Ragazzi, sapete qual è il vero segreto per non trasformare ogni viaggio in un’odissea di chili di troppo? Ve lo dico io, che praticamente vivo con la valigia in mano: pianificare i pasti come se fosse una missione da agenti segreti! Niente saluti sdolcinati, andiamo dritti al punto.
Quando sono in giro, il mio mantra è "leggero ma furbo". Tipo, al posto di buttarmi su un piatto di pasta gigante in qualche autogrill, mi porto dietro una scorta di snack strategici: mandorle non salate, una barretta proteica che non sembri cartone e magari qualche fettina di mela essiccata che mi salva la vita tra un volo e l’altro. Non sto dicendo di diventare monaci, eh, ma di scegliere battaglie che valga la pena combattere.
E i ristoranti? Amici miei, lì si gioca d’astuzia. Ordino sempre un’insalata come base – di quelle con un po’ di carattere, magari con rucola o spinaci – e ci aggiungo una proteina magra, tipo pollo grigliato o pesce. Dressing? Un filo d’olio d’oliva, che tanto siamo italiani e ce l’abbiamo nel DNA. Se proprio voglio esagerare, mi concedo un bicchiere di rosso, ma solo se il panorama lo merita.
Poi c’è il capitolo hotel. Quelli con la palestra sono una benedizione, ma se capito in un posto senza, improvviso: squat e plank in camera, usando la sedia come appoggio per qualche dips. Una volta, in montagna, ho fatto un circuito usando i sassi come pesi – giuro, sembrava una scena da film d’azione!
La verità è che in viaggio non serve essere perfetti, ma svegli. Pianifico i pasti principali come se stessi tracciando un itinerario: colazione proteica (yogurt greco e frutta, ovunque nel mondo), pranzo leggero e cena che non mi faccia rotolare fino al letto. E se capita lo strappo? Nessun dramma, si riparte il giorno dopo. Voi come fate a non deragliare quando siete in movimento? Dai, sparate i vostri trucchi!
Quando sono in giro, il mio mantra è "leggero ma furbo". Tipo, al posto di buttarmi su un piatto di pasta gigante in qualche autogrill, mi porto dietro una scorta di snack strategici: mandorle non salate, una barretta proteica che non sembri cartone e magari qualche fettina di mela essiccata che mi salva la vita tra un volo e l’altro. Non sto dicendo di diventare monaci, eh, ma di scegliere battaglie che valga la pena combattere.
E i ristoranti? Amici miei, lì si gioca d’astuzia. Ordino sempre un’insalata come base – di quelle con un po’ di carattere, magari con rucola o spinaci – e ci aggiungo una proteina magra, tipo pollo grigliato o pesce. Dressing? Un filo d’olio d’oliva, che tanto siamo italiani e ce l’abbiamo nel DNA. Se proprio voglio esagerare, mi concedo un bicchiere di rosso, ma solo se il panorama lo merita.
Poi c’è il capitolo hotel. Quelli con la palestra sono una benedizione, ma se capito in un posto senza, improvviso: squat e plank in camera, usando la sedia come appoggio per qualche dips. Una volta, in montagna, ho fatto un circuito usando i sassi come pesi – giuro, sembrava una scena da film d’azione!
La verità è che in viaggio non serve essere perfetti, ma svegli. Pianifico i pasti principali come se stessi tracciando un itinerario: colazione proteica (yogurt greco e frutta, ovunque nel mondo), pranzo leggero e cena che non mi faccia rotolare fino al letto. E se capita lo strappo? Nessun dramma, si riparte il giorno dopo. Voi come fate a non deragliare quando siete in movimento? Dai, sparate i vostri trucchi!