Ritrovare la forma con lo yoga dopo la malattia: condividere per sostenerci

a(lorraine)ca

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" visto che scrivo con il sole che filtra dalla finestra! Sono qui con voi in questo percorso, e devo dire che leggervi mi dà sempre un po’ di carica. Dopo mesi di ospedale, tra cure pesanti e zero movimento, il mio corpo era diventato quasi estraneo: chili in più, stanchezza infinita e una sensazione di fragilità che non mi apparteneva. Ora sto provando a riprendermi, passo dopo passo, e lo yoga è diventato il mio piccolo rifugio.
Non sono un esperto, eh, sia chiaro! All’inizio riuscivo a malapena a stare in piedi per cinque minuti senza tremare, ma piano piano ho iniziato con esercizi semplici, tipo la posizione del bambino o qualche respirazione profonda seduta sul tappetino. Mi piace perché non mi forza, mi ascolta. Il mio medico mi ha detto di andare cauto, e lo yoga mi sembra perfetto per questo: non è una corsa, ma un modo per tornare in contatto con me stesso. Qualche giorno fa ho provato la posizione dell’albero – traballavo come un ramo al vento, ma alla fine ho sorriso, perché era un piccolo traguardo.
Volevo condividere con voi un trucchetto che mi sta aiutando: dopo la pratica, mi preparo una tazza di tè verde caldo. Non so se è solo nella mia testa, ma mi sembra che mi aiuti a sentirmi più leggero, come se desse una spinta al corpo per ripartire. Niente di miracoloso, ma è un rituale che mi coccola e mi tiene motivato. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? O magari avete posizioni yoga che vi hanno aiutato nei momenti di ripresa? Mi farebbe piacere leggervi, perché sapere che non sono solo in questo viaggio mi dà forza.
Un abbraccio grande a chi sta lottando per ritrovare sé stesso, un pezzo alla volta. Ce la possiamo fare, senza fretta ma con tanta voglia di stare meglio!
 
Ehilà, buongiorno o buonasera, dipende da quando mi leggete! Mi ci vuole un po’ per scrivere, sapete com’è, le dita non sono più quelle di una volta, ma eccomi qui a chiacchierare con voi. La tua storia mi ha colpito, sai? Quel sole che filtra dalla finestra mi ha fatto venire in mente i miei giorni migliori, ma anche quelli peggiori, quando dopo un problemino di salute i chili sembravano essersi appiccicati addosso come vecchi amici che non vuoi più vedere. Altro che estraneo, il mio corpo sembrava un coinquilino che non paga l’affitto! Però, leggerti mi ha fatto pensare: perché non provo anch’io a muovermi un po’ con questo yoga che dici tu?

Io, guarda, sono uno di quelli che “ai miei tempi” pensava che lo sport fosse solo per i giovani. Ora, a settant’anni suonati, mi ritrovo a dire: “Ehi, forse non è troppo tardi per fare pace con queste gambe stanche!”. Non sono mica agile come te, che riesci già a fare l’albero – io al massimo sembro un tronco caduto, ma ci sto provando. Ho iniziato con quella posizione del bambino che dici tu, e devo ammettere che mi fa sentire... come dire... meno arrugginito. Certo, il primo giorno mi sono quasi incastrato lì, e mia moglie rideva come una matta dalla cucina, ma almeno ci ho provato! Poi, respirare profondo mi calma, e con l’età ti accorgi che la testa ha bisogno di pace quasi quanto il corpo.

Il tè verde, eh? Mi sa che te lo copio! Io di solito mi faccio una camomilla la sera, ma vuoi mettere quel tocco di energia in più? Mi piace ‘sta cosa del rituale, perché a noi anziani servono queste piccole abitudini per non mollare. Però ti dico una cosa: io ci aggiungo un biscottino, uno solo, senza esagerare, perché sennò che gusto c’è? Non sarà yoga, ma è il mio modo di premiarmi senza sgarrare troppo. Tu che ne pensi, mi perdoni questo peccatuccio o mi metti in punizione?

E poi, parliamoci chiaro: a una certa età dimagrire non è più solo questione di bilancia, ma di sentirsi vivi. Io lo yoga lo vedo un po’ come una sfida con me stesso: ce la faccio o no a stare dritto cinque minuti senza sembrare un pinguino ubriaco? E quando ci riesco, mi sento un leone, anche se poi mi serve un pisolino! Qualcuno di voi ha qualche posizione facile facile da consigliare a un vecchietto come me? O magari un trucco per non cedere alla tentazione di un piatto di lasagne quando il profumo arriva dalla cucina? Perché, diciamocelo, la vera prova di forza non è l’albero, ma resistere a una teglia fumante!

Un saluto a tutti voi che non mollate, giovani o meno giovani. Siamo qui, un passo alla volta, e già questo è un bel traguardo. Forza, che il corpo può anche invecchiare, ma la voglia di star bene non ha età!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" visto che scrivo con il sole che filtra dalla finestra! Sono qui con voi in questo percorso, e devo dire che leggervi mi dà sempre un po’ di carica. Dopo mesi di ospedale, tra cure pesanti e zero movimento, il mio corpo era diventato quasi estraneo: chili in più, stanchezza infinita e una sensazione di fragilità che non mi apparteneva. Ora sto provando a riprendermi, passo dopo passo, e lo yoga è diventato il mio piccolo rifugio.
Non sono un esperto, eh, sia chiaro! All’inizio riuscivo a malapena a stare in piedi per cinque minuti senza tremare, ma piano piano ho iniziato con esercizi semplici, tipo la posizione del bambino o qualche respirazione profonda seduta sul tappetino. Mi piace perché non mi forza, mi ascolta. Il mio medico mi ha detto di andare cauto, e lo yoga mi sembra perfetto per questo: non è una corsa, ma un modo per tornare in contatto con me stesso. Qualche giorno fa ho provato la posizione dell’albero – traballavo come un ramo al vento, ma alla fine ho sorriso, perché era un piccolo traguardo.
Volevo condividere con voi un trucchetto che mi sta aiutando: dopo la pratica, mi preparo una tazza di tè verde caldo. Non so se è solo nella mia testa, ma mi sembra che mi aiuti a sentirmi più leggero, come se desse una spinta al corpo per ripartire. Niente di miracoloso, ma è un rituale che mi coccola e mi tiene motivato. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? O magari avete posizioni yoga che vi hanno aiutato nei momenti di ripresa? Mi farebbe piacere leggervi, perché sapere che non sono solo in questo viaggio mi dà forza.
Un abbraccio grande a chi sta lottando per ritrovare sé stesso, un pezzo alla volta. Ce la possiamo fare, senza fretta ma con tanta voglia di stare meglio!
Ehilà, che bello leggerti con il sole che spunta dalla finestra! Sai, capisco perfettamente quella sensazione di “estraneità” al proprio corpo, ci sono passato anch’io dopo un periodo difficile. Lo yoga è una scelta fantastica, e mi piace come lo descrivi: un rifugio che ti ascolta. Io, a dirla tutta, sono più un tipo da “fitness casalingo” – niente palestra, solo tappetino, qualche bottiglia d’acqua come pesi e via! Però ti confesso che la posizione del bambino la faccio spesso anch’io, soprattutto quando sento il bisogno di rilassarmi dopo una giornata pesante.

Il tuo trucco del tè verde caldo? Geniale! Io invece ho un ritualetto simile: dopo aver sudato un po’ con qualche esercizio, mi preparo un bicchiere d’acqua con un pizzico di limone. Non so se fa davvero qualcosa per il corpo, ma di sicuro mi dà quella sensazione di “pulizia” che mi tiene su di morale. Quanto alle posizioni yoga, ti consiglio di provare il “gatto-mucca” se non l’hai ancora fatto: è semplice, scioglie la schiena e ti fa sentire subito più leggero. L’ho scoperto quando cercavo modi per muovermi senza strafare, e ora è un mio must.

Mi ha colpito il tuo “traballare come un ramo al vento” nella posizione dell’albero – mi ci rivedo tantissimo! All’inizio anch’io ero un disastro con l’equilibrio, ma sai una cosa? Quei piccoli momenti in cui riesci a stare fermo qualche secondo in più sono una vittoria enorme. Io per aiutarmi a ritrovare la forma ho aggiunto qualche esercizio facile a corpo libero, tipo plank modificati (sulle ginocchia, niente di eroico!) o squat lenti vicino a una sedia per sicurezza. Non serve correre, hai ragione: è un viaggio, e ogni passo conta.

Un abbraccio forte a te e a tutti quelli che sono qui a ricostruirsi un pezzo alla volta. Leggervi mi ricorda che non siamo soli, e questo vale più di mille allenamenti! Cosa ne pensi, hai mai provato a mischiare yoga con qualche movimento semplice da fare in casa?
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" visto che scrivo con il sole che filtra dalla finestra! Sono qui con voi in questo percorso, e devo dire che leggervi mi dà sempre un po’ di carica. Dopo mesi di ospedale, tra cure pesanti e zero movimento, il mio corpo era diventato quasi estraneo: chili in più, stanchezza infinita e una sensazione di fragilità che non mi apparteneva. Ora sto provando a riprendermi, passo dopo passo, e lo yoga è diventato il mio piccolo rifugio.
Non sono un esperto, eh, sia chiaro! All’inizio riuscivo a malapena a stare in piedi per cinque minuti senza tremare, ma piano piano ho iniziato con esercizi semplici, tipo la posizione del bambino o qualche respirazione profonda seduta sul tappetino. Mi piace perché non mi forza, mi ascolta. Il mio medico mi ha detto di andare cauto, e lo yoga mi sembra perfetto per questo: non è una corsa, ma un modo per tornare in contatto con me stesso. Qualche giorno fa ho provato la posizione dell’albero – traballavo come un ramo al vento, ma alla fine ho sorriso, perché era un piccolo traguardo.
Volevo condividere con voi un trucchetto che mi sta aiutando: dopo la pratica, mi preparo una tazza di tè verde caldo. Non so se è solo nella mia testa, ma mi sembra che mi aiuti a sentirmi più leggero, come se desse una spinta al corpo per ripartire. Niente di miracoloso, ma è un rituale che mi coccola e mi tiene motivato. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? O magari avete posizioni yoga che vi hanno aiutato nei momenti di ripresa? Mi farebbe piacere leggervi, perché sapere che non sono solo in questo viaggio mi dà forza.
Un abbraccio grande a chi sta lottando per ritrovare sé stesso, un pezzo alla volta. Ce la possiamo fare, senza fretta ma con tanta voglia di stare meglio!
Ehi, buongiorno con il sole o buonanotte con la luna, dipende da che lato della giornata mi leggi! Intanto grazie per il tuo post, mi ci sono rivista un sacco, specie in quel senso di fragilità che dici tu – dopo la malattia è come se il corpo ti guardasse nello specchio e dicesse “chi sei?”. Anche io sto cercando di rimettermi in carreggiata, e pure per me lo yoga è un po’ un salvagente, anche se ammetto che all’inizio mi sentivo un disastro totale, tipo un sacco di patate che prova a fare la candela!

Io però ho un problemino che mi perseguita: la fame notturna. Non so te, ma la sera, quando tutto si calma, mi parte un craving assurdo. È come se il frigo mi chiamasse per nome! Prima cedevo sempre, mi ritrovavo a mangiucchiare schifezze davanti alla tv fino a tardi, e poi mi sentivo uno schifo, gonfia e con i sensi di colpa a mille. Ora sto provando a cambiare, e il tuo rituale del tè verde mi ha fatto accendere una lampadina. Ho deciso di copiartelo, ma ci aggiungo un twist: dopo lo yoga serale – sì, perché io lo faccio la sera per scaricare la giornata – mi preparo una tisana alla camomilla con un cucchiaino di miele. Mi rilassa un sacco e mi tiene lontana dal saccheggiare la dispensa. Non è perfetto, qualche volta sgarro ancora, ma è già un passo avanti rispetto a quando mi finivo un pacco di biscotti senza nemmeno accorgermene.

Per lo yoga, anche io sono una principiante totale. La posizione del bambino è la mia preferita quando sono stanca, mi fa sentire protetta, come in un abbraccio. L’albero invece lo sto provando, ma pure io traballo come se fossi su un ramo in tempesta! Però hai ragione, quando riesci a stare ferma anche solo per qualche secondo ti senti una guerriera. Ultimamente sto sperimentando anche la posizione del gatto e della mucca, che mi sciolgono la schiena dopo una giornata seduta – lavoro da casa e il divano non aiuta! Mi piace perché è dolce, non mi fa sentire sotto pressione, e credo che per noi che stiamo ripartendo sia importante non strafare.

Il tuo post mi ha dato una bella spinta, sai? Sapere che c’è qualcuno là fuori che capisce questa fatica mi fa sentire meno sola. Io sto cercando di trasformare le mie serate in qualcosa di più sano, tipo yoga + tisana + un buon libro, invece di yoga + patatine + Netflix fino alle due. Qualche sera funziona, qualche altra no, ma ci sto provando. Tu hai qualche trucco per resistere alle tentazioni notturne? O magari qualche posizione yoga che ti calma la testa quando il corpo urla “mangia tutto”? Mi piacerebbe sapere come te la cavi, perché ogni piccolo consiglio è come un mattoncino per costruire qualcosa di meglio.

Un abbraccio forte, e continua così – siamo in viaggio insieme, anche se ogni tanto inciampiamo!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" visto che scrivo con il sole che filtra dalla finestra! Sono qui con voi in questo percorso, e devo dire che leggervi mi dà sempre un po’ di carica. Dopo mesi di ospedale, tra cure pesanti e zero movimento, il mio corpo era diventato quasi estraneo: chili in più, stanchezza infinita e una sensazione di fragilità che non mi apparteneva. Ora sto provando a riprendermi, passo dopo passo, e lo yoga è diventato il mio piccolo rifugio.
Non sono un esperto, eh, sia chiaro! All’inizio riuscivo a malapena a stare in piedi per cinque minuti senza tremare, ma piano piano ho iniziato con esercizi semplici, tipo la posizione del bambino o qualche respirazione profonda seduta sul tappetino. Mi piace perché non mi forza, mi ascolta. Il mio medico mi ha detto di andare cauto, e lo yoga mi sembra perfetto per questo: non è una corsa, ma un modo per tornare in contatto con me stesso. Qualche giorno fa ho provato la posizione dell’albero – traballavo come un ramo al vento, ma alla fine ho sorriso, perché era un piccolo traguardo.
Volevo condividere con voi un trucchetto che mi sta aiutando: dopo la pratica, mi preparo una tazza di tè verde caldo. Non so se è solo nella mia testa, ma mi sembra che mi aiuti a sentirmi più leggero, come se desse una spinta al corpo per ripartire. Niente di miracoloso, ma è un rituale che mi coccola e mi tiene motivato. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? O magari avete posizioni yoga che vi hanno aiutato nei momenti di ripresa? Mi farebbe piacere leggervi, perché sapere che non sono solo in questo viaggio mi dà forza.
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Ehi, scusate se mi intrometto in questo mare di serenità yoga, ma leggendo il tuo post, Lorraine, non riesco a trattenermi. Va bene il tuo rifugio, il tè verde e la posizione dell’albero, ma parliamoci chiaro: se vuoi davvero rimetterti in forma dopo mesi di stop, serve qualcosa che ti spinga fuori dalla comfort zone, non che ti ci lasci coccolare! Non fraintendermi, capisco la fragilità post-malattia, ci sono passato anch’io. Dopo un infortunio che mi ha tenuto fermo per quasi un anno, avevo messo su 15 chili e mi sentivo un estraneo nel mio stesso corpo. Ma sai cosa mi ha tirato fuori? La bicicletta.

Non parlo di giri tranquilli al parco, eh. Parlo di svegliarti alle 6, salire in sella e pedalare fino a sentire i polmoni che bruciano e le gambe che urlano. All’inizio è uno schifo, lo ammetto. Sudore, fiatone, e quella vocina che ti dice “ma chi te lo fa fare?”. Però è proprio lì che cambia tutto. La bici non ti coccola, ti sfida. Ogni salita è una battaglia, ogni chilometro un pezzo di te che riprendi. In sei mesi ho perso 12 chili, ma non è solo il peso: è la forza, l’energia, il sentirmi di nuovo vivo. Non c’è tè verde che tenga confronto a quella sensazione.

E poi, parliamone: lo yoga va bene per la mente, ma per il corpo serve movimento vero. La bici ti fa bruciare calorie come un forno, rafforza i muscoli, migliora il cuore. Non c’è bisogno di essere un atleta, basta una bici decente – anche una da 200 euro usata va benissimo – e un po’ di volontà. Non sto dicendo di buttare via il tappetino, ma integrare. Magari fai il tuo yoga per scioglierti, ma poi esci e pedala. Inizia con 10 km, poi 20, poi 50. Io ora faccio giri da 80 km la domenica, e credimi, non sono un supereroe, sono uno che si è stufato di sentirsi fragile.

Il tuo “trucchetto” del tè è carino, ma se vuoi un rituale che funzioni davvero, prova questo: dopo ogni uscita in bici, segnati i chilometri e le calorie bruciate. Io uso un’app, ma va bene anche un quaderno. Vedere i numeri crescere ti dà una spinta che nessuna tisana può eguagliare. E non venirmi a dire che è troppo faticoso: se riesci a stare in equilibrio traballante sull’albero, puoi spingere i pedali. La verità è che i marathon di benessere, quelli veri, non si vincono seduti a respirare. Si vincono sudando, spingendo, cadendo e rialzandosi.

Non sto dicendo che lo yoga non serva, ma se vuoi risultati veri, Lorraine, prendi una bici e dai gas. Non c’è posizione del bambino che ti faccia sentire forte come quando conquisti una salita. Provaci, poi mi dici. E a tutti voi che leggete: smettetela di cercare scorciatoie zen e muovetevi. Il corpo non si riprende da solo, va costretto a ricordarsi chi comanda.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" visto che scrivo con il sole che filtra dalla finestra! Sono qui con voi in questo percorso, e devo dire che leggervi mi dà sempre un po’ di carica. Dopo mesi di ospedale, tra cure pesanti e zero movimento, il mio corpo era diventato quasi estraneo: chili in più, stanchezza infinita e una sensazione di fragilità che non mi apparteneva. Ora sto provando a riprendermi, passo dopo passo, e lo yoga è diventato il mio piccolo rifugio.
Non sono un esperto, eh, sia chiaro! All’inizio riuscivo a malapena a stare in piedi per cinque minuti senza tremare, ma piano piano ho iniziato con esercizi semplici, tipo la posizione del bambino o qualche respirazione profonda seduta sul tappetino. Mi piace perché non mi forza, mi ascolta. Il mio medico mi ha detto di andare cauto, e lo yoga mi sembra perfetto per questo: non è una corsa, ma un modo per tornare in contatto con me stesso. Qualche giorno fa ho provato la posizione dell’albero – traballavo come un ramo al vento, ma alla fine ho sorriso, perché era un piccolo traguardo.
Volevo condividere con voi un trucchetto che mi sta aiutando: dopo la pratica, mi preparo una tazza di tè verde caldo. Non so se è solo nella mia testa, ma mi sembra che mi aiuti a sentirmi più leggero, come se desse una spinta al corpo per ripartire. Niente di miracoloso, ma è un rituale che mi coccola e mi tiene motivato. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? O magari avete posizioni yoga che vi hanno aiutato nei momenti di ripresa? Mi farebbe piacere leggervi, perché sapere che non sono solo in questo viaggio mi dà forza.
Un abbraccio grande a chi sta lottando per ritrovare sé stesso, un pezzo alla volta. Ce la possiamo fare, senza fretta ma con tanta voglia di stare meglio!
Ehi, buongiorno a te e al tuo sole che filtra dalla finestra, che qui fuori sembra già novembre con sto grigio che ti fa venir voglia di ibernarti fino a primavera! Leggerti mi ha fatto quasi venir voglia di srotolare il tappetino da yoga, ma poi mi sono ricordato che il mio è sepolto sotto una pila di maglioni autunnali. Complimenti per la tua costanza, sul serio, perché ripartire dopo un periodo come il tuo è roba da eroi, altro che posizione dell’albero traballante.

Visto che sei in modalità ripresa e stai trovando nello yoga il tuo angolo di pace, ti butto lì un po’ della mia esperienza con l’intervallo, che magari può darti una mano a dare una spintarella a quel corpo che stai riscoprendo. Io sono uno di quelli che ha mollato i chili di troppo grazie al digiuno intermittente, il famoso 16/8, e ti dico subito: non è la bacchetta magica, ma se lo fai con la testa, funziona. E visto che siamo in autunno, con le giornate che si accorciano e la voglia di cioccolata calda che bussa, ti racconto come lo sto adattando alla stagione, perché fidati, il freddo cambia le carte in tavola.

Primo, il 16/8 significa 16 ore di digiuno e 8 ore in cui mangi, ma non è che ti abbuffi di zucca e castagne come se fosse l’ultima cena. Io di solito faccio dalle 20 di sera alle 12 del giorno dopo, così salto la colazione e mi tengo il pranzo e la cena. In autunno, però, il corpo sembra urlare “dammi calorie, sta arrivando l’inverno!”. La tentazione di sgranocchiare qualcosa alle 10 di mattina è feroce, quindi il mio trucco stagionale è tenermi occupato con tisane calde, tipo rooibos o camomilla, che riempiono lo stomaco e mi fanno sentire meno lupo affamato. Non è tè verde come il tuo, ma fa lo stesso lavoro: ti scalda e ti distrae.

Errore numero uno da evitare? Non buttarti a capofitto pensando di essere un monaco zen. All’inizio, se 16 ore ti sembrano un’eternità, prova 14 o anche 12. Il tuo corpo post-ospedale ha bisogno di coccole, non di stress. E non ascoltare quelli che dicono “devi soffrire per vedere risultati”. Sciocchezze. Io ho perso 15 chili in un anno senza mai sentirmi un martire, semplicemente trovando un ritmo che funzionasse. Altro errore classico: non bere abbastanza. In autunno, con l’aria secca e il riscaldamento che parte, l’acqua è tua amica. Io mi porto dietro una bottiglia come se fosse il mio talismano, e ci butto dentro una fettina di mela o cannella per dargli un tocco stagionale. Sembra una stupidaggine, ma mi fa bere di più.

Per adattarlo al tuo yoga, ti direi di sincronizzare la pratica con la fine del digiuno. Tipo, fai la tua sessione la mattina tardi, magari verso le 11, e poi rompi il digiuno con qualcosa di leggero ma nutriente, come una ciotola di avena con frutta o una zuppa di verdure autunnali. La combo yoga + pasto ti fa sentire come se stessi davvero dando al tuo corpo una chance di ripartire. E visto che sei in fase di ripresa, stai attento a non strafare: se senti che il digiuno ti stanca troppo, accorcia la finestra o aggiungi uno spuntino proteico nella giornata. Ascolta il tuo corpo, come fai con lo yoga.

Un’ultima cosa, visto che parli di rituali: in questo periodo dell’anno, io mi premio dopo una settimana di costanza con qualcosa che mi fa star bene, tipo una passeggiata nei boschi per vedere le foglie che cadono o una candela profumata alla zucca per casa. Non c’entra col dimagrire, ma c’entra col volersi bene, che alla fine è il vero motore di tutto. Tu che rituali autunnali hai oltre al tè verde? E magari prova la posizione del guerriero, che con quel nome ti fa sentire un po’ meno fragile e un po’ più pronto a spaccare il mondo, no?

Forza, continua a traballare come un ramo e a sorridere. Sei sulla strada giusta, anche se fuori sembra inverno.