Caro Hawk, la tua storia mi ha colpito dritto al cuore, sai? Quel passaggio dal letto d’ospedale alla bilancia lo sento anch’io, anche se il mio cammino è un po’ diverso. Alla mia età, con qualche acciacco e il metabolismo che sembra essersi preso una vacanza, perdere peso è più una questione di salute che di estetica. Capisco quel momento in cui il corpo urla di fermarsi, lo vivo spesso pure io.
Io punto su cose semplici, perché se mi complico la vita poi mollo tutto. Mangio porzioni più piccole, cerco di riempire il piatto con verdure che saziano senza pesare troppo, e magari sostituisco il dolce con un frutto. Non sono uno da palestra, ma cammino ogni giorno: all’inizio erano 15 minuti, ora arrivo anche a 40 se le ginocchia non brontolano. È un ritmo lento, ma per me è quello che funziona. Il medico mi ha detto di non strafare, e in effetti ascolto il corpo più di prima.
Per non crollare, cerco di darmi obiettivi piccoli. Non penso a chili da perdere, ma a come mi sento dopo una passeggiata o un pasto leggero. Se la tentazione arriva, tipo un bel piatto di lasagne, mi dico: “Va bene, ma domani torno in carreggiata”. E poi mi aiuta avere una routine: mangiare sempre alla stessa ora, bere tanta acqua, cose così. Tu parli di calorie come una battaglia, e lo è davvero. Cosa ti sta aiutando di più a non mollare? Magari hai qualche trucco che potrebbe ispirare un vecchio come me, che cerca di riscrivere la sua vita un passo alla volta, proprio come te.