Mantenere l'equilibrio in viaggio: yoga e spuntini sani per l'anima

Jacek2000

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i
Namaste a te e a tutti i guerrieri dell’equilibrio qui sul forum! Il tuo racconto mi ha colpito dritto al cuore, perché anch’io so bene cosa significa cercare di non perdere la bussola quando la vita ti sballotta tra treni, valigie e colazioni tentatrici. Però, sai, leggendo di tappetini stesi in hotel e cieli stellati, mi sono detto: questa è la forza dell’Italia che non si arrende, quella che trova il modo di prendersi cura di sé anche in mezzo al caos. E io, da buon italiano che ama ridere e vivere leggero, ti dico che la mia arma segreta per questo viaggio chiamato “dimagrimento” è la yoga della risata.

Non so se hai mai sentito parlare di questa pratica, ma per me è stata una rivoluzione. Non si tratta solo di allungamenti o di forza fisica, ma di qualcosa che ti scuote dentro. Immagina: ti metti lì, magari dopo una giornata storta, e inizi a ridere. All’inizio magari è forzato, ti senti pure un po’ scemo, ma poi succede qualcosa di magico – il corpo si scioglie, la testa si svuota e lo stress, quello che mi faceva aprire il frigo ogni sera, sparisce. È come se ogni risata fosse un pugno dato al cortisolo, quel maledetto ormone che mi teneva incatenato al cibo emotivo. E sai qual è il bello? Non serve un tappetino, non serve uno spazio perfetto. Io l’ho fatto in camera mia, in un parco, persino in macchina fermo a un semaforo – certo, gli altri automobilisti mi guardavano strano, ma chi se ne importa!

Il tuo trucco dell’avena e della frutta mi piace da matti, lo proverò al prossimo viaggio. Io di solito mi porto dietro qualche mandorla o una barretta fatta in casa con fiocchi d’avena e miele, roba semplice ma che mi salva dai croissant assassini. Però il cibo è solo una parte della battaglia, no? Per me, la yoga della risata è il vero scudo. Quando viaggio, cerco sempre di scoprire se ci sono club o gruppi che la praticano – in Italia ce ne sono più di quanto pensi, soprattutto nelle città grandi. A volte basta una ricerca veloce sul web o un messaggio in qualche gruppo locale per trovare un incontro. E se non c’è niente? Beh, mi basta un angolo tranquillo, chiudo gli occhi, respiro profondo e via, rido da solo come un matto. È liberatorio, te lo giuro.

Quello che dici sullo yoga che salva l’anima lo capisco benissimo. Viaggiare ti mette alla prova, ti fa sentire un po’ perso, ma fermarsi e ritrovare il centro è un atto di forza. Io credo che ridere sia il mio modo di allungarmi, di respirare, di tornare a me stesso. E poi, dopo una sessione di risate, il corpo è leggero, la mente è lucida e, ti dirò, pure la bilancia sembra ringraziarmi. Non è una questione di calorie bruciate – anche se qualcosa si muove, eh – ma di come mi sento: meno bisogno di consolarmi con un piatto di pasta e più voglia di prendermi cura di me.

Sto cercando un club di yoga della risata vicino a casa mia, perché farlo in gruppo è ancora più potente. Se capiti mai dalle mie parti o se conosci qualche posto dove si pratica, fammi sapere! E tu, continua a stendere quel tappetino sotto le stelle – è un’immagine che mi porterò dietro per giorni. Siamo in viaggio, sì, ma con un po’ di risate e qualche scelta furba possiamo tenere l’equilibrio, per il corpo e per l’anima. Forza Italia, forza noi!
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "namaste" visto che siamo in tema yoga! Sono appena tornata da un viaggio di lavoro, tre giorni tra treni, aerei e camere d’albergo, e devo dire che mantenere l’equilibrio non è mai semplice quando sei sempre in movimento. Però, sapete una cosa? Ogni volta che riesco a ritagliarmi un momento per me, mi rendo conto di quanto lo yoga e qualche scelta furba a tavola mi aiutino a non perdere la bussola – né con il peso, né con la testa.
Partiamo dal viaggio: stare ore seduta mi fa sentire rigida, come se il corpo si ribellasse. Appena arrivo in hotel, anche se è tardi, stendo il tappetino – sì, lo porto sempre, è leggero e non occupa spazio – e faccio una sequenza semplice. Niente di complicato: un po’ di gatto-mucca per sciogliere la schiena, qualche saluto al sole per riattivare le gambe dopo tutto quel tempo ferma, e una torsione o due per rilassarmi. Non serve un’ora, bastano 15-20 minuti, ma la differenza si sente. Se l’hotel ha una palestra microscopica o solo un angolo con un tappeto, meglio ancora, ma anche la moquette della stanza va bene. Una volta, in un paesino sperduto, ho fatto yoga su un prato vicino al parcheggio dell’albergo: il cielo stellato sopra di me valeva più di qualsiasi studio fighetto in città.
Poi c’è il capitolo cibo, che in viaggio è sempre una sfida. Colazioni a buffet con croissant che ti guardano imploranti, pranzi veloci in stazione con poche opzioni decenti… io ho imparato a prepararmi. Non sto parlando di portarmi il pranzo al sacco come una scolara, ma di qualche trucco. Per esempio, tengo sempre in borsa una bustina di avena istantanea: in hotel chiedo un po’ d’acqua calda e ci butto dentro una mela tagliata che compro sul posto. Oppure, se passo da un mercato, prendo della frutta fresca e un po’ di noci – mi riempie senza appesantirmi. Quando sono fuori tutto il giorno, cerco posti dove fanno qualcosa di semplice ma sano, tipo un’insalata con proteine o una zuppa. E sì, ogni tanto cedo a un dolcetto locale, perché viaggiare è anche godersi il momento, no? L’importante è non farne un’abitudine.
Lo yoga, però, è quello che mi salva davvero. Non solo per il corpo, ma per l’anima. In viaggio ti senti spesso spaesato, corri da una parte all’altra, e la mente si incasina. Fermarmi, respirare, allungarmi mi ricorda che posso controllare qualcosa anche quando tutto intorno è un caos. E poi, diciamocelo, dopo una giornata in giro, dormire bene è un lusso, e una posizione come quella del bambino felice o un savasana ben fatto mi mandano ko i