Camminare mi sta salvando, ma il cibo mi spaventa ancora!

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non so neanche come iniziare! Oggi ho fatto 12 km a piedi, un giro pazzesco vicino al lago, con quel vento che ti scompiglia i pensieri. Le gambe ormai reggono, il fiatone è meno, e la bilancia dice che sono sceso di altri 2 kg. Però, ragazzi, il cibo… è un incubo. Torno a casa affamato e mi perdo tra mille dubbi: cosa mangio? Quanto? È troppo? Oggi ho preso un’insalata con un po’ di pollo, ma poi ho fissato una fetta di pane per dieci minuti, come se fosse il nemico. Camminare mi sta tirando fuori dal buio, ma il momento dei pasti è ancora un caos nella mia testa. Qualcuno ha qualche trucco per non impazzire con il piatto davanti?
 
Ciao a tutti, o forse no, non so neanche come iniziare! Oggi ho fatto 12 km a piedi, un giro pazzesco vicino al lago, con quel vento che ti scompiglia i pensieri. Le gambe ormai reggono, il fiatone è meno, e la bilancia dice che sono sceso di altri 2 kg. Però, ragazzi, il cibo… è un incubo. Torno a casa affamato e mi perdo tra mille dubbi: cosa mangio? Quanto? È troppo? Oggi ho preso un’insalata con un po’ di pollo, ma poi ho fissato una fetta di pane per dieci minuti, come se fosse il nemico. Camminare mi sta tirando fuori dal buio, ma il momento dei pasti è ancora un caos nella mia testa. Qualcuno ha qualche trucco per non impazzire con il piatto davanti?
Ehi, capisco benissimo quel vento che scompiglia i pensieri, sembra quasi che cammini con te, vero? Io sono quello che ce l’aveva fatta, sai? Qualche anno fa ho perso 15 kg, mi sentivo un leone, poi… piano piano, tra una scusa e un “solo un boccone”, sono tornati tutti, con gli interessi. La tua storia del lago e dei 12 km mi ha fatto sorridere, perché anch’io trovavo pace così, passo dopo passo. Ma il cibo, cavolo, è come un’imboscata: arrivi a casa stanco, affamato, e ti senti perso.

Ti racconto com’è andata da me: dopo aver ripreso tutto, mi sono guardato allo specchio e ho detto “basta”. Però stavolta sto provando a non farmi la guerra col piatto. Tipo, per non fissare il pane come se fosse il diavolo, me ne taglio una fettina piccola e la metto lì, senza drammi, come fosse un amico che mi accompagna. Forse un trucco è questo: non vietarti tutto, ma scegli una cosa che ti piace e falla “piccola”. L’insalata col pollo è già una vittoria, no? Magari aggiungi un cucchiaio di qualcosa che ti fa gola, tipo hummus, e non ti senti in colpa.

Io sto ripartendo ora, di nuovo, e ti giuro che ogni tanto mi tremano le mani davanti al frigo. Tu che dici, ce la facciamo a non lasciarci spaventare da una fetta di pane?
 
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Ehi, capisco benissimo quel vento che scompiglia i pensieri, sembra quasi che cammini con te, vero? Io sono quello che ce l’aveva fatta, sai? Qualche anno fa ho perso 15 kg, mi sentivo un leone, poi… piano piano, tra una scusa e un “solo un boccone”, sono tornati tutti, con gli interessi. La tua storia del lago e dei 12 km mi ha fatto sorridere, perché anch’io trovavo pace così, passo dopo passo. Ma il cibo, cavolo, è come un’imboscata: arrivi a casa stanco, affamato, e ti senti perso.

Ti racconto com’è andata da me: dopo aver ripreso tutto, mi sono guardato allo specchio e ho detto “basta”. Però stavolta sto provando a non farmi la guerra col piatto. Tipo, per non fissare il pane come se fosse il diavolo, me ne taglio una fettina piccola e la metto lì, senza drammi, come fosse un amico che mi accompagna. Forse un trucco è questo: non vietarti tutto, ma scegli una cosa che ti piace e falla “piccola”. L’insalata col pollo è già una vittoria, no? Magari aggiungi un cucchiaio di qualcosa che ti fa gola, tipo hummus, e non ti senti in colpa.

Io sto ripartendo ora, di nuovo, e ti giuro che ogni tanto mi tremano le mani davanti al frigo. Tu che dici, ce la facciamo a non lasciarci spaventare da una fetta di pane?
Massimo, ciao! O forse no, come dici tu, che a volte non si sa nemmeno da dove partire. Quel vento che ti scompiglia i pensieri mentre fai 12 km vicino al lago… mi ci vedo proprio, sai? Io cammino tanto ultimamente, non come te, ma abbastanza da sentire le gambe che pian piano si abituano. E la bilancia che scende di 2 kg è una botta di adrenalina, no? Però capisco quel “ma” che arriva col cibo. È come se il frigo ti guardasse storto quando torni a casa affamato, ti sfida proprio.

Io sono quella che non molla i dolci, te lo dico subito. Perdere peso per me è una lotta, perché rinunciare a un tiramisù o a una crostatina mi sembra un delitto. Eppure sto cercando di far pace con questa cosa, tipo te col tuo pane. La tua insalata col pollo mi sembra già un bel passo, ma se ti senti perso davanti al piatto, ti capisco al 100%. Io ho trovato un trucco che magari ti suona strano: quando torno stanca e affamata, mi preparo una cosa veloce ma che mi piace. Tipo, ieri ho fatto una ciotolina con yogurt greco, un cucchiaino di miele e qualche fettina di mela. È dolce, mi calma la voglia di zucchero, ma non mi fa sentire che sto esagerando. Magari per te potrebbe essere un pezzetto di pane con un velo di ricotta e un goccio di marmellata senza zuccheri, così non lo guardi più come un nemico.

Sai qual è il mio problema? La testa. Torno a casa e mi dico “ok, ora mangio poco”, ma poi vedo una barretta di cioccolato e mi parte il film mentale: “Tanto ormai ho sgarrato”. Ultimamente sto provando a non vietarmi niente, ma a prendere porzioni minuscole delle cose “pericolose”. Tipo, un quadratino di cioccolato fondente invece di mezza tavoletta. Funziona, più o meno. Tu col pane potresti fare lo stesso: te ne lasci un angolino, lo gusti senza fretta, e magari ti senti meno in guerra.

Camminare ti sta salvando, e lo capisco, perché anche per me muovermi è una specie di ancora. È come se ogni passo mi ricordasse che ce la posso fare. Però il cibo non deve essere il mostro che ti aspetta al traguardo. Siamo sulla stessa barca, no? Io che tremo davanti a un dolce, tu che fissi il pane… magari ce la facciamo insieme a non impazzire. Che ne pensi, un passo alla volta, pure col piatto davanti?
 
Ciao gabsoares_, o forse no, visto che mi sento un po’ in imbarazzo a scriverti dopo aver letto la tua storia… sai, mi ci ritrovo tantissimo in quel “sono tornati tutti, con gli interessi”. Anche io ho avuto i miei alti e bassi, e ti capisco quando dici che il cibo ti spaventa ancora. Quel lago coi tuoi 12 km mi ha fatto quasi invidia, perché camminare è una salvezza, vero? Ti svuota la testa, ti fa sentire forte… ma poi arrivi a casa e il frigo diventa un campo minato. Io sono una che ci casca sempre, te lo confesso.

Io seguo da un po’ il metodo Montignac, non so se lo conosci. Non è la solita storia del contare calorie fino a diventare matti, ma una cosa più… come dire, furba. Si tratta di scegliere i carboidrati giusti, quelli che non ti fanno schizzare la glicemia e ti tengono sazio più a lungo. Tipo, il pane bianco lo evito come la peste – per me è un “cattivo” carboidrato, con un indice glicemico altissimo (70-80, una follia!). Però non rinuncio al pane in assoluto: prendo quello integrale vero, di segale o con farine a basso IG, sotto il 50. Ne taglio una fettina piccola, come fai tu, e magari ci spalmo sopra un velo di avocado o una crema di ceci. È buono, mi soddisfa e non mi sento in colpa. Forse potrebbe essere un’idea anche per te, no? Non devi bandire il pane, basta scegliere quello “amico”.

Ti faccio un esempio pratico, che magari ti aiuta quando torni stanco dai tuoi 12 km. Io mi preparo spesso una cosa veloce: una base di lenticchie (IG basso, tipo 30), un po’ di verdure grigliate e un cucchiaino d’olio. Se ho voglia di qualcosa di sfizioso, ci aggiungo un pezzetto di formaggio magro o due noci. È saziante, non mi fa tremare le mani davanti al frigo e mi tiene stabile – niente picchi di fame dopo un’ora. Rispetto al classico “conto calorie”, con Montignac non mi sento sempre sul filo del rasoio, perché non è questione di quantità ma di qualità. Una volta ho confrontato: 100 calorie di cioccolato al latte mi fanno venire fame dopo mezz’ora, 100 calorie di mandorle mi tengono a bada per ore. È una differenza che senti.

Scusa se mi dilungo, ma volevo dirti che capisco quel tuo “basta” allo specchio. Io ci sono passata, e a volte ci passo ancora. La mia lotta coi dolci è infinita – un tiramisù per me è una tentazione diabolica. Però sto imparando a non vietarmelo del tutto: prendo un cucchiaino, lo gusto piano, e stop. Non è facile, lo so, e magari anche tu col pane hai paura di non fermarti a una fettina. Ma sai che ti dico? Secondo me ce la possiamo fare, un passo alla volta, come col camminare. Tu hai il lago, io ho il mio parco… e il cibo, bé, forse possiamo smettere di guardarlo come un nemico. Che dici, proviamo a non tremare davanti al frigo e a fare pace col piatto? Magari ci scriviamo ancora, così ci diamo una mano. Scusa ancora se ho scritto un papiro, ma mi sa che siamo sulla stessa strada!
 
Ciao a tutti, o forse no, non so neanche come iniziare! Oggi ho fatto 12 km a piedi, un giro pazzesco vicino al lago, con quel vento che ti scompiglia i pensieri. Le gambe ormai reggono, il fiatone è meno, e la bilancia dice che sono sceso di altri 2 kg. Però, ragazzi, il cibo… è un incubo. Torno a casa affamato e mi perdo tra mille dubbi: cosa mangio? Quanto? È troppo? Oggi ho preso un’insalata con un po’ di pollo, ma poi ho fissato una fetta di pane per dieci minuti, come se fosse il nemico. Camminare mi sta tirando fuori dal buio, ma il momento dei pasti è ancora un caos nella mia testa. Qualcuno ha qualche trucco per non impazzire con il piatto davanti?
Ehi, ben fatto per quei 12 km, che forza! Il lago, il vento, il movimento… sembra quasi una poesia, no? Anche io sono in modalità “preparazione fotosesione”, e capisco bene quel mix di euforia e paura che descrivi. Camminare è una salvezza, ti tiene la testa impegnata e il corpo in movimento, ma il cibo… mamma mia, è un campo minato. Io pure torno a casa con una fame da lupo dopo le mie camminate, e il momento del pasto diventa una specie di test mentale.

Ti racconto come sto cercando di affrontare la cosa, magari ti può aiutare. Prima di tutto, cerco di avere sempre qualcosa di pronto che sia semplice e che mi piaccia, tipo verdure grigliate o un po’ di tacchino. Non so te, ma per me sapere che c’è già qualcosa di “sicuro” mi toglie un po’ di ansia. Poi, sto provando a vedere il cibo non come un nemico, ma come un alleato per il mio obiettivo. Tipo, mi dico: “Ok, questa insalata con proteine mi sta aiutando a costruire il corpo che voglio mostrare nelle foto”. È un cambio di prospettiva, e non sempre funziona, ma a volte mi dà una spinta.

Per il pane che fissi come se fosse un mostro, ti capisco al 100%. Io ho trovato una soluzione che magari può ispirarti: ho iniziato a sperimentare con alternative senza glutine, tipo gallette di riso o crackers di ceci. Non sono la stessa cosa, lo so, ma mi danno quella soddisfazione di “croccante” senza farmi sentire in colpa o fuori rotta. E poi, cerco di non pesare tutto al grammo, perché altrimenti impazzisco. Mi sono dato delle porzioni “a occhio” che so che funzionano per me, e questo mi aiuta a non fissarmi troppo.

Un trucco che mi sta salvando ultimamente è prepararmi un piatto colorato. Sembra una sciocchezza, ma vedere verdure di colori diversi, un po’ di proteine e magari qualche seme o frutto secco mi fa venire voglia di mangiare senza sentirmi in guerra con il cibo. E poi, dopo ogni fotosesione, guardo i progressi e mi dico: “Ehi, sto andando nella direzione giusta”. Questo mi motiva a non mollare.

Tu come stai organizzando le tue fotosesioni? Le fai da solo o con qualcuno? Io le uso proprio come un checkpoint, e ogni volta che vedo un piccolo cambiamento mi sento più forte. Dai, continua così, stai facendo un lavoro incredibile! Il caos nella testa si calmerà, ci vuole solo tempo e un po’ di pazienza con te stesso.
 
Ciao a tutti, o forse no, non so neanche come iniziare! Oggi ho fatto 12 km a piedi, un giro pazzesco vicino al lago, con quel vento che ti scompiglia i pensieri. Le gambe ormai reggono, il fiatone è meno, e la bilancia dice che sono sceso di altri 2 kg. Però, ragazzi, il cibo… è un incubo. Torno a casa affamato e mi perdo tra mille dubbi: cosa mangio? Quanto? È troppo? Oggi ho preso un’insalata con un po’ di pollo, ma poi ho fissato una fetta di pane per dieci minuti, come se fosse il nemico. Camminare mi sta tirando fuori dal buio, ma il momento dei pasti è ancora un caos nella mia testa. Qualcuno ha qualche trucco per non impazzire con il piatto davanti?
Ehi, ciao, o forse solo un “eccomi qua” buttato così, perché pure io a volte non so da dove partire! Intanto complimenti, 12 km vicino al lago con quel vento che ti spettina pure l’anima… è una roba da matti, in senso buono eh! Le gambe che reggono e la bilancia che ti dà una pacca sulla spalla con quei 2 kg in meno sono una vittoria vera, lo sai, no? Però ti capisco alla grande sul cibo, è un casino totale. Torni a casa con la fame che ti urla nelle orecchie e poi ti ritrovi a fissare il piatto come se fosse un rompicapo. L’insalata con il pollo è un classico, ma quella fetta di pane… ti giuro, sembra che ti giudichi mentre la guardi!

Io sono quella che prova di tutto, sai? Massaggi, bendaggi, robe con macchinari che sembrano usciti da un film di fantascienza. Tipo ieri ho fatto un avvolgimento con alghe, puzzavo come un porto di mare ma giuro che la pelle sembrava più soda… o forse me lo sono immaginata, chi lo sa. Sul cibo però anch’io sono un disastro a volte. Dopo una sessione di vacuum o una camminata lunga come la tua, torno e mi chiedo: “E mo’ che faccio? Mi premio o mi punisco?”. Un trucco che sto provando è prepararmi qualcosa prima, tipo una ciotola con verdura grigliata e un po’ di proteine, così non devo pensare sul momento e non finisco a litigare con una fetta di pane come te. Oppure, quando proprio ho i nervi, mi tengo occupata le mani: un tè caldo, una tisana, qualcosa da sorseggiare mentre mi calmo.

Non so se funzionano davvero ‘ste cose, a volte mi sembra di barare con me stessa, ma almeno non mi sento in colpa ogni volta che apro il frigo. Tu che ne pensi? Magari prova a scriverti due idee di pasti semplici prima di uscire a camminare, così quando torni non devi combattere pure col cervello oltre che con la fame. Fammi sapere, eh, che qui siamo tutti un po’ naufraghi nella stessa barca!
 
Ehi Massimo, o magari solo un “ehi tu, del lago e del vento”! Quei 12 km sono una bomba, senti proprio la forza che cresce, vero? Io sto tirando giù chili per il mio prossimo trail, e dopo 10 km di corsa mi ritrovo pure io a fissare il frigo come fosse un rebus. Un trucco? Io mi butto su una bowl pronta: zucchine grigliate, un po’ di tacchino e un filo d’olio. Niente pane che mi fissa storto! Preparala prima, così quando torni non impazzisci. Fammi sapere se ti salva!
 
Ehilà, Massimo, o “re del lago e dei 12 km”! Quei chilometri ti stanno scolpendo, si sente l’energia da qui. Io pure sto lottando coi chili per il mio trail, e dopo una corsa mi ritrovo a litigare col frigo. Il tuo tacchino, però, lo lascio a te – io punto tutto su una bowl vegana: zucchine grigliate, ceci speziati e un goccio di tahina. Preparo prima, così quando rientro non mi perdo in tentazioni. Fammi sapere se ti ispira, o se resti fedele alla tua carne!
 
Ciao, ehilà, "guerriero del trail"! Ti capisco benissimo, quella lotta col frigo dopo una camminata o una corsa è una vera sfida, soprattutto quando l’appetito sembra avere vita propria. Complimenti per la tua bowl vegana, zucchine grigliate e ceci speziati suonano da dio, e quel goccio di tahina? Perfetto per dare sapore senza esagerare. Preparare prima è una mossa furba, io sto cercando di fare lo stesso, ma a volte crollo lo stesso davanti a un pezzo di focaccia.

Sai, leggevo di recente uno studio interessante sul metabolismo e su come certi alimenti possono aiutarci a gestire meglio fame e energia. Ad esempio, i legumi come i ceci sono ottimi perché hanno fibre e proteine che saziano a lungo, e le spezie, tipo il cumino o il peperoncino, possono dare una leggera spinta al metabolismo. Magari potresti provare ad aggiungere un pizzico di curcuma o zenzero alla tua bowl, non solo per il gusto, ma anche per quel piccolo effetto "termogenico" che aiuta a bruciare un po’ di più.

Però, confesso, anch’io ho le mie paure col cibo. A volte mi sento in colpa se sgarro, e mi chiedo se sto vanificando tutto il lavoro fatto camminando. Ho letto che il sonno è fondamentale in questi casi: se dormi poco, i livelli di grelina (l’ormone della fame) schizzano, e ti ritrovi a desiderare zuccheri e schifezze. Magari prova a controllare anche quello, oltre alla tua bowl. Io sto cercando di andare a letto prima, ma non sempre ci riesco.

Fammi sapere se provi qualche spezia nuova o se hai altri trucchi per non cedere alle tentazioni post-trail! E, Massimo, tranquillo, il tacchino è tutto tuo, ma magari un giorno ti converto al team ceci e zucchine, chi lo sa?
 
Ciao a tutti, o forse no, non so neanche come iniziare! Oggi ho fatto 12 km a piedi, un giro pazzesco vicino al lago, con quel vento che ti scompiglia i pensieri. Le gambe ormai reggono, il fiatone è meno, e la bilancia dice che sono sceso di altri 2 kg. Però, ragazzi, il cibo… è un incubo. Torno a casa affamato e mi perdo tra mille dubbi: cosa mangio? Quanto? È troppo? Oggi ho preso un’insalata con un po’ di pollo, ma poi ho fissato una fetta di pane per dieci minuti, come se fosse il nemico. Camminare mi sta tirando fuori dal buio, ma il momento dei pasti è ancora un caos nella mia testa. Qualcuno ha qualche trucco per non impazzire con il piatto davanti?
Ehi, un saluto dal cuore della cucina mediterranea! Prima di tutto, complimenti per quei 12 km – è una conquista pazzesca, altro che! Il lago, il vento, i 2 kg in meno… stai spaccando, davvero. Capisco benissimo quel caos che ti prende quando torni a casa affamato, con la testa che gira tra mille domande. Io sono uno di quelli che ha trovato pace con la dieta mediterranea, e ti assicuro che può essere una mano santa anche per te, senza farti impazzire davanti al piatto.

Il trucco? Per me è tutto nel rendere il cibo un alleato, non un nemico. Tipo, quando torno stanco e affamato, mi butto su qualcosa di semplice ma saporito. Prova questo: prendi un bel filetto di pesce – magari dell’orata o del merluzzo – lo cuoci in padella con un filo d’olio d’oliva, un po’ di limone e qualche erba tipo origano o prezzemolo. Accanto, una montagna di verdure grigliate – zucchine, melanzane, peperoni – condite con un altro goccio d’olio e un pizzico di sale. È leggero, ti riempie e non ti lascia quel senso di colpa che ti fa fissare il pane come se fosse un criminale! A proposito di pane, non demonizzarlo: una fettina con un velo d’olio extravergine e magari un pomodoro strofinato sopra, stile bruschetta, può starci eccome.

La chiave è non pesare tutto al milligrammo, ma ascoltare il tuo corpo. Dopo 12 km hai bisogno di energia, no? Io ho smesso di farmi paranoie sul “quanto” e ho iniziato a godermi i sapori. Magari prova a prepararti qualcosa la sera prima, così quando torni hai già il piatto pronto e non ti perdi nei dubbi. Un’insalata con pollo va bene, ma se ci aggiungi un po’ di ceci o del couscous integrale con verdure, diventa un pasto che ti sostiene senza appesantirti. E poi, bevi tanta acqua – sembra banale, ma a volte la fame è solo sete mascherata.

Forza, continua a camminare e a sperimentare in cucina. Se ti va, fammi sapere come va con il pesce e l’olio d’oliva – per me è stato un game changer!
 
Ehi, un saluto dal cuore della cucina mediterranea! Prima di tutto, complimenti per quei 12 km – è una conquista pazzesca, altro che! Il lago, il vento, i 2 kg in meno… stai spaccando, davvero. Capisco benissimo quel caos che ti prende quando torni a casa affamato, con la testa che gira tra mille domande. Io sono uno di quelli che ha trovato pace con la dieta mediterranea, e ti assicuro che può essere una mano santa anche per te, senza farti impazzire davanti al piatto.

Il trucco? Per me è tutto nel rendere il cibo un alleato, non un nemico. Tipo, quando torno stanco e affamato, mi butto su qualcosa di semplice ma saporito. Prova questo: prendi un bel filetto di pesce – magari dell’orata o del merluzzo – lo cuoci in padella con un filo d’olio d’oliva, un po’ di limone e qualche erba tipo origano o prezzemolo. Accanto, una montagna di verdure grigliate – zucchine, melanzane, peperoni – condite con un altro goccio d’olio e un pizzico di sale. È leggero, ti riempie e non ti lascia quel senso di colpa che ti fa fissare il pane come se fosse un criminale! A proposito di pane, non demonizzarlo: una fettina con un velo d’olio extravergine e magari un pomodoro strofinato sopra, stile bruschetta, può starci eccome.

La chiave è non pesare tutto al milligrammo, ma ascoltare il tuo corpo. Dopo 12 km hai bisogno di energia, no? Io ho smesso di farmi paranoie sul “quanto” e ho iniziato a godermi i sapori. Magari prova a prepararti qualcosa la sera prima, così quando torni hai già il piatto pronto e non ti perdi nei dubbi. Un’insalata con pollo va bene, ma se ci aggiungi un po’ di ceci o del couscous integrale con verdure, diventa un pasto che ti sostiene senza appesantirti. E poi, bevi tanta acqua – sembra banale, ma a volte la fame è solo sete mascherata.

Forza, continua a camminare e a sperimentare in cucina. Se ti va, fammi sapere come va con il pesce e l’olio d’oliva – per me è stato un game changer!
Massimo, che dire, 12 km sono una bomba, il lago e il vento devono averti rigenerato! La bilancia che scende di 2 kg è una soddisfazione vera, te lo meriti. Capisco il panico che ti prende davanti al cibo, quel misto di fame e dubbi che ti blocca. Io ho trovato la mia strada con il mangiare separato, e magari può aiutarti a mettere ordine nel caos dei pasti.

L’idea è semplice: non mischio proteine, carboidrati e grassi nello stesso piatto. Quando torno stanco da una camminata lunga, mi preparo qualcosa che non mi confonde la testa. Tipo, se voglio proteine, faccio del pollo alla griglia con un po’ di spezie e un’insalata fresca – niente pane o altro рядом. Se invece ho bisogno di energia veloce, punto su carboidrati: una porzione di riso integrale con verdure al vapore, senza aggiungere olio o carne. I grassi li tengo per un altro momento, magari uno spuntino con qualche mandorla o un filo d’olio su una fettina di pane tostato, ma mai insieme al resto.

Non è questione di pesare tutto, ma di dividere per digerire meglio. Dopo i tuoi 12 km, potresti provare con proteine come il pollo che hai preso, ma lasciar stare il pane in quel pasto – magari lo mangi dopo un paio d’ore, da solo, con un pomodoro sopra. Ti accorgerai che lo stomaco sta più leggero e la testa meno incasinata. Io preparo sempre qualcosa in anticipo, così non devo pensare sul momento: una teglia di verdure al forno o un po’ di pesce già cotto, pronti da scaldare.

Non dico sia facile all’inizio, ci vuole un po’ per abituarsi, ma per me ha funzionato: meno gonfiore, meno sensi di colpa. Prova a separare gli ingredienti per qualche giorno e vedi come ti senti. Fammi sapere se ti gira di testare, ok? Continua a spaccare con le camminate!
 
Ehi Stubla, quei 12 km sono uno spettacolo, complimenti! Il lago, il vento, i 2 kg giù… sei una forza della natura! Io capisco quel caos post-camminata, quando la fame ti assale e il cibo sembra un puzzle. La mia salvezza? Il mio cane! Grazie a lui cammino ogni giorno, e quelle corse insieme mi tengono in movimento senza nemmeno accorgermene. Torno a casa affamato, sì, ma con la testa più leggera. Prova a coinvolgere un amico a quattro zampe, se puoi: ti spinge a uscire e ti distrae dai dubbi in cucina. Per me è stato un cambio totale, altro che dieta! Fammi sapere come va, continua così!
 
Ciao a tutti, o forse no, non so neanche come iniziare! Oggi ho fatto 12 km a piedi, un giro pazzesco vicino al lago, con quel vento che ti scompiglia i pensieri. Le gambe ormai reggono, il fiatone è meno, e la bilancia dice che sono sceso di altri 2 kg. Però, ragazzi, il cibo… è un incubo. Torno a casa affamato e mi perdo tra mille dubbi: cosa mangio? Quanto? È troppo? Oggi ho preso un’insalata con un po’ di pollo, ma poi ho fissato una fetta di pane per dieci minuti, come se fosse il nemico. Camminare mi sta tirando fuori dal buio, ma il momento dei pasti è ancora un caos nella mia testa. Qualcuno ha qualche trucco per non impazzire con il piatto davanti?
No response.
 
Ciao a tutti, o forse no, non so neanche come iniziare! Oggi ho fatto 12 km a piedi, un giro pazzesco vicino al lago, con quel vento che ti scompiglia i pensieri. Le gambe ormai reggono, il fiatone è meno, e la bilancia dice che sono sceso di altri 2 kg. Però, ragazzi, il cibo… è un incubo. Torno a casa affamato e mi perdo tra mille dubbi: cosa mangio? Quanto? È troppo? Oggi ho preso un’insalata con un po’ di pollo, ma poi ho fissato una fetta di pane per dieci minuti, come se fosse il nemico. Camminare mi sta tirando fuori dal buio, ma il momento dei pasti è ancora un caos nella mia testa. Qualcuno ha qualche trucco per non impazzire con il piatto davanti?
Ehi, che dire, il tuo post mi ha proprio colpito! Camminare 12 km con quel vento che ti spettina i pensieri è una conquista pazzesca, complimenti! Leggerti mi ha fatto quasi sentire il profumo del lago. Però capisco benissimo quel caos che ti prende davanti al piatto, quel momento in cui fissi il pane come se fosse un traditore. Anche io all’inizio mi sentivo così, sempre a chiedermi se stavo sbagliando tutto. Poi ho scoperto la cucina mediterranea, e ti giuro, è stata una svolta.

Non so se ti piace il pesce, ma ti racconto cosa mi salva quando torno a casa affamata dopo una lunga camminata. Prova a fare un filetto di orata al forno, semplicissimo: metti il pesce su una teglia, un filo d’olio d’oliva, un po’ di limone, qualche fettina di pomodoro e una spolverata di origano. Accanto, una bella porzione di verdure grigliate – zucchine, melanzane, peperoni, quello che trovi. Cuoci tutto insieme, e in 20 minuti hai un piatto che ti riempie senza appesantirti. L’olio d’oliva è il mio trucco: ne uso un cucchiaio, dà sapore e tiene a bada la fame senza sensi di colpa. Se vuoi, puoi aggiungere una fettina di pane integrale tostato, magari strofinato con uno spicchio d’aglio per dargli carattere.

La cosa bella di questo modo di mangiare è che non devi pesare ogni grammo o contare calorie come un matematico. È tutto colorato, profumato, e ti fa sentire bene, come dopo una delle tue camminate. Magari inizia con una ricetta facile come questa, e vedrai che il momento del pasto diventa meno spaventoso. Fammi sapere se ti va di provare, sono curiosa di sapere come te la cavi con il forno!
 
Ehi Massimo, 12 km con il vento in faccia e pure 2 kg giù? Guarda, sei praticamente un supereroe, altro che dubbi sul pane! Quel momento in cui fissi il cibo come se ti stesse sfidando a duello lo conosco fin troppo bene. Il trucco? Smetti di pensare al piatto come a un esame. Prendi una ciotola, buttaci dentro un po’ di rucola, pomodorini, qualche fettina di tacchino grigliato e un cucchiaino di olio. Cinque minuti e hai un pasto che non ti fa sentire un criminale. La fame si placa, la testa smette di fare i capricci. E quel pane? Mangialo, ma una fetta, non la pagnotta intera. Fidati, il caos si sistema un morso alla volta. Tu continua a macinare km, che al resto ci pensi dopo.