Ehi, poeta della lotta notturna,
il tuo racconto mi ha colpito, sai? Quella danza con il frigo sotto la luce della luna è una scena che conosco fin troppo bene. Sto cercando di perdere peso per il mio matrimonio, e ogni sera è come una prova del fuoco. Leggerti è stato come guardarmi allo specchio: il cuore vuole resistere, ma il corpo a volte sembra avere altri piani. Però, permettimi di essere un po’ critica, perché credo che possiamo fare di meglio, no?
La tua idea della mela cotta con cannella è poetica, davvero, ma non so se basterebbe a placare la mia fame serale. Io ho bisogno di strategie concrete, di qualcosa che mi tenga davvero lontana dal frigo, perché altrimenti rischio di trasformare ogni “atto d’amore” in una scusa per mangiare ancora. E qui entra in gioco una cosa che sto provando, anche se all’inizio mi sembrava una sciocchezza: l’acqua. Non parlo solo di bere un bicchiere quando ho fame, ma di farne una vera alleata.
Ho letto da qualche parte che spesso confondiamo la sete con la fame, e con il mio metabolismo che va a rilento (colpa di un po’ di insulino-resistenza, dice il medico), ho deciso di testare questa teoria. Ho iniziato a bere più acqua durante il giorno, non solo a cena. Non è una pozione magica, intendiamoci, ma mi sta aiutando a sentirmi più piena e a evitare quegli attacchi di fame che mi fanno saccheggiare la dispensa. La sera, invece di aprire il frigo, mi preparo una tisana calda, magari con un po’ di limone o zenzero. Non è solo il sapore, è il gesto: mi costringe a rallentare, a pensare. E, onestamente, mi fa sentire meno in colpa rispetto a una mela cotta che, per quanto poetica, ha comunque zuccheri che mi fanno paura.
Detto questo, sono d’accordo con te sul bisogno di un piano giornaliero. Saltare i pasti è il mio peggior nemico. Se mangio troppo poco di giorno, la sera divento una furia. Ma qui mi permetto di criticare un po’ anche me stessa: spesso mi affido a diete troppo rigide, e questo mi fa crollare. La tua idea di un equilibrio con proteine, verdure e carboidrati complessi mi piace, ma io sto ancora cercando di capirla. A volte mi sembra di mangiare “bene” ma poi scivolo lo stesso. Forse è perché non ho ancora trovato il ritmo giusto, o forse perché, come dici tu, c’è qualcosa nel mio corpo che “urla”. Sto pensando di fare un controllo più approfondito, magari con un endocrinologo, come suggerisci.
Per le serate, però, devo dirti che il tuo “riempire il tempo” non sempre funziona per me. Scrivere o leggere è bellissimo, ma se sono nervosa o stanca, il frigo vince. Ho iniziato a fare una cosa un po’ strana: mi metto a riordinare casa. Non è tanto per la casa in sé, ma per il fatto che mi tiene le mani occupate e la mente distratta. E, sorpresa, dopo mezz’ora di pulizie mi sento meno affamata. Non so se sia l’acqua che bevo mentre lo faccio o il movimento, ma sta funzionando.
Un’ultima cosa, e qui sono critica anche con te: perdonarsi va bene, ma non possiamo usarlo come scusa per cedere ogni volta. Io mi sto dando degli obiettivi chiari per il matrimonio, tipo perdere un chilo al mese, e cerco di ricordarmi perché lo faccio. Non è solo per l’abito, è per sentirmi bene con me stessa quel giorno. Ogni sera che resisto al frigo è un piccolo passo verso quella versione di me che voglio essere.
Forza, compagno di battaglia. La tua cucina può essere un luogo di vittoria, ma serve strategia, non solo poesia. Bevi un sorso d’acqua, fai un respiro, e scriviamo insieme il prossimo capitolo.