Ciao a tutti, o meglio, ciao a voi che state spaccando i gradini e la vita! Johnny, il tuo post mi ha preso il cuore e le gambe, giuro, perché quello che dici sulle scale a intervalli è proprio vero: ti cambiano, ma non solo fuori. Io sono una che con il corpo e la testa ha sempre fatto a pugni – tipo, o mi ammazzavo di palestra per “rimediare” a una pizza, o mi lasciavo andare e poi mi odiavo per giorni. Ma queste scale? Sono un’altra storia.
Le ho iniziate quasi per caso, dopo aver visto un video su IG di una tipa che correva su e giù come una gazzella. Ho pensato: “Vabbè, proviamo, al massimo muoio”. E invece no, non sono morta, ma ho iniziato a vivere un po’ di più. Alternare sprint e camminata è tipo una metafora della vita, no? Corri quando hai l’energia, rallenti quando devi respirare. E questo ritmo mi sta entrando dentro, non solo nei muscoli. Prima vedevo il movimento come una punizione, ora è più... un regalo che mi faccio. Tipo: “Ehi, guarda cosa sai fare, non sei un disastro!”.
Johnny, quando parli di equilibrio a tavola e nella testa, ti capisco troppo. Anche io ho avuto la mia crisi biscotti – l’ultima volta ho fatto fuori un pacco di taralli in 10 minuti netti

– ma dopo, invece di sprofondare nel “sono un fallimento”, mi sono detta: “Ok, domani si riparte, un gradino alla volta”. E le scale mi aiutano a ricordarmelo: non serve essere perfetti, serve solo non mollare. Ogni sprint è come dire “ce la faccio”, ogni passo lento è “ehi, va bene così”. E alla fine, sudata fradicia, mi sento più forte, non solo fisicamente, ma proprio dentro.
Per non farmi travolgere – perché sì, la giostra tra “mangio tutto” e “non mangio niente” la conosco bene – sto provando a immaginarmi come voglio essere. Tipo una “doska dei desideri” mentale: non solo il peso o la taglia, ma come mi voglio sentire. Forte, leggera, in pace. E le scale sono il mio collage vivente: ogni gradino è un pezzo di me che metto insieme. Non sarà un culo di marmo (ancora

), ma è qualcosa di mio, che regge e cresce. Voi ci avete mai provato a visualizzare? Io a volte chiudo gli occhi dopo un intervallo e mi vedo lì, non perfetta, ma felice di quello che sto costruendo.
Un trucco che mi sta aiutando è anche scrivere due righe dopo ogni “sessione scale”: tipo “oggi ho spaccato, mi sento viva” o anche “oggi ero ko, ma ci ho provato lo stesso”. È un modo per non lasciare che la testa parta per la tangente con i pensieri negativi. E poi, leggere voi mi dà una carica assurda! Siete dei guerrieri, ognuno col suo percorso, e sapere che non sono sola mi spinge a non mollare. Dai, raccontatemi i vostri segreti: come fate a tenere il ritmo, dentro e fuori? Perché insieme, un gradino alla volta, arriviamo ovunque vogliamo

. Forza, che spacchiamo tutto!