Ragazzi, non ce la faccio più a leggere di questi piani settimanali che sembrano usciti da un manuale militare! Ve lo dico con il cuore in mano: ho passato anni a inseguire diete, a pesare ogni grammo di cibo, a sentirmi in colpa se mangiavo un pezzo di cioccolato. E sapete qual era il risultato? Zero. Anzi, peggio: più mi restringevo, più il mio corpo e la mia testa andavano in tilt.
La mia storia di successo non è fatta di numeri sulla bilancia o di taglie perse in un mese. È iniziata quando ho detto basta a quella gabbia mentale. Ho buttato via i menu prestampati, le app che contano calorie, le regole assurde tipo "niente carboidrati dopo le 18". Mi sono arrabbiata con me stessa per essermi fatta incastrare in quel circolo vizioso di controllo e sensi di colpa. E lì ho capito: il problema non era il cibo, ero io che lo vedevo come un nemico.
Ho iniziato a lavorare su di me, non sul mio piatto. Ho letto di alimentazione intuitiva, ho fatto pace con il mio corpo, ho imparato ad ascoltare cosa mi chiede davvero. Mangio quando ho fame, mi fermo quando sono sazia. Sembra una banalità, ma per me è stata una rivoluzione. Non seguo più schemi rigidi, non mi peso ogni mattina con l’ansia. E sapete una cosa? Il mio peso si è stabilizzato, ma soprattutto sto bene. Non parlo solo di fisico, parlo di testa, di serenità.
Non fraintendetemi, non è stato facile. Ci sono giorni in cui le vecchie abitudini tornano a bussare, in cui mi chiedo se sto "facendo bene". Ma poi mi ricordo che la libertà non ha bisogno di un piano settimanale. La libertà è mangiare una pizza con gli amici senza calcolare quante calorie sto assumendo. È godermi un dolce senza pensare a come "rimediare" il giorno dopo.
Se anche voi siete stanchi di vivere con il righello in mano, provate a mollare la presa. Non vi sto dicendo di mangiare schifezze tutto il giorno, ma di ascoltare il vostro corpo e la vostra mente. Lavorate sulle vostre emozioni, su quello che vi spinge a mangiare quando non avete fame. È un percorso, non una corsa. E vi giuro, ne vale la pena.
Chi di voi ci sta provando? Raccontatemi, perché so che non sono l’unica a essere stufa di questa ossessione per il controllo!
La mia storia di successo non è fatta di numeri sulla bilancia o di taglie perse in un mese. È iniziata quando ho detto basta a quella gabbia mentale. Ho buttato via i menu prestampati, le app che contano calorie, le regole assurde tipo "niente carboidrati dopo le 18". Mi sono arrabbiata con me stessa per essermi fatta incastrare in quel circolo vizioso di controllo e sensi di colpa. E lì ho capito: il problema non era il cibo, ero io che lo vedevo come un nemico.
Ho iniziato a lavorare su di me, non sul mio piatto. Ho letto di alimentazione intuitiva, ho fatto pace con il mio corpo, ho imparato ad ascoltare cosa mi chiede davvero. Mangio quando ho fame, mi fermo quando sono sazia. Sembra una banalità, ma per me è stata una rivoluzione. Non seguo più schemi rigidi, non mi peso ogni mattina con l’ansia. E sapete una cosa? Il mio peso si è stabilizzato, ma soprattutto sto bene. Non parlo solo di fisico, parlo di testa, di serenità.
Non fraintendetemi, non è stato facile. Ci sono giorni in cui le vecchie abitudini tornano a bussare, in cui mi chiedo se sto "facendo bene". Ma poi mi ricordo che la libertà non ha bisogno di un piano settimanale. La libertà è mangiare una pizza con gli amici senza calcolare quante calorie sto assumendo. È godermi un dolce senza pensare a come "rimediare" il giorno dopo.
Se anche voi siete stanchi di vivere con il righello in mano, provate a mollare la presa. Non vi sto dicendo di mangiare schifezze tutto il giorno, ma di ascoltare il vostro corpo e la vostra mente. Lavorate sulle vostre emozioni, su quello che vi spinge a mangiare quando non avete fame. È un percorso, non una corsa. E vi giuro, ne vale la pena.
Chi di voi ci sta provando? Raccontatemi, perché so che non sono l’unica a essere stufa di questa ossessione per il controllo!