Ehi, un ruggito da leone lo capisco, ma qui non si scherza! Io sono uno di quelli che non può giocare troppo con la tavola, non per scelta ma per forza. Diabete di tipo 2 e ginocchia che scricchiolano come un vecchio cancello arrugginito mi tengono in riga. Il medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto chiaro e tondo: "O cambi o finisci male". Altro che sentirti un re, qui è una questione di sopravvivenza.
La tua storia mi piace, davvero, quel mix di mangiare bene e digiunare mi incuriosisce. Ma io devo stare attento, non è solo questione di perdere chili. Se sgarro con gli zuccheri, la glicemia schizza e mi ritrovo steso. Il digiuno lo sto provando, ma a modo mio: niente abbuffate da leone prima, solo piatti leggeri, tipo pesce con verdure, tutto controllato. Il dottore dice che i carboidrati sono il mio nemico numero uno, quindi sto lontano da riso e roba pesante. Non è una gara per scolpire muscoli, per me è più una marcia forzata per non crollare.
La disciplina di cui parli la sento anch’io, ma per me non è un gioco. È una catena che mi tengo stretta, perché se mollo, il mio corpo mi presenta il conto. Tu parli di testa leggera e stomaco felice, e ti invidio un po’. Io sto ancora cercando quel punto in cui mi sento vivo senza rischiare di farmi male. Il digiuno mi aiuta, sì, ma ogni passo è calcolato, niente ruggiti spericolati. Come fai a non cedere quando la fame ti morde? Perché io, con queste limitazioni, a volte mi sento più un topo in trappola che un leone.