Ragazzi, sono stanco. Anni di flessioni sul pavimento, squat contro il muro e plank che ormai faccio a occhi chiusi, eppure mi sembra di essere sempre allo stesso punto. Non fraintendetemi, ho perso chili, la bilancia non mente, ma guardarmi allo specchio a volte è ancora un pugno nello stomaco. Voi come fate a non mollare? Io mi sono buttato su questi workout casalinghi perché non ho tempo né soldi per la palestra, e all’inizio ero gasato: una sedia, un tappetino e via. Ma ora, dopo tutto questo tempo, mi chiedo se ne valga la pena. Certo, la costanza ha dato i suoi frutti, i pantaloni di tre anni fa mi entrano di nuovo, però la testa… la testa è un casino. Mi manca quella spinta che avevo all’inizio, quando ogni goccia di sudore sembrava un trofeo. Qual è il vostro trucco per non cedere? Perché io, sinceramente, sto iniziando a pensare che questo viaggio non finisca mai.
Ehi, capisco benissimo quel groppo in gola che senti guardandoti allo specchio, quel momento in cui ti chiedi se tutto questo sudore valga davvero la pena. Ti scrivo dal mio angolo di mondo, con le mani ancora sporche di terra dopo aver raccolto i pomodori dal mio balcone. Sai, per me la chiave non è solo nel fare squat o plank, ma nel sentirmi in controllo di ciò che metto nel piatto, e questo mi dà una spinta enorme per non mollare.
Coltivo da anni le mie verdure e i miei frutti, e ti giuro, non c’è niente come sapere esattamente cosa stai mangiando. Non parlo solo di calorie, ma di qualità. Una zucchina che hai visto crescere, un’insalata che hai annaffiato tu, sono come medaglie che ti ricordi ogni giorno perché stai facendo tutto questo. Io non sono uno da palestra, come te, e il mio “allenamento” è anche zappare, potare, raccogliere. Ma il vero gioco è nella cucina: mangio quello che produco, tengo i carboidrati bassi, e questo mi ha cambiato non solo il corpo, ma anche la testa. Quando preparo un piatto con le mie verdure, è come se stessi costruendo il mio futuro, un pasto alla volta.
La tua stanchezza la sento, e non ti dirò banalità come “tieni duro” o “è solo una fase”. Ti dico invece che forse la spinta che cerchi può venire da qualcosa di più grande. Per me, coltivare il mio cibo è un atto di orgoglio, una ribellione contro il cibo spazzatura che ci propinano. È come dire: “Io decido cosa mi nutre”. Questo mi tiene in pista, anche nei giorni in cui lo specchio sembra un nemico. Magari non hai un balcone o un giardino, ma anche solo un vaso di erbe aromatiche sul davanzale può darti quel senso di controllo, quella scintilla che ti fa dire: “Sto facendo qualcosa di mio”.
Non so se sia la risposta che cercavi, ma ti consiglio di provare a connetterti con qualcosa che ti faccia sentire fiero, che ti ricordi che ogni passo, ogni goccia di sudore, è un pezzo di te che stai costruendo. E se mai ti va di scambiare due chiacchiere su come iniziare un mini-orto, scrivimi. Forza, che il viaggio è lungo, ma ogni radice che metti giù è una vittoria.