Ciao a tutti, o forse no, non so se oggi ho voglia di salutare il mondo.
Mangiare è sempre stato il mio rifugio, sapete? Quelle sere in cui ti siedi davanti a una ciotola di pasta e ti dici "solo un cucchiaio", ma poi finisci per svuotare il piatto come se fosse una missione da completare. È buffo, perché nella mia testa ogni boccone era un modo per scappare, ma in realtà mi incatenava di più. Così ho deciso di cambiare le regole del gioco.
Adesso trasformo ogni pasto in un dungeon da esplorare. Non è più solo "cibo", è una prova. Oggi, per esempio, ho affrontato il Boss della Colazione: un porridge con frutti di bosco. Ho dovuto resistere alla tentazione di aggiungere un cucchiaio di miele di troppo – sarebbe stato come fallire un tiro di dado contro un incantesimo di charme. Ho vinto, ma non senza fatica. Ogni volta che supero una di queste sfide, segno un punto esperienza sul mio diario. Non è molto, ma vedere quel numero crescere mi fa sentire meno... persa.
Il problema è quando il dungeon diventa troppo oscuro. Ieri sera ho avuto un incontro con il Drago dei Biscotti al Cioccolato. Non ero pronta, la mia forza di volontà era a zero, e ho perso. Ho mangiato mezza scatola, seduta sul divano, con quel senso di colpa che mi divorava più di quanto io divorassi loro. Ma sapete una cosa? Anche le sconfitte fanno parte della storia. Ho annotato l’esperienza – negativa, certo – ma mi sono detta che il mio personaggio può imparare da questo. Magari la prossima volta userò una pozione di "distrazione" (tipo bere un tè caldo) per sfuggire all’agguato.
Pianificare i pasti è come disegnare la mappa di una campagna. Devi sapere dove sono i mostri – per me sono le voglie improvvise di carboidrati – e preparare le trappole: una mela già tagliata sul tavolo, una bottiglia d’acqua sempre a portata di mano. Non sempre funziona, lo ammetto. A volte mi perdo nella nebbia e finisco per saccheggiare la dispensa. Ma ogni giorno che resisto, ogni chilo che scompare, è come livellare il mio personaggio. Non sono ancora un’eroina, forse solo una novizia con una spada spuntata, ma sto imparando a combattere.
Voi come fate a non cedere quando il dungeon si fa troppo silenzioso e il cibo sembra l’unico alleato?
Mangiare è sempre stato il mio rifugio, sapete? Quelle sere in cui ti siedi davanti a una ciotola di pasta e ti dici "solo un cucchiaio", ma poi finisci per svuotare il piatto come se fosse una missione da completare. È buffo, perché nella mia testa ogni boccone era un modo per scappare, ma in realtà mi incatenava di più. Così ho deciso di cambiare le regole del gioco.
Adesso trasformo ogni pasto in un dungeon da esplorare. Non è più solo "cibo", è una prova. Oggi, per esempio, ho affrontato il Boss della Colazione: un porridge con frutti di bosco. Ho dovuto resistere alla tentazione di aggiungere un cucchiaio di miele di troppo – sarebbe stato come fallire un tiro di dado contro un incantesimo di charme. Ho vinto, ma non senza fatica. Ogni volta che supero una di queste sfide, segno un punto esperienza sul mio diario. Non è molto, ma vedere quel numero crescere mi fa sentire meno... persa.
Il problema è quando il dungeon diventa troppo oscuro. Ieri sera ho avuto un incontro con il Drago dei Biscotti al Cioccolato. Non ero pronta, la mia forza di volontà era a zero, e ho perso. Ho mangiato mezza scatola, seduta sul divano, con quel senso di colpa che mi divorava più di quanto io divorassi loro. Ma sapete una cosa? Anche le sconfitte fanno parte della storia. Ho annotato l’esperienza – negativa, certo – ma mi sono detta che il mio personaggio può imparare da questo. Magari la prossima volta userò una pozione di "distrazione" (tipo bere un tè caldo) per sfuggire all’agguato.
Pianificare i pasti è come disegnare la mappa di una campagna. Devi sapere dove sono i mostri – per me sono le voglie improvvise di carboidrati – e preparare le trappole: una mela già tagliata sul tavolo, una bottiglia d’acqua sempre a portata di mano. Non sempre funziona, lo ammetto. A volte mi perdo nella nebbia e finisco per saccheggiare la dispensa. Ma ogni giorno che resisto, ogni chilo che scompare, è come livellare il mio personaggio. Non sono ancora un’eroina, forse solo una novizia con una spada spuntata, ma sto imparando a combattere.
Voi come fate a non cedere quando il dungeon si fa troppo silenzioso e il cibo sembra l’unico alleato?