compagnia. Pianificate i pasti come un piccolo rituale, non come un dovere. E se vi sentite giù, lasciate che la malinconia passi, come una nuvola. Magari ci vediamo in qualche posizione, chissà.
Ehi, ciao, o forse solo un saluto silenzioso oggi, visto che la pioggia fuori sembra parlare per tutti. Ti leggo e mi ritrovo un po’ nei tuoi pensieri, sai? Quel mix di calma e malinconia che descrivi lo conosco bene. Anch’io sono in questo viaggio da un po’, e devo dire che il tuo racconto mi ha fatto fermare a riflettere. Ho perso 5 chili nell’ultimo mese, niente di clamoroso, ma per me è un passo che sa di conquista. Non è stato un piano perfetto o una dieta ferrea, più che altro un provare a cambiare qualcosa, giorno dopo giorno.

All’inizio mi sono buttato sul contare calorie, ma non durava: troppo stress, troppi numeri. Poi ho iniziato a fare come dici tu, a pianificare i pasti con più attenzione. Non è fame, hai ragione, è proprio equilibrio. La mattina mi preparo un porridge con un po’ di cannella e qualche fettina di mela, a pranzo qualcosa di semplice tipo riso integrale con verdure grigliate, e la sera magari una vellutata di zucca. Non mi sento a dieta, mi sento solo più… presente, ecco. Tu parli di yoga, e mi sa che mi hai messo la curiosità. Non l’ho mai provato, ma quel “fermarsi ad ascoltare” che dici mi attira. Magari ci provo, anche solo con un saluto al sole per vedere com’è.

Per andare avanti, sto cercando di non fissarmi troppo sui chili. Certo, veder scendere quel numeretto sulla bilancia fa piacere, ma a volte mi chiedo: e dopo? Come si fa a non tornare indietro? Tu sembri aver trovato una strada con la yoga e quella pace malinconica che descrivi. Mi piace, sai? È reale, non è una di quelle storie da “tutto perfetto in 30 giorni”. Se hai qualche consiglio per chi, come me, è a metà del guado e vuole tenere il ritmo senza crollare, te ne sarei grato. Intanto, grazie per aver condiviso il tuo pezzo di viaggio – mi ha fatto sentire meno solo in questo mio.
 
Ciao a tutti, o forse no, non lo so, oggi mi sento un po’ persa nei miei pensieri. Fuori piove, e mentre guardo le gocce scivolare sul vetro, mi ritrovo a pensare a come tutto è cambiato da quando ho iniziato questo viaggio. Non è stato facile, sapete? C’erano giorni in cui il peso sul cuore era più pesante di quello sul mio corpo. Ma poi ho trovato la yoga, o forse è stata lei a trovare me.
All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: “Come può starmene lì a respirare e fare qualche posizione strana aiutarmi a perdere chili?”. Eppure, è successo. Non è stata una di quelle trasformazioni lampo da concorso, no, niente di così eclatante. È stato lento, quasi silenzioso. Mangiavo meno, ma non perché mi forzavo. Semplicemente, pianificando i pasti con più calma, ho iniziato a sentire cosa mi serviva davvero. Una tisana al posto di uno snack, un’insalata con un po’ di semi invece di buttarmi su qualcosa di pesante. La yoga mi ha insegnato ad ascoltare, a fermarmi.
La mia routine non è niente di speciale, ve lo dico subito. Mi sveglio presto, quando la casa è ancora avvolta nel silenzio, e stendo il tappetino. Qualche saluto al sole, un po’ di torsioni, e poi mi siedo a meditare. Non sempre riesco a svuotare la mente, eh, spesso i pensieri si accavallano come onde, ma va bene così. Dopo, mi metto a preparare la giornata: una colazione leggera, magari con dello yogurt e qualche frutto, un pranzo che posso portare con me, semplice ma nutriente. La sera, qualcosa di caldo, una zuppa, un tè. Non è fame, è equilibrio.
A volte mi manca il caos di prima, sapete? Quei giorni in cui mangiavo senza pensarci, senza pesare ogni scelta. Ma poi guardo indietro e vedo quanto mi sentivo intrappolata. La yoga non mi ha solo fatto perdere peso – credo siano una decina di chili ormai, non tengo il conto preciso – mi ha dato una specie di pace malinconica. Non è felicità a tutto volume, è più un respiro profondo, un “ok, sto bene così”.
Se avete voglia, provate. Non serve essere perfetti. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e magari una playlist che vi tenga compagnia. Pianificate i pasti come un piccolo rituale, non come un dovere. E se vi sentite giù, lasciate che la malinconia passi, come una nuvola. Magari ci vediamo in qualche posizione, chissà.
Ehi, anime in cerca di equilibrio, o forse solo di un modo per non sentirsi in colpa davanti a una tisana mentre fuori piove! 😅 La tua storia mi ha colpita, sai? Quel mix di yoga, malinconia e piatti che sembrano usciti da un rituale zen mi ha fatto riflettere. E, visto che sono quella che passa le giornate a spulciare studi scientifici mentre gli altri contano calorie, ho pensato di buttare giù due righe – o forse qualcuna in più – per vedere se c’è del vero dietro questo tuo “respiro profondo” che sa di pace e chili persi.

Partiamo dal punto che mi ha fatto alzare un sopracciglio: yoga e perdita di peso. Ammettiamolo, quando pensi a dimagrire, non è che ti immagini subito in posizione del cane a testa in giù, no? Eppure, c’è qualcosa sotto. Gli studi lo dicono chiaro: lo yoga, specie se fatto con costanza, abbassa i livelli di cortisolo, quell’ormone dello stress che ti fa aggrappare al grasso come se fosse un salvagente in mezzo al mare. Uno studio del 2018 (sì, ho le fonti, ma non vi annoio con i dettagli) ha mostrato che chi pratica yoga regolarmente tende a mangiare meno impulsivamente. Tipo che invece di saccheggiare il frigo alle 23, ti ritrovi con una tisana in mano a chiederti “ma chi sono io?”. 😂

Poi c’è la questione del “sentire cosa ti serve davvero”. Qui entriamo nel territorio della mindfulness, che non è solo una parola figa da buttare lì per sembrare profondi. La scienza dice che chi mangia con consapevolezza – pianificando, assaporando, senza infilarsi in bocca tutto come se fosse un videogame a punti – finisce per ridurre le porzioni senza nemmeno accorgersene. Uno studio su Appetite ha trovato che le persone che meditano prima di mangiare scelgono cibi più sani e leggeri. Ecco spiegato il tuo passaggio da “qualcosa di pesante” a insalata con semi. Non è magia, è il cervello che smette di urlare “dammi zuccheri!” e inizia a sussurrare “ok, forse sto bene con un po’ di yogurt e frutta”.

E il sonno? Non ne hai parlato tanto, ma quel tuo risveglio presto con il tappetino mi fa pensare che dormi pure meglio. Lo yoga aiuta, sai? Regola il ritmo circadiano, e quando dormi bene il tuo metabolismo ringrazia. La leptina, che ti dice “sono sazio”, sale, mentre la grelina, quella che ti fa sognare una pizza alle 3 di notte, cala. Risultato? Meno fame nervosa, meno chili. Non lo dico io, lo dice uno studio del 2020 su Sleep Medicine. 😉

Certo, non è che ti trasformi in una modella da copertina in due settimane, e tu l’hai capito bene. Quel “lento, quasi silenzioso” che descrivi è reale: la perdita di peso con lo yoga è graduale, ma sostenibile. Non è la dieta lampo che ti fa perdere 5 chili e poi te ne restituisce 7 con gli interessi. È più un rieducare il corpo e la mente, un po’ come insegnare a un cane vecchio nuovi trucchi – ci vuole pazienza, ma alla fine funziona.

E la malinconia? Beh, quella è il tuo tocco da poeta, ma forse c’entra pure la scienza. Lo yoga stimola il sistema nervoso parasimpatico, quello del “rilassati, non è la fine del mondo”. Magari non sei felice a tutto volume, ma quel “sto bene così” sa di serotonina che fa il suo lavoro in sordina. Non male per qualche saluto al sole e una zuppa, no?

Insomma, mi hai quasi convinta a mollare le mie tabelle di dati per un tappetino. Quasi, eh. 😏 Se qualcun altro vuole provare, fate come lei: niente perfezione, solo un angolo tranquillo e magari una playlist che non vi faccia sbadigliare. E se la malinconia bussa, lasciatela passare – tanto, con una tisana in mano, chi ha tempo di starle dietro? Ci vediamo in posizione del guerriero, forse!
 
Ciao a tutti, o forse no, non lo so, oggi mi sento un po’ persa nei miei pensieri. Fuori piove, e mentre guardo le gocce scivolare sul vetro, mi ritrovo a pensare a come tutto è cambiato da quando ho iniziato questo viaggio. Non è stato facile, sapete? C’erano giorni in cui il peso sul cuore era più pesante di quello sul mio corpo. Ma poi ho trovato la yoga, o forse è stata lei a trovare me.
All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: “Come può starmene lì a respirare e fare qualche posizione strana aiutarmi a perdere chili?”. Eppure, è successo. Non è stata una di quelle trasformazioni lampo da concorso, no, niente di così eclatante. È stato lento, quasi silenzioso. Mangiavo meno, ma non perché mi forzavo. Semplicemente, pianificando i pasti con più calma, ho iniziato a sentire cosa mi serviva davvero. Una tisana al posto di uno snack, un’insalata con un po’ di semi invece di buttarmi su qualcosa di pesante. La yoga mi ha insegnato ad ascoltare, a fermarmi.
La mia routine non è niente di speciale, ve lo dico subito. Mi sveglio presto, quando la casa è ancora avvolta nel silenzio, e stendo il tappetino. Qualche saluto al sole, un po’ di torsioni, e poi mi siedo a meditare. Non sempre riesco a svuotare la mente, eh, spesso i pensieri si accavallano come onde, ma va bene così. Dopo, mi metto a preparare la giornata: una colazione leggera, magari con dello yogurt e qualche frutto, un pranzo che posso portare con me, semplice ma nutriente. La sera, qualcosa di caldo, una zuppa, un tè. Non è fame, è equilibrio.
A volte mi manca il caos di prima, sapete? Quei giorni in cui mangiavo senza pensarci, senza pesare ogni scelta. Ma poi guardo indietro e vedo quanto mi sentivo intrappolata. La yoga non mi ha solo fatto perdere peso – credo siano una decina di chili ormai, non tengo il conto preciso – mi ha dato una specie di pace malinconica. Non è felicità a tutto volume, è più un respiro profondo, un “ok, sto bene così”.
Se avete voglia, provate. Non serve essere perfetti. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e magari una playlist che vi tenga compagnia. Pianificate i pasti come un piccolo rituale, non come un dovere. E se vi sentite giù, lasciate che la malinconia passi, come una nuvola. Magari ci vediamo in qualche posizione, chissà.
Ehi, capisco quel senso di malinconia che descrivi, sai? Anche io ho i miei giorni così, con il diabete e le ginocchia che mi ricordano sempre i limiti. Il tuo racconto sullo yoga mi ha colpito, però. Io sto provando a muovermi di più, ma con cautela, come dice il medico. Non è facile, soprattutto quando devi stare attenta a ogni cosa che mangi. Però hai ragione, pianificare i pasti aiuta. Sto provando con porzioni piccole e cose leggere, tipo verdure e un po’ di proteine. Magari un giorno provo anche il tappetino con qualcuno, chissà, potrebbe essere meno pesante farlo in due. Grazie per aver condiviso, mi hai dato uno spunto.
 
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Ciao, o forse buongiorno a seconda dell’orario in cui leggi questo! 😊 Mi sono fermata a lungo sul tuo messaggio, Eduardo, perché mi ha fatto pensare a quanto i nostri percorsi possano essere diversi ma allo stesso tempo così simili. Quella malinconia di cui parli, quel respiro profondo che non è proprio felicità ma più una specie di calma accettazione… mi ci ritrovo tantissimo! Anche io sto cercando il mio equilibrio, e per me la chiave è stata infilare le scarpe e uscire a camminare. Niente di complicato, eh, solo io, un po’ di musica nelle orecchie e la strada davanti.

All’inizio non ci credevo mica che camminare potesse fare tanto. Pensavo fosse una cosa da “nonni al parco”, ma poi ho iniziato a farlo sul serio, con costanza. Chilometri su chilometri, a volte con il sole che scalda, altre sotto la pioggia come quella che descrivi tu – e lì, con l’ombrello in una mano e il passo svelto, mi sentivo quasi invincibile! 😄 Non è che ho perso peso in un lampo, no, è stato un processo lento, ma sai una cosa? Ogni passo mi sembrava un regalo che facevo a me stessa. Ora sono a meno 8 chili, e non è solo il corpo che si sente più leggero, ma anche la testa.

La mia routine è semplice: esco quasi ogni giorno, anche solo per 40 minuti se sono di corsa. Mi piace inventarmi percorsi nuovi – tipo l’altro giorno ho scoperto un sentiero vicino casa, con gli alberi che sembrano quasi abbracciarti mentre passi. Porto sempre con me una bottiglietta d’acqua e qualcosa di leggero da sgranocchiare, tipo una manciata di mandorle o un pezzetto di tacchino. Non è fame, è più un modo per tenere il ritmo senza appesantirmi. La camminata mi dà quel momento per ascoltare me stessa, un po’ come fai tu con lo yoga. Non svuoto la mente – oddio, magari! – ma i pensieri si mettono in fila, e alla fine mi sento più… in pace, ecco.

Il tuo consiglio di pianificare i pasti come un rituale mi piace un sacco, lo sto provando anch’io! Ultimamente sto puntando su cose semplici ma gustose: una bowl con verdure grigliate, un po’ di quinoa e qualche fettina di pollo, oppure una zuppa di lenticchie che mi scalda le serate più fredde. Non è dieta ferrea, è più un “mi prendo cura di me”. E sai, ogni tanto mi manca pure a me quel caos di prima, le abbuffate senza pensieri, ma poi mi guardo allo specchio e penso: “Ehi, stai andando alla grande, continua così!”.

Se ti va, prova a fare due passi qualche volta, magari vicino casa o in un parco. Non serve strafare, basta iniziare. E se ti senti giù, porta con te una canzone che ti carica – io ultimamente sono fissata con una playlist di Battisti, mi dà quella spinta in più! 😊 Grazie per le tue parole, mi hai fatto venir voglia di stendere il tappetino e provare una posizione o due… chissà, magari ci incrociamo tra un saluto al sole e una passeggiata sotto la pioggia! Forza, continua così, sei un’ispirazione! 💪
 
Ehi, ciao, o magari un “salve” veloce se stai leggendo di fretta! Il tuo messaggio mi ha colpito, sai? Quella sensazione di calma che descrivi, quel “non proprio felicità ma qualcosa di vicino”, la capisco bene. Anche io sono uno che corre sempre tra lezioni, studio e qualche lavoretto per tirare su due soldi, quindi trovare un equilibrio è una specie di missione impossibile. Però, leggendoti, mi sono fermato a pensare a come sto cercando di organizzarmi pure io, con poco tempo e ancora meno budget.

Camminare è una cosa che mi incuriosisce, dopo quello che hai scritto. Io di solito punto su qualcosa di più… casereccio, diciamo. Vivo in dormitorio, quindi niente palestra o spazi enormi, ma ho iniziato a fare piccoli workout nella mia stanza. Tipo flessioni, squat, qualche plank – roba che non richiede attrezzi e che posso fare mentre aspetto che l’acqua per la pasta bolla. Non è niente di professionale, eh, ma dopo un mese ho notato che mi sento meno “molle”. E poi, è gratis! Ogni tanto esco a correre sul campus, ma più che altro per schiarirmi la testa quando gli appunti mi fanno impazzire. Forse potrei provare a camminare come fai tu, magari con un po’ di musica – Battisti potrebbe essere un’idea, ora che me lo dici.

Per i pasti, anch’io sto cercando di fare pace con la cucina. Non ho tempo per ricette complicate, e il portafoglio piange se penso a ingredienti strani. Ultimamente mi sono fissato con le uova strapazzate – due, con un po’ di pepe e una fetta di pane integrale che compro a sconto al supermercato. Oppure faccio una specie di “minestrone del povero”: butto in pentola quello che trovo, tipo carote, zucchine e un pugno di riso o pasta avanzata. Costa poco, riempie e non mi fa sentire in colpa se poi studio fino a tardi. Pianificare come dici tu mi sta aiutando, però: sapere cosa mangio domani mi toglie un po’ di ansia e mi evita di buttarmi sul primo snack che capita.

Quella malinconia di cui parli, comunque, la sento anch’io. Tipo quando finisco la giornata e mi rendo conto che ho fatto tanto ma non tutto quello che volevo. Però, come te, sto imparando a godermi i piccoli passi. Non ho una bilancia qui, ma i jeans che prima tiravano ora scivolano meglio, e questo mi basta per andare avanti. La tua idea di uscire e muovermi di più mi piace, magari provo a fare un giro più lungo tra un’aula e l’altra, invece di correre sempre come un matto.

Grazie per il tuo racconto, mi ha fatto venir voglia di non mollare. E se mai ti capita di passare vicino a un campus con uno che arranca tra squat e playlist anni ’70, potrebbe essere me! Continua così, davvero, leggere di qualcuno che ce la fa con calma e costanza mi dà una bella spinta.
 
Ehi, un saluto al volo mentre scorro il forum tra una cucchiaiata di brodo e l’altra! Il tuo post mi ha fatto pensare, sai? Corri tra studio, lavoretti e tutto il resto, e io invece sto qui a cercare di capire come far pace con la fame senza cedere a qualche schifezza. La tua calma nel raccontare i tuoi progressi mi ha quasi fatto invidia, ma in senso buono. Anch’io sto provando a mettere ordine nella mia vita, però il mio campo di battaglia è la pentola: punto tutto sui supini leggeri, tipo brodo con verdure di stagione e poco altro. È la mia arma segreta per tenere d’occhio le calorie senza morire di noia.

Camminare come fai tu mi attira, ma ammetto che sono pigro. Passo le giornate tra casa e lavoro, e l’idea di muovermi di più mi piace, ma finisco sempre col rimandare. I tuoi workout in stanza mi hanno acceso una lampadina: magari potrei fare qualcosa di simile mentre il mio minestrone sobbolle. Non ho scuse, no? Niente palestra, niente attrezzi, solo io e un po’ di spazio tra il letto e la scrivania. La tua corsa sul campus mi ricorda che anch’io potrei sfruttare i momenti morti, tipo andare a piedi al mercato invece di prendere l’autobus. Con un po’ di Battisti nelle orecchie, potrebbe pure piacermi.

Parli di pasti semplici, e ti capisco al volo. Le uova strapazzate sono un classico, ma io sono fissato coi miei supi. Carote, zucchine, magari un po’ di sedano e un filo d’olio – niente di che, ma mi riempie e non mi fa sentire un disperato. Il trucco è farne una pentola grande e avere pronte un paio di porzioni per i giorni dopo: meno penso a cosa mangiare, meno rischio di sgarrare. Il tuo “minestrone del povero” mi ha fatto sorridere, perché è proprio il mio stile: butto dentro quello che c’è e via. Però sto attento a non esagerare coi carboidrati, tipo riso o pasta, sennò addio controllo. Tu come fai a non cedere quando sei stanco? Io a volte sogno una pizza intera, ma poi mi salvo col brodo.

Quella malinconia che dici la sento anch’io, soprattutto la sera, quando mi guardo allo specchio e penso che potrei fare di più. Però i tuoi jeans che scivolano meglio mi danno speranza: anch’io ho notato che la cintura stringe meno, e questo mi tiene in pista. La bilancia la evito, troppo stress, ma questi piccoli segnali mi bastano. Leggerti mi ha dato una scossa, tipo “ok, non sono l’unico a combattere coi miei limiti”. Magari proverò a uscire di più, come suggerisci, anche solo per spezzare la routine e non fissarmi solo sul cibo.

Grazie per aver scritto, mi ha fatto riflettere su quanto i miei supi possano essere più di un trucco per dimagrire: sono il mio modo di prendermi cura di me, anche se a volte mi sembra di girare in tondo. Se mai passo dal tuo campus, ti cerco tra uno squat e una canzone di Battisti – ma solo se mi offri un piatto del tuo minestrone! Continua così, che la tua costanza è contagiosa.
 
Ehi, un saluto veloce mentre il caffè della pausa si fredda sulla scrivania! Il tuo messaggio mi ha colpito, sai? Leggerti mentre parli di brodo e verdure mi ha fatto quasi sentire il profumo del mio pranzo, anche se io sono più da thermos portato da casa che da pentola sul fuoco. Capisco bene quella lotta con la fame e la pigrizia, perché anch’io passo le giornate inchiodato alla sedia dell’ufficio, con il computer che mi fissa e il frigo della sala break che mi tenta con avanzi di brioche. I tuoi supi leggeri mi sembrano una genialata: anch’io provo a tenere tutto semplice, tipo insalate veloci o zuppe pronte, ma ammetto che a volte sogno qualcosa di più sostanzioso. Come fai a resistere quando la stanchezza ti prende per la gola?

La tua idea di muoverti tra una cosa e l’altra mi ha fatto pensare. Io non ho un campus da attraversare di corsa, ma il parcheggio dell’ufficio è lontano e potrei smettere di lamentarmi e usarlo come scusa per camminare. O magari, nell’ora di pranzo, invece di stare a chiacchierare col collega davanti al distributore automatico, potrei fare due passi fuori. Niente di eroico, solo qualche metro per svegliarmi un po’. I tuoi workout in stanza mi intrigano: io ogni tanto provo a fare qualche piegamento o stretching tra una mail e l’altra, tipo alzarmi sulle punte o ruotare le spalle mentre aspetto che il capo risponda. Non è palestra, ma almeno mi sento meno un blocco di cemento.

Sui pasti ti capisco proprio. Anche per me la chiave è preparare qualcosa in anticipo: una pentola di minestrone con quello che trovo in frigo – zucchine, carote, magari un po’ di finocchio per cambiare – e poi lo divido in porzioni. Così quando torno a casa stanco morto non devo pensare, scaldo e basta. Il rischio di cedere alla pizza lo conosco fin troppo bene, soprattutto dopo una giornata infinita di riunioni. Di solito mi salvo con una tisana bella calda dopo cena, che mi riempie lo stomaco e mi calma quel desiderio di sgarro. Tu hai qualche trucco per quei momenti in cui la testa dice “dieta” ma il cuore urla “carboidrati”?

La malinconia di cui parli la sento anch’io, specie quando mi accorgo che il tempo per me stesso è sempre poco. Però quei piccoli segnali, come la cintura che non tira più o i pantaloni che cadono meglio, sono una spinta a non mollare. Leggerti mi ha fatto venir voglia di provare qualcosa di nuovo, magari aggiungere qualche passo in più nella giornata o un paio di esercizi mentre aspetto che il pc si avvii. Non sarà una rivoluzione, ma è un modo per volermi bene senza stravolgere tutto. Grazie per il tuo racconto, mi ha ricordato che non serve fare cose enormi per sentirsi in equilibrio: a volte basta un brodo caldo o una camminata con la musica giusta. Se mai ci incrociamo, offro io il caffè – ma il minestrone lo aspetto da te! Continua così, che la tua energia arriva lontano.
 
Ehi, mentre il mio tè si raffredda vicino alla tastiera, ti dico che il tuo minestrone mi ha salvato la giornata! Oggi ho tirato fuori il thermos con una zuppa di carote e finocchio, leggera ma saporita, e mi sono sentita quasi una modella in preparazione – pressione sotto controllo e fame pure. Per i momenti di crisi da carboidrati? Io mi butto su una mela croccante, mi distrae e mi dà quel senso di “sto facendo la brava”. I tuoi passi tra un impegno e l’altro mi hanno ispirato: ora parcheggio un po’ più lontano e mi godo la passeggiata con le cuffie. Piccole cose, ma la cintura ringrazia! Dai, la prossima fotosesione la facciamo insieme – brodo in una mano, posa nell’altra.
 
Ciao a tutti, o forse no, non lo so, oggi mi sento un po’ persa nei miei pensieri. Fuori piove, e mentre guardo le gocce scivolare sul vetro, mi ritrovo a pensare a come tutto è cambiato da quando ho iniziato questo viaggio. Non è stato facile, sapete? C’erano giorni in cui il peso sul cuore era più pesante di quello sul mio corpo. Ma poi ho trovato la yoga, o forse è stata lei a trovare me.
All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: “Come può starmene lì a respirare e fare qualche posizione strana aiutarmi a perdere chili?”. Eppure, è successo. Non è stata una di quelle trasformazioni lampo da concorso, no, niente di così eclatante. È stato lento, quasi silenzioso. Mangiavo meno, ma non perché mi forzavo. Semplicemente, pianificando i pasti con più calma, ho iniziato a sentire cosa mi serviva davvero. Una tisana al posto di uno snack, un’insalata con un po’ di semi invece di buttarmi su qualcosa di pesante. La yoga mi ha insegnato ad ascoltare, a fermarmi.
La mia routine non è niente di speciale, ve lo dico subito. Mi sveglio presto, quando la casa è ancora avvolta nel silenzio, e stendo il tappetino. Qualche saluto al sole, un po’ di torsioni, e poi mi siedo a meditare. Non sempre riesco a svuotare la mente, eh, spesso i pensieri si accavallano come onde, ma va bene così. Dopo, mi metto a preparare la giornata: una colazione leggera, magari con dello yogurt e qualche frutto, un pranzo che posso portare con me, semplice ma nutriente. La sera, qualcosa di caldo, una zuppa, un tè. Non è fame, è equilibrio.
A volte mi manca il caos di prima, sapete? Quei giorni in cui mangiavo senza pensarci, senza pesare ogni scelta. Ma poi guardo indietro e vedo quanto mi sentivo intrappolata. La yoga non mi ha solo fatto perdere peso – credo siano una decina di chili ormai, non tengo il conto preciso – mi ha dato una specie di pace malinconica. Non è felicità a tutto volume, è più un respiro profondo, un “ok, sto bene così”.
Se avete voglia, provate. Non serve essere perfetti. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e magari una playlist che vi tenga compagnia. Pianificate i pasti come un piccolo rituale, non come un dovere. E se vi sentite giù, lasciate che la malinconia passi, come una nuvola. Magari ci vediamo in qualche posizione, chissà.
Ehi, capisco quel senso di malinconia che descrivi, sai? È come se il viaggio per perdere peso portasse con sé anche un po’ di nostalgia per com’eravamo. La tua storia con lo yoga mi ispira, davvero. Quel modo lento e naturale di cambiare, di ascoltarsi, è qualcosa che vorrei provare anch’io. Grazie per aver condiviso, mi hai fatto venir voglia di stendere un tappetino e iniziare, un passo alla volta.