Coaching online per dimagrire: tante promesse, ma poca flessibilità quando mangi fuori

Outlooker

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6 Marzo 2025
70
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Ragazzi, ormai sono mesi che seguo questo programma di coaching online per dimagrire, e devo dire che sto iniziando a stufarmi. All’inizio sembrava tutto perfetto: un trainer e un dietologo che ti seguono a distanza, ti mandano piani personalizzati, ti controllano i progressi. Ma quando si tratta di mangiare fuori casa, la storia cambia completamente.
Il mio trainer mi ha dato una lista di "scelte sicure" per i ristoranti, ma siamo seri, chi riesce a seguire sempre quelle regole? Se esco con amici o ho una cena di lavoro, non posso mica portarmi dietro la bilancia per pesare il pollo o chiedere al cameriere di cucinarmi qualcosa senza olio. Mi dicono "scegli proteine magre e verdure", ma nei menu italiani trovi pasta, pizza, risotti… non proprio il loro ideale di "magro". E poi, parliamoci chiaro, non voglio passare la serata a fare la figura della maniaca del controllo davanti a tutti.
Le consulenze settimanali? Sempre la stessa solfa. Carico le foto dei miei pasti, e se sgarro anche solo con un bicchiere di vino o un pezzo di pane, mi arriva la ramanzina. "Devi essere disciplinata", "Potevi evitare". Ma io non vivo in una bolla! Mangiare fuori è parte della mia vita, e questo programma sembra non capirlo. Mi sento in colpa ogni volta che non rispetto il piano, ma allo stesso tempo mi chiedo: è davvero realistico quello che mi chiedono?
Il dietologo mi ha mandato un pdf con "strategie per mangiare fuori", tipo ordinare prima degli altri per non farti influenzare o chiedere porzioni piccole. Carino, ma poco pratico. Al ristorante non sempre puoi controllare tutto, e se dico "mezza porzione" mi guardano come se fossi pazza. Senza contare che i costi di questo coaching non sono bassi, e mi aspettavo qualcosa di più flessibile per quello che pago.
Insomma, sto vedendo qualche risultato, sì, ma a che prezzo? Mi sembra di essere incatenata a un sistema che funziona solo se vivi isolata o hai una forza di volontà d’acciaio. Mangiare fuori dovrebbe essere un piacere, non un test di resistenza. Qualcuno di voi ha provato un coaching del genere? Come fate a gestirlo quando non siete a casa? Perché io sto iniziando a pensare che forse non fa per me.
 
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Ragazzi, ormai sono mesi che seguo questo programma di coaching online per dimagrire, e devo dire che sto iniziando a stufarmi. All’inizio sembrava tutto perfetto: un trainer e un dietologo che ti seguono a distanza, ti mandano piani personalizzati, ti controllano i progressi. Ma quando si tratta di mangiare fuori casa, la storia cambia completamente.
Il mio trainer mi ha dato una lista di "scelte sicure" per i ristoranti, ma siamo seri, chi riesce a seguire sempre quelle regole? Se esco con amici o ho una cena di lavoro, non posso mica portarmi dietro la bilancia per pesare il pollo o chiedere al cameriere di cucinarmi qualcosa senza olio. Mi dicono "scegli proteine magre e verdure", ma nei menu italiani trovi pasta, pizza, risotti… non proprio il loro ideale di "magro". E poi, parliamoci chiaro, non voglio passare la serata a fare la figura della maniaca del controllo davanti a tutti.
Le consulenze settimanali? Sempre la stessa solfa. Carico le foto dei miei pasti, e se sgarro anche solo con un bicchiere di vino o un pezzo di pane, mi arriva la ramanzina. "Devi essere disciplinata", "Potevi evitare". Ma io non vivo in una bolla! Mangiare fuori è parte della mia vita, e questo programma sembra non capirlo. Mi sento in colpa ogni volta che non rispetto il piano, ma allo stesso tempo mi chiedo: è davvero realistico quello che mi chiedono?
Il dietologo mi ha mandato un pdf con "strategie per mangiare fuori", tipo ordinare prima degli altri per non farti influenzare o chiedere porzioni piccole. Carino, ma poco pratico. Al ristorante non sempre puoi controllare tutto, e se dico "mezza porzione" mi guardano come se fossi pazza. Senza contare che i costi di questo coaching non sono bassi, e mi aspettavo qualcosa di più flessibile per quello che pago.
Insomma, sto vedendo qualche risultato, sì, ma a che prezzo? Mi sembra di essere incatenata a un sistema che funziona solo se vivi isolata o hai una forza di volontà d’acciaio. Mangiare fuori dovrebbe essere un piacere, non un test di resistenza. Qualcuno di voi ha provato un coaching del genere? Come fate a gestirlo quando non siete a casa? Perché io sto iniziando a pensare che forse non fa per me.
Ehi, capisco benissimo la tua frustrazione, sembra quasi di leggere i miei pensieri di qualche mese fa! Anch’io sto cercando di perdere peso, ma per me l’obiettivo è migliorare le prestazioni nel running, soprattutto ora che punto a un mezzo maratona quest’estate. Ti dico la mia: pure io ho avuto a che fare con piani rigidi, e quando esci a mangiare è un disastro se non sei pronta a improvvisare un po’.

Il tuo coaching mi ricorda il mio primo approccio con un’app di dieta: tutto perfetto finché stai in casa a pesare riso e pollo, ma fuori? Un incubo. Tipo te, anch’io ho ricevuto la lista delle “scelte sicure”, ma al ristorante italiano medio finisce che o mangi un’insalata scondita e ti guardano storto, o ti senti in colpa per aver preso un piatto di spaghetti alle vongole. La verità è che la vita sociale non si ferma per la dieta, e non dovrebbe. Hai ragione, non siamo robot.

Io ho trovato un compromesso che magari potrebbe ispirarti. Il mio piano ora è più flessibile: il nutrizionista mi ha dato un range di calorie e macronutrienti da rispettare, ma non mi obbliga a pesare ogni grammo. Quando mangio fuori, cerco di bilanciare la giornata: se so che la sera c’è una cena con amici, durante il giorno sto leggera, magari con un’insalata proteica a pranzo e uno spuntino prima di uscire, tipo uno yogurt greco. Così, se prendo una pizza o un risotto, non è la fine del mondo. Per il vino, ho imparato a limitarmi a un bicchiere e godermelo senza drammi.

Per le uscite di lavoro, invece, provo a scegliere posti dove posso chiedere qualcosa di semplice, tipo pesce alla griglia con verdure, senza fare troppe storie. Certo, non sempre funziona, ma almeno non mi sento una maniaca del controllo davanti ai colleghi. Il trucco, per me, è stato spostare il focus: non vivo per la dieta, ma la dieta deve adattarsi alla mia vita e al mio sport. Corro 4-5 volte a settimana, tra lunghi e interval training, e questo mi dà un po’ di margine per sgarrare senza sentirmi in colpa.

Il tuo programma sembra davvero troppo rigido, e se ti fa sentire incatenata, forse non è quello giusto. Hai provato a parlare col trainer di questa mancanza di flessibilità? Magari potrebbero darti strategie più pratiche, tipo come gestire un’uscita senza trasformarla in un interrogatorio sul menu. Io, per dire, ho mollato il primo piano proprio perché mi sembrava di essere in punizione anziché in miglioramento. Ora sto con un coach che capisce che sono un’atleta, non un monaco, e i risultati arrivano lo stesso, anche se ogni tanto mi concedo un tiramisù.

Tu come ti gestisci quando non sei a casa? Perché secondo me, se il coaching non ti segue nel mondo reale, è più un peso che un aiuto. Fammi sapere, sono curioso di vedere come risolvi!
 
Ragazzi, ormai sono mesi che seguo questo programma di coaching online per dimagrire, e devo dire che sto iniziando a stufarmi. All’inizio sembrava tutto perfetto: un trainer e un dietologo che ti seguono a distanza, ti mandano piani personalizzati, ti controllano i progressi. Ma quando si tratta di mangiare fuori casa, la storia cambia completamente.
Il mio trainer mi ha dato una lista di "scelte sicure" per i ristoranti, ma siamo seri, chi riesce a seguire sempre quelle regole? Se esco con amici o ho una cena di lavoro, non posso mica portarmi dietro la bilancia per pesare il pollo o chiedere al cameriere di cucinarmi qualcosa senza olio. Mi dicono "scegli proteine magre e verdure", ma nei menu italiani trovi pasta, pizza, risotti… non proprio il loro ideale di "magro". E poi, parliamoci chiaro, non voglio passare la serata a fare la figura della maniaca del controllo davanti a tutti.
Le consulenze settimanali? Sempre la stessa solfa. Carico le foto dei miei pasti, e se sgarro anche solo con un bicchiere di vino o un pezzo di pane, mi arriva la ramanzina. "Devi essere disciplinata", "Potevi evitare". Ma io non vivo in una bolla! Mangiare fuori è parte della mia vita, e questo programma sembra non capirlo. Mi sento in colpa ogni volta che non rispetto il piano, ma allo stesso tempo mi chiedo: è davvero realistico quello che mi chiedono?
Il dietologo mi ha mandato un pdf con "strategie per mangiare fuori", tipo ordinare prima degli altri per non farti influenzare o chiedere porzioni piccole. Carino, ma poco pratico. Al ristorante non sempre puoi controllare tutto, e se dico "mezza porzione" mi guardano come se fossi pazza. Senza contare che i costi di questo coaching non sono bassi, e mi aspettavo qualcosa di più flessibile per quello che pago.
Insomma, sto vedendo qualche risultato, sì, ma a che prezzo? Mi sembra di essere incatenata a un sistema che funziona solo se vivi isolata o hai una forza di volontà d’acciaio. Mangiare fuori dovrebbe essere un piacere, non un test di resistenza. Qualcuno di voi ha provato un coaching del genere? Come fate a gestirlo quando non siete a casa? Perché io sto iniziando a pensare che forse non fa per me.
Ehi, capisco benissimo la tua frustrazione! Anch’io sto cercando di perdere peso, ma ho scelto un approccio più lento, fatto di piccoli passi. Tipo, oggi mi concentro sul bere più acqua, domani magari aggiungo una passeggiata veloce al mattino. È un modo per non sentirmi sopraffatta, e piano piano vedo che funziona.

Sul mangiare fuori, ti do ragione, è una bella sfida. I programmi rigidi come il tuo sembrano perfetti sulla carta, ma poi la vita vera è un’altra cosa. Io sto provando a fare scelte semplici senza ossessionarmi: se sono al ristorante, magari prendo un secondo con delle verdure, ma non sto lì a stressarmi se c’è un po’ d’olio in più o se condivido un antipasto con gli amici. Non è perfetto, ma mi fa sentire meno in colpa e più libera di godermi la serata.

Il tuo coaching sembra super strutturato, ma forse troppo. Io non seguo niente di così intenso, proprio perché voglio che il mio percorso sia sostenibile. Magari prova a parlarne con loro, chiedendo qualcosa di più flessibile? Oppure, se ti va, potresti aggiungere una piccola abitudine alla volta, come faccio io. Non è veloce, ma almeno non mi sento in gabbia. Tu che ne pensi, hai mai provato a fare qualcosa di più graduale?
 
Ehi, capisco benissimo la tua frustrazione! Anch’io sto cercando di perdere peso, ma ho scelto un approccio più lento, fatto di piccoli passi. Tipo, oggi mi concentro sul bere più acqua, domani magari aggiungo una passeggiata veloce al mattino. È un modo per non sentirmi sopraffatta, e piano piano vedo che funziona.

Sul mangiare fuori, ti do ragione, è una bella sfida. I programmi rigidi come il tuo sembrano perfetti sulla carta, ma poi la vita vera è un’altra cosa. Io sto provando a fare scelte semplici senza ossessionarmi: se sono al ristorante, magari prendo un secondo con delle verdure, ma non sto lì a stressarmi se c’è un po’ d’olio in più o se condivido un antipasto con gli amici. Non è perfetto, ma mi fa sentire meno in colpa e più libera di godermi la serata.

Il tuo coaching sembra super strutturato, ma forse troppo. Io non seguo niente di così intenso, proprio perché voglio che il mio percorso sia sostenibile. Magari prova a parlarne con loro, chiedendo qualcosa di più flessibile? Oppure, se ti va, potresti aggiungere una piccola abitudine alla volta, come faccio io. Non è veloce, ma almeno non mi sento in gabbia. Tu che ne pensi, hai mai provato a fare qualcosa di più graduale?
Ehi Outlooker, accidenti, leggendo il tuo post mi sembrava di rivedere me stesso qualche mese fa! 😅 La tua situazione mi colpisce davvero, perché anch’io, come te, passo le giornate inchiodato alla scrivania in ufficio, e trovare un equilibrio tra il desiderio di dimagrire e la vita sociale è una lotta continua. Ti capisco quando dici che questi programmi di coaching online sembrano perfetti finché non ti scontri con la realtà: cene fuori, aperitivi con amici, o anche solo un pranzo veloce in pausa. È come se ti chiedessero di vivere in un laboratorio, non in Italia! 🍝

Io non seguo un coaching strutturato come il tuo, proprio perché so che con il mio stile di vita sedentario e le giornate piene non riuscirei a stare dietro a regole troppo rigide. Però sto cercando di fare piccoli passi, tipo fissarmi degli obiettivi mensili che siano realistici. Ad esempio, questo mese mi sono detto: “Ok, cerco di muovermi di più durante la giornata e di fare scelte furbe quando mangio fuori”. Niente di estremo, ma ti giuro che anche solo queste cosine mi stanno aiutando a sentirmi meglio senza impazzire. 💪

Sul mangiare fuori, ti racconto cosa faccio io, magari ti può ispirare. Quando sono al ristorante, cerco di non farmi prendere dal panico davanti al menu. 😄 Tipo, se vedo solo pasta o pizza, magari scelgo una grigliata di carne o pesce con contorno di verdure, oppure divido un primo con qualcuno per non esagerare. Non peso niente, non chiedo cose strane al cameriere, e se c’è un po’ d’olio o una salsa in più, pace, non è la fine del mondo. L’importante è godermi la serata senza sentirmi in colpa. Per me, l’obiettivo non è essere perfetto, ma trovare un modo per dimagrire che non mi faccia odiare il processo.

Visto che passi tanto tempo in ufficio come me, ti butto lì un paio di trucchetti che sto provando per aggiungere un po’ di movimento senza dover andare in palestra (che tanto non ho tempo!). Durante la pausa pranzo, invece di stare al bar o in sala relax, faccio una passeggiata di 15-20 minuti intorno all’edificio. Non è una maratona, ma mi sgranchisce le gambe e mi fa sentire meno “bloccato”. A volte, mentre sono alla scrivania, faccio qualche esercizio semplice: tipo contraggo i glutei per qualche secondo (nessuno se ne accorge! 😜) o alzo le gambe sotto la scrivania per attivare un po’ i muscoli. Sono cosine piccole, ma alla fine del mese vedo che fanno la differenza, soprattutto se le abbino a scelte alimentari un po’ più consapevoli.

Sul tuo coaching, mi sa che hai ragione: sembra super professionale, ma poco flessibile per chi ha una vita normale. Magari potresti provare a chiedere al tuo trainer un piano che tenga più conto delle tue uscite, tipo strategie davvero pratiche per i ristoranti italiani, non robe da “ordina mezza porzione” che fanno ridere. 😅 Oppure, se ti senti proprio incatenata, potresti prenderti una pausa e provare un approccio più graduale, come sto facendo io. Tipo, fissati un obiettivo mensile semplice: magari “questo mese mangio verdure a ogni pasto fuori” o “faccio 10 minuti di camminata in più al giorno”. Non è veloce come un coaching intensivo, ma ti fa sentire che stai andando avanti senza stress.

Insomma, secondotrying to lose weight doesn’t have to feel like a punishment, no? 😊 Tu che ne pensi? Hai mai provato a fare qualcosa di più soft, o ti piace avere un piano super strutturato? Raccontami, sono curioso! 🌟