Il mio viaggio con il digiuno intermittente: come ho trovato l’equilibrio e perso peso

DavidPL

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, voglio condividere con voi quello che ho imparato con il digiuno intermittente, in particolare con il metodo 16/8, che mi ha aiutato a perdere peso e a sentirmi finalmente in pace con me stesso. Non è stato un percorso lineare, sapete? All’inizio ero scettico, pensavo che morire di fame per 16 ore fosse una follia, ma poi ho capito che non si tratta di privazione, ma di trovare un ritmo che funzioni.
Ho iniziato facendo le cose con calma: 16 ore di digiuno, dalle 20:00 alle 12:00 del giorno dopo, e una finestra di 8 ore per mangiare, dalle 12:00 alle 20:00. All’inizio mi sembrava strano non fare colazione, ma ho scoperto che un caffè nero o un tè senza zucchero mi tenevano a bada la fame. Il trucco è stato ascoltare il mio corpo e non forzarmi troppo: se un giorno sentivo che non ce la facevo, mangiavo qualcosa di leggero e riprendevo il giorno dopo.
Gli errori? Ne ho fatti tanti. Uno dei più grandi è stato pensare che nella finestra di 8 ore potessi abbuffarmi di qualsiasi cosa. Non funziona così. Se mangi schifezze, il digiuno non fa miracoli. Ho imparato a puntare su pasti bilanciati: proteine magre, verdure, un po’ di carboidrati complessi e grassi sani. Per esempio, a pranzo spesso facevo pollo con verdure grigliate e un filo d’olio d’oliva, e a cena magari del pesce con quinoa. Non è una dieta rigida, è più un modo di organizzarsi.
Un altro errore da evitare è bere poco. Durante il digiuno, l’acqua è tua amica, ti salva da quella sensazione di stanchezza che a volte arriva. Io porto sempre una bottiglia con me e cerco di bere almeno 2 litri al giorno, a volte anche infusi se voglio variare.
Adattare il 16/8 alla mia vita non è stato immediato. Lavoro in ufficio e all’inizio mi sentivo in imbarazzo a non mangiare con i colleghi a mezzogiorno, ma poi ho spiegato quello che facevo e molti si sono incuriositi. Nei weekend, se c’era un’uscita con amici, spostavo la finestra un po’ più tardi, tipo dalle 14:00 alle 22:00. Flessibilità è la parola chiave, non serve essere rigidi per vedere risultati.
I benefici li ho visti dopo un mese circa: meno gonfiore, più energia e, sì, anche qualche chilo in meno sulla bilancia. Non è solo questione di peso, però. Mi sento più in controllo, meno schiavo degli orari dei pasti. Certo, non è per tutti: se hai problemi di salute o un rapporto complicato con il cibo, meglio parlarne con un medico prima. Ma per me ha funzionato, e credo che il segreto sia stato trovare un equilibrio che non mi facesse sentire punito, ma in sintonia con il mio corpo.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha provato qualcosa di simile o ha domande? Sono curioso di sapere come vi approcciate a queste cose!
 
Ragazzi, voglio condividere con voi quello che ho imparato con il digiuno intermittente, in particolare con il metodo 16/8, che mi ha aiutato a perdere peso e a sentirmi finalmente in pace con me stesso. Non è stato un percorso lineare, sapete? All’inizio ero scettico, pensavo che morire di fame per 16 ore fosse una follia, ma poi ho capito che non si tratta di privazione, ma di trovare un ritmo che funzioni.
Ho iniziato facendo le cose con calma: 16 ore di digiuno, dalle 20:00 alle 12:00 del giorno dopo, e una finestra di 8 ore per mangiare, dalle 12:00 alle 20:00. All’inizio mi sembrava strano non fare colazione, ma ho scoperto che un caffè nero o un tè senza zucchero mi tenevano a bada la fame. Il trucco è stato ascoltare il mio corpo e non forzarmi troppo: se un giorno sentivo che non ce la facevo, mangiavo qualcosa di leggero e riprendevo il giorno dopo.
Gli errori? Ne ho fatti tanti. Uno dei più grandi è stato pensare che nella finestra di 8 ore potessi abbuffarmi di qualsiasi cosa. Non funziona così. Se mangi schifezze, il digiuno non fa miracoli. Ho imparato a puntare su pasti bilanciati: proteine magre, verdure, un po’ di carboidrati complessi e grassi sani. Per esempio, a pranzo spesso facevo pollo con verdure grigliate e un filo d’olio d’oliva, e a cena magari del pesce con quinoa. Non è una dieta rigida, è più un modo di organizzarsi.
Un altro errore da evitare è bere poco. Durante il digiuno, l’acqua è tua amica, ti salva da quella sensazione di stanchezza che a volte arriva. Io porto sempre una bottiglia con me e cerco di bere almeno 2 litri al giorno, a volte anche infusi se voglio variare.
Adattare il 16/8 alla mia vita non è stato immediato. Lavoro in ufficio e all’inizio mi sentivo in imbarazzo a non mangiare con i colleghi a mezzogiorno, ma poi ho spiegato quello che facevo e molti si sono incuriositi. Nei weekend, se c’era un’uscita con amici, spostavo la finestra un po’ più tardi, tipo dalle 14:00 alle 22:00. Flessibilità è la parola chiave, non serve essere rigidi per vedere risultati.
I benefici li ho visti dopo un mese circa: meno gonfiore, più energia e, sì, anche qualche chilo in meno sulla bilancia. Non è solo questione di peso, però. Mi sento più in controllo, meno schiavo degli orari dei pasti. Certo, non è per tutti: se hai problemi di salute o un rapporto complicato con il cibo, meglio parlarne con un medico prima. Ma per me ha funzionato, e credo che il segreto sia stato trovare un equilibrio che non mi facesse sentire punito, ma in sintonia con il mio corpo.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha provato qualcosa di simile o ha domande? Sono curioso di sapere come vi approcciate a queste cose!
Grande! Leggere il tuo racconto sul digiuno intermittente mi ha fatto proprio piacere, anche perché sto provando qualcosa di simile e vedere che funziona per altri mi dà una spinta in più. Io sono nel mezzo del mio percorso, ho perso 5 kg in un mese con il 16/8 e qualche accorgimento personale, e ora sto cercando di capire come andare avanti senza impantanarmi.

Ho iniziato più o meno come te, con le 16 ore di digiuno dalle 20:00 alle 12:00. All’inizio ero un disastro, mi svegliavo con una fame da lupi e pensavo che non ce l’avrei mai fatta a saltare la colazione. Poi ho preso l’abitudine di bere un caffè amaro appena sveglio e, non so come, la fame è sparita. Durante la finestra di 8 ore mangio due pasti decenti, tipo un’insalata con tonno e un po’ di pane integrale a pranzo, e magari della carne con verdure la sera. Ho capito subito che abbuffarmi di pizza o dolci non aveva senso, perché dopo due giorni mi sentivo gonfio e pesante come prima.

Il mio errore più grande è stato sottovalutare l’acqua, proprio come dicevi tu. Pensavo bastasse bere quando avevo sete, ma mi sbagliavo: senza quei 2 litri al giorno mi sentivo stanco e con la testa annebbiata. Ora tengo una bottiglia sempre sul tavolo e mi costringo a finirla, anche se a volte mi sembra di annegare. Un altro problema è stato il weekend: uscivo, bevevo un paio di birre con gli amici e finivo per mangiarmi mezzo menù del pub. Risultato? Lunedì ero punto e a capo. Sto provando a essere più flessibile, magari spostando la finestra come fai tu, ma non è facile.

I risultati comunque ci sono: meno pancia, più energia e un senso di controllo che non avevo da anni. Non sono ancora dove voglio arrivare, però. Vorrei perdere altri 5-6 kg, ma ultimamente la bilancia non si muove più di tanto. Forse sto sbagliando qualcosa nei pasti, o magari devo aumentare un po’ l’attività fisica? Io cammino tanto, ma niente palestra o robe complicate. Tu come hai fatto a non fermarti dopo il primo mese? E con il lavoro, riesci a gestire tutto senza crollare? Io a volte mi sento uno straccio verso le 11:00, soprattutto se la giornata è piena.

Mi piace che hai trovato un ritmo senza trasformarlo in una prigione, è quello che sto cercando anch’io. Fammi sapere come hai superato i momenti di stallo, o se hai qualche trucco per tenere duro quando la voglia di mollare arriva. E sì, concordo: non è per tutti, ma se lo fai bene ti cambia proprio la testa, non solo il corpo. Aspetto i tuoi consigli, e magari anche quelli di qualcun altro che ci è passato!
 
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Ragazzi, voglio condividere con voi quello che ho imparato con il digiuno intermittente, in particolare con il metodo 16/8, che mi ha aiutato a perdere peso e a sentirmi finalmente in pace con me stesso. Non è stato un percorso lineare, sapete? All’inizio ero scettico, pensavo che morire di fame per 16 ore fosse una follia, ma poi ho capito che non si tratta di privazione, ma di trovare un ritmo che funzioni.
Ho iniziato facendo le cose con calma: 16 ore di digiuno, dalle 20:00 alle 12:00 del giorno dopo, e una finestra di 8 ore per mangiare, dalle 12:00 alle 20:00. All’inizio mi sembrava strano non fare colazione, ma ho scoperto che un caffè nero o un tè senza zucchero mi tenevano a bada la fame. Il trucco è stato ascoltare il mio corpo e non forzarmi troppo: se un giorno sentivo che non ce la facevo, mangiavo qualcosa di leggero e riprendevo il giorno dopo.
Gli errori? Ne ho fatti tanti. Uno dei più grandi è stato pensare che nella finestra di 8 ore potessi abbuffarmi di qualsiasi cosa. Non funziona così. Se mangi schifezze, il digiuno non fa miracoli. Ho imparato a puntare su pasti bilanciati: proteine magre, verdure, un po’ di carboidrati complessi e grassi sani. Per esempio, a pranzo spesso facevo pollo con verdure grigliate e un filo d’olio d’oliva, e a cena magari del pesce con quinoa. Non è una dieta rigida, è più un modo di organizzarsi.
Un altro errore da evitare è bere poco. Durante il digiuno, l’acqua è tua amica, ti salva da quella sensazione di stanchezza che a volte arriva. Io porto sempre una bottiglia con me e cerco di bere almeno 2 litri al giorno, a volte anche infusi se voglio variare.
Adattare il 16/8 alla mia vita non è stato immediato. Lavoro in ufficio e all’inizio mi sentivo in imbarazzo a non mangiare con i colleghi a mezzogiorno, ma poi ho spiegato quello che facevo e molti si sono incuriositi. Nei weekend, se c’era un’uscita con amici, spostavo la finestra un po’ più tardi, tipo dalle 14:00 alle 22:00. Flessibilità è la parola chiave, non serve essere rigidi per vedere risultati.
I benefici li ho visti dopo un mese circa: meno gonfiore, più energia e, sì, anche qualche chilo in meno sulla bilancia. Non è solo questione di peso, però. Mi sento più in controllo, meno schiavo degli orari dei pasti. Certo, non è per tutti: se hai problemi di salute o un rapporto complicato con il cibo, meglio parlarne con un medico prima. Ma per me ha funzionato, e credo che il segreto sia stato trovare un equilibrio che non mi facesse sentire punito, ma in sintonia con il mio corpo.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha provato qualcosa di simile o ha domande? Sono curioso di sapere come vi approcciate a queste cose!
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