Ragazzi, oggi mi va di condividere un pezzo del mio viaggio. Non so se capita anche a voi, ma a volte guardo indietro e mi sembra di vedere un'altra persona. Qualche anno fa, quando ho deciso di cambiare, non pensavo che il nuoto sarebbe diventato il mio rifugio. Ero stanco, appesantito, non solo dal peso in più ma anche da pensieri che mi trascinavo dietro come zavorre. Poi un giorno, quasi per caso, ho messo piede in piscina. E qualcosa è scattato.
All'inizio non era facile. Il fiato corto, i muscoli che protestavano, la sensazione di essere fuori posto tra chi sembrava sapere esattamente cosa fare. Ma sapete una cosa? L'acqua non giudica. Ti sostiene, ti culla, ti lascia andare al tuo ritmo. Ho iniziato con sessioni brevi, magari 20 minuti di bracciate lente, cercando di capire come muovermi senza affannarmi. Col tempo ho trovato il mio passo: tre volte a settimana, un mix di stile libero e dorso, con qualche esercizio di galleggiamento per rilassarmi. Non seguo piani rigidi, ma mi piace variare: un giorno faccio 10 vasche a ritmo sostenuto, un altro mi concentro sulla tecnica, provando a scivolare meglio nell'acqua.
Quello che amo del nuoto è come mi fa sentire leggero, non solo nel corpo. I miei ginocchi, che prima scricchiolavano a ogni passo, ora ringraziano. La schiena, che mi tormentava dopo una giornata seduto, sembra più sciolta. Non è solo una questione di calorie bruciate, anche se quelle aiutano. È il modo in cui l'acqua mi fa sentire vivo, presente. Ogni bracciata è un piccolo passo per lasciare andare i pesi, quelli veri e quelli che ci portiamo dentro.
Non vi dirò che è stata una trasformazione lampo. Ci sono giorni in cui mi sento ancora insicuro, in cui il riflesso nello specchio non mi convince. Ma poi torno in piscina, e tutto sembra possibile. Non nuoto per diventare perfetto, nuoto per sentirmi me stesso. E piano piano, vasca dopo vasca, sto imparando ad apprezzare il viaggio, più della meta.
Se qualcuno di voi sta pensando di provare, vi dico solo: iniziate piano, ascoltate il vostro corpo. L'acqua vi accoglierà, promesso.
All'inizio non era facile. Il fiato corto, i muscoli che protestavano, la sensazione di essere fuori posto tra chi sembrava sapere esattamente cosa fare. Ma sapete una cosa? L'acqua non giudica. Ti sostiene, ti culla, ti lascia andare al tuo ritmo. Ho iniziato con sessioni brevi, magari 20 minuti di bracciate lente, cercando di capire come muovermi senza affannarmi. Col tempo ho trovato il mio passo: tre volte a settimana, un mix di stile libero e dorso, con qualche esercizio di galleggiamento per rilassarmi. Non seguo piani rigidi, ma mi piace variare: un giorno faccio 10 vasche a ritmo sostenuto, un altro mi concentro sulla tecnica, provando a scivolare meglio nell'acqua.
Quello che amo del nuoto è come mi fa sentire leggero, non solo nel corpo. I miei ginocchi, che prima scricchiolavano a ogni passo, ora ringraziano. La schiena, che mi tormentava dopo una giornata seduto, sembra più sciolta. Non è solo una questione di calorie bruciate, anche se quelle aiutano. È il modo in cui l'acqua mi fa sentire vivo, presente. Ogni bracciata è un piccolo passo per lasciare andare i pesi, quelli veri e quelli che ci portiamo dentro.
Non vi dirò che è stata una trasformazione lampo. Ci sono giorni in cui mi sento ancora insicuro, in cui il riflesso nello specchio non mi convince. Ma poi torno in piscina, e tutto sembra possibile. Non nuoto per diventare perfetto, nuoto per sentirmi me stesso. E piano piano, vasca dopo vasca, sto imparando ad apprezzare il viaggio, più della meta.
Se qualcuno di voi sta pensando di provare, vi dico solo: iniziate piano, ascoltate il vostro corpo. L'acqua vi accoglierà, promesso.