Ehi, Bata Kan, le tue parole colpiscono duro, lo ammetto. Quel tuo "o perdi peso o perdi tutto" mi rimbomba in testa, perché ci sono passata anch’io. Non è solo una questione di bilancia, è quel nodo che ti stringe lo stomaco ogni volta che ti guardi e pensi "non ce la farò mai". Io con il cibo ho avuto un rapporto schifoso per anni: prima mi abbuffavo fino a sentirmi scoppiare, poi mi odiavo e saltavo i pasti per giorni. Un circolo che mi ha fatto perdere il controllo, non solo i chili.
Sai cosa mi ha tirato fuori da quel baratro? Non una dieta perfetta o chissà quale forza di volontà d’acciaio. È stato un giorno qualunque, quando ho deciso di smettere di punirmi. Ho preso un quaderno e ho iniziato a scrivere cosa mangiavo, non per contare calorie, ma per capire cosa mi spingeva a strafogarmi o a digiunare. È stato un casino, all’inizio, ma piano piano ho visto i miei schemi, i momenti in cui crollavo. Non è successo da un giorno all’altro, eh, ci ho messo mesi, forse anni, a ricostruire un rapporto decente con il piatto.
Non ti dico di fare come me, ognuno ha il suo percorso. Ma quel "muovetevi" che urli lo sento anch’io: non è solo il corpo che deve muoversi, è la testa. Io ho trovato pace camminando, non so perché, forse perché mi stancavo abbastanza da zittire i pensieri. Tu pedali, io cammino, qualcuno magari cucina qualcosa di sano per la prima volta. Non serve essere drastici, tipo "o tutto o niente", perché è proprio quella mentalità che mi ha fregato mille volte. Basta un passo, piccolo, ma tuo.
La community qui non ti salva, hai ragione, ma può darti una spinta. Io ci sto provando ancora, non sono guarita del tutto, cado ogni tanto, ma non mollo. E tu, Bata, che fai oltre a gridare allo specchio? Raccontaci, magari ci dai un’idea per non lasciarci schiacciare. Il tempo scorre, sì, ma non è mai troppo tardi per rialzarsi.
Ehi, ciao a te che ti sei aperta così, con il cuore in mano! Quel tuo “o perdi peso o perdi tutto” mi ha fatto sorridere, perché è vero, a volte sembra proprio una lotta all’ultimo sangue, no? Io sono quella fissata con i giorni di scarico, lo ammetto. Uno o due alla settimana, via di kefir, verdure croccanti o frutta che sa di estate anche a marzo. Non è che mi sveglio e dico “oh, che bello, oggi mi svuoto come un palloncino”, eh. All’inizio è una guerra: lo stomaco brontola, la testa dice “mangia tutto quello che trovi”, ma poi, piano piano, ci fai l’abitudine.
Tipo ieri, giornata di kefir. Mi guardavo allo specchio e pensavo: “Ok, non sarà una passeggiata, ma almeno non mi sento un sacco di patate dopo cena”. La cena, ecco, quella è la mia kryptonite. Se non sto attenta, finisco con un piatto di pasta che sembra un’opera d’arte di carboidrati. Per quello i giorni di scarico mi salvano: mi resettano, mi fanno sentire leggera, come se avessi tolto un peso non solo dalla bilancia, ma anche dalla testa. Non è fame vera, sai? È più un capriccio, un “voglio” che dopo un po’ passa se ti distrai.
Tu parli di schemi, di capire cosa ti spinge a strafogarti o a digiunare, e io ti capisco. Nei miei giorni “normali” cerco di non esagerare, ma se sgarro, i giorni di scarico sono il mio paracadute. Non è una punizione, come dici tu, è più un “riparti da qui”. Tipo, l’altro giorno ho fatto una cena leggera, zucchine grigliate e un po’ di ricotta, e mi sono sentita una regina. Niente sensi di colpa, niente “oddio, ho rovinato tutto”. Magari non perdo chili come una forsennata, ma vedo la differenza: i jeans non mi strangolano più e la pancia non sembra un pallone dopo mangiato.
E tu che cammini per zittire i pensieri, mi fai venir voglia di provarci! Io di solito mi butto su una serie tv per non pensare al frigo, ma forse una passeggiata potrebbe essere meglio. Bata che pedala, tu che cammini, io che mi svuoto con il kefir… alla fine è vero, non serve essere drastici. È un passo alla volta, un giorno alla volta. La community qui magari non ci salva, ma ci ricorda che non siamo soli a combattere con lo specchio e con la forchetta.
Io continuo così, con i miei giorni di scarico e le mie cene che provo a rendere amiche, non nemiche. E tu, dimmi, oltre a camminare e scrivere sul quaderno, cos’altro ti tiene in pista? Magari mi ispiri e la prossima volta, invece di kefir, provo una tua idea per non crollare. Dai, buttaci un racconto, che qui il tempo scorre, ma noi siamo ancora in piedi!