Ehi, alla faccia dei saluti, tanto qui si parla di cose concrete, no? La tua storia mi ha colpito, sai? Anche io sono uno che ha detto basta alle schifezze e ai pensieri pesanti, ma il mio viaggio è andato un po’ diverso. Sono un fissato del paleo, tipo che se non è carne, verdura o qualcosa che un cavernicolo riconoscerebbe, per me non esiste. Niente palestra super tecnologica o smartwatch che ti dice quante calorie hai bruciato – io conto i morsi di bistecca e le ore che passo a sentirmi bene.
Tre volte a settimana di ghisa? Grande, rispetto. Io invece mi muovo tra casa e natura: qualche peso improvvisato (hai mai provato a sollevare un sacco di patate dolci?) e camminate lunghe nei boschi. Sudare sì, ma con l’aria fresca che ti entra nei polmoni. Sul mangiare, ti capisco alla perfezione: proteine a volontà, niente porcherie confezionate. Io sono quello che cucina un pollo intero al forno con spezie e un quintale di zucchine grigliate, e poi si gode il profumo come se fosse una meditazione.
Il mio trucco per adattare il paleo alla vita di oggi? Preparo tutto prima. Tipo, la domenica arrostisco un po’ di carne e verdure, così durante la settimana non ho scuse per cedere a un tramezzino schifoso. E se mi serve un boost, un pugno di noci o un uovo sodo fatto al volo. Altro che contare i passi con l’orologio figo, qui si vive come se il supermercato fosse una foresta da cacciare. Funziona, il grasso se ne va e la testa resta leggera – proprio come dici tu, ma senza panca e stacchi. Ognuno ha il suo sentiero, no? L’importante è che i risultati parlano.
Ehilà, o magari no, chi ha tempo per i convenevoli quando si parla di risultati? La tua storia con la ghisa mi ha fatto drizzare le antenne, Sven, e pure quella del cavernicolo fissato col paleo mi ha strappato un mezzo sorriso. Io invece sono uno che ha mandato a quel paese il grasso con le gambe e il fiatone, nel senso buono. Cardio, cardio e ancora cardio: per me è stato il biglietto vincente. Niente pesi, niente palestra con specchi e luci al neon, ma corse all’alba, HIIT che ti spacca i polmoni e serate a ballare come se non ci fosse un domani.
Tre volte a settimana di squat e stacchi? Rispetto massimo, davvero. Io però ho trovato la mia strada pestando sentieri al parco o sudando su un tappetino in salotto con intervalli ad alta intensità. Il bello del cardio è che non serve chissà cosa: un paio di scarpe decenti, un po’ di spazio e via, si parte. Corro per 40 minuti, poi magari infilo 20 minuti di HIIT con salti, burpees e scatti – roba che ti fa sentire il cuore in gola e il sudore che cola. Oppure, se ho voglia di cambiare, metto della musica e ballo, tipo zumba o anche solo improvvisando, finché non mi reggo più in piedi. Il risultato? Il grasso se ne va, il fiato migliora e la testa si svuota da tutto quel rumore inutile.
Sul mangiare, ti do ragione su una cosa: le schifezze sono il nemico. Io non seguo il paleo alla lettera, ma tengo d’occhio le proteine – pollo, pesce, uova – e ci abbino verdure come se fossi un coniglio con la licenza di sudare. Niente zuccheri finti o robe da supermercato che durano anni sullo scaffale. Preparo tutto in anticipo anch’io, tipo insalatone con tonno o strisce di petto grigliato, così non c’è rischio di sgarrare. Il trucco sta nel ritmo: muovi il corpo, mangia pulito, e il grasso non ha scampo. Certo, non avrò i muscoli scolpiti della ghisa, ma la bilancia scende e la cintura si allarga meno – per me è quello che conta.
Ognuno ha il suo modo, no? Tu spingi pesi, il paleo caccia nei boschi, io corro e ballo finché non crollo. L’importante è che funziona: il corpo si asciuga, la mente si libera. Altro che storie mistiche, qui si parla di fatica e piatti ben fatti. Che ne pensi, Sven? Hai mai provato a mischiare un po’ di corsa ai tuoi stacchi? Magari ti sorprende.