Ragazzi, parliamoci chiaro: questo metodo del piatto sembra una gran bella trovata, ma funziona davvero o è solo l’ennesima moda per spillare soldi a chi vuole dimagrire? Io lo sto provando da un mese, e vi dico come sta andando. L’idea è semplice: dividi il piatto in tre parti – metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. Facile da dire, meno da fare, soprattutto se sei abituato a mangiare come se non ci fosse un domani.
All’inizio mi sembrava una stupidaggine. Metà piatto di verdure? Ma stiamo scherzando? Io volevo pasta, non zucchine! Però ho deciso di dargli una chance, più che altro perché ero stanco di provare diete assurde che ti fanno morire di fame. Ho iniziato con piatti piccoli, perché su una padella da 30 cm quella “metà verdure” diventa una montagna che non finisce più. E vi giuro, le prime volte mi sembrava di mangiare per punizione. Poi ho capito che potevo giocarci un po’: verdure grigliate con spezie, proteine come pollo marinato, e carboidrati tipo riso integrale che non mi fanno sentire un monaco in penitenza.
Vi faccio vedere una foto del mio pranzo di ieri: zucchine e peperoni grigliati (metà piatto), un pezzo di tacchino alla piastra (un quarto) e un po’ di quinoa (l’altro quarto). Carino, no? Ma ecco il punto: non è che magicamente perdi 10 chili in una settimana. Dopo un mese, sono giù di 1,5 kg. Non proprio una rivoluzione, e onestamente mi chiedo se sia il metodo o semplicemente il fatto che sto mangiando meno schifezze.
Il problema vero è la palestra o casa. Se ti alleni a casa, come me, devi avere una disciplina di ferro per non sgarrare, perché il frigo è lì che ti guarda. In palestra magari ti senti più motivato, ma chi ha tempo? Questo metodo del piatto dovrebbe aiutarti a controllare le porzioni senza impazzire, ma se non ti muovi, dubito che basti. Qualcuno di voi lo ha provato con un allenamento serio? Perché io sto iniziando a pensare che senza sudare un po’ di più, ‘sta storia della ta-rel-la sia solo un modo carino per sentirsi a posto con la coscienza.
Insomma, non sono ancora convinto. Funziona per tenere a bada la fame e mangiare più sano, sì, ma dimagrire davvero? Boh. Aspetto i vostri pareri, soprattutto se avete foto o esperienze da condividere. Al momento, per me, è un “ni”.
All’inizio mi sembrava una stupidaggine. Metà piatto di verdure? Ma stiamo scherzando? Io volevo pasta, non zucchine! Però ho deciso di dargli una chance, più che altro perché ero stanco di provare diete assurde che ti fanno morire di fame. Ho iniziato con piatti piccoli, perché su una padella da 30 cm quella “metà verdure” diventa una montagna che non finisce più. E vi giuro, le prime volte mi sembrava di mangiare per punizione. Poi ho capito che potevo giocarci un po’: verdure grigliate con spezie, proteine come pollo marinato, e carboidrati tipo riso integrale che non mi fanno sentire un monaco in penitenza.
Vi faccio vedere una foto del mio pranzo di ieri: zucchine e peperoni grigliati (metà piatto), un pezzo di tacchino alla piastra (un quarto) e un po’ di quinoa (l’altro quarto). Carino, no? Ma ecco il punto: non è che magicamente perdi 10 chili in una settimana. Dopo un mese, sono giù di 1,5 kg. Non proprio una rivoluzione, e onestamente mi chiedo se sia il metodo o semplicemente il fatto che sto mangiando meno schifezze.
Il problema vero è la palestra o casa. Se ti alleni a casa, come me, devi avere una disciplina di ferro per non sgarrare, perché il frigo è lì che ti guarda. In palestra magari ti senti più motivato, ma chi ha tempo? Questo metodo del piatto dovrebbe aiutarti a controllare le porzioni senza impazzire, ma se non ti muovi, dubito che basti. Qualcuno di voi lo ha provato con un allenamento serio? Perché io sto iniziando a pensare che senza sudare un po’ di più, ‘sta storia della ta-rel-la sia solo un modo carino per sentirsi a posto con la coscienza.
Insomma, non sono ancora convinto. Funziona per tenere a bada la fame e mangiare più sano, sì, ma dimagrire davvero? Boh. Aspetto i vostri pareri, soprattutto se avete foto o esperienze da condividere. Al momento, per me, è un “ni”.