L'Impatto Scientifico del Nuoto sulla Perdita di Peso: Tecniche e Benefici per le Articolazioni

majk-poz

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi alcune riflessioni sull’impatto del nuoto sulla perdita di peso, basate sia sulla mia esperienza personale che su dati scientifici. Qualche anno fa pesavo 15 chili in più e, dopo vari tentativi con diete diverse, ho trovato nel nuoto la chiave per cambiare il mio corpo e la mia salute. Non è stato solo un modo per bruciare calorie, ma un vero alleato per le mie articolazioni, che soffrivano sotto il peso extra.
Partiamo dai numeri: nuotare a ritmo moderato (stile libero, per esempio) può far consumare tra le 400 e le 600 calorie all’ora, a seconda del peso corporeo e dell’intensità. Uno studio pubblicato sul "Journal of Exercise Rehabilitation" ha dimostrato che l’esercizio in acqua aumenta il metabolismo basale anche dopo l’allenamento, grazie alla resistenza naturale dell’acqua che attiva più gruppi muscolari rispetto ad attività come la corsa. Questo significa che il corpo continua a bruciare calorie pure quando sei fuori dalla piscina.
Per quanto riguarda le tecniche, ho iniziato con sessioni di 30 minuti, tre volte a settimana. Un piano semplice prevedeva 10 minuti di stile libero per riscaldarmi, seguiti da 15 minuti di intervalli (50 metri veloci, 50 metri lenti) e 5 minuti di defaticamento a dorso. Col tempo sono passato a 45 minuti, inserendo anche rana e farfalla per variare. La resistenza dell’acqua è fantastica perché allena senza sovraccaricare: le mie ginocchia, che prima scricchiolavano a ogni passo, ora sono molto più stabili.
Il beneficio per le articolazioni è reale e supportato dalla scienza. L’acqua riduce l’impatto sul corpo fino al 90% rispetto agli esercizi a terra, come evidenziato da ricerche dell’American College of Sports Medicine. Questo è stato fondamentale per me, perché diete rigide mi aiutavano a perdere peso, ma senza movimento il mio tono muscolare e la mia mobilità peggioravano. Nuotando, invece, ho perso grasso senza stressare la struttura ossea.
Un altro aspetto interessante è l’effetto sul controllo dell’appetito. Dopo una sessione in piscina, noto che il mio corpo chiede energia, ma in modo diverso rispetto a dopo una corsa o una dieta drastica: tendo a scegliere cibi più sani, forse perché l’acqua fredda regola gli ormoni della fame, come suggeriscono alcuni studi preliminari. Non sto tenendo un diario alimentare rigido ora, ma all’inizio annotare cosa mangiavo mi ha aiutato a bilanciare proteine e carboidrati con le calorie bruciate in acqua.
Insomma, il nuoto non è solo un esercizio, è un approccio completo: brucia calorie, protegge le articolazioni e ti fa sentire bene. Se qualcuno vuole provare, consiglio di iniziare piano, magari con un istruttore per impostare la tecnica. Fatemi sapere se avete domande o se avete già provato qualcosa di simile!
 
Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi alcune riflessioni sull’impatto del nuoto sulla perdita di peso, basate sia sulla mia esperienza personale che su dati scientifici. Qualche anno fa pesavo 15 chili in più e, dopo vari tentativi con diete diverse, ho trovato nel nuoto la chiave per cambiare il mio corpo e la mia salute. Non è stato solo un modo per bruciare calorie, ma un vero alleato per le mie articolazioni, che soffrivano sotto il peso extra.
Partiamo dai numeri: nuotare a ritmo moderato (stile libero, per esempio) può far consumare tra le 400 e le 600 calorie all’ora, a seconda del peso corporeo e dell’intensità. Uno studio pubblicato sul "Journal of Exercise Rehabilitation" ha dimostrato che l’esercizio in acqua aumenta il metabolismo basale anche dopo l’allenamento, grazie alla resistenza naturale dell’acqua che attiva più gruppi muscolari rispetto ad attività come la corsa. Questo significa che il corpo continua a bruciare calorie pure quando sei fuori dalla piscina.
Per quanto riguarda le tecniche, ho iniziato con sessioni di 30 minuti, tre volte a settimana. Un piano semplice prevedeva 10 minuti di stile libero per riscaldarmi, seguiti da 15 minuti di intervalli (50 metri veloci, 50 metri lenti) e 5 minuti di defaticamento a dorso. Col tempo sono passato a 45 minuti, inserendo anche rana e farfalla per variare. La resistenza dell’acqua è fantastica perché allena senza sovraccaricare: le mie ginocchia, che prima scricchiolavano a ogni passo, ora sono molto più stabili.
Il beneficio per le articolazioni è reale e supportato dalla scienza. L’acqua riduce l’impatto sul corpo fino al 90% rispetto agli esercizi a terra, come evidenziato da ricerche dell’American College of Sports Medicine. Questo è stato fondamentale per me, perché diete rigide mi aiutavano a perdere peso, ma senza movimento il mio tono muscolare e la mia mobilità peggioravano. Nuotando, invece, ho perso grasso senza stressare la struttura ossea.
Un altro aspetto interessante è l’effetto sul controllo dell’appetito. Dopo una sessione in piscina, noto che il mio corpo chiede energia, ma in modo diverso rispetto a dopo una corsa o una dieta drastica: tendo a scegliere cibi più sani, forse perché l’acqua fredda regola gli ormoni della fame, come suggeriscono alcuni studi preliminari. Non sto tenendo un diario alimentare rigido ora, ma all’inizio annotare cosa mangiavo mi ha aiutato a bilanciare proteine e carboidrati con le calorie bruciate in acqua.
Insomma, il nuoto non è solo un esercizio, è un approccio completo: brucia calorie, protegge le articolazioni e ti fa sentire bene. Se qualcuno vuole provare, consiglio di iniziare piano, magari con un istruttore per impostare la tecnica. Fatemi sapere se avete domande o se avete già provato qualcosa di simile!
Ehi, che bella riflessione! Mi ritrovo molto in quello che dici, soprattutto sul bisogno di trovare un’attività che non solo aiuti a perdere peso, ma faccia anche stare bene il corpo. Io non sono un nuotatore, però, devo ammetterlo, dopo aver letto il tuo post mi sta venendo voglia di provare! La mia strada per dimagrire è diversa: ogni sera, prima di dormire, esco per una lunga passeggiata. Non importa se piove o fa freddo, mi metto le cuffie, una playlist tranquilla e via, cammino per qualche chilometro.

Ieri, per esempio, ho fatto un giro vicino casa mia, lungo il parco: saranno stati circa 5 chilometri. Non è un ritmo da atleta, ma per me è perfetto. Torno a casa con la testa leggera, sento proprio il corpo che si rilassa e, piano piano, i chili stanno scendendo. Non ho numeri precisi come i tuoi con le calorie del nuoto, ma direi che in un’ora di camminata a passo svelto brucio qualcosa tra le 200 e le 300 calorie. Niente di impressionante, ma costante. E poi, come dici tu per il nuoto, anche per me è un modo per non stressare il corpo: con il peso in più che avevo, correre o saltare sarebbe stato un disastro per le ginocchia.

Mi piace quello che scrivi sull’appetito, perché lo noto anch’io. Dopo la passeggiata non ho quella fame nervosa che mi farebbe buttare su schifezze. È più una voglia di qualcosa di leggero, tipo una tisana o un po’ di frutta. Forse è il fatto di muovermi la sera, che mi aiuta a non abbuffarmi prima di dormire. E poi c’è quel senso di pace: cammino, guardo le luci della città o gli alberi mossi dal vento, e mi sembra di lasciare lì tutto lo stress della giornata.

Il tuo percorso col nuoto mi ispira perché è strutturato, con tempi e stili diversi. Io invece sono più “libero”: scelgo il tragitto in base a come mi sento. A volte faccio un giro più corto, tipo 3 chilometri, altre volte mi spingo fino a 7 se ho energie. Non so se sia scientifico come il tuo approccio, ma funziona per me. E per le articolazioni? Anche qui, zero problemi. Anzi, sento le gambe più forti di prima.

Mi sa che abbiamo in comune questa idea: il movimento deve essere un piacere, non una punizione. Tu hai trovato il nuoto, io le mie passeggiate serali. Magari un giorno ci scriveremo da qualche parte “Ehi, ce l’abbiamo fatta!”. Intanto, grazie per il tuo racconto, mi ha dato un sacco di spunti. Tu hai mai provato a camminare così, magari per cambiare ritmo? Fammi sapere!
 
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Ehi, interessante il tuo entusiasmo per il nuoto, ma non credi che sia un po’ sopravvalutato come soluzione per tutti? Ok, brucia calorie e aiuta le articolazioni, però non è pratico per chi non ha una piscina vicina o tempo per sessioni strutturate. Io punto sulle passeggiate serali: niente costi, esco quando voglio e mi schiarisce la testa. Non sarà “scientifico” come il tuo piano, ma i chili li perdo lo stesso, senza bisogno di istruttori o tabelle. Tu parli di tecnica, ma non è che alla fine complichi una cosa che potrebbe essere più semplice?
 
Ehi, capisco il fascino delle passeggiate, ma vuoi mettere il brivido di un bel lungo corso? 😅 Il nuoto sarà pure fantastico per le articolazioni, ma il running ti scolpisce e ti libera la mente mentre macini chilometri. Non serve una piscina, basta un paio di scarpe e via! Io coi miei allenamenti per la maratona ho perso peso e guadagnato energia, altro che complicazioni. Prova a correre una volta, poi mi dici! 🏃‍♂️
 
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Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi alcune riflessioni sull’impatto del nuoto sulla perdita di peso, basate sia sulla mia esperienza personale che su dati scientifici. Qualche anno fa pesavo 15 chili in più e, dopo vari tentativi con diete diverse, ho trovato nel nuoto la chiave per cambiare il mio corpo e la mia salute. Non è stato solo un modo per bruciare calorie, ma un vero alleato per le mie articolazioni, che soffrivano sotto il peso extra.
Partiamo dai numeri: nuotare a ritmo moderato (stile libero, per esempio) può far consumare tra le 400 e le 600 calorie all’ora, a seconda del peso corporeo e dell’intensità. Uno studio pubblicato sul "Journal of Exercise Rehabilitation" ha dimostrato che l’esercizio in acqua aumenta il metabolismo basale anche dopo l’allenamento, grazie alla resistenza naturale dell’acqua che attiva più gruppi muscolari rispetto ad attività come la corsa. Questo significa che il corpo continua a bruciare calorie pure quando sei fuori dalla piscina.
Per quanto riguarda le tecniche, ho iniziato con sessioni di 30 minuti, tre volte a settimana. Un piano semplice prevedeva 10 minuti di stile libero per riscaldarmi, seguiti da 15 minuti di intervalli (50 metri veloci, 50 metri lenti) e 5 minuti di defaticamento a dorso. Col tempo sono passato a 45 minuti, inserendo anche rana e farfalla per variare. La resistenza dell’acqua è fantastica perché allena senza sovraccaricare: le mie ginocchia, che prima scricchiolavano a ogni passo, ora sono molto più stabili.
Il beneficio per le articolazioni è reale e supportato dalla scienza. L’acqua riduce l’impatto sul corpo fino al 90% rispetto agli esercizi a terra, come evidenziato da ricerche dell’American College of Sports Medicine. Questo è stato fondamentale per me, perché diete rigide mi aiutavano a perdere peso, ma senza movimento il mio tono muscolare e la mia mobilità peggioravano. Nuotando, invece, ho perso grasso senza stressare la struttura ossea.
Un altro aspetto interessante è l’effetto sul controllo dell’appetito. Dopo una sessione in piscina, noto che il mio corpo chiede energia, ma in modo diverso rispetto a dopo una corsa o una dieta drastica: tendo a scegliere cibi più sani, forse perché l’acqua fredda regola gli ormoni della fame, come suggeriscono alcuni studi preliminari. Non sto tenendo un diario alimentare rigido ora, ma all’inizio annotare cosa mangiavo mi ha aiutato a bilanciare proteine e carboidrati con le calorie bruciate in acqua.
Insomma, il nuoto non è solo un esercizio, è un approccio completo: brucia calorie, protegge le articolazioni e ti fa sentire bene. Se qualcuno vuole provare, consiglio di iniziare piano, magari con un istruttore per impostare la tecnica. Fatemi sapere se avete domande o se avete già provato qualcosa di simile!
Ehi, che bella riflessione sul nuoto! Devo dire che il tuo racconto mi ha davvero colpito, soprattutto per come hai messo insieme esperienza personale e dati scientifici. Anch’io sono un appassionato di attività che trasformano il corpo in modo naturale, e mi piacerebbe aggiungere un punto di vista che potrebbe interessarti: le pratiche di Wim Hof, con i suoi bagni freddi e le tecniche di respirazione. Non proprio nuoto, ma un approccio che si sposa bene con l’acqua e il movimento.

Immergersi nell’acqua fredda, come fai tu in piscina, ha un impatto pazzesco sul metabolismo. Wim Hof parla spesso di come il freddo stimoli la termogenesi, quel processo in cui il corpo brucia calorie per riscaldarsi. Uno studio dell’Università di Maastricht ha mostrato che l’esposizione al freddo può aumentare il dispendio energetico fino al 15-20% in più rispetto al riposo. Se ci aggiungi la tua ora di nuoto a 400-600 calorie, è come dare un doppio colpo al grasso! Io, per esempio, dopo una sessione di respirazione profonda e un tuffo gelato, sento il corpo che “gira” a mille per ore.

E poi c’è lo stress. Tu hai accennato a come il nuoto ti faccia sentire bene, e qui la respirazione di Wim Hof potrebbe amplificare l’effetto. Con inspirazioni profonde e controllate, si abbassa il cortisolo, l’ormone dello stress, e si attiva il sistema nervoso parasimpatico. Una ricerca del 2018 su “NeuroImage” ha evidenziato che chi pratica queste tecniche ha una risposta infiammatoria più bassa, il che aiuta anche l’immunità. Magari potresti provare a fare qualche ciclo di respirazione prima di entrare in piscina: 30 respiri profondi, poi trattieni il fiato per un minuto o due. Ti giuro, ti senti rinato.

Per le articolazioni, il freddo è un alleato sottovalutato. L’acqua della piscina non sarà gelida come i bagni di Wim, ma il principio è simile: riduce l’infiammazione e dà sollievo. Io ho iniziato a combinare i miei allenamenti con docce fredde post-nuoto, e le mie spalle, che prima mi davano noia, ora sono molto più sciolte. Certo, ci vuole un po’ di coraggio all’inizio, ma il corpo si adatta.

Sul controllo dell’appetito che hai notato, sono d’accordo: il freddo sembra “resettare” qualcosa. Wim Hof dice che è una questione di connessione mente-corpo, e forse ha ragione. Dopo una sessione intensa, anch’io tendo a mangiare più pulito, senza cravings assurdi. È come se il corpo capisse cosa gli serve davvero.

Insomma, il tuo approccio col nuoto è già fantastico, ma se ti va di sperimentare, prova a buttarti su qualche tecnica di Wim Hof. Potrebbe essere il turbo che cerchi per metabolismo e benessere. Fammi sapere cosa ne pensi o se hai già provato l’acqua ghiacciata!
 
Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi alcune riflessioni sull’impatto del nuoto sulla perdita di peso, basate sia sulla mia esperienza personale che su dati scientifici. Qualche anno fa pesavo 15 chili in più e, dopo vari tentativi con diete diverse, ho trovato nel nuoto la chiave per cambiare il mio corpo e la mia salute. Non è stato solo un modo per bruciare calorie, ma un vero alleato per le mie articolazioni, che soffrivano sotto il peso extra.
Partiamo dai numeri: nuotare a ritmo moderato (stile libero, per esempio) può far consumare tra le 400 e le 600 calorie all’ora, a seconda del peso corporeo e dell’intensità. Uno studio pubblicato sul "Journal of Exercise Rehabilitation" ha dimostrato che l’esercizio in acqua aumenta il metabolismo basale anche dopo l’allenamento, grazie alla resistenza naturale dell’acqua che attiva più gruppi muscolari rispetto ad attività come la corsa. Questo significa che il corpo continua a bruciare calorie pure quando sei fuori dalla piscina.
Per quanto riguarda le tecniche, ho iniziato con sessioni di 30 minuti, tre volte a settimana. Un piano semplice prevedeva 10 minuti di stile libero per riscaldarmi, seguiti da 15 minuti di intervalli (50 metri veloci, 50 metri lenti) e 5 minuti di defaticamento a dorso. Col tempo sono passato a 45 minuti, inserendo anche rana e farfalla per variare. La resistenza dell’acqua è fantastica perché allena senza sovraccaricare: le mie ginocchia, che prima scricchiolavano a ogni passo, ora sono molto più stabili.
Il beneficio per le articolazioni è reale e supportato dalla scienza. L’acqua riduce l’impatto sul corpo fino al 90% rispetto agli esercizi a terra, come evidenziato da ricerche dell’American College of Sports Medicine. Questo è stato fondamentale per me, perché diete rigide mi aiutavano a perdere peso, ma senza movimento il mio tono muscolare e la mia mobilità peggioravano. Nuotando, invece, ho perso grasso senza stressare la struttura ossea.
Un altro aspetto interessante è l’effetto sul controllo dell’appetito. Dopo una sessione in piscina, noto che il mio corpo chiede energia, ma in modo diverso rispetto a dopo una corsa o una dieta drastica: tendo a scegliere cibi più sani, forse perché l’acqua fredda regola gli ormoni della fame, come suggeriscono alcuni studi preliminari. Non sto tenendo un diario alimentare rigido ora, ma all’inizio annotare cosa mangiavo mi ha aiutato a bilanciare proteine e carboidrati con le calorie bruciate in acqua.
Insomma, il nuoto non è solo un esercizio, è un approccio completo: brucia calorie, protegge le articolazioni e ti fa sentire bene. Se qualcuno vuole provare, consiglio di iniziare piano, magari con un istruttore per impostare la tecnica. Fatemi sapere se avete domande o se avete già provato qualcosa di simile!
Ehi, guarda un po’ chi si è trasformato in un esperto di nuoto! Devo dire che leggerti mi ha fatto quasi venir voglia di buttarmi in piscina, ma poi mi sono ricordata che sto ancora cercando di rimettermi in piedi dopo il casino del mio divorzio. Comunque, il tuo post è interessante, e visto che siamo qui a parlare di perdita di peso, ti racconto un po’ la mia. Dopo che il mio ex se n’è andato, mi guardavo allo specchio e vedevo solo un disastro: 20 chili in più e una voglia di vivere sotto zero. Altro che articolazioni, mi sentivo un sacco di patate con le gambe.

Il nuoto, eh? Non ci avevo mai pensato, ma quello che dici sui numeri e sul metabolismo mi incuriosisce. Io per ora sto provando a camminare veloce, ma dopo 40 minuti mi fanno male le caviglie e mi viene una rabbia che non ti dico. Sapere che in acqua si consumano 400-600 calorie all’ora senza distruggersi le ginocchia mi sembra una specie di miracolo. Magari provo, anche se l’idea di mettermi in costume davanti a degli sconosciuti mi fa venire i brividi – non proprio per il freddo della piscina, se capisci cosa intendo.

Mi piace che hai messo giù un piano concreto, tipo i tuoi 30 minuti con stile libero e intervalli. Io sono una che si perde se non ha qualcosa di chiaro da seguire, quindi potrei copiarti e vedere come va. La storia del defaticamento a dorso mi convince: almeno se crollo, galleggio e non faccio figuracce. E poi, dici che le tue ginocchia non scricchiolano più – io invece sembro una porta vecchia ogni volta che mi alzo dal divano. Se il nuoto sistema anche questo, potrei quasi perdonare il mondo per avermi mollata.

Quello che mi colpisce è pure la faccenda dell’appetito. Dopo essermi separata, mi sono buttata sul cibo spazzatura per colmare il vuoto, e ovviamente i chili sono aumentati. Se nuotare mi aiutasse a non strafogarmi di schifezze e a scegliere qualcosa di decente, sarebbe un punto in più. Non sono ancora al livello di annotare tutto quello che mangio – troppa fatica – ma forse con il tempo ci arrivo.

Insomma, il tuo entusiasmo per il nuoto è contagioso, anche se io sono ancora incastrata tra la rabbia e il "ma chi me lo fa fare". Proverò a fare un giro in piscina, magari partendo con 20 minuti per non sentirmi una fallita al primo tentativo. Se hai qualche consiglio per una che non sa nemmeno da che parte iniziare con la tecnica, sputa il rospo. E dimmi: all’inizio ti sentivi un pesce fuor d’acqua o è andata liscia da subito?
 
Ciao majk-poz, il tuo post è una miniera d’oro per chi come me passa le giornate a cercare risposte concrete su come rimettersi in carreggiata. La tua storia mi ha colpito, soprattutto perché anch’io sto lottando con qualche chilo di troppo e articolazioni che sembrano implorare pietà. Non avevo mai considerato il nuoto come una soluzione seria, ma i numeri che hai tirato fuori – 400-600 calorie all’ora – e il fatto che il metabolismo continui a lavorare anche dopo mi fanno pensare che potrebbe essere la svolta che cerco.

Sai, quello che mi convince di più è proprio il discorso sulle articolazioni. Camminare o correre mi distrugge le caviglie e le ginocchia in mezz’ora, quindi sapere che l’acqua taglia il 90% dell’impatto, come dici tu citando l’American College of Sports Medicine, è musica per le mie orecchie. Il tuo piano da 30 minuti con stile libero e intervalli sembra fattibile, anche per una come me che non ha mai nuotato oltre qualche bracciata scoordinata al mare. Magari inizio con i tuoi 10 minuti di riscaldamento e poi vedo se riesco a non annegare negli intervalli!

La questione dell’appetito che hai sollevato è un altro punto forte. Dopo anni di abbuffate emotive, sto cercando di capire come gestire la fame senza crollare su pizza e gelato ogni volta che mi sento a terra. Se il nuoto, come dici, regola gli ormoni e ti spinge a scegliere cibi più sani, potrebbe essere un aiuto doppio: meno chili e meno sensi di colpa. Non sono ancora pronta per un diario alimentare – troppo sbattimento – ma l’idea di un corpo che “chiede” cose migliori mi piace.

Rispondendo alla tua domanda: sì, voglio provarci. Partirò con 20 minuti, come hai consigliato, e magari chiederò a un istruttore di darmi una mano con la tecnica, perché al momento so solo galleggiare come un tronco. All’inizio ti sentivi impacciato o hai preso il ritmo subito? E un consiglio pratico: meglio mangiare qualcosa prima di buttarsi in piscina o vado a stomaco vuoto per non sentirmi appesantita? Grazie per aver condiviso, mi hai dato una bella spinta!