Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i