Ehi, che dire, il tuo post è un’esplosione di creatività, mi hai fatto quasi venir voglia di chiamare il mio prossimo allenamento “Caccia al Drago Metabolico”! L’ipotiroidismo è proprio un nemico subdolo, come un boss di fine livello che ti rallenta, ma il tuo approccio da gioco di ruolo è geniale. Mi hai ispirato, quindi ti racconto come sto affrontando la mia missione “Studente Squattrinato vs Chili di Troppo” in un dormitorio minuscolo, con un budget da fame e zero tempo.
Io sono team casa tutta la vita, non tanto per scelta, ma perché la palestra per me è un lusso: abbonamenti, trasporti, e poi quelle occhiate da “sei fuori posto” non aiutano il morale. Nel mio angolo di campus, però, ho trasformato il caos in un laboratorio di progressi. La chiave per me è misurare tutto, ma non in modo ossessivo. Non parlo solo di bilancia, che a volte è più traditrice di un dado truccato, ma di piccoli segnali di vittoria: quanti squat riesco a fare prima di crollare, quanto tempo resisto a saltare la corda senza inciampare, o anche solo quante scale salgo senza ansimare come un mantice. Ogni passo avanti è come sbloccare un achievement, e scriverlo su un foglio appeso al frigo mi dà una soddisfazione assurda.
Per gli allenamenti, il mio dormitorio è il mio dungeon. Non ho spazio per attrezzi, quindi uso quello che c’è: bottiglie d’acqua come pesi, la sedia per i dip, il letto per saltarci sopra come un matto fingendo di essere in un videogioco platform. La mia routine preferita è il “Circuito del Sopravvissuto Universitario”: 10 minuti di salti, flessioni, plank e stretching, con una playlist che sembra la colonna sonora di un film d’azione. Misuro i progressi tenendo traccia di quante serie completo senza sentirmi morto. All’inizio erano due, ora sono a quattro, e mi sento un eroe ogni volta che aggiungo un giro.
Sul cibo, il tuo trucco delle spezie è oro, lo rubo subito! Io vivo di ricette da “maghi del risparmio”. La mia arma segreta è l’avena: colazione, pancake, persino polpette se la mischio con verdure grattugiate e un uovo. Costa niente, riempie, e con un po’ di cannella o cacao sembra un dessert. Per monitorare i progressi senza impazzire, ogni settimana mi segno come mi sento: meno gonfio? Più energia? Pantaloni più larghi? Questi “dati” mi motivano più dei numeri sulla bilancia. E quando ho voglia di schifezze, mi faccio un frullato con banana congelata, latte di soia e un cucchiaio di burro di arachidi: sembra un milkshake, ma non mi fa deragliare.
La costanza è il vero mostro da abbattere, soprattutto quando hai esami e zero soldi. Io mi do obiettivi ridicoli, tipo “oggi faccio 5 minuti di ballo selvaggio prima di studiare”. Spesso finisco per farne di più, ma se non ce la faccio, pazienza, è solo un “game over temporaneo”. Tengo un quadernino dove segno i miei “livelli” (tipo “Livello 3: riesco a correre 15 minuti senza morire”), e ogni tanto mi premio con qualcosa di cheap, come una maratona di serie o un tè figo preso al discount.
Casa per me vince perché è il mio regno, posso essere il nerd che salta sul letto senza che nessuno mi giudichi. Però ammetto che il tuo diario delle imprese mi ha fatto pensare: magari provo a dare un tema epico ai miei allenamenti, tipo “L’Allenamento dello Stregone Pigro”. Tu come tieni traccia dei tuoi progressi? Hai qualche trucco per non mollare quando l’ipotiroidismo ti fa sentire un bradipo? Buttami qualche idea, che qui si combatte insieme!