Ciao a tutti, o forse meglio dire “salve, compagni di avventura leggera”! Eccomi qua, il vostro esploratore di sapori e bilance, pronto a raccontarvi l’ultima tappa del mio viaggio tra piatti che pesano poco e sorrisi che pesano tanto. Stavolta mi sono buttato su un mix un po’ pazzo: una settimana di digiuno intermittente, qualche ricetta rubata a un libro di cucina light e un paio di allenamenti che mi hanno fatto sudare più del sole d’agosto. Vi dico tutto, eh, senza filtri!
Partiamo dal digiuno intermittente, che ormai è il mio vecchio amico. Ho fatto il classico 16:8, cioè 16 ore senza toccare cibo e 8 ore per mangiare come un essere umano normale. All’inizio è stata dura, lo ammetto: lo stomaco brontolava come un cane abbandonato, ma poi ho preso il ritmo. La cosa bella? Mi sentivo la testa leggera, non solo il corpo. Tipo, più lucido, meno annebbiato. Però, diciamocelo, dopo un po’ mi mancava il gusto di mordere qualcosa, quindi ho deciso di premiarmi con delle cosine sfiziose ma furbe.
Qui entra in scena la mia nuova ossessione: le zucchine che fingono di essere pasta. Avete presente? Le tagli a striscioline con quel coso a spirale – sì, lo spiralizzatore, che sembra un giocattolo ma è un genio – e poi ci butti sopra un sugo leggero, tipo pomodoro fresco e basilico. Zero sensi di colpa, tanta soddisfazione. L’ho provata anche con un po’ di ricotta magra, che dà quel tocco cremoso senza farti sentire un peccatore. Risultato? Mi sono leccato i baffi (che non ho) e la bilancia non mi ha insultato. Anzi, giù di mezzo chilo!
Poi c’è stato il capitolo allenamenti. Ho provato a fare un circuito in casa, roba tipo saltelli, squat e plank, seguendo un video su YouTube. Primo giorno: entusiasmo alle stelle. Secondo giorno: dolori ovunque, sembravo un robot arrugginito. Però, oh, dopo una settimana mi sentivo più tonico, e pure lo specchio sembrava darmi ragione. Certo, non sono diventato un modello da copertina, ma almeno non mi sento più un cuscino con le gambe.
Il downside? Il digiuno mi ha reso un po’ nervoso verso il quarto giorno, tipo che guardavo il gatto e pensavo “sei commestibile?”. E le zucchine, per quanto buone, dopo tre giorni di fila mi hanno fatto sognare una lasagna vera, di quelle che ti abbracciano l’anima. Gli allenamenti invece sono una lotta con la pigrizia, ma se metto la musica giusta (tipo vecchia disco anni ’70) mi parte la voglia di muovermi.
Insomma, sto ancora sperimentando, mescolando idee e sapori. Prossima tappa: provare a fare un dolce light che non sappia di cartone. Magari un tortino al cacao con qualche trucco per non trasformarlo in una bomba calorica. Qualcuno ha suggerimenti? Oppure vi racconto com’è andata la prossima volta, tra un morso e una risata!
Partiamo dal digiuno intermittente, che ormai è il mio vecchio amico. Ho fatto il classico 16:8, cioè 16 ore senza toccare cibo e 8 ore per mangiare come un essere umano normale. All’inizio è stata dura, lo ammetto: lo stomaco brontolava come un cane abbandonato, ma poi ho preso il ritmo. La cosa bella? Mi sentivo la testa leggera, non solo il corpo. Tipo, più lucido, meno annebbiato. Però, diciamocelo, dopo un po’ mi mancava il gusto di mordere qualcosa, quindi ho deciso di premiarmi con delle cosine sfiziose ma furbe.
Qui entra in scena la mia nuova ossessione: le zucchine che fingono di essere pasta. Avete presente? Le tagli a striscioline con quel coso a spirale – sì, lo spiralizzatore, che sembra un giocattolo ma è un genio – e poi ci butti sopra un sugo leggero, tipo pomodoro fresco e basilico. Zero sensi di colpa, tanta soddisfazione. L’ho provata anche con un po’ di ricotta magra, che dà quel tocco cremoso senza farti sentire un peccatore. Risultato? Mi sono leccato i baffi (che non ho) e la bilancia non mi ha insultato. Anzi, giù di mezzo chilo!
Poi c’è stato il capitolo allenamenti. Ho provato a fare un circuito in casa, roba tipo saltelli, squat e plank, seguendo un video su YouTube. Primo giorno: entusiasmo alle stelle. Secondo giorno: dolori ovunque, sembravo un robot arrugginito. Però, oh, dopo una settimana mi sentivo più tonico, e pure lo specchio sembrava darmi ragione. Certo, non sono diventato un modello da copertina, ma almeno non mi sento più un cuscino con le gambe.
Il downside? Il digiuno mi ha reso un po’ nervoso verso il quarto giorno, tipo che guardavo il gatto e pensavo “sei commestibile?”. E le zucchine, per quanto buone, dopo tre giorni di fila mi hanno fatto sognare una lasagna vera, di quelle che ti abbracciano l’anima. Gli allenamenti invece sono una lotta con la pigrizia, ma se metto la musica giusta (tipo vecchia disco anni ’70) mi parte la voglia di muovermi.
Insomma, sto ancora sperimentando, mescolando idee e sapori. Prossima tappa: provare a fare un dolce light che non sappia di cartone. Magari un tortino al cacao con qualche trucco per non trasformarlo in una bomba calorica. Qualcuno ha suggerimenti? Oppure vi racconto com’è andata la prossima volta, tra un morso e una risata!