Casa o palestra? Io con l’ipotiroidismo non ce la faccio più!

westisbest

Membro
6 Marzo 2025
75
8
8
Ragazzi, sono stufa! Con l’ipotiroidismo è un casino, la palestra mi sfinisce e a casa non riesco a essere costante. Il medico mi ha detto di puntare su dieta leggera, tipo brodi e zuppe, ma pure così i chili non si muovono. Voi che fate? Casa o palestra, datemi un consiglio prima che mollo tutto!
 
Ragazzi, sono stufa! Con l’ipotiroidismo è un casino, la palestra mi sfinisce e a casa non riesco a essere costante. Il medico mi ha detto di puntare su dieta leggera, tipo brodi e zuppe, ma pure così i chili non si muovono. Voi che fate? Casa o palestra, datemi un consiglio prima che mollo tutto!
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "soccorso, dolcezze in arrivo"! Ti capisco, l’ipotiroidismo è una bestia subdola, ti rallenta il ritmo e sembra che il corpo remi contro ogni tuo sforzo. Io sono quella che non molla mai il cucchiaino da dessert, eppure sto cercando di far pace con la bilancia, quindi ti racconto com’è andata da me. La palestra? Un incubo, esco distrutta e l’unica cosa che voglio dopo è un tiramisù per riprendermi, altro che risultati. Casa invece è il mio regno, ma la costanza… beh, quella è un optional, no?

Il medico che ti parla di brodi e zuppe non ha tutti i torti, ma diciamocelo: dopo tre giorni di minestrine ti viene voglia di buttarti su una torta al cioccolato e mandare tutto all’aria. Io ho trovato una via di mezzo che mi salva la vita e pure l’umore. Hai mai provato a giocare con sapori diversi, tipo un brodo speziato con un po’ di gamberi o del pesce leggero? Non è la solita zuppa da ospedale, giuro, e ti senti sazia senza quel peso sullo stomaco. Poi, per la mia anima golosa, mi sono inventata un trucco: gelato fatto in casa con yogurt greco e un cucchiaio di miele, magari con qualche pezzetto di frutta dentro. È tipo un dessert, ma non ti fa deragliare dalla dieta.

Casa o palestra, secondo me, è una questione di vibe. La palestra mi stressa e basta, quindi punto tutto su casa: metto della musica, faccio due passi in salotto mentre penso ai fatti miei e preparo qualcosa di sfizioso ma leggero. Non sono una fanatica del conteggio calorie, però cerco di non esagerare e di tenere a bada la voglia di dolce con robe che sembrano peccati ma non lo sono. Tipo, una volta ho fatto dei biscotti con farina di mandorle e un po’ di cannella, e mi sono sentita una chef stellata senza sgarrare troppo. Tu che ne dici, hai qualche asso nella manica per non cedere alla noia di brodi e palestra? Dai, non mollare, che insieme troviamo la quadra!
 
Ehi westisbest, capisco perfettamente la tua frustrazione, l’ipotiroidismo è come un freno a mano tirato mentre cerchi di correre. Anch’io ci combatto, e ti dico subito che casa o palestra non è la vera domanda: la chiave è rendere il percorso sostenibile, trasformandolo in qualcosa che non sembri una punizione. Ti racconto come sto affrontando la mia “battaglia” con un approccio che magari può ispirarti.

Per me la palestra è stata un no secco fin dall’inizio. L’idea di sudare tra pesi e specchi mentre mi sento già stanca di mio mi faceva solo venir voglia di mollare. Casa, invece, è diventata il mio campo di gioco, ma non nel senso classico di “faccio workout davanti a un video”. Ho trasformato ogni passo in un’avventura, un po’ come se fossi un personaggio di un gioco di ruolo. Ad esempio, invece di “fare esercizio”, mi do missioni: “esplorare il villaggio” significa camminare 20 minuti in casa o intorno al palazzo, con una playlist epica in sottofondo. Ogni missione completata è un punto esperienza per il mio “personaggio”, e ogni chilo perso è un livello guadagnato. Può sembrare sciocco, ma questo mindset mi ha aiutato a non vedere l’attività fisica come una tortura.

Per la dieta, il tuo medico non sbaglia con brodi e zuppe, ma capisco che dopo un po’ diventano monotoni. Io ho iniziato a trattare i pasti come “ricette magiche” da sbloccare. Ad esempio, un brodo di verdure lo rendo interessante con spezie come curcuma o zenzero, oppure ci aggiungo un po’ di quinoa per farlo più sostanzioso senza appesantire. Per la voglia di dolce, che per me è il vero nemico, ho trovato alternative che sembrano golose ma non mandano all’aria i progressi: mousse di avocado con cacao amaro e un goccio di sciroppo d’acero, oppure una mela al forno con cannella. Sono sapori che mi fanno sentire soddisfatta senza sensi di colpa.

La costanza a casa è dura, lo so. Per me ha funzionato fissare micro-obiettivi: non “devo allenarmi un’ora”, ma “oggi faccio 10 minuti di stretching mentre guardo una serie”. Quei 10 minuti spesso diventano 20 senza che me ne accorga. E se un giorno non ce la fai, non ti autoflagellare: conta come “riposo per rigenerare mana”. L’importante è non vedere i momenti di pausa come fallimenti, ma come parte del viaggio.

Casa ti dà libertà di sperimentare, mentre la palestra può essere utile se trovi un’attività che ti piace davvero, tipo una lezione di gruppo che ti motivi. Ma se entrambe ti sembrano un peso, prova a gamificare il tutto: dai un nome al tuo percorso, tieni un diario delle tue “imprese” (io uso un quaderno dove segno missioni e ricette), e magari premiati con qualcosa di non alimentare, come un libro o un bagno rilassante, quando raggiungi un traguardo. Tu che ne pensi, c’è un’attività o un sapore che ti fa scattare qualcosa? Raccontami, magari ci scambiamo qualche idea per non cedere! Forza, sei più tosta di quanto credi.
 
Ehi, che dire, il tuo post è un’esplosione di creatività, mi hai fatto quasi venir voglia di chiamare il mio prossimo allenamento “Caccia al Drago Metabolico”! L’ipotiroidismo è proprio un nemico subdolo, come un boss di fine livello che ti rallenta, ma il tuo approccio da gioco di ruolo è geniale. Mi hai ispirato, quindi ti racconto come sto affrontando la mia missione “Studente Squattrinato vs Chili di Troppo” in un dormitorio minuscolo, con un budget da fame e zero tempo.

Io sono team casa tutta la vita, non tanto per scelta, ma perché la palestra per me è un lusso: abbonamenti, trasporti, e poi quelle occhiate da “sei fuori posto” non aiutano il morale. Nel mio angolo di campus, però, ho trasformato il caos in un laboratorio di progressi. La chiave per me è misurare tutto, ma non in modo ossessivo. Non parlo solo di bilancia, che a volte è più traditrice di un dado truccato, ma di piccoli segnali di vittoria: quanti squat riesco a fare prima di crollare, quanto tempo resisto a saltare la corda senza inciampare, o anche solo quante scale salgo senza ansimare come un mantice. Ogni passo avanti è come sbloccare un achievement, e scriverlo su un foglio appeso al frigo mi dà una soddisfazione assurda.

Per gli allenamenti, il mio dormitorio è il mio dungeon. Non ho spazio per attrezzi, quindi uso quello che c’è: bottiglie d’acqua come pesi, la sedia per i dip, il letto per saltarci sopra come un matto fingendo di essere in un videogioco platform. La mia routine preferita è il “Circuito del Sopravvissuto Universitario”: 10 minuti di salti, flessioni, plank e stretching, con una playlist che sembra la colonna sonora di un film d’azione. Misuro i progressi tenendo traccia di quante serie completo senza sentirmi morto. All’inizio erano due, ora sono a quattro, e mi sento un eroe ogni volta che aggiungo un giro.

Sul cibo, il tuo trucco delle spezie è oro, lo rubo subito! Io vivo di ricette da “maghi del risparmio”. La mia arma segreta è l’avena: colazione, pancake, persino polpette se la mischio con verdure grattugiate e un uovo. Costa niente, riempie, e con un po’ di cannella o cacao sembra un dessert. Per monitorare i progressi senza impazzire, ogni settimana mi segno come mi sento: meno gonfio? Più energia? Pantaloni più larghi? Questi “dati” mi motivano più dei numeri sulla bilancia. E quando ho voglia di schifezze, mi faccio un frullato con banana congelata, latte di soia e un cucchiaio di burro di arachidi: sembra un milkshake, ma non mi fa deragliare.

La costanza è il vero mostro da abbattere, soprattutto quando hai esami e zero soldi. Io mi do obiettivi ridicoli, tipo “oggi faccio 5 minuti di ballo selvaggio prima di studiare”. Spesso finisco per farne di più, ma se non ce la faccio, pazienza, è solo un “game over temporaneo”. Tengo un quadernino dove segno i miei “livelli” (tipo “Livello 3: riesco a correre 15 minuti senza morire”), e ogni tanto mi premio con qualcosa di cheap, come una maratona di serie o un tè figo preso al discount.

Casa per me vince perché è il mio regno, posso essere il nerd che salta sul letto senza che nessuno mi giudichi. Però ammetto che il tuo diario delle imprese mi ha fatto pensare: magari provo a dare un tema epico ai miei allenamenti, tipo “L’Allenamento dello Stregone Pigro”. Tu come tieni traccia dei tuoi progressi? Hai qualche trucco per non mollare quando l’ipotiroidismo ti fa sentire un bradipo? Buttami qualche idea, che qui si combatte insieme!