Correre per stare bene: come il marathon mi aiuta a perdere peso e trovare equilibrio

KLEPETO

Membro
6 Marzo 2025
109
10
18
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a correre insieme"? Sono qui per raccontarvi come il marathon sia diventato per me non solo un modo per perdere peso, ma anche una vera ancora di salvezza per la mia testa. Quando ho iniziato, qualche anno fa, cercavo un sistema per buttare giù quei chili di troppo che mi portavo dietro. Non avrei mai immaginato che mi avrebbe dato così tanto di più.
Correre per ore, soprattutto preparando una maratona, è un viaggio. Non parlo solo dei chilometri, ma di quello che succede dentro. All’inizio è dura, il fiato corto, le gambe che protestano, la mente che ti dice "ma chi te lo fa fare?". Poi, piano piano, trovi il ritmo. E con quello arriva una calma che non ti aspetti. Per me, è stato come resettare i pensieri: ogni passo un po’ più leggero, ogni chilometro un problema in meno da rimuginare. La bilancia? Certo, quella scendeva, ma quasi non ci facevo più caso, perché mi sentivo bene, davvero bene.
Preparare una maratona non è uno scherzo, ve lo dico subito. Ci vuole un piano. Io di solito parto 4-5 mesi prima: si comincia con corse più brevi, 10-15 km, per poi aumentare gradualmente. Ora, per esempio, sto lavorando al mio prossimo obiettivo, la maratona di primavera, e sono nella fase in cui faccio 25-30 km nei weekend. Non è solo questione di resistenza, ma di imparare ad ascoltare il corpo. Mangio meglio, dormo di più, e cerco di non strafare. Il peso l’ho perso così, senza diete assurde: correndo tanto, il corpo chiede energia sana, non schifezze.
Un consiglio che darei a chi vuole provarci? Le scarpe giuste sono tutto. Non lesinate su quelle, o le ginocchia vi faranno pentire. E poi, stretching: prima e dopo, sempre. Io ho imparato a mie spese con un infortunio al polpaccio un paio di anni fa – un mese fermo, e mi sembrava di impazzire senza correre. Ora sono maniacale con il riscaldamento e il recupero. Altro trucco: trovatevi un compagno di corsa, o almeno una playlist che vi gasi. A me piace correre con i podcast, mi distraggono quel tanto che basta per non mollare.
Insomma, per me il marathon è diventato uno stile di vita. Non è solo il peso che perdi – che comunque, vi assicuro, se ne va eccome – ma è l’equilibrio che trovi. Quando tagli il traguardo dopo 42 km, stanco morto ma felice, capisci che ne è valsa la pena. E non è solo una questione di fisico: è la testa che ringrazia. Qualcuno di voi corre? O magari sta pensando di iniziare? Fatemi sapere, mi piace chiacchierare di queste cose!
 
Ehi, ciao a chi corre e a chi sogna di farlo! La tua storia mi ha colpito, sai? Quel mix di fatica e soddisfazione che descrivi lo capisco benissimo, anche se io sono più un tipo da esperimenti che da maratone fisse. Ho provato un po’ di tutto per perdere peso – diete strane, digiuni, palestra – ma devo dire che correre, come dici tu, ha qualcosa di speciale. Non è solo il corpo che cambia, è proprio la testa che si alleggerisce.

Io non sono ancora al livello di prepararmi per una maratona, però mi piace giocare con le distanze. Ultimamente sto provando a fare 10-15 km un paio di volte a settimana, mescolando ritmi diversi: un giorno corro piano e lungo, un altro punto su scatti veloci. Il peso scende, certo, ma quello che mi piace è sentirmi più energico. Tipo te, ho notato che correndo il corpo chiede cibo vero, non robaccia. Mangio tanta frutta, verdura, robe sane che prima snobbavo – e funziona, senza nemmeno star lì a pesare ogni grammo.

Le scarpe? Hai ragione, un investimento che non si discute. Dopo un mese di corse con un paio vecchio mi sono ritrovato con un dolore al tallone che mi ha fermato per settimane. Ora ho preso un modello decente e faccio stretching religiosamente. Sul compagno di corsa invece sono più solitario, ma una buona playlist o un podcast mi tengono compagnia. Tu coi podcast come ti trovi? Hai qualche titolo da consigliare?

Insomma, il tuo racconto mi ha fatto venir voglia di spingermi un po’ oltre. Magari non una maratona subito, ma chissà, aumentare i chilometri potrebbe essere il prossimo esperimento. Grazie per aver condiviso, è bello leggere di qualcuno che trova il suo equilibrio così. Se ti va, raccontami com’è andata la tua ultima corsa lunga!
 
Ehi, che bella energia che trasmetti! Senti, leggerti è come fare un sorso d’acqua fresca dopo una corsa sotto il sole: dà una botta di vita. Quel tuo mix di 10-15 km con ritmi diversi mi piace, sai? È come mescolare un po’ di sprint con una chiacchierata lunga e lenta col tuo corpo. E hai ragione, non è solo una questione di bilancia che scende, ma di testa che si svuota dai pensieri pesanti. Tipo bere un bicchiere d’acqua quando sei assetato: semplice, ma ti rimette al mondo.

Io coi podcast sono un disastro, confesso. Parto con l’idea di ascoltare robe motivanti, ma dopo 5 minuti mi perdo a pensare a cosa mangio dopo o se ho chiuso la macchina. Però una cosa che mi salva nelle corse lunghe è immaginarmi come un ruscello che scorre: ogni passo è un goccio che mi porta più vicino al traguardo. Banale, forse, ma mi tiene il ritmo. Tu che ascolti per non annoiarti?

Sulle scarpe ti do un cinque virtuale: investire in un buon paio è come comprarsi un biglietto per correre senza drammi. E sullo stretching, predicatore pure io! Da quando ho quasi fatto amicizia col mio tappetino, le gambe ringraziano. Per la tua idea di allungare i chilometri, vai tranquillo ma costante, come quando bevi acqua durante il giorno: poco alla volta, ma sempre. La maratona non è un mostro, è solo un mucchio di passi messi in fila.

La mia ultima lunga? Diciamo 30 km con un sole che sembrava volermi cuocere. Ho finito con la maglietta che sembrava uscita da una lavatrice e una voglia matta di frutta fresca. Raccontami tu, piuttosto: com’è andata l’ultima volta che hai spinto un po’ di più?
 
Ehi, che bella energia che trasmetti! Senti, leggerti è come fare un sorso d’acqua fresca dopo una corsa sotto il sole: dà una botta di vita. Quel tuo mix di 10-15 km con ritmi diversi mi piace, sai? È come mescolare un po’ di sprint con una chiacchierata lunga e lenta col tuo corpo. E hai ragione, non è solo una questione di bilancia che scende, ma di testa che si svuota dai pensieri pesanti. Tipo bere un bicchiere d’acqua quando sei assetato: semplice, ma ti rimette al mondo.

Io coi podcast sono un disastro, confesso. Parto con l’idea di ascoltare robe motivanti, ma dopo 5 minuti mi perdo a pensare a cosa mangio dopo o se ho chiuso la macchina. Però una cosa che mi salva nelle corse lunghe è immaginarmi come un ruscello che scorre: ogni passo è un goccio che mi porta più vicino al traguardo. Banale, forse, ma mi tiene il ritmo. Tu che ascolti per non annoiarti?

Sulle scarpe ti do un cinque virtuale: investire in un buon paio è come comprarsi un biglietto per correre senza drammi. E sullo stretching, predicatore pure io! Da quando ho quasi fatto amicizia col mio tappetino, le gambe ringraziano. Per la tua idea di allungare i chilometri, vai tranquillo ma costante, come quando bevi acqua durante il giorno: poco alla volta, ma sempre. La maratona non è un mostro, è solo un mucchio di passi messi in fila.

La mia ultima lunga? Diciamo 30 km con un sole che sembrava volermi cuocere. Ho finito con la maglietta che sembrava uscita da una lavatrice e una voglia matta di frutta fresca. Raccontami tu, piuttosto: com’è andata l’ultima volta che hai spinto un po’ di più?
Ehi, guarda, leggerti mi ha fatto quasi venir voglia di mollare tutto e andare a correre, ma poi mi sono ricordato che sto ancora litigando con la mia bilancia! Il tuo entusiasmo è contagioso, però, e quel discorso sul ritmo che cambia mi ha colpito. Ma veniamo al punto: io sono quello incastrato con il metodo della ta-rel-ka. Sì, proprio quello che divide il piatto come se fosse una mappa del tesoro: metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. Sembra facile, eh? Ma prova a farlo quando hai una fame che ti mangeresti pure il tavolo.

Oggi, per dire, ho messo insieme un piatto che sembrava uscito da un quadro: zucchine grigliate, pollo al vapore e un po’ di quinoa che ho cotto mentre maledicevo le porzioni piccole. Ho pure fatto la foto, ma non la posto perché sembro uno che cucina per topi, non per umani. Il problema è che sto ancora imparando a non riempire il piatto come se fossi a un buffet. Ci vuole pazienza, tipo quando corri e sai che il fiato arriva solo dopo un po’. Tu come gestisci la fame dopo le tue corse lunghe? Perché io, dopo 5 km, sogno pizze intere.

La tua ultima da 30 km mi ha fatto sentire un bradipo, complimenti! Io l’altro giorno ho spinto fino a 8 km e mi sentivo un eroe, ma poi sono tornato a casa e ho dovuto combattere con la voglia di svuotare il frigo. Dimmi, tu come fai a non cedere? E sull’acqua che dici, hai ragione: bevo come un cammello, ma a volte mi dimentico e finisco disidratato come un pomodoro secco. Raccontami, che trucco usi per mangiare bene senza impazzire dopo una corsa?