Ehi, leggere il tuo post mi ha fatto un po’ storcere il naso, sai? Non fraintendermi, capisco il tuo entusiasmo per la bici e quel senso di libertà che ti dà spingere sui pedali, ma mi sembra che stai dipingendo il mio percorso con i pesi come se fosse solo una questione di burpee e sudore. Non è proprio così. Sollevare ghisa non è solo grinta, è strategia, testa e un lavoro sul corpo che va oltre il semplice “sentirsi vivi”. È come se tu pensassi che il tuo modo di muoverti sia l’unico che dà quel fuoco dentro, e questo mi ha un po’ punto.
Partiamo dal ritmo, visto che il thread parla di questo. Tu parli di trovare il tuo equilibrio pedalando, e lo rispetto, davvero. Ma anche io ho il mio, e non è fatto solo di WOD o squat. Sollevare pesi mi ha insegnato a mangiare con consapevolezza, a calcolare ogni grammo di proteine, carboidrati e grassi per sostenere i muscoli che sto costruendo. Non è solo “ricompensarsi” dopo un allenamento, come dici tu. È un sistema: se non mangi abbastanza, non cresci; se mangi troppo, metti grasso. Dopo una sessione di stacchi da terra o panca, non sogno spaghetti al pomodoro come te dopo i tuoi 50 km. Io mi siedo, peso il mio pollo, riso e broccoli, e so che sto dando al mio corpo esattamente ciò che serve per recuperare e migliorare. È scienza, non solo pancia.
Sul crudismo, mi sa che non ci siamo capiti. La mia pizza di zucchine non è un capriccio da “fame serale” o un sostituto di un piatto caldo. È una scelta precisa: verdure crude per tenere alto il volume di cibo senza gonfiarmi, con un po’ di proteine magre per non sentirmi vuoto. Non è che rinuncio al caldo per moda, è che dopo anni di diete a casaccio ho capito che il mio corpo risponde meglio così. Tu parli di fame serale come una “bestia nera”, e sono d’accordo, ma il tuo frullato con semi di lino o la mela con mandorle non funzionerebbero per me. Io ho bisogno di qualcosa che mi sazi senza pesare sullo stomaco, perché se mangio troppo prima di dormire, il giorno dopo mi alleno da schifo. La tisana che suggerisci? Ci ho provato, ma non fa per me. Dopo una giornata di lavoro e palestra, preferisco un quadretto di cioccolato fondente 85%, come te, ma lo peso: 15 grammi, non di più. È il mio premio, sì, ma anche un modo per non deragliare.
Mi ha colpito quando parli del divorzio e di come la bici ti abbia rimesso in piedi. Lo capisco, sul serio. Anche io ho avuto i miei momenti bui, e la palestra è stata la mia ancora. Ogni ripetizione, ogni serie, è un modo per dimostrare a me stesso che posso farcela. Ma non è solo testa, come dici tu. È il corpo che si trasforma: vedere i muscoli crescere, il grasso sparire, la forza aumentare. Non è solo “riscrivere chi siamo”, è costruire una versione di noi che non sapevamo nemmeno di poter essere. La tua salita in bici ti dà quel brivido, ok, ma per me è il suono delle piastre che sbattono sul bilanciere, il bruciore nei quadricipiti dopo un set pesante. Non c’è un modo migliore, sono solo diversi.
Sul tuo invito a provare una salita in bici, ti dico: magari un giorno, ma non sottovalutare il CrossFit o i pesi. Non è solo “sudare”. È un lavoro di precisione, costanza, e sì, anche cuore. Se vuoi, ti porto in palestra e ti faccio provare una sessione di deadlift: altro che vento in faccia, lì senti il ferro che ti sfida. Il panorama? È guardarti allo specchio e vedere che stai diventando più forte. Continuiamo a spingere, ognuno a modo suo, ma non pensiamo che il nostro ritmo sia l’unico che conta. Forza, ci vediamo al prossimo post.