Vuoi dimagrire senza integratori? Io ce l’ho fatta con il digiuno 16/8, e ti spiego come!

Charlie_

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6 Marzo 2025
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Ehi, voi tutti ossessionati dalle pillole magiche e polverine costose, fermatevi un attimo! Io sono la prova vivente che non serve svuotare il portafoglio per dimagrire. Ho perso 15 chili con il digiuno intermittente, il famoso 16/8, e non ho toccato un integratore neanche per sbaglio. Sì, avete letto bene: zero schifezze, solo disciplina e un po’ di cervello. Vi spiego come funziona, ma preparatevi, perché vi smonto qualche mito da quattro soldi.
Il 16/8 è semplice: 16 ore senza mangiare, 8 ore in cui ti godi il cibo. Io, per esempio, salto la colazione – e no, non muoio di fame, smettetela con queste storie da bambini. Mangio dalle 12 alle 20, e basta. All’inizio pensavo “impossibile”, ma dopo una settimana il corpo si abitua e ti senti pure meglio. Niente cali di energia, niente crisi isteriche da zucchero. Il trucco? Capire che la fame è solo un capriccio, non un’emergenza.
Gli errori da evitare? Prima di tutto, non fate i furbi pensando di abbuffarvi nelle 8 ore come se fosse l’ultima cena. Se vi strafogate di pizza e gelato, non dimagrite nemmeno pregando. Io punto su roba vera: verdure, proteine, grassi buoni – avocado e noci sono i miei migliori amici. E no, non serve contare calorie come ossessi, ma usate la testa: un piatto di broccoli non è uguale a un tiramisù. Altro errore da polli: bere schifezze tipo succhi o latte macchiato fuori dalla finestra alimentare. Acqua, tè, caffè nero – fine della storia.
Adattarlo alla vostra vita? Facile. Lavorate fino a tardi? Spostate la finestra, tipo dalle 14 alle 22. Siete mattinieri? Fate 10-18. Non è una religione, è uno stile che si piega a voi, non il contrario. Io sono un disastro con gli orari, eppure ce l’ho fatta. La chiave è iniziare piano: provate 12/12 per un paio di giorni, poi passate a 14/10, e infine al 16/8. Non fate i fenomeni da subito o mollate dopo due giorni piangendo.
E gli integratori? Sentite qua: il vostro corpo non ha bisogno di pozioni magiche per bruciare grasso. È una macchina perfetta, basta darle il tempo di lavorare. Le aziende vi vendono sogni, ma il digiuno è gratis e funziona meglio. Certo, se vi manca qualcosa tipo vitamine, fatevi un controllo, ma non usatelo come scusa per comprarvi l’ennesima boccetta inutile.
Provateci, se avete il coraggio. O restate lì a lamentarvi, spendendo soldi per niente. Io ho scelto, e guardatemi: meno 15 chili e non torno indietro. Chi ci sta?
 
Ehi, voi tutti ossessionati dalle pillole magiche e polverine costose, fermatevi un attimo! Io sono la prova vivente che non serve svuotare il portafoglio per dimagrire. Ho perso 15 chili con il digiuno intermittente, il famoso 16/8, e non ho toccato un integratore neanche per sbaglio. Sì, avete letto bene: zero schifezze, solo disciplina e un po’ di cervello. Vi spiego come funziona, ma preparatevi, perché vi smonto qualche mito da quattro soldi.
Il 16/8 è semplice: 16 ore senza mangiare, 8 ore in cui ti godi il cibo. Io, per esempio, salto la colazione – e no, non muoio di fame, smettetela con queste storie da bambini. Mangio dalle 12 alle 20, e basta. All’inizio pensavo “impossibile”, ma dopo una settimana il corpo si abitua e ti senti pure meglio. Niente cali di energia, niente crisi isteriche da zucchero. Il trucco? Capire che la fame è solo un capriccio, non un’emergenza.
Gli errori da evitare? Prima di tutto, non fate i furbi pensando di abbuffarvi nelle 8 ore come se fosse l’ultima cena. Se vi strafogate di pizza e gelato, non dimagrite nemmeno pregando. Io punto su roba vera: verdure, proteine, grassi buoni – avocado e noci sono i miei migliori amici. E no, non serve contare calorie come ossessi, ma usate la testa: un piatto di broccoli non è uguale a un tiramisù. Altro errore da polli: bere schifezze tipo succhi o latte macchiato fuori dalla finestra alimentare. Acqua, tè, caffè nero – fine della storia.
Adattarlo alla vostra vita? Facile. Lavorate fino a tardi? Spostate la finestra, tipo dalle 14 alle 22. Siete mattinieri? Fate 10-18. Non è una religione, è uno stile che si piega a voi, non il contrario. Io sono un disastro con gli orari, eppure ce l’ho fatta. La chiave è iniziare piano: provate 12/12 per un paio di giorni, poi passate a 14/10, e infine al 16/8. Non fate i fenomeni da subito o mollate dopo due giorni piangendo.
E gli integratori? Sentite qua: il vostro corpo non ha bisogno di pozioni magiche per bruciare grasso. È una macchina perfetta, basta darle il tempo di lavorare. Le aziende vi vendono sogni, ma il digiuno è gratis e funziona meglio. Certo, se vi manca qualcosa tipo vitamine, fatevi un controllo, ma non usatelo come scusa per comprarvi l’ennesima boccetta inutile.
Provateci, se avete il coraggio. O restate lì a lamentarvi, spendendo soldi per niente. Io ho scelto, e guardatemi: meno 15 chili e non torno indietro. Chi ci sta?
Ehi, mi sa che abbiamo qualcosa in comune: anch’io ho detto basta a promesse da bancarella e ho trovato la mia strada per dimagrire, ma nel mio caso è stato grazie alla bici! Ti leggo e annuisco, perché pure io sono la prova che non servono integratori o robe strane per perdere peso. Con il digiuno 16/8 hai fatto un gran lavoro, complimenti per i 15 chili – numeri che parlano da soli! Io invece ho mollato 12 chili pedalando, e ti racconto com’è andata, magari qualcuno ci trova uno spunto.

Non sono mai stato uno da diete rigide, conti calorie o bilancine per pesare l’insalata. Però un giorno mi sono stufato di guardarmi allo specchio e sentirmi un sacco di patate. Avevo una vecchia bici arrugginita in garage, l’ho tirata fuori, gonfiato le gomme e via, senza troppe storie. All’inizio facevo 20 minuti e tornavo a casa con la lingua di fuori, ma piano piano ho iniziato a spingermi più in là: 30 minuti, un’ora, poi giri veri di 20-30 km. Non è stato un lampo, ma un viaggio lento – e che viaggio!

La bici per me è stata perfetta perché non sembra nemmeno una “dieta”. Non ti chiudi in casa a morire di fame o a fissare un piatto triste. Sei fuori, respiri, vedi il mondo. E intanto il corpo lavora: bruci grasso, tonifichi le gambe, e il cuore ringrazia. Non ho mai toccato integratori, né barrette proteiche o polverine – solo acqua nel borraccino e magari una banana se il giro era lungo. Come dici tu, il corpo sa fare tutto da solo se gli dai una chance.

Per il mangiare, non seguo il 16/8 come te, ma qualcosa di simile sì. Pedalando tanto, ho capito che non mi serviva abbuffarmi per avere energia. Colazione leggera tipo yogurt e frutta, pranzo normale con verdure e un po’ di pollo o pesce, cena tranquilla. Niente schifezze gluten-free preconfezionate – quelle le lascio agli altri. Se ho fame dopo un giro? Un po’ di noci o un pezzo di cioccolato fondente, e sto a posto. La chiave è non strafare né col cibo né con la bici: tutto con calma, ma costante.

Scegliere la bici giusta è stato importante. Non serve spendere un capitale, ma una che sia comoda e affidabile sì. Io ho preso una ibrida usata, perfetta per città e sterrato leggero. Casco, una borraccia e via, non ci vuole un arsenale. I primi tempi giravo vicino casa, poi ho scoperto percorsi nei parchi, lungo i fiumi – pedalare ti cambia pure l’umore, altro che pillole magiche!

Integrarlo nella vita? Facilissimo. Vivo in città, quindi uso la bici per andare al lavoro o fare la spesa: unisco l’utile al dimagrant
 
Ciao Charlie, leggerti è stato come guardarmi allo specchio e allo stesso tempo aprire una finestra su un mondo diverso. La tua storia con il 16/8 è un pugno nello stomaco a chi pensa che per dimagrire servano scorciatoie o portafogli gonfi – e mi ci metto pure io tra quelli che un tempo ci credevano. Anch’io ho perso peso, 10 chili per la precisione, ma il mio cammino è stato un altro: un trasloco in un posto caldo e umido che mi ha costretto a ripensare tutto, dieta e movimento inclusi. Ti racconto com’è andata, perché forse c’è qualcosa di universale in questo lottare con noi stessi, no?

Quando sono arrivato qui, il clima mi ha preso a schiaffi. Venivo da un posto fresco, dove l’aria era leggera e potevo camminare per ore senza pensarci troppo. Qui invece l’umidità ti appiccica la maglietta alla schiena in cinque minuti, e il caldo ti fa sentire come se stessi cuocendo a fuoco lento. All’inizio ero un disastro: stanco, svogliato, con la sensazione che il mio corpo non ce la facesse. Il peso in più che mi portavo dietro non aiutava, e i jeans sembravano urlarmi contro ogni volta che li infilavo. Ma sai una cosa? A volte è proprio quando ti senti incastrato che trovi la spinta per cambiare.

Ho dovuto adattarmi, e non è stato facile. La prima cosa che ho capito è che le mie vecchie abitudini non funzionavano più. Prima mangiavo pesante a cena, tipo pasta al forno o roba così, perché “tanto poi dormo e smaltisco”. Qui, con questo caldo, mi svegliavo gonfio come un pallone e senza energia. Allora ho iniziato a spostare il grosso del mangiare a pranzo: verdure grigliate, un po’ di pesce o legumi, roba fresca che non mi facesse sentire un macigno sullo stomaco. La cena? Leggera, quasi un gioco: una macedonia, uno yogurt, a volte solo un po’ di mozzarella con pomodori. Non è digiuno come il tuo 16/8, ma è un ritmo che mi lascia spazio per respirare – e per non crollare sotto il sole.

Il movimento è stato il vero scoglio. Camminare o correre con 35 gradi e un’umidità da foresta tropicale? Un incubo. Sudavo come una fontana e dopo dieci minuti volevo solo sdraiarmi all’ombra con un ventilatore puntato in faccia. Però mollare non era un’opzione. Ho provato a cambiare orari: niente più uscite a mezzogiorno, ora vado al mattino presto, quando l’aria è ancora un po’ gentile. Non sono un atleta, sia chiaro: faccio passeggiate lunghe, a volte porto un paio di pesetti da polso per dare un senso in più. Se c’è un parco vicino casa, meglio, perché l’ombra degli alberi è una salvezza. E quando proprio non ce la faccio, mi chiudo in casa con un tappetino e faccio esercizi semplici – squat, plank, roba che non richiede palestra ma ti tiene vivo.

Il caldo mi ha insegnato una cosa: il corpo si adatta, sì, ma ha bisogno di tempo e di testa. Come dici tu con la fame, anch’io ho capito che certe sensazioni sono solo capricci. Se sudo e mi sento stanco, non significa che devo buttarmi su una bibita zuccherata o un gelato. Acqua fresca, una manciata di mandorle, e passa tutto. Niente integratori, niente polverine – il mio supermercato è il fruttivendolo sotto casa, e mi basta. Certo, all’inizio mi mancavano i miei piatti comfort, ma poi ho scoperto che un’insalata di cetrioli e feta può essere buona quanto una lasagna, se ci metti un po’ di fantasia.

Adattarsi al clima è stato un po’ come adattarsi alla vita: non puoi forzare, ma non puoi nemmeno stare fermo. Tu hai trovato il tuo 16/8, io ho trovato i miei orari e i miei trucchi per non sciogliermi. E sai qual è la cosa bella? Che alla fine non si tratta di numeri sulla bilancia, ma di sentirsi di nuovo padroni di sé. Quei 10 chili in meno sono solo un pezzo della storia; il resto è svegliarmi la mattina e pensare: “Ok, ce la posso fare”. Chi ci sta a provare, magari mischiando un po’ delle nostre idee? Pedalare non fa per me, ma il tuo digiuno mi incuriosisce – chissà che non ci scappi un esperimento!
 
Ehi, voi tutti ossessionati dalle pillole magiche e polverine costose, fermatevi un attimo! Io sono la prova vivente che non serve svuotare il portafoglio per dimagrire. Ho perso 15 chili con il digiuno intermittente, il famoso 16/8, e non ho toccato un integratore neanche per sbaglio. Sì, avete letto bene: zero schifezze, solo disciplina e un po’ di cervello. Vi spiego come funziona, ma preparatevi, perché vi smonto qualche mito da quattro soldi.
Il 16/8 è semplice: 16 ore senza mangiare, 8 ore in cui ti godi il cibo. Io, per esempio, salto la colazione – e no, non muoio di fame, smettetela con queste storie da bambini. Mangio dalle 12 alle 20, e basta. All’inizio pensavo “impossibile”, ma dopo una settimana il corpo si abitua e ti senti pure meglio. Niente cali di energia, niente crisi isteriche da zucchero. Il trucco? Capire che la fame è solo un capriccio, non un’emergenza.
Gli errori da evitare? Prima di tutto, non fate i furbi pensando di abbuffarvi nelle 8 ore come se fosse l’ultima cena. Se vi strafogate di pizza e gelato, non dimagrite nemmeno pregando. Io punto su roba vera: verdure, proteine, grassi buoni – avocado e noci sono i miei migliori amici. E no, non serve contare calorie come ossessi, ma usate la testa: un piatto di broccoli non è uguale a un tiramisù. Altro errore da polli: bere schifezze tipo succhi o latte macchiato fuori dalla finestra alimentare. Acqua, tè, caffè nero – fine della storia.
Adattarlo alla vostra vita? Facile. Lavorate fino a tardi? Spostate la finestra, tipo dalle 14 alle 22. Siete mattinieri? Fate 10-18. Non è una religione, è uno stile che si piega a voi, non il contrario. Io sono un disastro con gli orari, eppure ce l’ho fatta. La chiave è iniziare piano: provate 12/12 per un paio di giorni, poi passate a 14/10, e infine al 16/8. Non fate i fenomeni da subito o mollate dopo due giorni piangendo.
E gli integratori? Sentite qua: il vostro corpo non ha bisogno di pozioni magiche per bruciare grasso. È una macchina perfetta, basta darle il tempo di lavorare. Le aziende vi vendono sogni, ma il digiuno è gratis e funziona meglio. Certo, se vi manca qualcosa tipo vitamine, fatevi un controllo, ma non usatelo come scusa per comprarvi l’ennesima boccetta inutile.
Provateci, se avete il coraggio. O restate lì a lamentarvi, spendendo soldi per niente. Io ho scelto, e guardatemi: meno 15 chili e non torno indietro. Chi ci sta?
Ciao, altro che digiuno, io ho buttato giù i chili con la nordic walking! Tu parli di disciplina, ma qui si suda e si respira aria vera, altro che stare a pancia vuota. Due bastoni, un parco e via: tecnica semplice, snellisce e ti rimette in sesto. Niente integratori, solo gambe e fiato. Altro che miti da smontare, prova a camminare come un vichingo e vedi come cambia tutto!
 
Ehi, voi tutti ossessionati dalle pillole magiche e polverine costose, fermatevi un attimo! Io sono la prova vivente che non serve svuotare il portafoglio per dimagrire. Ho perso 15 chili con il digiuno intermittente, il famoso 16/8, e non ho toccato un integratore neanche per sbaglio. Sì, avete letto bene: zero schifezze, solo disciplina e un po’ di cervello. Vi spiego come funziona, ma preparatevi, perché vi smonto qualche mito da quattro soldi.
Il 16/8 è semplice: 16 ore senza mangiare, 8 ore in cui ti godi il cibo. Io, per esempio, salto la colazione – e no, non muoio di fame, smettetela con queste storie da bambini. Mangio dalle 12 alle 20, e basta. All’inizio pensavo “impossibile”, ma dopo una settimana il corpo si abitua e ti senti pure meglio. Niente cali di energia, niente crisi isteriche da zucchero. Il trucco? Capire che la fame è solo un capriccio, non un’emergenza.
Gli errori da evitare? Prima di tutto, non fate i furbi pensando di abbuffarvi nelle 8 ore come se fosse l’ultima cena. Se vi strafogate di pizza e gelato, non dimagrite nemmeno pregando. Io punto su roba vera: verdure, proteine, grassi buoni – avocado e noci sono i miei migliori amici. E no, non serve contare calorie come ossessi, ma usate la testa: un piatto di broccoli non è uguale a un tiramisù. Altro errore da polli: bere schifezze tipo succhi o latte macchiato fuori dalla finestra alimentare. Acqua, tè, caffè nero – fine della storia.
Adattarlo alla vostra vita? Facile. Lavorate fino a tardi? Spostate la finestra, tipo dalle 14 alle 22. Siete mattinieri? Fate 10-18. Non è una religione, è uno stile che si piega a voi, non il contrario. Io sono un disastro con gli orari, eppure ce l’ho fatta. La chiave è iniziare piano: provate 12/12 per un paio di giorni, poi passate a 14/10, e infine al 16/8. Non fate i fenomeni da subito o mollate dopo due giorni piangendo.
E gli integratori? Sentite qua: il vostro corpo non ha bisogno di pozioni magiche per bruciare grasso. È una macchina perfetta, basta darle il tempo di lavorare. Le aziende vi vendono sogni, ma il digiuno è gratis e funziona meglio. Certo, se vi manca qualcosa tipo vitamine, fatevi un controllo, ma non usatelo come scusa per comprarvi l’ennesima boccetta inutile.
Provateci, se avete il coraggio. O restate lì a lamentarvi, spendendo soldi per niente. Io ho scelto, e guardatemi: meno 15 chili e non torno indietro. Chi ci sta?
Ciao, guerriero del 16/8, mi sa che abbiamo qualcosa in comune! Anch’io ho mollato il carrozzone degli integratori e mi sono buttato sul digiuno intermittente, e guarda un po’, la bilancia ha smesso di guardarmi storto. Ho perso 12 chili, e ora sono tipo il missionario del “vivi sano e lascia perdere le polverine”. La tua storia mi piace, soprattutto quel “la fame è un capriccio” – verissimo, dopo un po’ capisci che lo stomaco si lamenta solo per abitudine.

Io faccio più o meno come te, finestra 12-20, e il caffè nero è il mio santo protettore. Altro che “caffeina per dimagrire”, qui è caffeina per non strangolare qualcuno mentre aspetto mezzogiorno! Scherzi a parte, mi ha aiutato a tenere a bada le voglie assurde dei primi giorni. E sì, confermo: niente colazione non ti uccide, ti rende solo un po’ più ninja nel gestire la giornata.

Un consiglio che do sempre? Muovetevi, pure poco, ma fatelo. Non serve ammazzarsi in palestra, ma una camminata mentre il vostro corpo sta bruciando scorte di grasso è come dare una spintarella al motore. E acqua, litri di acqua – sembra una scemenza, ma ti salva da quei momenti in cui confondi la sete con “oddio, devo mangiare un elefante”.

Errori? Ne ho fatti. Tipo pensare che un cornetto al bar rientrasse nei “grassi buoni”. Spoiler: no, e il girovita me l’ha ricordato. Ora punto su cose semplici: uova, verdure, un po’ di pesce. Niente di fancy, ma funziona. E per chi dice “non ce la faccio”, fate come me: iniziate con un 14/10 e vedete come va. È un gioco mentale, più che altro.

Grande comunque per i tuoi 15 chili in meno, si vede che hai carattere! Io ci sto, e chi vuole provarci si unisca al club dei “senza integratori”. Tanto, il caffè ce l’abbiamo già, no? Forza, gente, che la vita sana non aspetta!
 
Ehi Charlie, leggerti è stato come guardarmi allo specchio, ma con un twist climatico! Anch’io sono Team 16/8 e niente integratori, e ti giuro che funziona pure se Madre Natura ti tira brutti scherzi. Mi sono trasferito da poco in un posto dove l’umidità è tipo una coperta bagnata addosso 24/7, e all’inizio pensavo: “Addio dieta, addio tutto”. Ma sai che c’è? Mi sono adattato, e ora sto giù di 10 chili, con il sudore come bonus gratuito!

Faccio più o meno come te: finestra 12-20, niente colazione – e sì, il caffè nero è il mio eroe senza mantello. Qui però il caldo mi fa venir voglia di bere robe zuccherate ogni tre secondi, tipo granite o succhi “salutari” (spoiler: non lo sono). Ho imparato a resistere con litri di acqua fredda e qualche fettina di limone, che mi dà quel gusto senza mandare tutto all’aria. La fame? All’inizio un incubo, ma poi capisci che è solo il corpo che fa i capricci, come dici tu.

Gli allenamenti li ho dovuti ripensare: niente corse sotto il sole assassino, ora cammino la sera quando l’aria è più leggera, o faccio un po’ di pesi in casa con un ventilatore sparato in faccia. Mangio semplice: proteine tipo pollo o pesce, verdure fresche (qui sono un dono del cielo) e qualche noce per tirare avanti. Ho provato a strafogarmi nelle 8 ore i primi giorni, ma ho capito subito che un piatto di pasta al pesto non è mio amico se voglio vedere risultati!

Grande rispetto per i tuoi 15 chili, sei un esempio che dà la carica. Io sto ancora combattendo con questo clima assurdo, ma il digiuno mi ha insegnato a non mollare. Chi si unisce? Dai, che tra caffè e disciplina spacchiamo tutto, integratori o no!
 
Ehi, voi tutti ossessionati dalle pillole magiche e polverine costose, fermatevi un attimo! Io sono la prova vivente che non serve svuotare il portafoglio per dimagrire. Ho perso 15 chili con il digiuno intermittente, il famoso 16/8, e non ho toccato un integratore neanche per sbaglio. Sì, avete letto bene: zero schifezze, solo disciplina e un po’ di cervello. Vi spiego come funziona, ma preparatevi, perché vi smonto qualche mito da quattro soldi.
Il 16/8 è semplice: 16 ore senza mangiare, 8 ore in cui ti godi il cibo. Io, per esempio, salto la colazione – e no, non muoio di fame, smettetela con queste storie da bambini. Mangio dalle 12 alle 20, e basta. All’inizio pensavo “impossibile”, ma dopo una settimana il corpo si abitua e ti senti pure meglio. Niente cali di energia, niente crisi isteriche da zucchero. Il trucco? Capire che la fame è solo un capriccio, non un’emergenza.
Gli errori da evitare? Prima di tutto, non fate i furbi pensando di abbuffarvi nelle 8 ore come se fosse l’ultima cena. Se vi strafogate di pizza e gelato, non dimagrite nemmeno pregando. Io punto su roba vera: verdure, proteine, grassi buoni – avocado e noci sono i miei migliori amici. E no, non serve contare calorie come ossessi, ma usate la testa: un piatto di broccoli non è uguale a un tiramisù. Altro errore da polli: bere schifezze tipo succhi o latte macchiato fuori dalla finestra alimentare. Acqua, tè, caffè nero – fine della storia.
Adattarlo alla vostra vita? Facile. Lavorate fino a tardi? Spostate la finestra, tipo dalle 14 alle 22. Siete mattinieri? Fate 10-18. Non è una religione, è uno stile che si piega a voi, non il contrario. Io sono un disastro con gli orari, eppure ce l’ho fatta. La chiave è iniziare piano: provate 12/12 per un paio di giorni, poi passate a 14/10, e infine al 16/8. Non fate i fenomeni da subito o mollate dopo due giorni piangendo.
E gli integratori? Sentite qua: il vostro corpo non ha bisogno di pozioni magiche per bruciare grasso. È una macchina perfetta, basta darle il tempo di lavorare. Le aziende vi vendono sogni, ma il digiuno è gratis e funziona meglio. Certo, se vi manca qualcosa tipo vitamine, fatevi un controllo, ma non usatelo come scusa per comprarvi l’ennesima boccetta inutile.
Provateci, se avete il coraggio. O restate lì a lamentarvi, spendendo soldi per niente. Io ho scelto, e guardatemi: meno 15 chili e non torno indietro. Chi ci sta?
Ciao a tutti, o forse meglio dire “ehi, tu che ce l’hai fatta, sei un mito!” – perché davvero, leggere la tua storia mi ha acceso una lampadina! Sono nuovo qui, appena arrivato con un sacco di chili da buttare giù e una voglia matta di cambiare. Il tuo post sul 16/8 mi ha fatto venire i brividi, in senso buono: zero integratori, solo testa e disciplina? È tipo una sfida che voglio vincere anch’io!

Sinceramente, “da dove comincio?” me lo sto chiedendo da giorni. Saltare la colazione mi spaventa un po’, lo ammetto – sono uno di quelli che senza cappuccio e brioche si sente perso. Ma se dici che dopo una settimana ci si abitua, mi fido. Magari provo con quel tuo consiglio del 12/12, che sembra meno un salto nel vuoto. Tu come hai fatto a non crollare all’inizio? Qualche trucco per non fissare il frigo con gli occhi a cuore?

E poi, le verdure e le proteine… mi sa che devo fare pace con i broccoli, vero? Io sono più tipo da pasta al ragù, ma se avocado e noci ti hanno aiutato, posso provarci. Mi piace che dici di non contare calorie come matti – mi togli un peso, perché già mi vedevo con la calcolatrice in mano! Insomma, mi hai dato una carica pazzesca, e ora sono curioso: com’è cambiata la tua giornata tipo dopo questi 15 chili? Io sogno di sentirmi più leggero, non solo fuori, ma anche dentro. Grazie mille, sei un’ispirazione!
 
Ehi, voi tutti ossessionati dalle pillole magiche e polverine costose, fermatevi un attimo! Io sono la prova vivente che non serve svuotare il portafoglio per dimagrire. Ho perso 15 chili con il digiuno intermittente, il famoso 16/8, e non ho toccato un integratore neanche per sbaglio. Sì, avete letto bene: zero schifezze, solo disciplina e un po’ di cervello. Vi spiego come funziona, ma preparatevi, perché vi smonto qualche mito da quattro soldi.
Il 16/8 è semplice: 16 ore senza mangiare, 8 ore in cui ti godi il cibo. Io, per esempio, salto la colazione – e no, non muoio di fame, smettetela con queste storie da bambini. Mangio dalle 12 alle 20, e basta. All’inizio pensavo “impossibile”, ma dopo una settimana il corpo si abitua e ti senti pure meglio. Niente cali di energia, niente crisi isteriche da zucchero. Il trucco? Capire che la fame è solo un capriccio, non un’emergenza.
Gli errori da evitare? Prima di tutto, non fate i furbi pensando di abbuffarvi nelle 8 ore come se fosse l’ultima cena. Se vi strafogate di pizza e gelato, non dimagrite nemmeno pregando. Io punto su roba vera: verdure, proteine, grassi buoni – avocado e noci sono i miei migliori amici. E no, non serve contare calorie come ossessi, ma usate la testa: un piatto di broccoli non è uguale a un tiramisù. Altro errore da polli: bere schifezze tipo succhi o latte macchiato fuori dalla finestra alimentare. Acqua, tè, caffè nero – fine della storia.
Adattarlo alla vostra vita? Facile. Lavorate fino a tardi? Spostate la finestra, tipo dalle 14 alle 22. Siete mattinieri? Fate 10-18. Non è una religione, è uno stile che si piega a voi, non il contrario. Io sono un disastro con gli orari, eppure ce l’ho fatta. La chiave è iniziare piano: provate 12/12 per un paio di giorni, poi passate a 14/10, e infine al 16/8. Non fate i fenomeni da subito o mollate dopo due giorni piangendo.
E gli integratori? Sentite qua: il vostro corpo non ha bisogno di pozioni magiche per bruciare grasso. È una macchina perfetta, basta darle il tempo di lavorare. Le aziende vi vendono sogni, ma il digiuno è gratis e funziona meglio. Certo, se vi manca qualcosa tipo vitamine, fatevi un controllo, ma non usatelo come scusa per comprarvi l’ennesima boccetta inutile.
Provateci, se avete il coraggio. O restate lì a lamentarvi, spendendo soldi per niente. Io ho scelto, e guardatemi: meno 15 chili e non torno indietro. Chi ci sta?
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ha ancora voglia di leggere dopo questo papiro sul 16/8! Devo dire, mi hai fatto quasi venir voglia di provare, con tutto quel entusiasmo per la disciplina e il “niente integratori”. Però, visto che qui si parla di esperienze, io porto la mia: i giorni di scarico. Sì, hai capito bene, quei giorni in cui ti metti lì con kefir, verdure o frutta e lasci il corpo respirare un po’. Non dico che il tuo 16/8 non funzioni – i tuoi 15 chili parlano da soli – ma voglio buttare sul tavolo un’alternativa per chi magari non ce la fa a stare 16 ore senza mangiare senza sclerare.

Io faccio 1-2 giorni a settimana, dipende da come gira. Di solito scelgo il kefir – un litro spalmato nella giornata – oppure verdure crude e cotte, tipo zucchine, carote, finocchi. Se proprio voglio variare, punto sulla frutta, ma leggera, tipo mele o fragole, mica banane che ti riempiono e basta. All’inizio? Un disastro. Fame, mal di testa, nervoso. Pensavo “chi me lo fa fare”, ma dopo un paio di volte il corpo si adegua, proprio come dici tu col digiuno intermittente. Non è fame vera, è la testa che si lamenta. E sai una cosa? Passa.

Risultati? Non ho perso 15 chili, te lo dico subito, ma 7 sì, e senza impazzire. La bilancia scende piano, ma scende. E poi c’è quel senso di leggerezza, come se avessi fatto un reset. Non è solo questione di peso, è che ti senti meno gonfio, meno appesantito. Certo, non è una passeggiata: il primo giorno di scarico sembro un orso, soprattutto se vedo qualcuno che mangia pasta davanti a me. Però tengo botta, bevo tanta acqua – o tè, che aiuta a ingannare lo stomaco – e il giorno dopo mi sento una piuma.

Errori da evitare? Non esagerare coi quantità, anche se è “solo kefir”. Se ti bevi tre litri in un giorno, altro che leggerezza, finisci col mal di pancia. E poi, non partire in quarta: se non hai mai fatto una cosa del genere, inizia con mezza giornata, magari solo verdure a cena, e vedi come va. Io ho imparato a non farlo dopo una serata di pizza, sennò è un massacro psicologico.

Adattarlo alla vita? Facilissimo. Se so che il weekend è un casino, lo sposto al lunedì o martedì. Non serve essere monaci, basta organizzarsi. E no, non spendo un euro in integratori – come te, la penso uguale: il corpo sa fare tutto da solo, se lo lasci lavorare. Certo, magari non è per tutti: se sei uno che senza colazione sviene, il mio metodo ti manda in tilt. Ma per me funziona, e non mi serve contare ore come col 16/8.

Insomma, chapeau per i tuoi risultati, davvero. Ma se qualcuno vuole provare qualcosa di diverso, i giorni di scarico sono una strada. Non dico che è meglio del tuo digiuno, ma è un altro modo per smontare ‘sti miti del “devi mangiare sempre” o “senza pillole non ce la fai”. Chi si butta con me? Dai, che non mordo – al massimo sgranocchi
 
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ha ancora voglia di leggere dopo questo papiro sul 16/8! Devo dire, mi hai fatto quasi venir voglia di provare, con tutto quel entusiasmo per la disciplina e il “niente integratori”. Però, visto che qui si parla di esperienze, io porto la mia: i giorni di scarico. Sì, hai capito bene, quei giorni in cui ti metti lì con kefir, verdure o frutta e lasci il corpo respirare un po’. Non dico che il tuo 16/8 non funzioni – i tuoi 15 chili parlano da soli – ma voglio buttare sul tavolo un’alternativa per chi magari non ce la fa a stare 16 ore senza mangiare senza sclerare.

Io faccio 1-2 giorni a settimana, dipende da come gira. Di solito scelgo il kefir – un litro spalmato nella giornata – oppure verdure crude e cotte, tipo zucchine, carote, finocchi. Se proprio voglio variare, punto sulla frutta, ma leggera, tipo mele o fragole, mica banane che ti riempiono e basta. All’inizio? Un disastro. Fame, mal di testa, nervoso. Pensavo “chi me lo fa fare”, ma dopo un paio di volte il corpo si adegua, proprio come dici tu col digiuno intermittente. Non è fame vera, è la testa che si lamenta. E sai una cosa? Passa.

Risultati? Non ho perso 15 chili, te lo dico subito, ma 7 sì, e senza impazzire. La bilancia scende piano, ma scende. E poi c’è quel senso di leggerezza, come se avessi fatto un reset. Non è solo questione di peso, è che ti senti meno gonfio, meno appesantito. Certo, non è una passeggiata: il primo giorno di scarico sembro un orso, soprattutto se vedo qualcuno che mangia pasta davanti a me. Però tengo botta, bevo tanta acqua – o tè, che aiuta a ingannare lo stomaco – e il giorno dopo mi sento una piuma.

Errori da evitare? Non esagerare coi quantità, anche se è “solo kefir”. Se ti bevi tre litri in un giorno, altro che leggerezza, finisci col mal di pancia. E poi, non partire in quarta: se non hai mai fatto una cosa del genere, inizia con mezza giornata, magari solo verdure a cena, e vedi come va. Io ho imparato a non farlo dopo una serata di pizza, sennò è un massacro psicologico.

Adattarlo alla vita? Facilissimo. Se so che il weekend è un casino, lo sposto al lunedì o martedì. Non serve essere monaci, basta organizzarsi. E no, non spendo un euro in integratori – come te, la penso uguale: il corpo sa fare tutto da solo, se lo lasci lavorare. Certo, magari non è per tutti: se sei uno che senza colazione sviene, il mio metodo ti manda in tilt. Ma per me funziona, e non mi serve contare ore come col 16/8.

Insomma, chapeau per i tuoi risultati, davvero. Ma se qualcuno vuole provare qualcosa di diverso, i giorni di scarico sono una strada. Non dico che è meglio del tuo digiuno, ma è un altro modo per smontare ‘sti miti del “devi mangiare sempre” o “senza pillole non ce la fai”. Chi si butta con me? Dai, che non mordo – al massimo sgranocchi
Ehi, squadra del dimagrimento creativo! Il tuo 16/8 è una bomba, lo ammetto, ma io sono qui a difendere il mio angolo di paradiso: il mindful eating. Altro che ore contate, io mi siedo, respiro e mangio piano, tipo che il broccolo diventa un’esperienza mistica. Risultato? Meno 8 chili, senza cronometro e con zero drammi. La fame? La ascolto, la saluto e decido io se aprire il frigo o no. Provate a masticare 20 volte un boccone e poi mi dite – altro che integratori, qui serve solo pazienza! Chi si unisce al club del “sapore lento”?
 
Ehilà, compagni di viaggio nella lotta ai chili di troppo! Devo dire, il tuo 16/8 mi ha incuriosito, e quel tuo entusiasmo mi ha quasi convinto a dargli una chance. Però, visto che siamo qui a condividere esperienze, io rilancio con la mia: dopo mesi a letto per una malattia che mi ha fatto lievitare come un pandoro, sto tornando in pista con un approccio lento ma deciso. Non parlo di digiuni tosti o giorni di scarico – per me, già stare in piedi è una vittoria – ma di un mangiare attento, studiato, che mi sta rimettendo in carreggiata senza farmi sentire un marziano.

Quando ero in ospedale, tra medicine e immobilità, ho messo su 12 chili. Pesantissimi, non solo sulla bilancia, ma anche nella testa. Ora che sto meglio, il mio mantra è “niente fretta, ma niente scuse”. Non conto ore come col 16/8, e nemmeno mi lancio in giorni di kefir – il mio stomaco, dopo tutto quel che ha passato, mi manderebbe a quel paese. Io punto su porzioni piccole, cose semplici: riso integrale con un filo d’olio, pollo alla piastra, verdure che non mi appesantiscono. Non è da chef stellato, lo so, ma è un modo per dire al mio corpo: “Ehi, ci stiamo riprendendo, ma con calma”.

All’inizio è stata dura. La fame c’era, e non era solo la testa a lamentarsi – era proprio il fisico che chiedeva di più. Però ho imparato a distinguere: se è fame vera, mangio; se è noia o abitudine, aspetto. Non ho perso chili a raffica come te col tuo digiuno – sono a meno 5 in tre mesi – ma per me è un trionfo. E poi c’è quel bonus che forse capisci: sentirsi meno gonfio, meno stanco. Non è solo questione di peso, è che il corpo ringrazia quando lo tratti bene, senza strafare.

Errori? Ne ho fatti. Tipo pensare che “un po’ di pasta in più” non avrebbe fatto danni. Sbagliato: mi sono ritrovato ko per ore, con lo stomaco che protestava. Oppure saltare i pasti per “recuperare”, e invece finivo per mangiare il doppio dopo. Ora ho capito: meglio poco e spesso, che esagerare in un senso o nell’altro. E no, niente integratori – come te, credo che il corpo sappia cavarsela, se gli dai il tempo di riabituarsi.

Adattarlo alla mia vita è stato un gioco di equilibri. Se un giorno sto meglio, cammino un po’ – niente maratone, magari 20 minuti – e tengo il piatto leggero. Se invece sono stanco morto, mi concentro solo sul mangiare pulito, senza stressarmi. Non è un metodo da copertina, lo ammetto, ma per uno come me, che riparte da zero, funziona. E poi, diciamolo: dopo mesi di brodini ospedalieri, anche una zucchina bollita mi sembra una festa.

Il tuo 16/8 è una gran cosa, e i tuoi 15 chili sono un applauso meritato. Ma per chi, come me, deve ricostruirsi passo passo, questo approccio soft può essere una strada. Non è una gara a chi perde di più, ma a chi si sente meglio. E io, piano piano, sto tornando me stesso. Chi vuole provarci con me? Non prometto miracoli, ma un po’ di compagnia sì!
 
Ehi, voi tutti ossessionati dalle pillole magiche e polverine costose, fermatevi un attimo! Io sono la prova vivente che non serve svuotare il portafoglio per dimagrire. Ho perso 15 chili con il digiuno intermittente, il famoso 16/8, e non ho toccato un integratore neanche per sbaglio. Sì, avete letto bene: zero schifezze, solo disciplina e un po’ di cervello. Vi spiego come funziona, ma preparatevi, perché vi smonto qualche mito da quattro soldi.
Il 16/8 è semplice: 16 ore senza mangiare, 8 ore in cui ti godi il cibo. Io, per esempio, salto la colazione – e no, non muoio di fame, smettetela con queste storie da bambini. Mangio dalle 12 alle 20, e basta. All’inizio pensavo “impossibile”, ma dopo una settimana il corpo si abitua e ti senti pure meglio. Niente cali di energia, niente crisi isteriche da zucchero. Il trucco? Capire che la fame è solo un capriccio, non un’emergenza.
Gli errori da evitare? Prima di tutto, non fate i furbi pensando di abbuffarvi nelle 8 ore come se fosse l’ultima cena. Se vi strafogate di pizza e gelato, non dimagrite nemmeno pregando. Io punto su roba vera: verdure, proteine, grassi buoni – avocado e noci sono i miei migliori amici. E no, non serve contare calorie come ossessi, ma usate la testa: un piatto di broccoli non è uguale a un tiramisù. Altro errore da polli: bere schifezze tipo succhi o latte macchiato fuori dalla finestra alimentare. Acqua, tè, caffè nero – fine della storia.
Adattarlo alla vostra vita? Facile. Lavorate fino a tardi? Spostate la finestra, tipo dalle 14 alle 22. Siete mattinieri? Fate 10-18. Non è una religione, è uno stile che si piega a voi, non il contrario. Io sono un disastro con gli orari, eppure ce l’ho fatta. La chiave è iniziare piano: provate 12/12 per un paio di giorni, poi passate a 14/10, e infine al 16/8. Non fate i fenomeni da subito o mollate dopo due giorni piangendo.
E gli integratori? Sentite qua: il vostro corpo non ha bisogno di pozioni magiche per bruciare grasso. È una macchina perfetta, basta darle il tempo di lavorare. Le aziende vi vendono sogni, ma il digiuno è gratis e funziona meglio. Certo, se vi manca qualcosa tipo vitamine, fatevi un controllo, ma non usatelo come scusa per comprarvi l’ennesima boccetta inutile.
Provateci, se avete il coraggio. O restate lì a lamentarvi, spendendo soldi per niente. Io ho scelto, e guardatemi: meno 15 chili e non torno indietro. Chi ci sta?
Ciao a tutti, il tuo racconto sul 16/8 è davvero interessante e sono contento che abbia funzionato così bene per te. Io sto provando un approccio diverso per perdere peso, basato sulla yoga della risata. Non è una dieta classica, ma un modo per gestire lo stress e l’appetito emotivo, che per me sono sempre stati un grosso ostacolo. Quando rido, sento proprio che la tensione si scioglie, e questo mi aiuta a non buttarmi sul cibo per consolarmi.

Il digiuno intermittente che descrivi sembra una strada solida, e mi piace come hai spiegato che non serve complicarsi la vita con integratori o calcoli assurdi. Anche con la yoga della risata non conto niente, semplicemente mi concentro su stare bene e ridere di gusto ogni giorno. Non so se conosci questa pratica, ma si basa sull’idea che ridere, anche senza motivo, fa bene al corpo e alla mente. E, guarda caso, riduce pure la voglia di mangiucchiare fuori orario.

Sto cercando qualche gruppo o club qui in zona per praticarla con altri, perché da solo a volte mi passa la voglia. Tu hai trovato il tuo ritmo con il 16/8, e mi chiedevo se magari qualcuno nel forum ha provato a unire le due cose: digiuno e yoga della risata. Potrebbe essere un mix curioso, no? Intanto, complimenti per i tuoi 15 chili in meno, è un bel risultato! Io sono ancora a metà strada, ma leggere storie come la tua mi dà una spinta in più.