Mangiare fuori e tenersi in forma: come faccio a non sgarrare prima della gara?

Marek_Gda

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6 Marzo 2025
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Ciao ragazzi, sto impazzendo! Mancano poche settimane alla gara e mangiare fuori è un incubo. Oggi ero da amici, tutti con pizze e birre, e io lì con il mio pollo e riso in una scatoletta. Come fate voi a non cedere? Ho paura di buttare via tutto il lavoro fatto, non voglio tornare indietro dopo mesi di sacrifici. Qualche trucco per resistere?
 
Ehi, ti capisco benissimo, quella scatoletta in mezzo alle pizze urla "eroismo"! Io sono sempre in giro per lavoro, e sai cosa mi salva? Portarmi dietro spezie o salsine tipo harissa o soia, così il pollo triste diventa un’avventura. Oppure, se sono in hotel, ordino verdure grigliate e le mixo con quello che ho. Per la testa, mi dico: "ogni morso sano è un passo verso la meta, non verso il divano". Resisti, che la gara è il tuo trofeo, altro che birra!
 
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Ehi, ciao! Ti leggo e mi ci rivedo tantissimo, sai? Anche io sono finito in un loop simile dopo un infortunio – caviglia rotta, tre mesi fermo, e la bilancia che sembrava prendermi in giro ogni giorno. All’inizio mi sentivo perso, il frigo era il mio migliore amico e il divano il mio regno, ma poi ho detto basta. Ora che sto tornando in pista, ti racconto cosa faccio per non cedere, soprattutto quando mangio fuori, che è un campo minato prima di una gara!

Quando ero bloccato, il peso è salito perché, diciamocelo, muovermi era un sogno lontano e il mangiare “comodo” era l’unica consolazione. Ma da quando ho ripreso, ho dovuto reinventarmi. Le mie gambe non sono ancora quelle di prima, quindi niente corse o salti, però faccio esercizi adattati – tipo sedia per gli squat o pesi leggeri per le braccia, roba che non stressa la caviglia ma mi tiene attivo. Sul cibo, invece, ho imparato a fare pace con le verdure e le proteine magre. Se sono fuori, come te per lavoro, mi porto dietro un kit di sopravvivenza: una bustina di spezie (il curry è il mio salvavita) o qualche noce per spezzare la fame senza buttarmi su schifezze. Al ristorante, ordino sempre qualcosa di semplice – petto di pollo o pesce con verdure – e se c’è troppo olio, lo tampono con il tovagliolo, giuro, funziona!

La testa è la parte più tosta, vero? Quando vedo una pizza o un tiramisù che mi fanno l’occhiolino, mi ripeto: “Non è solo una gara, è la mia rivincita su quel maledetto infortunio”. Ogni boccone sano mi fa sentire più forte, più vicino a quello che ero – o forse a una versione anche migliore. Tu resisti, eh? La gara è il tuo momento, immagina di tagliare il traguardo e lasciarti tutto alle spalle, altro che sgarri! Forza, che ce la fai!
 
Ehi, ciao! Ti leggo e mi ci rivedo tantissimo, sai? Anche io sono finito in un loop simile dopo un infortunio – caviglia rotta, tre mesi fermo, e la bilancia che sembrava prendermi in giro ogni giorno. All’inizio mi sentivo perso, il frigo era il mio migliore amico e il divano il mio regno, ma poi ho detto basta. Ora che sto tornando in pista, ti racconto cosa faccio per non cedere, soprattutto quando mangio fuori, che è un campo minato prima di una gara!

Quando ero bloccato, il peso è salito perché, diciamocelo, muovermi era un sogno lontano e il mangiare “comodo” era l’unica consolazione. Ma da quando ho ripreso, ho dovuto reinventarmi. Le mie gambe non sono ancora quelle di prima, quindi niente corse o salti, però faccio esercizi adattati – tipo sedia per gli squat o pesi leggeri per le braccia, roba che non stressa la caviglia ma mi tiene attivo. Sul cibo, invece, ho imparato a fare pace con le verdure e le proteine magre. Se sono fuori, come te per lavoro, mi porto dietro un kit di sopravvivenza: una bustina di spezie (il curry è il mio salvavita) o qualche noce per spezzare la fame senza buttarmi su schifezze. Al ristorante, ordino sempre qualcosa di semplice – petto di pollo o pesce con verdure – e se c’è troppo olio, lo tampono con il tovagliolo, giuro, funziona!

La testa è la parte più tosta, vero? Quando vedo una pizza o un tiramisù che mi fanno l’occhiolino, mi ripeto: “Non è solo una gara, è la mia rivincita su quel maledetto infortunio”. Ogni boccone sano mi fa sentire più forte, più vicino a quello che ero – o forse a una versione anche migliore. Tu resisti, eh? La gara è il tuo momento, immagina di tagliare il traguardo e lasciarti tutto alle spalle, altro che sgarri! Forza, che ce la fai!
Ehi, che bello leggerti! Mi hai fatto quasi rivivere quei momenti in cui anche io mi sentivo incastrato, sai? La tua storia con l’infortunio mi colpisce, perché pure io ho avuto i miei periodi “no” in cui la bilancia sembrava un nemico imbattibile. Però, senti qua, mi piace un sacco come stai riprendendo in mano tutto, con quel kit di sopravvivenza per mangiare fuori – il curry e le noci sono geniali, me li segno!

Io invece sono un fan sfegatato dei giorni di scarico, li faccio da un po’ e mi danno una marcia in più. Tipo, uno o due giorni a settimana mi metto su kefir – lo bevo fresco, magari con un pizzico di cannella per non annoiarmi – oppure punto su verdure croccanti o frutta tipo mele e kiwi, che mi tengono sazio senza appesantirmi. All’inizio pensavo “ma chi me lo fa fare?”, soprattutto quando la fame mi mordeva lo stomaco verso sera. Però ho scoperto che bere tanta acqua e tenermi occupato – magari con una passeggiata leggera o un film – mi salva dalla tentazione di aprire il frigo.

Il bello? Dopo quei giorni mi sento come rigenerato, leggero, con una specie di carica che mi fa dire “ok, ce la posso fare”. Non è proprio fame, è più come se il corpo si resettasse. E poi, lo noto sulla bilancia ma anche allo specchio: la pancia si sgonfia, le gambe sembrano più definite. Prima di una gara, per me, è un trucco perfetto per arrivare al top senza sentirmi privato di tutto.

Quando mangio fuori, invece, capisco benissimo il tuo “campo minato”! Io cerco di giocare d’anticipo: se so che ci sarà un’uscita, il giorno prima faccio un bel carico di verdure o un giorno di scarico, così mi sento meno in colpa se poi ordino qualcosa di più ricco. Al ristorante punto su piatti semplici come te – un filetto di pesce o una bistecca magra con contorno – e se vedo troppo condimento, anche io faccio il ninja con il tovagliolo! Però, confesso, a volte quel tiramisù che mi strizza l’occhio è una lotta epica. Mi dico “dai, non ora, magari dopo la gara ti premi”. Funziona, sai? È come trasformare la voglia in un obiettivo.

La tua rivincita sull’infortunio è una figata, davvero. Io coi miei giorni di scarico mi sento un po’ così: ogni volta che li supero è una vittoria contro la pigrizia e le vecchie abitudini. Tu continua a spingere, che il traguardo è lì che ti aspetta – e altro che pizza, sarà una soddisfazione che vale mille volte di più! Dai, forza!
 
Ehi, ma dico, ti rendi conto di quanto sia frustrante leggerti mentre sono qui, incastrato in un altro maledetto viaggio di lavoro, con la valigia che sembra pesare quanto i miei buoni propositi? La tua storia dell’infortunio mi fa venire i nervi, perché ci sono passato pure io – non con una caviglia rotta, ma con una schiena che mi ha mollato dopo un volo di 12 ore e un mese di hotel schifosi. La bilancia? Una sadica che mi rideva in faccia ogni volta che ci salivo sopra, e il mangiare fuori era tipo una condanna: o schifezze o niente. Però, senti, tu coi tuoi trucchetti del curry e del tovagliolo mi fai quasi incavolare – ma in senso buono, eh – perché io sto ancora qua a combattere con la tentazione di mollare tutto e ordinare un piatto di carbonara!

Io, guarda, sono stanco di ‘sti giorni in cui mi dico “vabbè, mangio quello che capita, tanto sono in trasferta”. Basta, mi sono rotto! Da un po’ ho iniziato a fare come te, ma a modo mio: mi porto dietro della frutta secca – mandorle, non noci, che mi piacciono di più – e una bottiglietta d’acqua che riempio ovunque, così almeno tengo la bocca occupata e non mi butto sui croissant dell’hotel a colazione. Quando sono fuori, cerco di non farmi fregare dai menù: ordino roba alla griglia, tipo pollo o salmone, e se mi arriva un piatto affogato nell’olio, giuro, lo rimando indietro – altro che tovagliolo, io proprio non ci sto più a farmi prendere in giro!

La testa, sì, è un disastro, hai ragione. Vedere ‘sti dolci o un bel piatto di pasta che mi chiamano dal tavolo accanto è una tortura, specie quando sono nervoso o stanco morto dopo una giornata in giro. Però sai che faccio? Mi incavolo ancora di più e mi dico: “No, non vincete voi, io sono più forte di un tiramisù e di un volo in ritardo!”. Prima di una gara poi, è pure peggio: l’ansia mi mangia vivo, e il pensiero di sgarrare mi fa sentire un fallito in partenza. Allora mi invento ‘ste giornate detox – non proprio come le tue, ma ci provo: brodo leggero, verdure al vapore, magari un po’ di yogurt magro. Mi sento uno straccio all’inizio, ma poi, dopo, è come se avessi tolto un peso dalle spalle, e le gambe sembrano quasi ringraziare, più leggere, meno gonfie.

Mangiare fuori resta un incubo, comunque. Io cerco di prepararmi prima: guardo il menù online, decido cosa prendere e arrivederci. Se non c’è scelta, mi arrabbio ma mi adatto – una volta ho mangiato solo un’insalata con un po’ di tonno perché il resto era tutto fritto o coperto di salse. E sai una cosa? Dopo mi sono sentito un guerriero, tipo “io contro il mondo dei fritti 1-0”. Tu con la tua rivincita sull’infortunio sei un’ispirazione, lo ammetto, ma non dirlo troppo in giro che poi mi tocca ammetterlo pure a te! Dai, continua così, che la gara è nostra – e che il tiramisù aspetti, accidenti a lui!
 
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Ehi, capisco quel nervoso che ti prende quando sei in trasferta e tutto sembra remare contro! Io invece ti dico: separare i cibi è la mia salvezza. Pollo alla griglia? Perfetto, ma mai con le patate, quelle le tengo per un altro momento con le verdure. Frutta secca come le tue mandorle la uso solo lontana dai pasti, così i grassi non si mischiano ai carboidrati e il corpo ringrazia. Quando sono fuori, punto su brodo o pesce al vapore, niente salse o fritti che appesantiscono. La testa è dura da convincere, vero, ma se dividi proteine e carboidrati, vedrai che l’energia torna e la bilancia smette di prenderti in giro. Forza, che la gara la vinciamo noi, altro che carbonara!
 
Grande, capisco la tua strategia e il rigore! Io, da amante del crudo, ti dico: quando sono fuori, porto sempre un mix di verdure crude e frutta fresca. Cetrioli, carote e un po’ di mela mi salvano da qualsiasi tentazione. Zero salse, zero fritti, e il corpo vola. Dividere i cibi è un’ottima idea, ma prova anche a tenere qualcosa di crudo in borsa: ti dà energia per allenarti e tieni la bilancia dalla tua. Dai, spacchiamo tutto!