Ehi, capisco perfettamente la tua frustrazione, mangiare fuori può davvero sembrare un campo minato! Quelle salse che non sai nemmeno da dove arrivano, le porzioni che potrebbero sfamare tre persone… è facile sentirsi sopraffatti. Ti dirò una cosa, però: anch’io ero lì, convinto che non ci fosse speranza. Pesavo 95 chili e ogni cena fuori era un disastro per la mia testa, non solo per la bilancia. Ma sai cosa? Non ho mollato, ho solo cambiato approccio.
All’inizio anch’io cercavo di contare ogni caloria, ma hai ragione, fuori è un incubo. Così ho smesso di ossessionarmi coi numeri e ho puntato su un piano più pratico. Prima di tutto, ho imparato a scegliere: non dico di ordinare solo insalata, ma magari un piatto con proteine grigliate e verdure, e lasciavo perdere il cestino del pane che ti sbattono davanti. Le salse? Chiedevo di metterle a parte, così controllavo io quanto ne mettevo. E le porzioni giganti? Ne mangiavo metà e il resto lo portavo a casa, che poi diventava il pranzo del giorno dopo.
Ma il vero gioco è cambiato quando ho iniziato a muovermi di più. Non parlo di chissà cosa, niente palestre da fanatici. Camminate veloci, una mezz’ora al giorno, o anche solo salire le scale invece di prendere l’ascensore. Non brucia tutto, certo, ma ti dà quel margine in più che ti fa sentire meno in colpa se sgari. E poi, ti tiene la testa impegnata, che per me era metà della battaglia: meno stress, meno voglia di abbuffarmi per consolazione.
Non ti sto dicendo che è facile, eh. Ci sono stati giorni in cui guardavo il menù e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Però, piano piano, sono sceso a 70 chili, e ora mangiare fuori non mi spaventa più. Non è arrendersi o contare ogni boccone, è trovare il tuo ritmo. Tu che ci hai provato, cosa ti fa inciampare di più? Magari possiamo ragionarci insieme!