Calorie dei piatti al ristorante: come calcolarle e fare scelte leggere

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rolf32

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, quando mangiate fuori, il trucco sta nel capire cosa c’è nel piatto senza fidarsi troppo dei menu. Prendiamo una classica insalata Caesar del ristorante: sembra leggera, ma tra condimento, crostini e parmigiano, può arrivare facile a 600-700 kcal. Come fare? Io mi baso su stime semplici: 100 g di pollo grigliato sono circa 165 kcal, una cucchiaiata di salsa tipo maionese o olio porta 80-100 kcal, e i carboidrati come pane o patate si aggirano sui 20-30 kcal ogni 10 g. Se c’è qualcosa di fritto, aggiungete almeno 200 kcal a porzione.
Per scegliere meglio, punto su piatti con verdure grigliate o al vapore e proteine magre, tipo pesce o petto di tacchino. Evito salse misteriose e chiedo sempre di metterle a parte. Se avete dubbi, fate una foto al piatto e controllate dopo con una tabella calorica online. Con un po’ di pratica, si riesce a tenere tutto sotto controllo anche senza bilancia! Qualcuno ha altre dritte per non sgarrare al ristorante?
 
Ragazzi, quando mangiate fuori, il trucco sta nel capire cosa c’è nel piatto senza fidarsi troppo dei menu. Prendiamo una classica insalata Caesar del ristorante: sembra leggera, ma tra condimento, crostini e parmigiano, può arrivare facile a 600-700 kcal. Come fare? Io mi baso su stime semplici: 100 g di pollo grigliato sono circa 165 kcal, una cucchiaiata di salsa tipo maionese o olio porta 80-100 kcal, e i carboidrati come pane o patate si aggirano sui 20-30 kcal ogni 10 g. Se c’è qualcosa di fritto, aggiungete almeno 200 kcal a porzione.
Per scegliere meglio, punto su piatti con verdure grigliate o al vapore e proteine magre, tipo pesce o petto di tacchino. Evito salse misteriose e chiedo sempre di metterle a parte. Se avete dubbi, fate una foto al piatto e controllate dopo con una tabella calorica online. Con un po’ di pratica, si riesce a tenere tutto sotto controllo anche senza bilancia! Qualcuno ha altre dritte per non sgarrare al ristorante?
Ciao a tutti, o meglio, salve compagni di battaglia contro le calorie nascoste! Il tuo post mi ha fatto proprio riflettere, perché mangiare fuori è sempre un terno al lotto, no? Anch’io sto cercando di domare il caos dei menu con il mio fidato "metodo della taрелка" – sì, lo so, suona strano in italiano, ma ormai lo chiamo così! Divido mentalmente il piatto: metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. E vi assicuro che funziona, pure al ristorante, con un po’ di occhio.

Tipo, l’altro giorno ho ordinato un’insalata con pollo grigliato e un po’ di riso integrale. Sul menu sembrava un sogno light, ma quando è arrivata, ho visto una montagna di condimento e quei crostini che urlavano “pericolo”. Allora ho fatto la mia magia: ho spostato metà del condimento da parte (ciao ciao 100 kcal inutili), tenuto il pollo che sarà stato sui 150-170 kcal per 100 g, e lasciato solo una manciata di riso, più o meno 70-80 kcal. Le verdure, zucchine grigliate, le ho tenute tutte – tanto quelle riempiono senza pesare troppo, sui 20-30 kcal a porzione abbondante. Risultato? Un piatto che mi ha saziato senza farmi sentire in colpa, e pure bello da vedere – sì, ho fatto la foto, ve la mostrerei se potessi!

Il trucco per me è stato abituarmi piano piano. All’inizio guardavo i piatti e pensavo “ma dove sono le mie porzioni giganti?”. Però, dividendo così, ho capito che si può mangiare meno ma sentirsi comunque a posto. Al ristorante cerco sempre di chiedere verdure al vapore o grigliate come base – tipo spinaci, broccoli, quello che c’è – e poi una proteina semplice, tipo pesce o tacchino, senza troppi fronzoli. Sui carboidrati sto attenta: un po’ di patate o pane ci sta, ma se vedo porzioni enormi, ne lascio lì senza rimpianti.

Un consiglio che mi ha salvato? Chiedere sempre tutto “a parte” – salse, olio, burro. Così controllo io e non il cuoco. E se proprio sono indecisa, faccio come dici tu: foto e check dopo con una tabella online. Dopo un po’ inizi a riconoscere le trappole da lontano! Qualcun altro usa qualche strategia per non cedere alle tentazioni dei menu? Dai, condividete, che qui si impara tutti insieme!
 
Ehi, guerrieri del piatto light, eccomi qua a fare squadra con voi! Il tuo post, Rolf, mi ha proprio colpita, perché mangiare fuori è un po’ come giocare alla roulette russa con le calorie, no? Da quando ho iniziato questo percorso dopo il divorzio, ho dovuto imparare a farmi amica la bilancia – non solo quella in bagno, ma anche quella immaginaria che uso per “pesare” i piatti al ristorante. E credimi, all’inizio era un disastro: vedevo un’insalata e pensavo “vittoria!”, poi arrivava con quel condimento che sembrava un attentato alla mia autostima!

La tua idea di stimare le calorie mi piace un sacco, e anch’io ho i miei trucchetti. Tipo, ormai ho fatto pace con l’idea che una Caesar non è mai innocente – tra salsa cremosa e crostini, è una bomba camuffata da foglia verde. Una volta ho provato a “smontarla”: ho tenuto il pollo grigliato, che come dici tu sta sulle 165 kcal per 100 g, e ho detto no grazie a metà dei crostini (addio 50-60 kcal facili). La salsa? Ne ho lasciato un cucchiaino scarso – metti 80 kcal – e ho chiesto un po’ di limone per dare sapore senza rimorsi. Risultato: un piatto che mi ha fatto sentire bene, senza quella sensazione di “oddio, ho rovinato tutto”.

Il mio approccio ormai è un po’ come il tuo: punto sulle verdure come base solida. Al ristorante chiedo sempre spinaci al vapore, carote grigliate o quello che c’è di semplice, che tanto riempie e tiene le calorie bassissime, tipo 20-30 kcal per un bel mucchietto. Poi aggiungo una proteina magra: pesce al vapore o un petto di tacchino sono i miei alleati, sui 150-170 kcal a porzione. I carboidrati li tengo d’occhio: un po’ di riso integrale o una patata piccola ci stanno, ma se vedo una porzione che sembra per due, la divido mentalmente e lascio lì il resto. Non è facile, eh, perché una parte di me urla ancora “mangia tutto, te lo meriti!”, ma poi mi ricordo quanto sto meglio ora che ho preso in mano la situazione.

Un trucco che mi ha cambiato la vita è chiedere sempre le salse a parte, come dici tu. Una volta mi hanno portato un salmone con una “innocente” salsa allo yogurt… beh, sembrava più una maionese travestita! L’ho messa di lato e ho usato solo una puntina, giusto per non offendermi da sola. E poi, sì, faccio anch’io le foto ai piatti – non per Instagram, ma per capire dopo cosa ho combinato! Con le tabelle online sto diventando una detective delle calorie, e ormai indovino pure il peso a occhio, più o meno.

Devo dire che questo viaggio mi sta aiutando non solo col peso, ma anche con la testa. Dopo il divorzio mi sentivo a pezzi, e mangiare fuori era un modo per coccolarmi, ma finivo sempre per sentirmi peggio. Ora invece ogni scelta leggera è una piccola vittoria, un “ehi, ce la posso fare”. Certo, a volte cedo – un tiramisù condiviso con un’amica non me lo toglie nessuno – ma poi torno in pista con le mie verdure e i miei piatti “smontati”. Qualcun altro ha qualche dritta per non lasciarsi fregare dai menu? O magari un modo per godersi un’uscita senza sensi di colpa? Dai, sparate le vostre idee, che qui siamo una squadra!
 
Ehi, squadra dei piatti leggeri! Il tuo approccio mi piace un sacco, soprattutto il trucco delle salse a parte – lo faccio anch’io da quando ho scoperto che il mio “nemico” numero uno sono i condimenti a tradimento. Con l’ipotiroidismo è un casino, perché il metabolismo sembra sempre in vacanza, ma sto imparando a gestirlo. Lavoro con un endocrinologo e ormai punto su proteine magre tipo pesce o pollo (150-160 kcal a porzione) e verdure semplici, come dici tu, che mi riempiono senza appesantire. Al ristorante cerco di evitare i carboidrati “nascosti” – tipo quel pane che ti portano all’inizio e ti frega! Un consiglio? Io chiedo sempre un’insalata di contorno da “smontare” a modo mio, così mi godo l’uscita senza sentirmi in colpa dopo. Dai, continua così, siamo sulla strada giusta!
 
Ehi, compagno di viaggio verso la leggerezza! Mi fa un piacere assurdo leggere il tuo entusiasmo, e ti capisco alla grande con quei condimenti subdoli – pure io li ho messi nella lista nera da quando ho abbracciato il paleo-style. Con l’ipotiroidismo hai tutta la mia solidarietà, sembra di remare controcorrente, vero? Però vedo che hai trovato il tuo ritmo con proteine magre e verdure, e questo è già un super punto a favore! Io al ristorante ormai sono quello che ordina il pesce grigliato con un bel mucchio di verdure al vapore – magari ci aggiungo un filo d’olio extravergine che mi porto dietro (sì, sono quel tipo di fanatico paleo, ahah). Il trucco del pane è un classico, io lo rimando indietro senza nemmeno guardarlo, troppo rischioso! La tua idea dell’insalata da personalizzare è geniale, me la segno per la prossima uscita. Ti butto lì una cosetta che faccio io: preparo a casa delle “chips” di zucchine essiccate con spezie, così al posto delle patatine fritte ho qualcosa di croccante e paleo-approved da sgranocchiare. Dai, siamo un bel team, continuiamo a ispirarci a vicenda!
 
Ciao, amico di avventure e battaglie contro i chili! Il tuo messaggio mi ha fatto venir voglia di prendere lo zaino e partire subito per un sentiero in montagna, altro che ristorante. Hai ragione, quei condimenti sono dei veri tranelli, ma vedo che hai trovato il tuo equilibrio con il paleo e mi piace un sacco il tuo stile determinato. L’ipotiroidismo è una bella sfida, lo so bene anch’io da conoscenti che ci combattono, ma tu stai tenendo duro e questo è ammirevole.

Io sono un po’ diverso, sai, il mio segreto per restare leggero non è tanto calcolare calorie o personalizzare insalate – anche se la tua idea è fantastica e la provo sicuro alla prossima occasione. Per me è tutto nei lunghi trekking. Quando parto per qualche giorno tra i boschi o su per i monti, con il sacco in spalla e il vento in faccia, il corpo si trasforma. Non c’è palestra che tenga: cammini per ore, sali, scendi, porti il tuo peso e quello dello zaino, e alla fine torni a casa che ti senti un leone, più forte e con qualche chilo in meno. È una cosa naturale, il metabolismo si sveglia e brucia tutto, senza bisogno di stare a pesare ogni boccone.

Al ristorante, quando ci capito, faccio come te: pesce o carne magra, verdure semplici, niente pane o roba fritta. Però confesso che il tuo olio extravergine in borsetta mi ha fatto sorridere, sei un genio dell’organizzazione! Io invece mi porto dietro qualche noce o della frutta secca, tipo mandorle, per non cedere alle tentazioni. Le tue chips di zucchine essiccate mi intrigano, le devo provare per il prossimo giro in montagna – potrebbero essere perfette da sgranocchiare davanti a un tramonto, dopo una giornata di cammino.

Queste uscite nella natura per me sono la chiave: ti stacchi da tutto, dai ritmi frenetici, dai menu complicati, e lasci che il corpo trovi il suo passo. Poi, vuoi mettere la soddisfazione di arrivare in cima a una salita e guardarti indietro? È un premio che nessuna bilancia ti può dare. Continuiamo così, ognuno con il suo stile, e chissà, magari un giorno ci troviamo a fare un pezzo di strada insieme, tra una chiacchiera e un panorama!
 
Ehi, compagno di viaggio nella lotta ai chili! Il tuo entusiasmo per i trekking mi ha colpito, quasi mi vedo già con lo zaino in spalla a divorare sentieri. Hai ragione, la natura ha un modo tutto suo di rimetterci in carreggiata, e quel senso di forza che descrivi dopo una salita è qualcosa che sto iniziando a capire anch’io, passo dopo passo. Dopo il divorzio, cercavo qualcosa per sentirmi di nuovo me stesso, e il movimento è diventato il mio alleato, anche se confesso che all’inizio pesavo ogni grammo di cibo come se fosse una formula matematica.

Sul fronte ristoranti, sto imparando a navigare tra i menu. La tua strategia con pesce, carne magra e verdure è solida, la seguo anch’io quando esco. Però ammetto che l’idea dell’olio extravergine in borsetta mi ha fatto ridere e pensare: magari potrei portarmi dietro una boccetta di aceto per condire senza sgarrare troppo. Le chips di zucchine essiccate che hai citato le ho provate ieri – un esperimento riuscito, perfette per uno spuntino leggero senza sensi di colpa.

Io invece sto scoprendo quanto sia importante quello che bevo. Non parlo solo di acqua, che ormai è la mia compagna fissa, ma di tisane o brodi leggeri che mi aiutano a sentirmi sazio senza aggiungere calorie inutili. Quando sono fuori, evito bibite o alcol come la peste: un tè freddo senza zucchero o un’acqua aromatizzata con qualche fettina di limone mi salvano la serata. È un trucco semplice, ma per me fa la differenza, soprattutto ora che il metabolismo non è più quello di una volta.

Continuo a lavorare sulla mia strada, tra alti e bassi emotivi e qualche chilo che va e viene. Leggerti mi dà una spinta, sai? Ognuno ha il suo ritmo, ma sapere che là fuori c’è chi combatte con la stessa grinta è un bel supporto. Chissà, magari un giorno ci incrociamo davvero su un sentiero – io con la mia tisana in borraccia, tu con le tue zucchine!
 
Ragazzi, quando mangiate fuori, il trucco sta nel capire cosa c’è nel piatto senza fidarsi troppo dei menu. Prendiamo una classica insalata Caesar del ristorante: sembra leggera, ma tra condimento, crostini e parmigiano, può arrivare facile a 600-700 kcal. Come fare? Io mi baso su stime semplici: 100 g di pollo grigliato sono circa 165 kcal, una cucchiaiata di salsa tipo maionese o olio porta 80-100 kcal, e i carboidrati come pane o patate si aggirano sui 20-30 kcal ogni 10 g. Se c’è qualcosa di fritto, aggiungete almeno 200 kcal a porzione.
Per scegliere meglio, punto su piatti con verdure grigliate o al vapore e proteine magre, tipo pesce o petto di tacchino. Evito salse misteriose e chiedo sempre di metterle a parte. Se avete dubbi, fate una foto al piatto e controllate dopo con una tabella calorica online. Con un po’ di pratica, si riesce a tenere tutto sotto controllo anche senza bilancia! Qualcuno ha altre dritte per non sgarrare al ristorante?
Ehi ragazzi, mangiare fuori senza trasformarsi in una palla di lardo è un’arte, no? 😂 La Caesar che sembra innocua e poi ti piazza 700 kcal sul groppone è un classico tranello! Io, da quando ho scoperto il magico mondo delle palestre e dei pesi, ho imparato a fare l’investigatore dei piatti. Tipo, guardo quel pollo grigliato e penso: “Ok, 100 g, 165 kcal, ci siamo”. Poi vedo una salsa cremosa e già immagino 80-100 kcal che si aggiungono come se niente fosse. Crostini? 20-30 kcal ogni 10 g, e via così. Se c’è del fritto, beh, è come dire “ciao ciao” alla leggerezza, minimo 200 kcal extra! 😅

Il mio trucco? Punto tutto su robe semplici: verdure grigliate o al vapore (zucchine, broccoli, che bontà), proteine magre come tacchino o pesce tipo merluzzo. Le salse? Sempre a parte, così decido io quanto ne voglio, mica mi faccio fregare dal cameriere che ci va pesante! E se proprio non capisco cosa ho davanti, scatto una foto col telefono e me la studio dopo con calma su qualche app di calorie. Funziona, ve lo giuro! 💪

Poi, visto che alzo ghisa come se non ci fosse un domani, cerco di bilanciare: se so che il piatto è un po’ più pesante, magari aggiusto con un allenamento extra o tengo il resto della giornata super leggero – tipo insalatona e un po’ di proteine in polvere. Al ristorante non sgarrare è una sfida, ma con l’occhio allenato e un po’ di furbizia si può! Qualcun altro ha strategie da condividere? Dai, sparate i vostri consigli, che qua si impara tutti! 😉
 
Ehi rolf32, gran bella riflessione! Mangiare fuori è proprio un campo minato, ma con i tuoi consigli si inizia a vedere la luce. La storia della Caesar che sembra un angioletto e poi ti scarica 700 kcal è un colpo al cuore, vero? Da amante della yoga e di un po’ di cardio per tenere il ritmo, ti dico come me la cavo io al ristorante, che magari può essere utile.

Quando sono al tavolo, cerco di immaginare il piatto come una “pratica” da bilanciare, un po’ come una sequenza di yoga: ogni ingrediente deve avere il suo posto senza appesantire tutto. Tipo, se ordino del pesce o del pollo grigliato, so che sto sui 150-200 kcal ogni 100 g, quindi è una base sicura. Le verdure al vapore o grigliate sono il mio mantra: zucchine, melanzane, cavolo, magari con un filo d’olio che controllo io, così non mi ritrovo a nuotare in 100 kcal extra. Per i carboidrati, come riso o patate, cerco di stare su porzioni piccole, diciamo 50-70 g, che fanno 100-150 kcal al massimo. Le salse? Un incubo! Se non so cosa c’è dentro, chiedo di lasciarle da parte o ne metto giusto un cucchiaino per non sentirmi in colpa.

Un trucco che uso spesso è “prepararmi” prima di uscire. Non proprio contando le calorie come un matematico, ma dando un’occhiata al menu online, se c’è. Così arrivo già con un’idea di cosa scegliere e non mi faccio tentare da quella carbonara che mi fa l’occhiolino. Poi, visto che ognuno di noi ha un corpo che risponde a modo suo – c’è chi brucia tutto in un lampo e chi deve sudare di più – cerco di ascoltare il mio. Se so che il metabolismo non è il mio migliore amico, magari quel giorno faccio una camminata veloce o una sessione di yoga un po’ più intensa prima di cena, così mi sento meno in ansia per qualche caloria in più.

Altra cosa: mai sottovalutare il potere dell’acqua! Ne ordino sempre tanta, mi riempie un po’ e mi aiuta a non strafogarmi. E se proprio voglio un dolce, divido con qualcuno o scelgo qualcosa di leggero, tipo una macedonia senza zucchero aggiunto. Non è sempre facile, ma con un po’ di pratica si riesce a godersi la serata senza tornare a casa con i rimorsi.

Grande rolf32 per il consiglio della foto, lo proverò di sicuro! Qualcun altro ha qualche dritta per trasformare il ristorante in un alleato e non in un nemico? Condividete, che qui si cresce insieme!
 
Ragazzi, quando mangiate fuori, il trucco sta nel capire cosa c’è nel piatto senza fidarsi troppo dei menu. Prendiamo una classica insalata Caesar del ristorante: sembra leggera, ma tra condimento, crostini e parmigiano, può arrivare facile a 600-700 kcal. Come fare? Io mi baso su stime semplici: 100 g di pollo grigliato sono circa 165 kcal, una cucchiaiata di salsa tipo maionese o olio porta 80-100 kcal, e i carboidrati come pane o patate si aggirano sui 20-30 kcal ogni 10 g. Se c’è qualcosa di fritto, aggiungete almeno 200 kcal a porzione.
Per scegliere meglio, punto su piatti con verdure grigliate o al vapore e proteine magre, tipo pesce o petto di tacchino. Evito salse misteriose e chiedo sempre di metterle a parte. Se avete dubbi, fate una foto al piatto e controllate dopo con una tabella calorica online. Con un po’ di pratica, si riesce a tenere tutto sotto controllo anche senza bilancia! Qualcuno ha altre dritte per non sgarrare al ristorante?
Ehi, che bel thread! Mangiare fuori è sempre una sfida, soprattutto se stai cercando di tenere d’occhio le calorie senza rinunciare al gusto. Il tuo approccio con le stime caloriche è super utile, grazie per averlo condiviso! Io, come uno che passa 8 ore al giorno incollato alla sedia in ufficio, sto provando a bilanciare le cose con l’idea di mangiare in modo più consapevole, soprattutto quando esco a pranzo coi colleghi.

Visto che nomini le insalate “trappola” come la Caesar, ti racconto come cerco di cavarmela io. Al ristorante, punto su piatti che mi saziano ma che non mi fanno sentire appesantito, perché spesso dopo pranzo devo tornare al pc e non voglio crollare. Di solito scelgo cose semplici: un secondo di carne magra o pesce con contorno di verdure, come dici tu, grigliate o al vapore. Però, per non esagerare con le porzioni, cerco di mangiare lentamente e di lasciare qualcosa nel piatto se vedo che è troppo. Questo mi aiuta a non strafare, soprattutto se la sera voglio tenermi leggero per via del mio ritmo di pasti un po’ più strutturato.

Un trucco che uso? Prima di uscire a mangiare, do un’occhiata al menu online, se c’è. Così mi preparo mentalmente e scelgo in anticipo, evitando di farmi tentare da piatti super calorici sul momento. E poi, per non sentirmi in colpa, cerco di muovermi un po’ durante la giornata: magari una passeggiata veloce in pausa pranzo fino al ristorante (10-15 minuti a passo svelto fanno già la differenza) o qualche esercizio leggero alla scrivania tipo alzarmi sulle punte dei piedi o contrarre i glutei mentre sono seduto. Non è la palestra, ma aiuta a sentirmi meno “fermo”.

Un’altra cosa che faccio è chiedere sempre porzioni più piccole o di servire le salse a parte, come suggerisci tu. A volte, se il piatto sembra troppo ricco, lo divido con un collega: così assaggio senza esagerare. Per le calorie, ammetto che non sono precisissimo, ma uso un’app per segnare più o meno cosa mangio e capire se sto sballando. Tu come gestisci quando sei fuori? E qualcuno ha idee per rendere più attivi i giorni in ufficio senza perdere troppo tempo? Sono tutto orecchie!
 
Ehi rolf32, sei un mago delle stime caloriche, complimenti! Leggendo il tuo post mi sono immaginato al ristorante con una calcolatrice in una mano e una forchetta nell’altra, cercando di decifrare se quella Caesar è un’insalata o una bomba calorica mascherata. Hai ragione da vendere: mangiare fuori è come giocare a scacchi con il menu, devi prevedere le mosse del cuoco per non finire scacco matto con 1000 kcal in pancia!

Io sono uno di quelli che cerca di seguire un approccio “da cavernicolo moderno” quando si tratta di cibo, tipo scegliere piatti che potrebbero passare il test di un antenato preistorico (ok, magari con un po’ di condimento in più). Al ristorante, il mio mantra è: carne, pesce, verdure, e tutto il resto è sospetto finché non lo interrogo. Prendo spunto dal tuo trucco delle salse a parte, che è geniale, e ci aggiungo il mio: chiedo sempre “cosa c’è dentro?” con un sorriso da detective. Una volta un cameriere mi ha elencato gli ingredienti di una crema “leggera” che sembrava più una lista della spesa per un dolce!

Per non sgarrare, punto su piatti che sembrano usciti da un falò paleolitico: un bel filetto di salmone grigliato, una montagna di verdure al vapore, e magari qualche fettina di avocado se voglio sentirmi un po’ chic. Evito come la peste patatine, crostini e tutto ciò che urla “carboidrati moderni”. Però, ammetto, ogni tanto il profumo di una focaccia appena sfornata mi guarda e mi sussurra “mangiami”. Lì entra in gioco il mio asso nella manica: il cheat meal settimanale. Non so se lo fai anche tu, ma io mi concedo un pasto “libero” ogni sette giorni, tipo una pizza o un tiramisù, per ricaricare le batterie mentali. È come dire al mio cervello: “Tranquillo, non sei a dieta, stai solo vivendo come un sapiens con un piano”. Questo mi aiuta a non sentirmi in gabbia e a non cedere alle tentazioni ogni volta che esco.

Il tuo trucco del menu online è una perla, lo uso anch’io! Prima di andare al ristorante faccio i compiti a casa: guardo il menu, scelgo il piatto, e mi immagino già soddisfatto senza rimorsi. Altra cosa che faccio è bere un bel bicchiere d’acqua appena mi siedo: riempie lo stomaco e mi fa mangiare meno di fretta. Per le calorie, non sono un fanatico della bilancia, ma come te uso un’app per tenere traccia, più che altro per non illudermi che un’insalata con mezzo litro di dressing sia “leggera”. E quando il piatto arriva, cerco di mangiare come se fossi in un documentario sulla mindfulness: mastico piano, assaporo, e lascio sempre un angolino di cibo nel piatto, così mi sento in controllo.

Per i giorni in ufficio, capisco benissimo la tua lotta contro la sedia! Io provo a fare micro-mosse da cavernicolo sedentario: ogni ora mi alzo, faccio due passi per prendere un caffè (senza zucchero, ovviamente), oppure mi invento scuse per andare a parlare con un collega invece di mandare un’email. Se ho cinque minuti, faccio qualche squat vicino alla scrivania, tanto nessuno mi guarda strano ormai. E se il ristorante è vicino, cammino come se fossi in missione per cacciare il mio pranzo, altro che Uber!

Tu come tieni a bada le tentazioni quando sei fuori? E dimmi, hai mai provato il colpo del cheat meal per non impazzire con le restrizioni? E per chi legge, qualcuno ha un trucco per rendere il pranzo al ristorante un’esperienza “leggera” senza sembrare un monaco in penitenza? Buttate lì le vostre idee, che qui si impara tutti!